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Discussione: La Piazzetta di Pol

  1. #246421
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    Predefinito Re: La Piazzetta di Pol

    T'ho vista appioppare likes a tutta manetta Ada .

    TI saluto con una raccomandazione (superflua)..........

    Non farti mettere i piedi sulla pancia da @Dario


    Ciao, ci sentiamo il pomeriggio .
    Meglio far tesoro degli insulti ricevuti . Essi sono il modo
    migliore per valutare l'inutilità della vita di chi li profferisce

  2. #246422
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    Predefinito Re: La Piazzetta di Pol

    Citazione Originariamente Scritto da leno lazzari Visualizza Messaggio




    Vi saluto piazzettari . Oggi dovrò dedicare parte della giornata che ha
    molto bisogno di calore umano, di una persona vicina .

    Un uomo che nella sua vita ha girato e lavorato per mezzo mondo che
    parla correttamente cinque lingue ridotto ad aver paura a uscire di casa .
    Bravo è un bel modo di iniziare la giornata, scommetto che è il signore al quale avete costruito il corrimano per scendere i gradini del portone , oggi quel signore sarà felice ….
    Buona giornata .
    _Non rinnegare e non restaurare__


    Difendi la nazione come nei tempi passati, in modo moderno:" fotti lo Stato antifascista! "(Giò)
    L'invidia ha due bocche; con una sputa miele , con l'altra sputa veleno e fiele

  3. #246423
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    Predefinito Re: La Piazzetta di Pol

    Citazione Originariamente Scritto da leno lazzari Visualizza Messaggio
    T'ho vista appioppare likes a tutta manetta Ada .

    TI saluto con una raccomandazione (superflua)..........

    Non farti mettere i piedi sulla pancia da @Dario


    Ciao, ci sentiamo il pomeriggio .
    Tranquillo ti sembro il tipo che si fa mettere i piedi in testa ? Io posso dare spiegazioni ,mi piace ragionare non mi piacciono le prese in giro o chi vuol aver ragione ad ogni costo e pretende di fare il professore o che contesta tutto per il solo gusto di contestare…. tranquillo sono allenata ...-
    PS, i like li metto la mattina , voi state fino a tardi io no
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  4. #246424
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    Predefinito Re: La Piazzetta di Pol

    Citazione Originariamente Scritto da turbociclo Visualizza Messaggio
    La poesia di Primo Levi che introduce il romanzo. Ma se serve il ricordo, esso deve portarci a considerare ogni genocidio, ogni inumana sofferenza inflitta agli esseri umani da altri esseri che la propria umanità hanno perso. Ieri, oggi e speriamo mai più in futuro.

    @turbociclo , letto il romanzo e ovviamente conosco la poesia.
    Dovremmo rispettare tutti i morti , per la sinistra i morti delle FOIBE sono inventate o danno la colpa ad altre cose, insomma mettono sempre in discussione Il giorno della memoria che riguarda le FOIBE non credo che sia giusto politicizzare certi eccidi .
    Io non me la sento di dare ragione a TITO , sappiamo bene che fu un genocidio , gli italiani dovevano sparire …..
    _Non rinnegare e non restaurare__


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  5. #246425
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    Predefinito Re: La Piazzetta di Pol

    Errore lascio errore non ho voglia di polemizzare .
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  6. #246426
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    Predefinito Re: La Piazzetta di Pol

