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Discussione: La Piazzetta di Pol

  1. #127591
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    Predefinito re: La Piazzetta di POL (quella nuova)

    _Non rinnegare e non restaurare__


    Difendi la nazione come nei tempi passati, in modo moderno:" fotti lo Stato antifascista! "(Giò)
    L'invidia ha due bocche; con una sputa miele , con l'altra sputa veleno e fiele

  2. #127592
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    Predefinito re: La Piazzetta di POL (quella nuova)

    [QUOTE=Ada De Santis;14399354]
    GLOBULO A ME QUESTA PREGHIERINA PIACE TANTO ..... IO SPERO CHE IL NOSTRO DESIDERIO SI AVVERI !![/QUOTE

    La dico tutte le sere e le mattine GLOBULO , speriamo che LASSU' la linea sia libera , per ora risulta occupato !!
    Ultima modifica di Ada De Santis; 25-05-15 alle 06:34
    _Non rinnegare e non restaurare__


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  3. #127593
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    Predefinito re: La Piazzetta di POL (quella nuova)


    BUON CAFFE' A TUTTI PIAZZETTARI ED AMICI !!
    _Non rinnegare e non restaurare__


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  4. #127594
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    Predefinito re: La Piazzetta di POL (quella nuova)

    siiiii....buon giorno...
    azzz...sono le 8.46.....
    e già mi hanno rotto tutti e due i coglioni...

    azzz....tornassi indietro:
    potrei chiedere asilo politico all'itaglia..

    o so, questa è vecchia...infatti co' desti sono già
    alla scuola materna...e la maternità dell'italiano meddio...
    ma interno di che...di cosa..di casa...
    " l' uomo ha una tale passione per il sistema
    e la deduzione logica che è disposto ad alterare la verità,
    per non vedere il visibile, a non udire l' udibile,
    pur di legittimare la propria logica."
    Dostoevskij.

  5. #127595
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    Predefinito re: La Piazzetta di POL (quella nuova)

    azzzz....comincio ora a prendere Unna po' di confidenza
    con l'odierno vostro linguaggio italiano...
    comincio ora a capire certe vostre esaggerazioni,
    e le abbreviazioni...

    OGGI HO CAPITO: I CITTADINI DI ROMA
    CONFIDENZIALMENTE ROM....

    Perchè dovete sapere che al tempo
    in cui l'Attila...era l'impero romano...

    che dopo il mio passaggio e reincarnazione odierna,
    l'impero dei rom...e dritti...e diritto...

    certo ora mi è tutto più chiaro...pure l'etimologia stravolta
    dei termini....e il neo del latino....


    bhè!!! ora comincia a guera dei barconi dei gommoni
    dei mosconi...ma il problema è già superato....
    potrebbe essere, anzi già lo è che arriveranno
    con navi da crociera...
    " l' uomo ha una tale passione per il sistema
    e la deduzione logica che è disposto ad alterare la verità,
    per non vedere il visibile, a non udire l' udibile,
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    Dostoevskij.

  6. #127596
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    Predefinito re: La Piazzetta di POL (quella nuova)



    anniversario ricorrenza..915....2015....e le triplici...
    trasformate in troike......
    non più alleanze...ma confederazioni ex stato.....

    " l' uomo ha una tale passione per il sistema
    e la deduzione logica che è disposto ad alterare la verità,
    per non vedere il visibile, a non udire l' udibile,
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  7. #127597
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    Predefinito re: La Piazzetta di POL (quella nuova)

    va bhè salutiamo
    i nuovi eroi...assassini all'asilo...
    intellettuali...internazionali...complimenti
    " l' uomo ha una tale passione per il sistema
    e la deduzione logica che è disposto ad alterare la verità,
    per non vedere il visibile, a non udire l' udibile,
    pur di legittimare la propria logica."
    Dostoevskij.

