13 giugno 2011
Il conduttore scrive una lettera a Repubblica per raccontare i problemi con i suoi programmi
E due, forse. Dopo Michele Santoro, anche Fabio Fazio pare orientato a uscire da viale Mazzini. Dal retro invece che dalla porta principale, visto l’atteggiamento della direzione generale, che sta, secondo quanto racconta il conduttore, ignorando sistematicamente le richieste di fare chiarezza su quali saranno gli impegni e i patti del nuovo contratto.
CARO Direttore, da oltre sei mesi ho dato la mia entusiastica adesione al direttore di Rai Tre Paolo Ruffini che mi aveva proposto di proseguire “Che tempo che fa” per i prossimi tre anni così come di ritrovarmi sin da gennaio con Roberto Saviano per una nuova edizione di “Vieni via con me”. Da oltre sei mesi aspetto una decisione della Rai. Che cosa ha impedito o impedisce al precedente e all’attuale Direttore generale di rinnovare i contratti in scadenza di alcuni fra i protagonisti della tv pubblica?
I problemi sembrano essere molto simili a quelli indicati dalla stampa di destra e dal premier:
Ho chiesto di poter continuare ad andare in onda con “Che tempo che fa” sulla stessa rete, nello stesso orario e per la stessa durata, di poter continuare a gestire gli ospiti con l’autonomia che si deve riconoscere a un qualunque gruppo di professionisti della televisione, di poter continuare ad avvalermi della presenza di Gramellini, dell’appuntamento irrinunciabile con Luciana Littizzetto e naturalmente di Roberto Saviano. Queste garanzie non sono mai arrivate nonostante le mille rassicurazioni ricevute che promettevano il contrario. “… Domani; fra due ore; fra due giorni; a fine settimana; all’inizio della prossima…” e via dicendo. In queste ultime settimane invece mi sono arrivati solo inquietanti frammenti di intenzione che di certo non hanno contribuito a rasserenare il clima. Per non parlare delle notizie su di me, sul programma e su quelli che ne fanno parte, uscite sui giornali e mai smentite. “… Pare che il programma debba cambiare rete o essere ridotto nell’orario; pare che Luciana sia considerata eccessiva; sembra più opportuno rimandare l’ipotesi di una nuova edizione di Vieni via con me e cose del genere…”. E per finire tutti hanno potuto leggere definizioni di Rai Tre e di chi ci lavora che giudico offensive e inaccettabili soprattutto se pronunciate da chi ha importanti responsabilità all’interno della Rai. “Il fortino, l’enclave di comunisti, la riserva indiana”. Viene da chiedersi come tutto ciò sia possibile, perché accade e soprattutto a chi giova. Un pregiudizio massimalista che potrebbe in ugual modo valere per Rai Uno o Rai Due. Sento tutto ciò come una profonda ingiustizia che fa torto al lavoro di tanti anni e alla professionalità mia e dei miei colleghi della Rai.
Fazio dice di essere tranquillamente pronto a cambiare editore:
Nella lettera che ho indirizzato al Direttore Generale, riconoscevo senza alcuna difficoltà all’Editore il diritto e il dovere di fare liberamente le proprie scelte ma chiedevo e torno a chiedere un atteggiamento leale. In tutti questi anni ho imparato che non si può fare tv contro la volontà del proprio Editore e se mai ce ne fosse stato bisogno l’esperienza di “Vieni via con me” ha provveduto a ricordarmelo. L’indifferenza e l’ostilità da parte dell’Azienda è stata evidente sin dal primo momento e solo la professionalità di un collaudato gruppo di lavoro e la tenacia di Rai Tre ci ha consentito di andare in onda e con quel risultato. Per questo ho deciso di non correre più un simile rischio professionale e per questo ho deciso che non sono più disponibile a ripetere l’esperienza di “Vieni via con me” in questa Rai. Se altrove troverò le condizioni necessarie, l’entusiasmo e la condivisione del progetto, il Pubblico potrà ritrovare presto me e Saviano di nuovo insieme.
E le ultime parole suonano come un addio annunciato:
Non so come andrà a finire. Desidero concludere esattamente con le parole con cui ho salutato la Dott. ssa Lei nella mia lettera per ribadire che conservo nei confronti della Rai, della mia Rai e delle persone con cui ho lavorato in tutti questi anni un senso di gratitudine profonda e sincera e in molti casi di autentica amicizia.
http://www.giornalettismo.com/archiv...a-littizzetto/