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    Predefinito Sacrifici umani & civiltà non cristiane

    Scritto da Francesco AGNOLI

    Quasi impossibile trovare un popolo - prima di Cristo - che non abbia conosciuto questa pratica orribile. Dai pagani alle cosiddette civiltà precolombiane – passando per i barbari dell’Europa – la storia è una lunga sequela di uccisioni di innocenti per motivi rituali. Fino all’avvento della cultura cristiana.

    Lo storico che affronti lo studio del mondo antico ri-mane sbalordito di fronte all’esistenza, dovunque, perfino nei paesi più civilizzati, di alcune consuetudini disumane: in particolare l’infanticidio, la schiavitù e il sacrificio umano rituale.
    Penso che sia impossibile trovare un popolo, prima di Cristo, che non abbia conosciuto questi tre istituti, che in realtà, sotto nuova veste, ritornano appena Cristo viene dimenticato o accantonato (aborto e clonazione sono due forme secolarizzate di infanticidio-sacrificio rituale, dove la divinità non è più il sole, o qualcosa di analogo, ma l’uomo che si fa dio). Questa affermazione è corroborata da qualsiasi indagine storica o letteraria.



    Orrori nel mondo classico

    In Grecia, per esempio, in uno dei paesi più civili dell’antichità, abbiamo conoscenza dei riti oscuri delle sacerdotesse di Dioniso, raccontati da Euripide nella sua tragedia “Le Baccanti”. La cerimonia in onore di Bacco, dio del vino e delle sfrenatezze, delle orge e dei tirsi sbattuti insistentemente sui tamburi, si concludeva solitamente col sacrificio di un animale o di un bambino.
    Esisteva, nella Grecia antica, anche la figura del farmakos, cioè di una persona che veniva scelta dalla comunità per essere immolata e procacciare così la fecondità per tutti. Lo storico greco Plutarco racconta che prima della battaglia di Salamina Temistocle sacrificò tre persiani a Dioniso Omestes, per propiziare la vittoria.
    Anche nel mondo romano accadeva qualcosa di simile: tanti storici, come Tito Livio, scrivono che nei momenti di panico, quando si riteneva che alcuni avvenimenti particolari fossero indizio di future sciagure, il popolo si affrettava a compiere sacrifici umani, di solito immolando degli schiavi o degli stranieri. Anche nel più barbaro mondo germanico avvenivano fatti di tal genere: Cesare, nel De Bello gallico, afferma che i druidi, i sacerdoti celtici, «immolano uomini come vittime o promettono che immoleranno loro stessi».


    I barbari prima del cattolicesimo

    Abbiamo testimonianze di grandi storici dell’epoca che raccontano l’esistenza di analoghe consuetudini anche presso i Britanni e gli abitanti dell’Irlanda. Interessantissimo il ca-so dei Longobardi: questo popolo germanico ferocissimo, estremamente barbaro, il cui re Alboino beveva nel cranio del padre di sua moglie, viene ad un certo punto in contatto, nel 568, con l’Italia, romana e cattolica. Il primo incontro è uno scontro terribile, ma pian piano la cultura romanocattolica fa presa sui feroci conquistatori. Che praticavano l’antropofagia rituale, l’immolazione di teschi e di uomini agli dei, l’adorazione di vipere sacre a cui venivano offerti brandelli di carne animale.
    L’influenza cattolica sui Longobardi è testimoniata dall’Edit-to di Rotari, nei capitoli riguardanti le streghe (capp.197-198), in cui si condanna l’usanza di uccidere delle donne accusate di «divorare gli uomini», e nella legislazione di Liutprando, che condanna le pratiche magiche, gli stregoni e gli incantatori, e nello stesso tempo promulga le prime leggi longobarde sulla tutela delle donne, sul matrimonio, sulla trasmissione ereditaria e sulla tutela dei minori e dei servi. Anche il mondo sassone conosce, in questi anni, prima della conversione al cristianesimo, l’usanza di mangiare e immolare uomini, magari per offrirli e poi appenderli all’albero sacro, il celebre Irminsul, simbolico sostegno dell’universo, che sarà rispolverato dai nazionalsocialisti: secondo la religione germanica infatti, Odino si era impiccato ad un albero per acquistare la conoscenza magica delle rune.
    *

