I nuovi mostri
Agli inizi del 2011 speravamo di potere contare su un'economia discretamente positiva, almeno per tutto l'anno,
seppure consci che la torta da dividere sarebbe stata più piccola. Purtroppo però le fette sono finite prima,
qualcuno dice a giugno, altri sono riusciti a tirare fino a settembre. Poi, stecchetto.
Si sono fermati gli Stati Uniti, l'Europa, il Giappone. Anche l'Asia rampante ha rallentato.
Perbacco, perGiove e perdirindindina una popolazione mondiale di 7 miliardi avrà ben bisogno di continuare
ad acquistare qualche milione di automobili, di frigoriferi, di televisori, di lavatrici, di scarpe.
Eppure, a un certo momento, un Superiore Direttore d'Orchestra, che peraltro stava già eseguendo «l'Adagio» della Sinfonia Globale,
ha arrestato a mezz'aria la bacchetta. Fermi, immobili, i mille professori. Qualcuno ne ha approfittato per grattarsi il naso.
Da quel momento si vive alla giornata, anzi all'ora. Provate ad andare in banca a chiedere un prestito.
Alle 9,00 il direttore vi dice che vi può concedere un fido di 500 euro. Ne state pianificando l'impiego quando,
alle 10,30, quello vi telefona e vi comunica che il fido è stato ridotto a 280 euro.
«Cosa vuole, stimatissimo cliente, è cambiato il rating!». Il rating?
Frugate nella mente e cominciate a ricordare che da qualche parte del mondo vivono certi mostri,
la maggior parte con la testa a forma di dollaro, che quando fanno indigestione rigurgitano a destra e a manca strane lettere dell'alfabeto,
dette rating. Tutti ne hanno terrore perché i rating, molto velenosi, possono colpire chiunque e in ogni dove: non c'è verso di nascondersi.
Il colpito si indebolisce giorno dopo giorno e, impaurito, è costretto a strisciare quatto quatto lungo i muri cambiando rapidamente percorso
quando sente avvicinarsi il lugubre rumore dei carri dei moderni monatti, discendenti di quelli che durante le antiche pestilenze trasportavano
gli ammalati e seppellivano i morti.
L'Europa è sotto il tiro di questi mostri e ci rendiamo conto che con quattro rating ben assestati la potrebbe mandare gambe all'aria.
Del resto, forse un po' se lo merita, perché del sogno di Carlo Cattaneo e di Altiero Spinelli non si è concretizzato praticamente nulla.
Quanto poi alle promesse di lavoro, benessere, cittadinanza unica, prestigio politico e militare nel mondo, servizi sociali e stipendi buoni e livellati:
tutte disattese. L'Europa comunitaria oggi è un colosso d'argilla. Con la speranza di un suo vigoroso colpo di reni,
ci rituffiamo nelle nostre problematiche di casa e attendiamo sostanziali interventi del nostro Governo,
che mi auguro di tipo espansivo e non recessivo come invece sembrano i primi atti.
Nel contempo da queste righe continuiamo a cercare di stimolare il dibattito.
Sono sempre più convinto che il particolare momento imponga a tutti noi, per quanto schivi e riservati,
di contribuire a fare circolare pensieri, idee, soluzioni. Un argomento che "tira" è la produttività.
L'Istituto Coe-Rexecode ha indicato che il numero di ore lavorate dai dipendenti nel 2010 è stato maggiore in Romania(2100 ore),
a seguire Bulgaria, Grecia, Repubblica Ceca, Germania, Inghilterra, Italia (1800 ore).
Professionisti e servizi hanno lavorato di più in Germania(2500 ore), a seguire Francia,Belgio, Repubblica Ceca, Grecia, Finlandia, Italia(2200 ore).
Prendiamone atto. Ancora più interessante è però il tema delle Relazioni industriali.
Un amico tedesco mi ha accennato al modello adottato in Germania e, visto il migliore andamento di quell'economia (forse unica eccezione al fermo),
mi sembra degno di cenno. In buona sostanza è basato su un mix di cogestione e di contrattazione collettiva.
Ho colto che la partecipazione e la cogestione da parte delle risorse umane ai vari livelli non soltanto supera
la storica contrapposizione capitale – lavoro, ma favorisce il dialogo tra lavoratori e management,
il raggiungimento di una corresponsabilità che consolida la stabilità aziendale, la fidelizzazione e la maggiore produttività.
Mi sembra un buon argomento di riflessione.
..azz..mi scappa spesso la risata..l' Attila sornione.
e scusate se sono così petulante: prendetemi per quello che sono...
Unno sincero amico
idiota.....