Pazzia pura. I dirigenti della Rai hanno , usando un eufemismo, ‘le idee un po’ confuse’ in quanto a gestione aziendale. Perche dico questo? Basta analizzare le ultime decisioni prese dai vertici di Viale Mazzini per capire le ragioni dell’accusa.

Punto 1. Rescissione consensuale del contratto con Michele Santoro. Il conduttore di Annozero andava in onda da anni su Rai2 grazie alla sentenza di un giudice. Stanco di questa situazione statica Santoro ha deciso di accordarsi con la Rai, che ha piu volte fatto ricorso contro la suddetta sentenza. Posso anche capire le ragioni dell’accordo. Non capisco però come l’azienda di stato abbia deciso di perdere una risorsa simile. Annozero è di gran lunga la trasmissione di punta della seconda rete, quest’anno ha ulteriormente incrementato gli ascolti, arrivanto a punte di 6 milioni di spettatori. Incassa svariati milioni di euro dalla pubblicità.

Da qui la prima domanda ai vertici del servizio pubblico. Perche non avete fatto del tutto pur di trattenere l’artefice di tanto successo?


Punto 2. La soppressione di Vieni via con me, programma in onda nello scorso autunno su Rai3 condotto da Fabio Fazio e Roberto Saviano. Il presentatore di Che tempo che fa ha recentemente dichiarato che la trasmissione non si farà piu in Rai, senza specificare dove e se mai la si potrà vedere di nuovo. Mesi fa, prima della partenza del programma, erano sorte svariate polemiche sui presunti alti costi, polemiche zittite dagli ascolti stratosferici di Vieni via con me, 7 milioni di media sulla terza rete, con punte di 9 milioni, record storico per Rai3. Dopo fu il silenzio, a Fazio non è stata data alcuna garanzia, nessuno ha manifestato interesse verso il prodotto, nessun accordo è stato stipulato, sino al definitivo abbandono del progetto.
Altra domanda sorge spontanea, quale dirigente di una azienda che deve fare profitto si lascerebbe sfuggire un bocconcino di questo tipo? Vieni via con me è diventato un ‘brand’ di successo, quest’anno avrebbe fatto incetta di danari per la raccolta pubblicitaria. Eppure si è deciso di lasciarselo sfuggire.
Punto 3. Le difficoltà nel rinnovo di Report. Milena Gabanelli si è detta indisponibile ad accettare la proposta fatta dalla Rai ‘ perchè non prevede una adeguata tutela legale’. Report” costa 2 milioni e 200 mila euro (20 puntate) e attira spot pubblicitari per 4 milioni e 100 mila euro.
Altra domanda banale e scontata: Perche non assicurare la messa in onda di un programma cosi redditizio? Eppure si fatica a raggiungere un accordo per la cosa piu semplice, la tutela legale, che ogni editore dovrebbe assicurare ai propri giornalisti, nel nome della libertà di informazione.

Punto 4. Il calo di ascolti del Tg1 ed i rimborsi spese del direttore. “Minzolini con la carta di credito aziendale ha speso dieci volte in più di Mario Orfeo (Tg2): 64 mila euro in dodici mesi contro i 6 mila di Orfeo [...] il direttore generale e il presidente (della Rai, ndr) hanno a disposizione 35 mila euro l’anno (al massimo), Minzolini da solo, per rappresentare l’azienda, ne ha spesi quasi il doppio. Il confronto con Antonio Preziosi, direttore di Radio Uno e del Giornale Radio Uno è impietoso: l’estate scorsa Preziosi oscillava tra i duecento e i trecento euro al mese”. Una polemica cosi forte da spingere il direttore del Tg1 a restituire i soldi spesi. A fronte delle suddette spese fuori controllo il Tg1 ha subìto un netto calo di ascolti. Se a settembre 2010 lo share della edizione serale viaggiava attorno al 25%, ora il telegiornale è crollato al 22%, perdendo 3 punti percentuali circa, a vantaggio del Tgla7 passato dal 7-8% a piu del 10-11%.
Ultima domanda per i capi della Rai. Visti i fatti, non converrebbe rimuovere il prima possibile un direttore cosi ‘disinibito’ nelle spese e poco produttivo sul campo degli ascolti? Tanto piu che la sua direzione ha creato una netta spaccatura della redazione del Tg, con abbandoni eccellenti come quelli di Tiziana Ferrario, Maria Luisa Busi, Paolo di Giannantonio, Elisa Anzaldo.

Quattro domande che non avranno risposta naturalmente, perche i dirigenti Rai non agiscono nel nome del profitto e della produttività. Evidentemente sono altri gli obiettivi ultimi a cui mirano. E c’entrano poco con la gestione di una azienda.

Il tutto ricade su di noi, cittadini italiani, abbonati Rai, costretti a pagare un canone senza avere la minima voce in capitolo. Da qui una proposta provocatoria. Sarebbe il caso di rendere facoltativo il canone, cosi da far scegliere ai cittadini se finanziare o meno la Rai, in base alle scelte editoriali e televisive prese da quest’ultima. Oppure, in caso di canone obbligatorio, dare la possibilità agli abbonati di ‘scegliere’ i programmi da salvare e quelli da bocciare. Pagare potendo scegliere cosa vedere o scegliere se pagare o meno in base a cosa propone la Rai. Cosa ne pensate?