    Le poco civili civiltà precolombiane

    Se ci spostiamo fuori dall’Europa, i fatti diventano ancora più eclatanti. Recenti ritrovamenti nei mari dell’America Latina testimoniano ad esempio che per tenere in vita il mare, affinché esso continuasse a fornire pesci e quindi sostentamento, i popoli precolombiani annegavano periodicamente centinaia di persone. Gli Aztechi e i Maya erano soliti fare altrettanto, soprattutto col sole, ma anche con le altre forze naturali, per scongiurare la fine del mondo, sempre imminente e possibile. Per l’inaugurazione del tempio Mayor, infatti, il re azteco Ahuitzotl fece sacrificare da venti a ottantamila prigionieri, mentre il suo successore, Montezuma, ne immolò dodicimila in una sola volta. «L’idea della morte come fonte della vita - scrive lo storico Franco Marengo - sembra costituire la base del sistema religioso azteco: se il mondo ebbe vita da un atto di immolazione, per mantenerlo in vita era necessario ripetere questo atto, cioè immolare vittime al sole perché non si spegnesse, e ad ogni altro dio perché non cessasse la sua funzione… a insanguinare ogni giorno i gradini degli enormi templi piramidali era quest’an-sia ossessionante di non lasciar finire il mondo, un’ansia che raggiungeva il suo frenetico culmine ogni cinquantadue anni, quando la minaccia della catastrofe si faceva più concreta e imminente…». Tutti gli dei del variopinto pantheon precolombiano vogliono sacrifici: li vogliono il mare e il sole, la pioggia e il fuoco, e i popoli dominatori li devono procurare, attraverso continue guerre contro i popoli confinanti. Per questo le società precolombiane sono perennemente in conflitto, per placare i loro idoli di sangue: la dea Tlatecuhtli, ad esempio, è una divinità tellurica ed infera rappresentata con un «gonnellino adorno di crani e ossa incrociate, la lingua sfrangiata che fuoriesce dalla bocca ghignante, mani e piedi hanno forma di rapace, piccoli teschi marcano gomiti e ginocchia, lacci e conchiglie segnano le spalle, mentre dai capelli emergono pezzi di carta simboli del sacrificio» (Corriere della Sera, 23/11/2006). Ometto a questo punto altre considerazioni sull’antropofagia rituale, presente in alcuni paesi, come i Caraibi, l’Indonesia, la Melanesia e l’Africa, prima del cristianesimo, o là dove il Vangelo non è giunto.
    *
    *

    Il problema della colpa originaria

    Dopo tanti orrori, una considerazione importante. Il sacrifico rituale antico ha una sua logica: come notava Donoso Cortes, infatti, presuppone l’esistenza di una colpa primitiva; sottintende un’idea di incommensurabilità tra l’uomo e Dio; intuisce Dio come Giustizia; utilizza creature innocenti, le uniche degne, e nasce dal desiderio di propiziarsi la divinità, o di espiare delle colpe. Il sacrificio di Cristo, che sostituirà tutti i sacrifici umani dell’antichità, ponendo fine ad essi e istituendo il sacrifico della Messa, compie e realizza anche le credenze, errate ma non assurde, degli antichi: soddisfa al peccato originale di Adamo ed Eva; dice dell’abisso ontologico tra Creatore e creatura, in base al quale nessun essere umano, sebbene sacrificato, è capace di placare l’immensità di Dio. Il sacrificio di Cristo afferma Dio come Giustizia, ma anche, grandissima novità, come Misericordia, come Padre e non solo come Padrone; è sacrificio di un innocente, ed è, infine, sacrificio espiatorio, propiziatorio, ed anche di lode. È, come si dice nella Messa, il “sacrificio perfetto”, l’unico “a Te gradito”.