    [B][Giorgio Perlasca
    Giusto tra le Nazioni
    Home
    Giorgio Perlasca
    Per Non Dimenticare
    La Fondazione
    Iniziative
    Video
    Le Foibe e l’Esodo
    Parliamo dell’Istria, penisola tra i golfi di Trieste e del Quarnaro, della Dalmazia, la fascia costiera che dal golfo del Quarnaro scende sino all’Albania, e della Venezia Giulia (Trieste, Gorizia).
    La loro storia è italiana, prima romana poi dopo varie vicissitudini veneziana: l’Istria nel 177 a.c entrò nell’orbita romana e nel 27 a.c. Augusto le concesse la cittadinanza romana (ricordiamo l’Arena di Pola). Anche la Dalmazia entrò nell’orbita romana, nel 117 a.c. e fu la terra di quattro imperatori, il più rilevante Diocleziano.
    Ambedue, dopo le complesse vicende delle invasioni barbariche, impero bizantino, Sacro Romano Impero evidenziarono un rapporto sempre più stretto con Venezia finché dopo il 1400 le città costiere si unificarono sotto l’insegna del leone di S. Marco.
    E le città delle coste istriane e dalmate sotto l’ala del leone di San Marco si svilupparono sul piano commerciale e fiorirono sul piano artistico e culturale. Si parlava il dialetto veneto. Nel 1797 con il trattato di Campoformio Napoleone cedette la Serenissima all’Austria.
    Durante i 121 anni della dominazione austriaca le città della costa orientale erano popolate in prevalenza dall’etnia italiana, le campagne dagli slavi.
    Il governo asburgico, timoroso delle spinte irredentistiche e risorgimentali, favorì lo spostamento degli slavi, sudditi fedeli, verso la costa, chiudendo anche scuole italiane. Il clero, in maggioranza di etnia slava, fomentava l’avversione verso l’Italia, ritenuta laica e miscredente, in quanto colpevole di aver strappato Roma al papato. E le tre etnie balcaniche, sloveni, croati e serbi, divise tra di loro erano accomunate dal disegno di impadronirsi delle terre italiane.
    Durante la prima guerra mondiale molti irredentisti furono alla testa della campagna per l’intervento dell’Italia nel conflitto contro l’Austria.
    Basta ricordare Cesare Battisti e Fabio Filzi, impiccati a Trento, Nazario Sauro a Pola e Guglielmo Oberdan a Trieste.
    Dopo la prima guerra mondiale il trattato di Rapallo nel 1920 assegnò all’Italia, l’Istria, Zara (unica enclave in Dalmazia), le isole di Cherso, Lussino, Lagosta e Pelagosa e dichiarò Fiume Città libera. Nel 1924 Fiume tornò definitivamente all’Italia con la parentesi dell’impresa di Fiume di Gabriele D’Annunzio.
    Nel periodo fascista gli scontri tra nazionalismo italiano e slavo si acuirono. Indubbiamente sin dall’inizio abbiamo varie leggi tese alla italianizzazione forzata: nel 1923 la legge Gentile stabilisce che nelle scuole non vi sia spazio per le lingue minoritarie, nel 1925 si proibisce l’uso delle lingue diverse dall’italiano nell’amministrazione pubblica, nel 1927 vengono soppresse le organizzazioni culturali, ricreative e culturali slovene e croate.
    Con Regio decreto del 1927 venne imposta l’italianizzazione dei cognomi anche se non trovò mai piena applicazione.
    Provvedimenti illiberali certo ma inseriti in un contesto di un mondo che non rispettava le minoranze (dalla Francia, alla Germania, alla Romania, Ungheria e alla stessa Jugoslavia), a parte la parentesi felice dell’impero austro-ungarico.
    E venne il dramma delle Foibe: cavità carsiche di origine naturale con un ingresso a strapiombo. È in quelle voragini dell’Istria che fra il 1943 e il 1947 sono gettati, vivi e morti, quasi diecimila italiani.
    La prima ondata di violenza esplode subito dopo la firma dell’armistizio dell’8
    settembre 1943: in Istria e in Dalmazia i partigiani slavi si vendicano contro i
    fascisti e gli italiani non comunisti. Torturano, massacrano, affamano e poi
    gettano nelle foibe circa un migliaio di persone. Li considerano “nemici del
    popolo”. La vicenda di Norma Cossetto è emblematica e diventerà un simbolo di quel periodo terribile.
    La seconda nel novembre del 1944 a Zara. Dopo l’8 di settembre del 1943 la città venne occupata dai tedeschi. Tito chiese agli anglo americani di bombardarla per una presunta rilevanza militare del piccolo porto commerciale, che in effetti non aveva, e in un anno fu sottoposta a 54 bombardamenti con oltre 4000 morti.
    Il 1 novembre 1944 quando già i tedeschi abbandonarono la città, i partigiani di Tito entrarono in una città distrutta ed inerme. Subito iniziarono le esecuzioni degli italiani, fucilati o affogati, perché lì foibe non ce ne sono… ma vi è il mare.
    Ma la violenza aumenta nella primavera del 1945, quando le truppe di Tito occupano Trieste, Gorizia e l’Istria e si scatenano contro gli italiani. A cadere dentro le Foibe e ad andare nei campi di concentramento ci sono fascisti, cattolici, liberaldemocratici, socialisti, uomini di chiesa, donne, anziani e bambini. È una carneficina che testimonia l’odio politico-ideologico e la pulizia etnica voluta da Tito per eliminare dalla futura Jugoslavia i non comunisti e gli italiani. Anche 39 sacerdoti vennero uccisi. E si leva la forte voce del Vescovo di Trieste e Capodistria, Monsignor Antonio Santin.
    La persecuzione prosegue fino alla primavera del 1947, fino a quando, cioè, viene fissato il confine fra l’Italia e la Jugoslavia.
    Ma il dramma degli istriani e dei dalmati non finisce.
    Il 10 febbraio del 1947 l’Italia ratifica il trattato di pace e la fascia costiera dell’Istria (Capodistria, Pirano, Umago e Cittanova ) passa sotto amministrazione jugoslava (zona B); il resto dell’Istria, Fiume e Zara passano in maniera definitiva sotto sovranità jugoslava. La fascia costiera da Monfalcone a Muggia va sotto amministrazione alleata (zona A) mentre Gorizia e il resto della Venezia Giulia tornano sotto la sovranità italiana.
    Trecentocinquantamila persone si trasformano in esuli. Scappano dal terrore, non hanno nulla, sono bocche da sfamare che non trovano in Italia una grande accoglienza. La sinistra italiana li ignora: non suscita solidarietà chi sta fuggendo dalla Jugoslavia, da un paese comunista alleato dell’URSS, in cui si è realizzato il sogno del socialismo reale.
    La stessa classe dirigente democristiana considera i profughi “cittadini di serie B” e non approfondisce la tragedia delle foibe.