  8. #127598
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    Predefinito re: La Piazzetta di POL (quella nuova)

    Citazione Originariamente Scritto da attila621 Visualizza Messaggio
    va bhè salutiamo
    i nuovi eroi...assassini all'asilo...
    Intellettuali...internazionali...complimenti
    attila , ma che piacere vedere certe facce ..........gli assassini se la scampano sempre !!
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  9. #127599
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    Predefinito re: La Piazzetta di POL (quella nuova)

    [Volavano gli elicotteri, ieri, sulla notte madrilena. Ma non per controllare dall’alto calle Génova, via della storica sede del Partito popolare: per la prima volta qui il tradizionale balcone della vittoria è rimasto vuoto, nonostante la candidata sindaco Esperanza Aguirre abbia guadagnato un seggio in più. La polizia sorvolava la Cuesta de Moyano, dove migliaia di cittadini ascoltavano la diretta avversaria Manuela Carmena, giudice impegnata nella tutela dei diritti umani: “Ha vinto il cambiamento. Ha vinto la cittadinanza. Avete vinto voi”. I simpatizzanti di Ahora Madrid, lista di Podemos, si erano dati appuntamento vicino al museo Reina Sofía fin dal primo pomeriggio. Poi, in serata, al suono della banda ufficiale e del noto slogan “Sì, se puede” con l’arrivo del leader Pablo Iglesias, cominciava la festa. Il terremoto annunciato per la politica spagnola alla fine si è verificato alle amministrative e regionali di ieri (gli spagnoli sono andati alle urne per rinnovare 8.122 municipalità oltre che per assegnare i seggi nei parlamenti di 13 delle 17 regioni del Paese), che hanno visto i post-indignados di Podemos prendere Barcellona, avvicinarsi anche alla conquista della capitale e imporre ai due grandi partiti tradizionali Pp e Psoe un drastico ridimensionamento: 4 anni fa i popolari aveva ottenuto la maggioranza assoluta in 8 regioni, oggi devono scendere a patti con altre forze politiche.

    IMG]http://th.polisblog.it/AmfMuoQ_JEgwnESYdxrHOBQYmgk=/fit-in/655xorig/http://media.polisblog.it/b/bf8/pablo-iglesias-podemos.jpg[/IMG]

    Madrid vince il Pp, ma Podemos verso alleanza con il Psoe. Esperanza Aguirre ha vinto ma sa già che non potrà governare facilmente: sommando i 21 seggi agli ipotetici 7 di Ciudadanos non riuscirebbe comunque ad ottenere la maggioranza assoluta. La candidata di Ahora Madrid invece, con 20 seggi, insieme al Psoe di Antonio Miguel Carmona, potrebbe ottenere 29 scranni e le chiavi del palazzo della capitale spagnola. Per Iglesias è l’inizio della fine del bipartitismo: “Pp e Psoe hanno registrato uno dei peggiori risultati della loro storia” e “il cambiamento ora è irreversibile”, ha detto chiaro e tondo. Popolari e socialisti sono in realtà ancora i primi due partiti, ma insieme sommano il 53% e per governare dovranno scendere a patti.
    Cresce anche Ciudadanos: è il terzo partito Il Partito popolare resta in generale infatti il più votato (27%), ma perde l’egemonia degli ultimi vent’anni e quasi tre milioni di preferenze: da oggi la possibilità che gli azzurri tornino a sedersi sulle stesse poltrone non dipenderà più da loro, ma dalla capacità di alleanza delle forze opposte. Il Pp perde quasi tutte le maggioranze assolute nelle regioni come nella principali città del Paese e, probabilmente, il potere in Cantabria, in Castilla-La Mancha e nelle comunità autonome di Valencia e Madrid. Inoltre, una coalizione di sinistra avrebbe la possibilità di sottrarre al partito gli esecutivi di Aragón, Extremadura e Baleari. Dietro al Psoe, che si ferma al secondo posto con il 25% delle preferenze e la conquista della città di Siviglia, sorprende l’ascesa inarrestabile di Ciudadanos, che da oggi diventa terza forza politica, anche se Podemos – che non ha lista propria – non entra a far parte dei dati pubblicati dal ministero degli Interni. È lo stesso leader Albert Rivera a commentare a caldo che il suo partito ha triplicato l’appoggio ottenuto alle elezioni europee del 2014, gettando le basi per vincere le prossime politiche. “Siamo qui e stiamo facendo la Storia”.