    Ricorda
    *
    «Lo stato azteco costituiva un dominio sanguinario e totalitario su una massa di popolazione da parte di una ristretta minoranza. Basterà ricordare la pratica dei sacrifici umani, per capire come agli spagnoli, comprensibilmente, quel mondo apparisse come una civiltà dai tratti demoniaci. Cosa facevano i sacerdoti aztechi? Qual era la loro grande capacità? Da come si vedeva un buon sacerdote? Da quanti cuori riusciva a strappare, perché la forma sacrificale preferita dagli aztechi era quella di strappare ai sacrificati il cuore, dopo aver aperto la strada col pugnale, con la propria mano. E queste cose non le raccontano i cattivi spagnoli. Io stesso ho visto ora in un’esposizione (ho visto tante volte le riproduzioni, ora le ho viste dal vero) ho visto i rotoli aztechi in cui essi si gloriano e rappresentano questi sacrifici. Cioè per gli aztechi era un fatto positivo strappare i cuori. A quanti? A tanti! Per esempio, questo è un testo che ci dà proprio in maniera fredda le pratiche azteche: «... nelle calende del primo mese si uccidevano molti bambini sacrificandoli in vari luoghi e in cima alle colline asportando il loro cuore in onore degli dei (...): nel primo giorno del secondo mese celebravano una festa (...) e uccidevano e scorticavano molti schiavi e prigionieri; nel primo giorno del terzo mese celebravano una festa (...) in questa festa essi uccidevano molti bambini sulle colline; nel primo giorno del quarto mese...» e così via per diciotto mesi del calendario. In occasione delle grandi feste, ma anche nelle feste private i ricchi signori aztechi compravano sul mercato degli schiavi, li ubriacavano, li sottoponevano a varie pratiche e poi li sacrificavano in onore degli ospiti. Ma poi c’erano le grandi feste pubbliche. Da un testo azteco sappiamo che nel 1484 in onore di un dio dal nome molto difficile, furono sacrificati 20.000 prigionieri»
    (1492-1992 bilancio di un centenario, trascrizione della conferenza tenuta dal prof. Marco Tangheroni [1946-2004], ordinario di storia medioevale all’Università di Pisa, 1990, in http://www.storialibera.it/epoca_mod...entenario.html).

    IL TIMONE - N.62* - ANNO IX - Aprile 2007 pag. 22-24

    Sacrifici umani & civiltà non cristiane | Il pubblicano
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    Predefinito Rif: Sacrifici umani & civiltà non cristiane

    L'epopea dei conquistadores non sarà mai abbastanza indagata dal punto di vista storico per riabilitare ciò che quegli uomini, spesso sbagliando, compirono in nome della civiltà.
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    Predefinito Rif: Sacrifici umani & civiltà non cristiane

    L'articolo sarebbe interessante se non fosse che prende la diffusione del Cristianesimo come spartiacque a priori, e non a posteriori, per la pratica del sacrificio umano.

    Senza andare a parlare dell'assurda strumentalizzazione di considerare "aborto e clonazione sono due forme secolarizzate di infanticidio-sacrificio rituale", una contraddizione in termini, vorrei porre l'attenzione su un altro argomento:

    Anche nel più barbaro mondo germanico avvenivano fatti di tal genere: Cesare, nel De Bello gallico, afferma che i druidi, i sacerdoti celtici, «immolano uomini come vittime o promettono che immoleranno loro stessi»
    (una piccola nota: i celti non erano germanici)

    Se proprio non vogliamo parlare della caccia alle streghe (fenomeno che caratterizzò soprattutto il mondo protestante), parliamo invece dell'Inquisizione, soprattutto spagnola, e delle persecuzioni contro eretici e infedeli di varia natura: mi si potrà obiettare che tale fenomeno fu soprattutto uno strumento politico, più che religioso (ma si avvalse senza dubbio di spiegazioni e giustificazioni religiose) e che la morte di eretici e infedeli (contestualizzata al fatto che il peccatore era anche un criminale, all'epoca meritevole di pena di morte perché in contrasto con l'ordine politico e sociale; ma allora bisognerebbe anche contestualizzare il sacrificio umano come fenomeno relativo a un'epoca in cui l'ordine religioso giustificava l'ordine sociale e il sacrificio dell'altro ai propri dei testimoniava la superiorità del proprio gruppo/nazione/religione su quelli altrui), dicevo, la morte di eretici e infedeli non è paragonabile a un sacrificio umano compiuto per compiacere o in altri termini influenzare la divinità (ma in tal caso perde anche il poco senso che aveva l'affermazione iniziale su aborto e clonazione, non credo ci sia bisogno di spiegarne il perché).

    Inoltre, riguardo il fatto che i druidi "promettono che immoleranno loro stessi", immagino in nome del trionfo della propria religione/dio/gruppo sociale/nazione, mi si potrebbe mostrare in che modo ciò differisca dall'atteggiamento dei martiri, che si lasciavano uccidere in modo che la parola di Dio trionfasse? Oppure, spostando lievemente il fuoco, l'atteggiamento di coloro che si infliggono dolore e sofferenze corporali in nome della religione?

