Originariamente Scritto da
Fenris
Il nostro è un fallimento culturale
Il quorum è una sconfitta del centrodestra. Ma prima che elettorale, è una batosta culturale. La sinistra ha messo in campo una macchina da guerra con un’arma letale: la disinformazione. Gli italiani credevano di votare sull’acqua “bene comune”, ma non era vero. Il centrodestra non ha saputo rispondere. La nostra colpa grave è l’aver fallito nel dare forza a quell’area culturale alternativa alla sinistra. Abbiamo fallito nella cosa più importante.
Il raggiungimento del quorum sui referendum rappresenta una sconfitta per il centrodestra. Parliamoci chiaro, si tratta di una batosta, e non nascondiamoci dietro ad un dito: è una batosta pesantissima. Non per le norme oggetto di referendum, perché nulla cambierà. Ma la nostra è una sconfitta culturale. Una disfatta senza precedenti.
La sinistra e tutto il mondo dell’antiberlusconismo sono stati capaci di mettere in campo una devastante e poco gioiosa macchina da guerra. Una macchina che ha fatto della disinformazione e della mistificazione la propria arma letale. Perché loro stessi, da Di Pietro a Bersani, non condividevano affatto il sì ai referendum. Ma in nome dell’antiberlusconismo, e facendo leva su altri sentimenti, sono riusciti a convincere gli italiani a votare sull’acqua “bene comune”, quando l’acqua “bene comune” non è mai stata messa in discussione. Eppure ce l’hanno fatta. I referendum da 16 lungi anni non ottenevano il quorum, oggi sì. E’ un risultato straordinario.
Il centrodestra non è stato capace di rispondere a questa macchina da guerra. Per manifesta incapacità, inferiorità e per paura. Per timore di perdere, un timore che è diventato convinzione e certezza. Il centrodestra ha preferito non giocare la partita, scegliendo vergognosamente di battere in ritirata, stando al riparo in quella maledetta campana di vetro.
E così il centrodestra ha lasciato “passare” ogni mistificazione della sinistra. Ha permesso di far credere che si votasse sull’acqua “bene comune”. Un errore madornale, ma espressione di una oggettiva incapacità.
Diciamoci la verità. Questo risultato è la certificazione di un fatto: il centrosinistra, il mondo dell’antiberlusconismo, sono la maggioranza nel Paese. Non sappiamo se “elettorale”, ma indubbiamente “culturale”. La supremazia è netta, evidente, disarmante. Il centrodestra ha fallito in uno dei compiti più importanti: no, non abbassare le tasse. Ma dare forza a quell’area culturale alternativa alla sinistra. La più grande azienda culturale del Paese, la Rai, non ha traccia di una cultura di centrodestra, anzi. Per anni ci hanno definiti scioccamente “antropologicamente inferiori“: probabilmente qualcuno di noi ha finito per crederci.