Libia, via libera alla missione italiana
La maggioranza salva per 7 voti
Il governo appoggia entrambi i documenti ma quello di Pdl e Lega passa con un piccolo scarto
Giorgio Napolitano (LaPresse)
Giorgio Napolitano (LaPresse)
MILANO - Salvi per un pelo. La Camera ha approvato - come previsto - la risoluzione della maggioranza sulla Libia che riassume le posizioni del Pdl, della Lega e del gruppo dei Responsabili, ma - a differenza di quanto si stimava - con soli 7 voti di scarto La Camera ha approvato anche la risoluzione presentata dalle opposizioni (senza i radicali) presentata dal Pd, Idv e Terzo Polo. La mozione di maggioranza è stata approvata con 300 sì, 293 no e due astenuti. Contro hanno votato infatti Pd, Fli, Idv e Udc. «Il Pd ha scommesso su un passo falso del governo e della maggioranza sulla crisi libica alla Camera e ha perso». Lo ha sottolineato il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, commentando l'esito del voto sulle risoluzioni presentate a Montecitorio. «Dalla sinistra - ha affermato - ci saremmo aspettati un voto non contrario sulla nostra mozione visto che mercoledì, al Senato, non aveva votato contro. Ma oggi il Pd ha votato contro, mentre mercoledì a Palazzo Madama non hanno partecipato alla votazione. Il motivo è chiaro: ancora una volta -ha continuato il ministro della Difesa- il Pd ha giocato la carta sbagliata, ha pensato che noi non potessimo raggiungere la maggioranza, facendo un gioco sporco su un tema come questo che non bisognerebbe trascinare nelle polemiche di politica interna. Ancora una volta hanno sbagliato i calcoli, perchè ancora una volta il governo ha avuto i numeri».
FRATTINI - A Montecitorio era intervenuto in precedenza il ministro degli Esteri Franco Frattini che aveva illustrato, come aveva già fatto a Palazzo Madama, la posizione del governo. «Dividersi, quando condividiamo le linee di fondo» dell'intervento in Libia «indebolisce il paese» e non «rappresenta la necessaria solidarietà» «nei confronti di chi in teatri difficili sta portando la bandiera italiana» era stato l'appello lanciato all'opposizione da parte del ministro degli Esteri, che poi aveva annunciato che il governo era favorevole sia alla mozione della maggioranza che a quella delle opposizioni.
RISOLUZIONE UNICA DELLE OPPOSIZIONI - Le opposizioni infatti avevano raggiunto un'intesa tra loro ed avevano presentato alla Camera, diversamente che al Senato, una risoluzione unitaria sull'intervento in Libia.
L'ira di Di Pietro
PD - Il Pd dopo una breve consultazione decideva però di non accettare la proposta del governo. «Voteremo no alla risoluzione della maggioranza» ha detto Dario Franceschini, capogruppo Pd alla Camera, annunciando il comportamento di voto del suo gruppo sulla risoluzione Pdl-Lega.
LEGA - La Lega invece, per bocca del capogruppo leghista Marco Reguzzoni, aveva dichiarato di voler votare anche la risoluzione dell'opposizione sulla Libia «per dare un segno di unita». «La vostra mozione - aveva detto rivolto ai banchi del centrosinistra - è più generica della nostra, ma la voteremo per dare un segno di unità al Paese in questo momento. Non ci interessa se voi non voterete la nostra».
LA RUSSA - Dopo Frattini era intervenuto il ministro della Difesa Ignazio La Russa. «I caccia Tornado Ecr italiani impiegati nella missione in Libia hanno effettuato 10 missioni e 32 sortite, ma senza che fosse necessario neutralizzare radar nemici con i missili di bordo» aveva spiegato La Russa. Oltre ai 4 Tornado Ecr e ai 4 caccia F-16, già messi a disposizione dall'Italia per le operazioni in Libia, «potranno essere disponibili nei prossimi giorni per le operazioni a guida Nato», un gruppo navale e altri velivoli che attualmente «stanno operando sotto comando nazionale» aveva aggiunto La Russa.
NAPOLITANO - In precedenza il capo dello Stato aveva espresso soddisfazione per il voto di mercoledì al Senato sulla partecipazione italiana alla missione militare in Libia. «Io penso che nel Parlamento mercoledì si sia espressa, pur nella diversità di posizioni, una convergenza fondamentale, molto significativa e importante» aveva detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano lasciando il sacrario delle Fosse Ardeatine.