    A Barcellona vince Ada Colau, paladina degli sfrattati Ma è da Barcellona che arriva il primo vero cambiamento: una “okkupa” si aggiudica la poltrona di sindaco. Ada Colau, 41 anni, attivista e fondatrice della Pah, la piattaforma per le vittime degli sfratti, ottiene il 25,20% e 11 consiglieri con la formazione civica Barcelona en Comú, appoggiata da Podemos, contro il 22,7% e 10 seggi del sindaco nazionalista uscente, Xavier Trias. Segue la formazione indipendentista di Convergencia i Unió dell’attuale presidente della Generalitat Artur Mas con 10 seggi, Ciudadanos con 5 e i socialisti con 4. “È la vittoria di Davide contro Golia” ha detto commossa davanti alla platea e ha ricordato, anche senza aver ottenuto la maggioranza assoluta, che si tratta di un successo “collettivo” dei cittadini contro “il voto della rassegnazione”. A Valencia invece migliaia di cittadini si sono riuniti nella centrale plaza del Ayuntamento per celebrare la sconfitta della popolare Rita Barberá, dopo 24 anni di governo. Il Pp perde la maggioranza assoluta e cede il passo al Psoe che ottiene il 20,4% e 23 scranni, seguito dalla lista civica di Compromís, con 20 seggi.
    Tutto da rivedere insomma: adesso si apre la stagione di alleanze, di governi privi di maggioranza assoluta e di opinioni da tenere in conto. L’unica cosa certa è che le due nuove formazioni di Podemos e Ciudadanos da oggi non sono più solo uno stato d’animo, ma entrano a pieno titolo nelle istituzioni locali. E il sistema del bipartitismo, che ha governato la Spagna dalla fine del franchismo, sembra cedere il posto ad un quadro molto più frammentato.
    Ultima modifica di Ada De Santis; 25-05-15 alle 13:24
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  10. #127600
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    Predefinito re: La Piazzetta di POL (quella nuova)

    Sono giorni decisivi per il destino dell'Europa e della sua divisa, l'euro. Infatti, proprio in questi giorni, si terranno le elezioni in Francia e in Grecia. In Francia è favorita Hollande contro Sarkozy mentre in Grecia si teme per l'ascesa dei partiti estremisti di destra e sinistra che manifestano una certa di volontà di uscire dall'euro.

    Detto ciò, è facile intuire come l'esito di queste elezioni influirà principalmente sull'andamento dell'euro che, a detta di alcuni operatori, vale ancora troppo rispetto al suo valore "reale".

    L'euro sta rappresentando in questo momento un'economia molto debole che deve fronteggiare una crisi che difficilmente si risolverà in breve tempo. Dopo le varie manovre di austerity, le politiche accomodanti della Bce con l'abbassamento dei tassi e i due LTRO, non si è riusciti ancora a trovare una soluzione in quanto i paesi dell'eurozona hanno politiche ed economie piuttosto variegate (vedi Germania e Spagna).

    Inoltre, il problema dei debiti sovrani, si sta aggravando sempre più rendendo inutili gli sforzi della Bce e dei leader europei.

    Un euro relativamente forte come adesso (compreso tra 1,35 e 1,30) fa sì che il valore reale dei debiti sia elevato e, soprattutto, sfavorisce le esportazioni. Il ritorno dell'euro al di sotto degli 1,30 comporterebbe un equilibrio sul punto di vista macroeconomico, ossia economia debole equivale ad una valuta debole, e questo potrebbe normalizzare e stabilizzare l'andamento dei mercati azionari che, almeno inizialmente, cederebbero terreno insieme all'euro.

    L'unico effetto rilevante per l'euro sarebbe quello negativo che si manifesterebbe nel momento in cui a prendere il potere saranno quei partiti che in un certo senso sono contrari al programma europeo di austerità e tassazione forsennata. In caso contrario, l'euro rimarrebbe ristretto in quel range compreso tra 1,30 e 1,35 in quanto non si hanno i fondamentali economici per avere una valuta forte.

    Ne consegue che, a breve, potremmo assistere alla persistenza di questo trend negativo per l'azionario accompagnato dalla svalutazione dell'euro e con il conseguente acquisto di valute rifugio come il franco svizzero.

    Sono giorni decisivi per il destino dell'Europa e della sua divisa, l'euro. Infatti, proprio in questi giorni, si terranno le elezioni in Francia e in Grecia. In Francia è favorita Hollande contro Sarkozy mentre in Grecia si teme per l'ascesa dei partiti estremisti di destra e sinistra che manifestano una certa di volontà di uscire dall'euro.

    Detto ciò, è facile intuire come l'esito di queste elezioni influirà principalmente sull'andamento dell'euro che, a detta di alcuni operatori, vale ancora troppo rispetto al suo valore "reale".

