1979. Il governo della Repubblica Democratica dell'Afghanistan chiede l'aiuto sovietico per fronteggiare la guerriglia islamica dei mujaheddin. Breznev, concordemente alla sua dottrina già enunciata decide di invadere l'Afghanistan per reprimere le rivolte e rinforzare il regime comunista. Il Presidente americano Carter, consigliato in tal senso da Zbigniew Brzezinski, decide di mandare un piccolo contingente americano in Afghanistan a combattere a fianco dei mujaheddin. In realtà il presidente comprende che la partecipazione diretta ad una guerra è l'unico modo per farsi rieleggere, in una situazione economica disastrosa con altissima inflazione e con l'opposizione interna democratica di Ted Kennedy, accusato di essere una spia del KGB che condanna l'intervento.
La Thatcher, appena eletta primo ministro dichiara il proprio appoggio all'intervento americano. Il cancelliere socialdemocratico tedesco Schmidt fa, forse sorprendentemente, lo stesso, impaurito dalle conseguenze di un eventuale successo comunista nei rapporti tra le due Germanie. Il regime di Francisco Franco manda addirittura un proprio contingente militare a fianco di quello americano. La Francia di Giscard, pur deprecando l'invasione, condanna anche l'intervento americano, provocando ennesime grandi tensioni con gli Stati Uniti.
Il Presidente del Consiglio in Italia Francesco Cossiga dichiara sostegno all'intervento provocando manifestazioni in piazza del PCI e scioperi generali dei tre sindacati.
Dopo breve tempo emergono i dissensi all'interno della maggioranza. La maggioranza della DC, composta da un'alleanza tra correnti di sinistra e andreottiane e il Partito Socialista Italiano firmano una comune mozione di sfiducia che ottiene la maggioranza in Parlamento, malgrado il voto contrario (favorevole a Cossiga) dell'MSI.
Anche Gran Bretagna e Germania Federale decidono quindi di mandare i loro eserciti a combattere in Afghanistan all'interno della missione NATO.
In America il Presidente Carter riesce facilmente a battere Kennedy alle primarie, dimostrando effettivamente i suoi legami coll'URSS e poi a sconfiggere alle presidenziali Reagan che non riusciva a differenziarsi dal Presidente finendo per attaccarlo poco credibilmente su una guerra di cui anche lui era convinto.
In Italia è grande crisi politica, non riuscendosi a formare un governo. Si avverte l'esigenza di una legge elettorale maggioritaria, votata da tutto il Parlamento ad eccezione del PCI.
La guerra in Afghanistan procede senza cataclismi e senza scontri decisivi, ma col terrore dello scoppio di un'enorme guerra mondiale.
In questa prospettiva, l'URSS finanzia pesantemente la campagna elettorale di Mitterrand in cambio di un trattato di amicizia franco-sovietico. Mitterrand sconfigge Giscard, confermando in un primo momento la neutralità francese sull'Afghanistan.
La giunta militare argentina, approfittando dell'impegno britannico in Afghanistan attacca le isole Falkland. La Gran Bretagna colta impreparata sta per soccombere quando il presidente francese Mitterrand, concordata l'azione con i vertici sovietici, manda un contingente francese a difesa delle Falklands. Carter viceversa, nella logica della Guerra Fredda, dichiara la sua completa neutralità provocando scandalo nell'opinione pubblica inglese che chiede a gran voce il ritiro del contingente in Afghanistan sventolando bandiere francesi. Il piano franco-sovietico ha successo. La Thatcher, convinta da Mitterrand cui sente un forte debito di riconoscenza e dalla maggioranza delle forze di opposizione con cui forma un governo di emergenza, cede alle richieste del popolo.
La Cina di Deng Xiaoping si offre in sostituzione dell'apporto britannico in Afghanistan. La situazione precipita. L'Unione Sovietica dichiara guerra all'Argentina. La Thatcher, Mitterrand e Breznev si ritrovano a Parigi. Francia e Gran Bretagna (e DDR) mandano le loro forze militari a sostegno della Repubblica Democratica dell'Afghanistan ormai soccombente dopo l'intervento cinese. E' la terza guerra mondiale.