    Ci sarebbe poi da parlare, sempre riguardo al sacrificio, non più umano ma divino, di quanta sete di sangue nascosta ci sia in una religione che onora (e ripete più volte la settimana, se la transustanziazione è vera) la morte di un dio innocente per il proprio bene, ma questo è un argomento di Nietzsche e del suo "L'Anticristo" (se non erro), che non mi sembra necessario approfondire ora.

    Resurgens
    Ultima modifica di Resurgens; 22-06-11 alle 09:50
    Dei due tipi di idealismo, quello teologico merita rispetto per i risultati ottenuti, quello razionalistico per le sue intenzioni - H. P. Lovecraft

  4. #4
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    Predefinito Rif: Sacrifici umani & civiltà non cristiane

    Citazione Originariamente Scritto da Resurgens Visualizza Messaggio

    Se proprio non vogliamo parlare della caccia alle streghe (fenomeno che caratterizzò soprattutto il mondo protestante), parliamo invece dell'Inquisizione, soprattutto spagnola, e delle persecuzioni contro eretici e infedeli di varia natura: mi si potrà obiettare che tale fenomeno fu soprattutto uno strumento politico, più che religioso (ma si avvalse senza dubbio di spiegazioni e giustificazioni religiose) e che la morte di eretici e infedeli (contestualizzata al fatto che il peccatore era anche un criminale, all'epoca meritevole di pena di morte perché in contrasto con l'ordine politico e sociale; ma allora bisognerebbe anche contestualizzare il sacrificio umano come fenomeno relativo a un'epoca in cui l'ordine religioso giustificava l'ordine sociale e il sacrificio dell'altro ai propri dei testimoniava la superiorità del proprio gruppo/nazione/religione su quelli altrui), dicevo, la morte di eretici e infedeli non è paragonabile a un sacrificio umano compiuto per compiacere o in altri termini influenzare la divinità (ma in tal caso perde anche il poco senso che aveva l'affermazione iniziale su aborto e clonazione, non credo ci sia bisogno di spiegarne il perché).

    Ciao... a questo punto, per non evitare il confronto che invece credo sia interessante continuare, ci sarebbe da approfondire le motivazioni di quei sacrifici umani.
    Ultima modifica di Cuordy; 22-06-11 alle 10:19
    "Per tutto il pensiero occidentale, ignorare il suo Medioevo significa ignorare se stesso" - Étienne Gilson


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  5. #5
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    Predefinito Rif: Sacrifici umani & civiltà non cristiane

    Tralasciando le tue considerazioni sulla Transustanziazione e sulla Santa Messa come sacrificio incruento, mi limito a fare un paio di osservazioni sparse:
    1) tu stesso ti rendi conto che paragonare gli eretici condannati dall'inquisizione alle vittime sacrificate da Montezuma per allontanare la fine del mondo è fuorviante: è vero che si tratta sempre di uccisioni, ma mentre il sacrificio di una vittima viene fatto indiscriminatamente su schiavi o su prigionieri in quanto esseri umani (ovvero preziosi, pensa a quella vera "scala gerarchica" che si ha negli animali da offrire a Dio nel Deuteronomio, due tortore, un agnello, un ariete, un bue...), e non c'era nessun modo per loro di salvarsi, quella dei tribunali dell'inquisizione è invece una sentenza giuridica. Ovvero, tu, singolo, sei stato accusato di un delitto per il quale è previsto anche il rogo, sei stato sentito da un tribunale, ti sei difeso, hai avuto anche modo di ricrederti... e alla fine sei stato condannato. Il sacrificio non è una punizione per un crimine, l'esecuzione di una sentenza di condanna sì.

    2) I druidi che immolavano animali o esseri umani alle divinità celtiche pagane sono assimilabili ai sacerdoti Maya che strappavano il cuore alle loro vittime. I druidi che si autoimmolavano (ma sono esistiti?) certamente sono un altro paio di maniche. Ma ancora una volta è diversa la questione del martire cristiano. Martire significa "testimone". I Santi Martiri testimoniavano la loro Fede usque ad effusionem sanguinis! Non si autoimmolavano, non lavavano col loro sangue colpe. Piuttosto testimoniavano la Verità di quell'unico sacrificio, la Croce di Cristo.