    L'euro sta rappresentando in questo momento un'economia molto debole che deve fronteggiare una crisi che difficilmente si risolverà in breve tempo. Dopo le varie manovre di austerity, le politiche accomodanti della Bce con l'abbassamento dei tassi e i due LTRO, non si è riusciti ancora a trovare una soluzione in quanto i paesi dell'eurozona hanno politiche ed economie piuttosto variegate (vedi Germania e Spagna).

    Inoltre, il problema dei debiti sovrani, si sta aggravando sempre più rendendo inutili gli sforzi della Bce e dei leader europei.

    Un euro relativamente forte come adesso (compreso tra 1,35 e 1,30) fa sì che il valore reale dei debiti sia elevato e, soprattutto, sfavorisce le esportazioni. Il ritorno dell'euro al di sotto degli 1,30 comporterebbe un equilibrio sul punto di vista macroeconomico, ossia economia debole equivale ad una valuta debole, e questo potrebbe normalizzare e stabilizzare l'andamento dei mercati azionari che, almeno inizialmente, cederebbero terreno insieme all'euro.

    L'unico effetto rilevante per l'euro sarebbe quello negativo che si manifesterebbe nel momento in cui a prendere il potere saranno quei partiti che in un certo senso sono contrari al programma europeo di austerità e tassazione forsennata. In caso contrario, l'euro rimarrebbe ristretto in quel range compreso tra 1,30 e 1,35 in quanto non si hanno i fondamentali economici per avere una valuta forte.

    Ne consegue che, a breve, potremmo assistere alla persistenza di questo trend negativo per l'azionario accompagnato dalla svalutazione dell'euro e con il conseguente acquisto di valute rifugio come il franco svizzero.

    Sono giorni decisivi per il destino dell'Europa e della sua divisa, l'euro. Infatti, proprio in questi giorni, si terranno le elezioni in Francia e in Grecia. In Francia è favorita Hollande contro Sarkozy mentre in Grecia si teme per l'ascesa dei partiti estremisti di destra e sinistra che manifestano una certa di volontà di uscire dall'euro.

    Detto ciò, è facile intuire come l'esito di queste elezioni influirà principalmente sull'andamento dell'euro che, a detta di alcuni operatori, vale ancora troppo rispetto al suo valore "reale".

    L'euro sta rappresentando in questo momento un'economia molto debole che deve fronteggiare una crisi che difficilmente si risolverà in breve tempo. Dopo le varie manovre di austerity, le politiche accomodanti della Bce con l'abbassamento dei tassi e i due LTRO, non si è riusciti ancora a trovare una soluzione in quanto i paesi dell'eurozona hanno politiche ed economie piuttosto variegate (vedi Germania e Spagna).

    Inoltre, il problema dei debiti sovrani, si sta aggravando sempre più rendendo inutili gli sforzi della Bce e dei leader europei.

    Un euro relativamente forte come adesso (compreso tra 1,35 e 1,30) fa sì che il valore reale dei debiti sia elevato e, soprattutto, sfavorisce le esportazioni. Il ritorno dell'euro al di sotto degli 1,30 comporterebbe un equilibrio sul punto di vista macroeconomico, ossia economia debole equivale ad una valuta debole, e questo potrebbe normalizzare e stabilizzare l'andamento dei mercati azionari che, almeno inizialmente, cederebbero terreno insieme all'euro.

    L'unico effetto rilevante per l'euro sarebbe quello negativo che si manifesterebbe nel momento in cui a prendere il potere saranno quei partiti che in un certo senso sono contrari al programma europeo di austerità e tassazione forsennata. In caso contrario, l'euro rimarrebbe ristretto in quel range compreso tra 1,30 e 1,35 in quanto non si hanno i fondamentali economici per avere una valuta forte.

    Ne consegue che, a breve, potremmo assistere alla persistenza di questo trend negativo per l'azionario accompagnato dalla svalutazione dell'euro e con il conseguente acquisto di valute rifugio come il franco svizzero.

    Sono giorni decisivi per il destino dell'Europa e della sua divisa, l'euro. Infatti, proprio in questi giorni, si terranno le elezioni in Francia e in Grecia. In Francia è favorita Hollande contro Sarkozy mentre in Grecia si teme per l'ascesa dei partiti estremisti di destra e sinistra che manifestano una certa di volontà di uscire dall'euro.