    Il 5 ottobre 1954 con il “Memorandum d’intesa” la parte amministrata dagli Alleati (la cosiddetta zona A) viene restituita all’amministrazione dell’Italia.
    E’ l’atto che permetterà, il 26 ottobre dello stesso anno, il ritorno definitivo di Trieste alla madrepatria.
    Il 10 novembre 1975 con il trattato di Osimo, nelle Marche, il’allora Ministro degli Esteri Rumor firmò la cessione in via definitiva della zona B alla Jugoslavia.
    Per quasi cinquant’anni il silenzio della storiografia e della classe politica avvolge la vicenda degli italiani uccisi nelle foibe istriane. È una ferita ancora aperta perché ignorata per molto, troppo tempo.
    Solo dopo sessant’anni l’Italia con la legge 30 marzo 2004 n° 92 ha riconosciuto ufficialmente questa tragedia istituendo il 10 febbraio come “Giorno del Ricordo”.


    https://www.giorgioperlasca.it/per-n...nticare/foibe/



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  7. #246427
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    Predefinito Re: La Piazzetta di Pol

    BUONA GIORNATA NON HO RESISTITO A FARE UN RIPASSO DELLA STORIA PERCHE' MOLTI DIMENTICANO
    Con la Primavera dei popoli del 1848-49, anche nell'Adriatico orientale, il sentimento di appartenenza nazionale cessò di essere una prerogativa delle classi elevate e cominciò, gradualmente, a estendersi alla masse[3][4]. Fu solo a partire da tale anno che il termine "italiano" (ad esempio) cessò, anche in queste terre, di essere una mera espressione di appartenenza geografica o culturale e cominciò ad implicare l'appartenenza a una "nazione" italiana[5]. Analogo processo subirono gli altri gruppi nazionali: si vennero pertanto a definire i moderni gruppi nazionali: italiani, sloveni, croati e serbi.
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  8. #246428
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    Predefinito Re: La Piazzetta di Pol

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  9. #246429
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    Predefinito Re: La Piazzetta di Pol

    Citazione Originariamente Scritto da attila621 Visualizza Messaggio
    azzz...fradel fradeo...
    potere de tor...