    3) Aborto e distruzione di embrioni a scopo riproduttivo-scientifico sono citati dal buon Agnoli solo come esempi di "sacrifici" fatti in nome di un uomo che si è fatto Dio, per soddisfare i bisogni del quale anche il sacrificio umano è richiesto. Ammetto che l'analogia ha dei limiti...
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  6. #6
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    Predefinito Rif: Sacrifici umani & civiltà non cristiane

    Citazione Originariamente Scritto da Cuordileone Visualizza Messaggio
    Ciao... a questo punto, per non evitare il confronto che invece credo sia interessante continuare, ci sarebbe da approfondire le motivazioni di quei sacrifici umani.
    Credo che le motivazioni per i sacrifici umani varino da teologia a teologia, ma abbiano come comun denominatore (nelle teologie pre-cristiane, mantenendo lo spartiacque) il loro compiersi come "tributo" alla divinità che, compiaciuta, risponde con favori, come "energia" ovvero "cibo" per la divinità che in questo modo sopravvive oppure come "espiazione" per le supposte colpe del gruppo sociale di riferimento (questo aspetto riferisce a una dimensione un po' più sociale e un po' meno religiosa: il pharmakos greco è una forma di questo tipo di sacrificio). Il sacrificio di Gesù Cristo afferirebbe a quest'ultimo aspetto, ma porterebbe il focus dal popolo che sacrifica/si sacrifica per il dio (cosa che, se ben ricordo, è ben documentata nell'Antico Testamento, dove peraltro mi pare di ricordare emerga anche l'aspetto di "tributo" del sacrificio cruento non umano) al dio che si sacrifica per il popolo, in nome dell'amore che prova per l'umanità (e qui, di nuovo, ci sarebbe da citare a piene mani "L'Anticristo" di Nietzsche, cosa però che ci porterebbe ampiamente OT).

    Lo spartiacque, quindi, non sarebbe tanto in un "civiltà pre-cristiane che usano la vita umana per compiacere i loro dei" a un "civiltà cristiane che rispettano la vita umana", ma in un'inversione della polarità Dio-uomo, che peraltro potrebbe essere spiegato dai parallelismi tra la figura di Cristo e quella di altre divinità che "muoiono/si sacrificano/sono innocenti e vengono uccise" (penso al Baldr nordico, a Osiride, ad altre figure citate da Jung a proposito dell'Archetipo del Fanciullo divino, di cui, secondo lo psicologo svizzero anche Cristo è un'immagine).

    Il confronto tra sacrifici umani e eresie è stato ben delineato da Ugo, che ne sottolinea le differenze di ordine "giuridico". Ci sarebbe da indagare il significato psicologico e sociologico sottostante pena di morte, sacrificio umano e (con le dovute differenze) i fenomeni di "capro espiatorio" cui si assiste tuttora in qualsiasi contesto sociale.

    Resurgens
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    Predefinito Rif: Sacrifici umani & civiltà non cristiane

    Comunque la parte teologica viene affrontata anche nell'articolo.

    Citazione Originariamente Scritto da Cuordileone Visualizza Messaggio
    Il problema della colpa originaria

    Dopo tanti orrori, una considerazione importante. Il sacrifico rituale antico ha una sua logica: come notava Donoso Cortes, infatti, presuppone l’esistenza di una colpa primitiva; sottintende un’idea di incommensurabilità tra l’uomo e Dio; intuisce Dio come Giustizia; utilizza creature innocenti, le uniche degne, e nasce dal desiderio di propiziarsi la divinità, o di espiare delle colpe. Il sacrificio di Cristo, che sostituirà tutti i sacrifici umani dell’antichità, ponendo fine ad essi e istituendo il sacrifico della Messa, compie e realizza anche le credenze, errate ma non assurde, degli antichi: soddisfa al peccato originale di Adamo ed Eva; dice dell’abisso ontologico tra Creatore e creatura, in base al quale nessun essere umano, sebbene sacrificato, è capace di placare l’immensità di Dio. Il sacrificio di Cristo afferma Dio come Giustizia, ma anche, grandissima novità, come Misericordia, come Padre e non solo come Padrone; è sacrificio di un innocente, ed è, infine, sacrificio espiatorio, propiziatorio, ed anche di lode. È, come si dice nella Messa, il “sacrificio perfetto”, l’unico “a Te gradito”.