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    L'euro sta rappresentando in questo momento un'economia molto debole che deve fronteggiare una crisi che difficilmente si risolverà in breve tempo. Dopo le varie manovre di austerity, le politiche accomodanti della Bce con l'abbassamento dei tassi e i due LTRO, non si è riusciti ancora a trovare una soluzione in quanto i paesi dell'eurozona hanno politiche ed economie piuttosto variegate (vedi Germania e Spagna).

    Inoltre, il problema dei debiti sovrani, si sta aggravando sempre più rendendo inutili gli sforzi della Bce e dei leader europei.

    Un euro relativamente forte come adesso (compreso tra 1,35 e 1,30) fa sì che il valore reale dei debiti sia elevato e, soprattutto, sfavorisce le esportazioni. Il ritorno dell'euro al di sotto degli 1,30 comporterebbe un equilibrio sul punto di vista macroeconomico, ossia economia debole equivale ad una valuta debole, e questo potrebbe normalizzare e stabilizzare l'andamento dei mercati azionari che, almeno inizialmente, cederebbero terreno insieme all'euro.

    L'unico effetto rilevante per l'euro sarebbe quello negativo che si manifesterebbe nel momento in cui a prendere il potere saranno quei partiti che in un certo senso sono contrari al programma europeo di austerità e tassazione forsennata. In caso contrario, l'euro rimarrebbe ristretto in quel range compreso tra 1,30 e 1,35 in quanto non si hanno i fondamentali economici per avere una valuta forte.

    Ne consegue che, a breve, potremmo assistere alla persistenza di questo trend negativo per l'azionario accompagnato dalla svalutazione dell'euro e con il conseguente acquisto di valute rifugio come il franco svizzero.

    Sono giorni decisivi per il destino dell'Europa e della sua divisa, l'euro. Infatti, proprio in questi giorni, si terranno le elezioni in Francia e in Grecia. In Francia è favorita Hollande contro Sarkozy mentre in Grecia si teme per l'ascesa dei partiti estremisti di destra e sinistra che manifestano una certa di volontà di uscire dall'euro.

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    L'euro sta rappresentando in questo momento un'economia molto debole che deve fronteggiare una crisi che difficilmente si risolverà in breve tempo. Dopo le varie manovre di austerity, le politiche accomodanti della Bce con l'abbassamento dei tassi e i due LTRO, non si è riusciti ancora a trovare una soluzione in quanto i paesi dell'eurozona hanno politiche ed economie piuttosto variegate (vedi Germania e Spagna).

    Inoltre, il problema dei debiti sovrani, si sta aggravando sempre più rendendo inutili gli sforzi della Bce e dei leader europei.

    Un euro relativamente forte come adesso (compreso tra 1,35 e 1,30) fa sì che il valore reale dei debiti sia elevato e, soprattutto, sfavorisce le esportazioni. Il ritorno dell'euro al di sotto degli 1,30 comporterebbe un equilibrio sul punto di vista macroeconomico, ossia economia debole equivale ad una valuta debole, e questo potrebbe normalizzare e stabilizzare l'andamento dei mercati azionari che, almeno inizialmente, cederebbero terreno insieme all'euro.

    L'unico effetto rilevante per l'euro sarebbe quello negativo che si manifesterebbe nel momento in cui a prendere il potere saranno quei partiti che in un certo senso sono contrari al programma europeo di austerità e tassazione forsennata. In caso contrario, l'euro rimarrebbe ristretto in quel range compreso tra 1,30 e 1,35 in quanto non si hanno i fondamentali economici per avere una valuta forte.

    Ne consegue che, a breve, potremmo assistere alla persistenza di questo trend negativo per l'azionario accompagnato dalla svalutazione dell'euro e con il conseguente acquisto di valute rifugio come il franco svizzero.

    Mercati in attesa delle elezioni in Europa. Forte paura per l’euro
    di David Pascucci 05.05.2012 176 CEST
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    Sono giorni decisivi per il destino dell'Europa e della sua divisa, l'euro. Infatti, proprio in questi giorni, si terranno le elezioni in Francia e in Grecia. In Francia è favorita Hollande contro Sarkozy mentre in Grecia si teme per l'ascesa dei partiti estremisti di destra e sinistra che manifestano una certa di volontà di uscire dall'euro.