    è che stavo tagliando a cipolla...
    e qualche lacrima..sarà caduta sua scheda madre...

    e le lacrime dell'Attil0ne...fanno scaturire mostri...

    e son contento...che tu sia ancora vivo...ciao @Kaouthia ...
    ...
    Ah ecco.
    Ma quanti figli del Perozzi in giro...
    Travel is fatal to prejudice, bigotry, and narrow-mindedness...
    Chi abbandona gli animali è un bastardo!

  10. #246430
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    Predefinito Re: La Piazzetta di Pol

    Citazione Originariamente Scritto da turbociclo Visualizza Messaggio
    E buffa sta cosa della rivalità Bar - Piazzetta. Le rivalità vanno applicate alle cose serie, come i confronti Roma-Lazio...Camerati e Compagni, ma chi ce lo fa fare a litigare su sciocchezze come la politica di oggi, condotta alla fine da personaggi squallidi, insignificanti, voltaggabana e pilateschi come quelli che vediamo, ai quali viene dato uno spazio del tutto spropositato? Non ce li abbiamo problemi assai più seri che ci tormentano e opprimono ogni giorno? La politica è una cosa seria che va affidata a persone serie. Altrimenti restiamo nel campo del tragicomico, dove non ha più senso dichiararsi di destra, di centro o di sinistra, perché tutto sfuma in una poltiglia puzzolente e rivoltante, dove si infrangono i destini della gente condannata ad affidarsi a gentaglia che se la incontri per strada non gli daresti il minimo di considerazione. E quando poi affidi il tuo eventuale successo ai social, anziché ai programmi seri e fattibili, non alle promesse, allora è peggio che andar di notte. Beninteso io la mia ideuccia soggettiva ce l'avrei pure, a votare ci vado ancora nonostante tutto, ma senza farmi illusioni. E' passato il tempo degli ideali giovanili, quando riuscii a laurearmi con una tesi per Storia dei Partiti politici. C'era il grande e dimenticato Renzo De Felice a Roma, Università La Sapienza...
    azzz....che l'Attila...no è laureato,
    azzz....neppure diplomato...
    l'Unnica qualifica conquistata sui diversi campi..
    azzz....Barbaro senza neppure il certificato..

    ma posso assicurare di come tutto sia assai relativo..e il proprio sentire,
    la stessa propria considerazione, quella per nulla arbitraria dignità personale,
    il libero arbitrio quello sano e per nulla esasperato..di Unno Barbaro ASSAI CURIOSO
    della vita...dell'imposto e l'imponibbile...del giusto dello stesso sbagliare..pagato in proprio..
    azzz..."conobbi il carcere, e la vera perdita di libertà..altre forme di vita scandita
    e tutto il pregiudizio della nostra giustizia..azz..nulla di personale se non la stessa fragilità
    di co' tanta società, tesa in apparenza all'aiuto..assolutamente mai disinteressato...
    noi piccoli fenomeni paghiamo tutto e con i dovuti interessi...mentre l'illusione macina..".

    azz...l'Attila autodidatta...e costruttore de se stesso...
    che messo così sembra essere il cantico dell'egoista
    mentre è quasi la propria personale presa della bastiglia..
    è il disilluso cantico di Unno Barbaro pratico, mai sottomesso
    al cantico del fesso...in fondo la vita va compresa,
    compressa e scagliata contro il muro dell'ipocrisia latente..
    di un mondo carico di apparenza e falsità..
    dove ogni giorno siamo caricati di sola ilarità...

    azz...l'Attila e la sua tesi di vita...
    adattato, ma mai arreso...
    e Unna abbondante dose di autoironia...
    poi l'immaginazione che tuto permette..
    e i sogni, mai veramente abbandonati..

    buon giorno, su strade spesso senza ritorno... @turbociclo
    chissà, forse ho avuto tanto...cercando altro...
    e spesso, lo capisci dopo..frammenti, compongono vissuti..
    ecco la mia politica...vivi e lascia vivere...e se serve aiuta..





    " l' uomo ha una tale passione per il sistema
    e la deduzione logica che è disposto ad alterare la verità,
    per non vedere il visibile, a non udire l' udibile,
    pur di legittimare la propria logica."
    Dostoevskij.

 

 
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