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  1. #21
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    Predefinito Riferimento: Rivoluzione conservatrice

    Originariamente scritto da Armin Mohler
    Come nell’ambito dei “Volkischen” ci si imbatte sempre nei concetti di “razza” e di “Volk”, in quello degli “Jungkonservativen” si trova sempre il termine “Reich”. Esso non indica né uno Stato nazionale chiuso costituito da un’unica popolazione, né una commistione di popoli prodotta dalla spada di un popolo conquistatore. Indica invece un’entità superstatuale in cui si esplica il dominio di un principio superiore e dei valori di un solo popolo, che dà ai diversi popoli e razze il proprio sistema di vita. In questo senso, né lo Stato di Bismarck né quello di Hitler sono “Reich”: entrambe sono forme statuali oscillanti tra lo Stato nazionale e quello imperialistico. “Reich” non può essere perciò tradotto né con “Imperium” né col termine “Commonwealth”. Per tale motivo, anche esprimendosi in altre lingue il termine tedesco rimane invariato.
    Un autorevole rappresentante degli “Jungkonservativen”, Edgar, J. Jung, che sacrificò la propria vita il 30 giugno 1934, nel suo lavoro “Sinndeutung der deutschen Revolution” scrive intorno al principio di “Reich”: “L’idea di Stato nazionale è la trasposizione di dottrine individualistiche nel principio di uno Stato isolato. Con essa si rischia di volere l’eliminazione delle popolazione straniere e da essa di produce il dannoso eterno irredentismo. Ogni politica estera condotta dallo Stato nazionale si richiama continuamente all’unità di suolo e sangue determinate dalla natura e da Dio. Il nazionalismo, disgregatore della tradizione del “Volk”, figlio della nazionaldemocrazia, deve essere sostituito dal rispetto della tradizione viva del popolo. Stato e popolo hanno lo stesso valore esclusivamente nella concezione nazionaldemocratica. Onde non creare pericolose confusioni occorre eliminare tale erronea concezione. Lo stato superiore, il “Reich”, è un sistema di governo che si pone al di sopra ed al di là dei singoli popoli. Esso però non è un sistema totalitario, deve riconoscere le autonomie e le peculiarità dei singoli popoli, su cui si possa edificare attraverso la storia una struttura che si ponga al di sopra di esse. Traffici ed economia richiedono unità più ampie, la civiltà industriale e della tecnica una più raffinata ripartizione del lavoro che non può essere appannaggio di piccoli gruppi. Le popolazioni che perseverano in una assoluta autonomia statuale, si condannano ad essere nella storia prive di valore”.
    Non vedo perché non si possa tradurre Reich con Imperium, ma va bene lo stesso.

  2. #22
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    Predefinito Rif: Riferimento: Rivoluzione conservatrice

    Citazione Originariamente Scritto da DharmaRaja Visualizza Messaggio
    Pardon per il ritardo, avevo la pagina aperta ma mi ero poi dimenticato di rispondere.
    [...]
    Ti ringrazio.

  3. #23
    Cancellato
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    Predefinito Rif: Rivoluzione conservatrice

    Citazione Originariamente Scritto da
    "Una Rivoluzione Mancata: la Rivoluzione Conservatrice" di Julius Evola
    Van den Bruck aveva coniato la formula "Terzo Reich" che doveva essere assunta - abusivamente ed usurpatoriamente - dall'hitlerismo.
    Citazione Originariamente Scritto da
    "Il Terzo Regno del Socialismo Nazionale" di L.L. Rimbotti
    Il disegno politico di Moeller era preciso; instaurazione di un socialismo conservatore, edificazione di una comunità solidale fortemente connotata dai valori nazionali, avvento di una “democrazia elitaria e organicista”. Il tutto, inserito in un quadro di ripresa del ruolo mondiale dell’Europa, gettando uno sguardo di simpatia verso la Russia, il cui bolscevismo Moeller – che fin da giovane fu ammiratore della cultura russa e di Dostoewskij in particolare – giudicava passibile di volgersi prima o poi in un sano socialismo nazionale.

    Era, questa, l’impostazione generale di quel movimento degli Jungkonservativen che faceva parte della più vasta galassia della Rivoluzione Conservatrice, la dinamica risposta tedesca alla sconfitta del 1918 e alle insidie della moderna tecnocrazia cosmopolita...
    Volevo chiedere agli esperti, quali sono le differenze tra il Terzo Reich elaborato metapoliticamente da Moeller van den Bruck e la prassi politica della Germania Nazionalsocialista di Adolf Hitler?