    Detto ciò, è facile intuire come l'esito di queste elezioni influirà principalmente sull'andamento dell'euro che, a detta di alcuni operatori, vale ancora troppo rispetto al suo valore "reale".

    L'euro sta rappresentando in questo momento un'economia molto debole che deve fronteggiare una crisi che difficilmente si risolverà in breve tempo. Dopo le varie manovre di austerity, le politiche accomodanti della Bce con l'abbassamento dei tassi e i due LTRO, non si è riusciti ancora a trovare una soluzione in quanto i paesi dell'eurozona hanno politiche ed economie piuttosto variegate (vedi Germania e Spagna).

    Inoltre, il problema dei debiti sovrani, si sta aggravando sempre più rendendo inutili gli sforzi della Bce e dei leader europei.

    Un euro relativamente forte come adesso (compreso tra 1,35 e 1,30) fa sì che il valore reale dei debiti sia elevato e, soprattutto, sfavorisce le esportazioni. Il ritorno dell'euro al di sotto degli 1,30 comporterebbe un equilibrio sul punto di vista macroeconomico, ossia economia debole equivale ad una valuta debole, e questo potrebbe normalizzare e stabilizzare l'andamento dei mercati azionari che, almeno inizialmente, cederebbero terreno insieme all'euro.

    L'unico effetto rilevante per l'euro sarebbe quello negativo che si manifesterebbe nel momento in cui a prendere il potere saranno quei partiti che in un certo senso sono contrari al programma europeo di austerità e tassazione forsennata. In caso contrario, l'euro rimarrebbe ristretto in quel range compreso tra 1,30 e 1,35 in quanto non si hanno i fondamentali economici per avere una valuta forte.

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    di David Pascucci 05.05.2012 176 CEST








    Euro Reuters



    Sono giorni decisivi per il destino dell'Europa e della sua divisa, l'euro. Infatti, proprio in questi giorni, si terranno le elezioni in Francia e in Grecia. In Francia è favorita Hollande contro Sarkozy mentre in Grecia si teme per l'ascesa dei partiti estremisti di destra e sinistra che manifestano una certa di volontà di uscire dall'euro.
    Detto ciò, è facile intuire come l'esito di queste elezioni influirà principalmente sull'andamento dell'euro che, a detta di alcuni operatori, vale ancora troppo rispetto al suo valore "reale".
    L'euro sta rappresentando in questo momento un'economia molto debole che deve fronteggiare una crisi che difficilmente si risolverà in breve tempo. Dopo le varie manovre di austerity, le politiche accomodanti della Bce con l'abbassamento dei tassi e i due LTRO, non si è riusciti ancora a trovare una soluzione in quanto i paesi dell'eurozona hanno politiche ed economie piuttosto variegate (vedi Germania e Spagna).
    Inoltre, il problema dei debiti sovrani, si sta aggravando sempre più rendendo inutili gli sforzi della Bce e dei leader europei.
    Un euro relativamente forte come adesso (compreso tra 1,35 e 1,30) fa sì che il valore reale dei debiti sia elevato e, soprattutto, sfavorisce le esportazioni. Il ritorno dell'euro al di sotto degli 1,30 comporterebbe un equilibrio sul punto di vista macroeconomico, ossia economia debole equivale ad una valuta debole, e questo potrebbe normalizzare e stabilizzare l'andamento dei mercati azionari che, almeno inizialmente, cederebbero terreno insieme all'euro.
    L'unico effetto rilevante per l'euro sarebbe quello negativo che si manifesterebbe nel momento in cui a prendere il potere saranno quei partiti che in un certo senso sono contrari al programma europeo di austerità e tassazione forsennata. In caso contrario, l'euro rimarrebbe ristretto in quel range compreso tra 1,30 e 1,35 in quanto non si hanno i fondamentali economici per avere una valuta forte.
    Ne consegue che, a breve, potremmo assistere alla persistenza di questo trend negativo per l'azionario accompagnato dalla svalutazione dell'euro e con il conseguente acquisto di valute rifugio come il franco svizzero.








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    _Non rinnegare e non restaurare__


    Difendi la nazione come nei tempi passati, in modo moderno:" fotti lo Stato antifascista! "(Giò)
    L'invidia ha due bocche; con una sputa miele , con l'altra sputa veleno e fiele

 

 
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