    IL TIMONE - N.62* - ANNO IX - Aprile 2007 pag. 22-24

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  8. #8
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    Predefinito Rif: Sacrifici umani & civiltà non cristiane

    Quasi impossibile trovare un popolo - prima di Cristo - che non abbia conosciuto questa pratica orribile. D
    ============
    sbagliato ,,,
    come minimo, nel mondo conosciuto, i sacrifici umani non si facevano più già dai tempi di mosè... infatti il dio della bibbia pretende profumo di carne arrostita ma di animali.... e sicuramente anche da prima visto il disuso in molte altre culture, dei templi adibiti a tali scopi. negli egiziani ad esempio non si facevano sacrifici umani a scopo rituale e neppure in mesopotamia.
    e gesù si scaglia nel tempio contro coloro che vendevano animali per i sacrifici...
    ma che merito ha gesù se ai suoi tempi la gente si era accorta che fare sacrifici era inutile?''
    cosi come molta gente si è accorta ora che pregare gli dei è inutile???
    Ultima modifica di anton; 24-06-11 alle 07:22
    su questo forum è meglio non rispondere ai fessi!
    voi nazifascisti di oggi e i vostri servi siete solo gli ayatollah E I TALEBANI dell'occidente..

  9. #9
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    Predefinito Rif: Sacrifici umani & civiltà non cristiane

    Citazione Originariamente Scritto da anton Visualizza Messaggio
    Quasi impossibile trovare un popolo - prima di Cristo - che non abbia conosciuto questa pratica orribile. D
    ============
    sbagliato ,,,
    come minimo, nel mondo conosciuto, i sacrifici umani non si facevano più già dai tempi di mosè... infatti il dio della bibbia pretende profumo di carne arrostita ma di animali.... e sicuramente anche da prima visto il disuso in molte altre culture, dei templi adibiti a tali scopi. negli egiziani ad esempio non si facevano sacrifici umani a scopo rituale e neppure in mesopotamia.
    e gesù si scaglia nel tempio contro coloro che vendevano animali per i sacrifici...
    ma che merito ha gesù se ai suoi tempi la gente si era accorta che fare sacrifici era inutile?''
    cosi come molta gente si è accorta ora che pregare gli dei è inutile???
    Faresti bene a:
    1) approfondire meglio la storia antica, se davvero vuoi parlarne. Ad esempio in Egitto sacrifici umani si facevano eccome, specie in era predinastica, e se non vuoi considerare l'uccisione rituale di servi e mogli che venivano sepolte con il loro faraone un sacrificio umano solo perché altrimenti risulta chiaro come un popolo di pastori ignoranti fosse molto più avanzato della più splendida civiltà che l'Oriente antico abbia partorito, beh, problemi tuoi. Per non parlare dello spietato demone Baal, adorato come un dio dai Fenici, o degli stermini rituali che Assiri e Babilonesi facevano dopo aver conquistato città nemiche.

    2) evitare di guardare alla Bibbia come faresti ad un numero di Topolino, giusto per evitare di cadere in svarioni tipo "ma che merito ha gesù se ai suoi tempi la gente si era accorta che fare sacrifici era inutile", autentica perla di ignoranza biblica.

    3) imparare da altri utenti non credenti 8vedi sopra Rersurgens) quale sia il modo più intelligente di porsi nei confronti degli interlocutori cristiani.

    iaociao:
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  10. #10
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    Predefinito Rif: Sacrifici umani & civiltà non cristiane

    Citazione Originariamente Scritto da Cuordileone Visualizza Messaggio
    Comunque la parte teologica viene affrontata anche nell'articolo.
    Vero, ma solo riferendo tutte le teologie alla teologia cristiana, facendo qualche salto mortale logico per far quadrare il suo ragionamento... Quel che intendevo io era invece cercare di comprendere il significato del sacrificio umano nelle teologie delle religioni in cui vengono praticati. Un esempio pratico: "il sacrificio rituale antico [...]ntuisce Dio come Giustizia" mi sembra poco applicabile ai sacrifici umani mesoamericani, che servivano a "dare energia" agli dei perché continuassero a far vivere il mondo.

    Resurgens
    Dei due tipi di idealismo, quello teologico merita rispetto per i risultati ottenuti, quello razionalistico per le sue intenzioni - H. P. Lovecraft

 

 
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