  4. #24
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    Predefinito Rif: Rivoluzione conservatrice

    credo che ci siano molte affinità, ma veramente tante.
    In un certo senso si può anche dire che il Nazismo si abbeverò nella Riv.Conservatrice.

    ho letto tutti gli articoli del mitico Rimbotti
    ti consiglio questo

    Il volto ambiguo della Rivoluzione Conservatrice tedesca


    (...)
    Scrivevano di una Germania da restaurare nella sua potenza, favoleggiavano
    di un tipo d’uomo eroico e coraggioso, metallico, che avrebbe dominato il
    nichilismo dell’epoca moderna; descrivevano la civilizzazione occidentale come
    il più grande dei mali, il progresso come un dèmone, il capitalismo come una
    lebbra di usurai, l’egualitarismo e il comunismo come incubi primitivi … e
    riandavano alle radici del germanesimo, alle fonti dell’identità. Armato di
    Nietzsche e di antichi miti dionisiaci, c’era persino chi riaccendeva i fuochi di
    quelle notti primordiali in cui era nato l’uomo europeo… Eppure, quando tutto
    questo prese vita sotto le loro finestre, quando i miti e le invocazioni
    assunsero la forma di uomini, di un partito, di una volontà politica, di una
    voce, quando “l’uomo d’acciaio” descritto nei libri bussava alla loro porta nelle
    forme stilizzate della politica, molti sguardi si distolsero, molte orecchie cominciarono a non
    sentirci più… La vecchia sindrome del sognatore, che non vuol essere disturbato neppure dal
    proprio sogno che si anima… La Rivoluzione Conservatrice tedesca espresse spesso la tragica
    cecità di molti suoi epigoni dinanzi al prender forma di non poche delle loro costruzioni teoriche

    Non vollero riconoscere il suono di una campana, i cui rintocchi uscivano in
    gran parte dai loro stessi libri. Allora, improvvisamente, tutto diventò troppo
    “demagogico”, troppo “plebeo”. L’intellettuale volle lasciare la militanza, la
    lotta vera, a quanti accettarono di sporcarsi le mani con i fatti. Alcune derive
    del Nazionalsocialismo si possono anche storicamente ascrivere alla renitenza
    di intellettuali e ideologhi, che non parteciparono alla “lotta per i valori” e che,
    dopo aver lungamente predicato, nel momento dell’azione si appartarono in un
    piccolo mondo fatto di romanzi e divagazioni.

    E uno Spengler? Anch’egli, dopo aver vaticinato il riarmo del germanesimo e
    della civiltà bianca, non appena questi postulati ebbero il contorno di un
    partito politico, che pareva proprio prenderli sul serio, oppose uno sdegnoso
    distacco. E Gottfried Benn? Dopo aver cantato i destini dell’”uomo superiore
    che tragicamente combatte”, dopo aver celebrato la “buona razza” dell’uomo
    tedesco che ha “il sentimento della terra nativa”, come vide che tutto questo
    diventava uno Stato, una legge, una politica, lasciò cadere la penna…

  5. #25
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    Predefinito Rif: Rivoluzione conservatrice

    Citazione Originariamente Scritto da msdfli
    credo che ci siano molte affinità, ma veramente tante.
    In un certo senso si può anche dire che il Nazismo si abbeverò nella Riv.Conservatrice.
    Beh chiaramente oltre alla "scopiazzatura" (tra l'altro fantastica) del nome, è ovvio che ci siano dei punti in comune; ma allora perchè, come ha rilevato Rimbotti, molti personaggi della Rivoluzione Conservatrice non aderirono al Nazionalsocialismo?

    Citazione Originariamente Scritto da msdfli
    Ho letto tutti gli articoli del mitico Rimbotti
    Sul sito di Renzaglia e sul quotidiano "Linea" (anche online) spesso ci sono degli scritti di Luca Leonello Rimbotti. Anche se non condivido le analisi sul Fascismo di sinistra - futurismo etc - lo ritengo l'erede di Adriano Romualdi. Si dedica molto spesso a tre punti cardine del mio pensiero; la Tradizione, l'Europa e l'Identità e, grazie ad alcuni suoi scritti, possiamo trovare molte informazioni sulla Germania nazionalsocialista. :gluglu:

  6. #26
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    Predefinito Rif: Rivoluzione conservatrice

    Tornando in tema, la sintetica - e ben fatta - introduzione di Rossi a "Dalle Tempeste d'Acciaio, ai Proscritti" della Raido:

    Per una certa generazione di uomini quella che combatté sotto le insegne del Reich tra il 1914 ed il 1918, il passaggio dalle tempeste d'acciaio vissute nelle trincee, ad essere proscritti in patria fu breve, quasi naturale. Non avrebbe potuto essere altrimenti: un'intera generazione di uomini, questa, vinta al fronte ma non nello spirito che, trasfigurata dall'esperienza bellica, decise di non smettere di combattere. Questi soldati dell'onore, segnati dall'esperienza estrema e mistica della guerra moderna, meccanizzata e scientificamente letale, tornati in patria, anziché deporre le armi, decisero di rivolgerle contro quello stesso sistema che li aveva dimenticati, uccidendoli due volte: prima nella dignità di uomini al fronte, e poi nell'onore di soldati, poiché non sconfitti sul campo ma, pugnalati alla schiena dal tradimento del fronte interno.

    Dopo il 1918 cambiava soltanto il nemico ed il fronte: le malsane trincee erano sostituite dalle stazioni, dalle birrerie e dalle piazze, scelte come nuovo campo di battaglia, ed il nemico non era più il soldato dello schieramento opposto ma, la democrazia di Weimar e le sue istituzioni decadenti ed egualitarie. Questi combattenti, spesso poco più che ragazzi, abbandonate le loro case, le loro famiglie ed i loro affetti, con le loro passioni ed i loro sogni infranti avevano acceso un rogo, dove ardevano le loro speranze, e con il quale avrebbero bruciato le leggi borghesi e democratiche di una Germania che non riconoscevano più, e che non riconosceva più quest'ultimi come figli propri. Figli di nessuno, questi soldati votati ad abbattere il nuovo regime, avevano giurato odio eterno alla loro epoca: materialista e borghese.

    Spontaneamente questi combattenti, nazionalisti e rivoluzionari allo stesso tempo, presero a riunirsi nei Freikorps, o in circoli culturali più o meno elitari, ritrovando il clima ed i vecchi compagni del fronte in confraternite cameratesche o in organizzazioni a carattere politico-esoterico. La Konservative Revolution che nacque da questo vasto, eterogeneo, mondo, fu l'espressione di un'avanguardia dotata di un'insopprimibile esigenza di rinnovamento che, dall'attentato dinamitardo fino alla cura di riviste combattentistiche, prepararono il campo per l'abbattimento della regime democratico, imprudentemente sorto sulle ceneri dell'onore tedesco sepolto da quel freddo Novembre del 1918.

    Un destino comune, al di là delle contingenze, delle incomprensioni o delle diverse vedute politiche, legò uomini come Ernst Junger, Ernst Von Salomon, o OswaldSpengler, passando per Arthur Moeller Van Den Bruck ed Othmar Spann. Fu quell'innato senso del cameratismo, fondato su di un vincolo di servizio che l'etica spartana e militare appresa dall'esperienza anzitutto interiore della guerra aveva insegnato loro, a legarli indissolubilmente.

    Non fu, pertanto, lo stato o il governo a fare di questi uomini dei proscritti, cioè dei "senza patria". Questi furono, invece, proscritti per scelta, e non potevano, né volevano, più tornare indietro. Non potendo riconoscersi, infatti, nella Germania di Weimar ma, nemmeno nella decadente Germania guglielmina, vollero preparare la venuta d'uno stato nuovo, fondato sulla mobilitazione totale e permanente, che avrebbe trasformato l'uomo qualunque in un fervente soldato politico votato al sacrificio disinteressato.

    L'ascesa al potere del movimento nazional-socialista nel 1933 coinvolse alcuni di questi uomini, escludendone, anche violentemente, altri. Per alcuni, questa fu la realizzazione dei loro sforzi, per altri, invece, poco più d'una rivoluzione abortita. In ogni caso, per la Germania iniziava una nuova era: quella di Adolf Hitler e del suo Reich millenario.
    Ultima modifica di Lucio Vero; 11-09-09 alle 10:31

  7. #27
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    Predefinito Rif: Rivoluzione conservatrice

    Un pò di testi;

    Adriano Romualdi, Correnti Politiche e Ideologiche della Destra Tedesca dal 1918 al 1932
    Armin Mohler, La Rivoluzione Conservatrice, Edizioni Akropolis

    Julius Evola, L'Operaio nel pensiero di Ernst Junger, Edizioni Mediterranee
    Ernst Junger, Nelle Tempeste d'Acciaio
    Ernst Junger, Sulle Scogliere di Marmo
    Ernst Junger, Trattato del Ribelle
    Ernst Junger, Scritti Politici e di Guerra (3 volumi)

    Oswald Spengler, Il Tramondo dell'Occidente
    Oswald Spengler, Anni della Decisione, Edizioni di Ar
    Oswald Spengler, La Rigenerazione del Reich, Edizioni di Ar
    Oswald Spengler, Prussianesimo e Socialismo, Edizioni di Ar
    Oswald Spengler, Forme della Politica Mondiale, Edizioni di Ar
    Oswald Spengler, Albori della Storia Mondiale (2 volumi), Edizioni di Ar
    Oswald Spengler, Per un Soldato, Edizioni di Ar

    Arthur Moeller Van den Bruck, il Terzo Reich
    Ultima modifica di Lucio Vero; 26-09-09 alle 12:17

 

 
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