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Discussione: I corpi incorrotti

  1. #21
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    Predefinito Re: Rif: I corpi incorrotti

    L'UOMO DI GHUEN



    Il cosiddetto Uomo di Ghuen, un monaco vissuto intorno al 1475, conosceva probabilmente straordinarie tecniche di meditazione che gli permettevano di controllare il proprio corpo, rallentando il metabolismo a livelli incredibili. E' stato ritrovato, auto-mummificato, qualche anno fa in Tibet.

    L'uomo di Ghuen era probabilmente seguace del mistico giapponese Kukai, i cui insegnamenti consistono nello spingere il corpo fino ai limiti della resistenza attraverso la meditazione. I seguaci, quasi tutti monaci, cominciavano col nutrirsi di noci e bacche per poi cambiare la propria dieta dopo tre anni e cibarsi solamente di cortecce e radici di alcune specie di pino. Dopo poco più di cinque anni, ridotti allo stremo delle forze, smettevano di muoversi e si dedicavano esclusivamente alla meditazione.

    Quando si rendevano conto di essere ormai giunti alla fine, i monaci ingerivano una sostanza liquida estratta da una pianta chiamata urishi che, nel giro di poche ore, li faceva sudare, vomitare e urinare. In questo modo riuscivano ad espellere dal proprio corpo tutti i liquidi, preparandosi a una morte che sopraggiungeva grazie all'utilizzo di una massiccia dose di arsenico.

    Il corpo dell'uomo di Ghuen è perfettamente conservato: i capelli e i denti sono ancora presenti, la pelle non mostra alcuna spaccatura e uno dei due bulbi oculari è disseccato ma ancora al suo posto. Gli organi interni non sono andati in putrefazione. Questo perché il lento digiuno riduceva i grassi e soprattutto distruggeva i batteri intestinali.

  2. #22
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    Predefinito Re: Rif: I corpi incorrotti

    Le indagini in corso sui numerosi corpi mummificati conservati in Sicilia stanno rivelando agli studiosi nuovi dettagli su come si viveva e si moriva in Sicilia tra il XVI e il XX secolo...


    Da National Geographic Italia

    Jeremy Berlin

    I SEGRETI DELLE MUMMIE SICILIANE




    Mummie posate sugli scaffali di una cripta a Piraino, in Sicilia.
    Fotografia di Vincent J. Musi, National Geographic



    Da secoli, le mummie siciliane giacciono silenti, disposte in cripte e chiese, le ossa che sporgono dalla pelle incartapecorita. Ma ora, quei resti inquietanti hanno molto da raccontare. A cinque anni dall'inizio del Progetto Mummie Siciliane, lo studio di una serie di corpi disseccati sta fornendo agli studiosi nuovi dettagli su come si viveva e si moriva sull'isola tra il XVI e il XX secolo. Guidato dall'antropologo Dario Piombino-Mascali, il progetto di ricerca sta mettendo in luce le abitudini alimentari, le malattie e le usanze funebri dei membri del clero e del loro ricchi protettori. "Queste mummie costituiscono un tesoro senza pari in termini sia biologici che storici", dice Piombino-Mascali, beneficiario di un fondo di ricerca dell'Expeditions Council di National Geographic. "Se studiate in maniera corretta, possono svelarci molti dettagli".

    Nel caso delle mummie siciliane, ciò significa sottoporle soprattutto a raggi X e a TAC, piuttosto che a esami invasivi come autopsie o prelievi di campioni che rovinerebbero i resti, alcuni dei quali risalgono addirittura al 1599: fu allora infatti che i frati cappuccini iniziarono a mummificare prima i membri del clero, poi nobili e borghesi che volevano preservarsi per l'eternità. Uno dei primi elementi emersi dalle indagini è che quei defunti seguivano in vita una dieta ricca e bilanciata, dice Piombino-Mascali: poiché gran parte delle mummie appartenevano a personaggi abbienti, la loro dieta era un mix di carne, pesce, cereali, verdure e prodotti caseari. Ma tanta abbondanza aveva un risvolto negativo: le ossa mostrano infatti tracce di malattie come la gotta o a carico dell'apparato scheletrico che, secondo Piombino-Mascali, "nelle società preindustriali tendevano a colpire soprattutto le classi medio-alte". La ricchezza, inoltre, non impediva certo loro di invecchiare: oltre due terzi dei corpi esaminati mostrano segni di malattie degenerative, prosegue Piombino-Mascali: "la maggior parte di loro probabilmente morì in tarda età".

    L'antropologo non è il solo a occuparsi di studiare queste mummie. Karl Reinhard, un patologo forense della University of Nebraska-Lincoln, sta conducendo un programma pilota con i suoi studenti per scoprire quali segreti si celino negli intestini. Il loro oggetto di studio è "Piraino 1", la mummia di un maschio attorno ai quarant'anni che visse al volgere del XIX secolo; è uno dei 26 corpi disseccati conservati nel Sepolcro dei Sacerdoti della Chiesa Madre di Piraino, in Sicilia, risalente al XVI secolo.[...]

    Il processo di mummificazione in Sicilia in genere prevedeva che il cadavere venisse posto in una stanza ventilata, drenato dei liquidi e riempito con paglia o foglie d'alloro. Qualche mese più tardi il corpo veniva lavato con l'aceto, vestito a festa e posto in una bara o appeso al muro. Le mummie più recenti (come la celebre Rosalia Lombardo, morta di polmonite a due anni nel 1920, anche nota come la "bella addormentata", che giace con altre 1.251 mummie nelle Catacombe dei Cappuccini di Palermo) sono state imbalsamate con sostanze chimiche, e quindi sono meglio conservate. Ma per quanto ancora? Piombino-Mascali spera di poter sottoporre presto le mummie ad analisi del DNA, soprattutto alcune conservate a Caccamo e a Gangi - dove venivano create anche delle particolari maschere funerarie con la cera - per scoprirne eventuali legami di parentela. Ma l'umidità e la polvere stanno deteriorando molti resti, soprattutto quelli di Palermo e Piraino, per cui forse potrebbe essere già troppo tardi. (30 gennaio 2013)



  3. #23
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    Predefinito Re: Rif: I corpi incorrotti

    Ultima modifica di Tomás de Torquemada; 28-09-15 alle 23:45
    "Tante aurore devono ancora splendere" (Ṛgveda)

  4. #24
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    Predefinito Re: I corpi incorrotti

    LENIN, COMPAGNO IMMORTALE


    Ventun gennaio 1924. A Mosca la morte di Vladimir Il'ic Uljanov, meglio noto come Lenin, rende orfano un intero Paese. Per settimane la Piazza Rossa è teatro di una devozione collettiva mai vista. Una chilometrica fila, paziente e composta, serpeggia costeggiando le mura possenti del Cremlino. La massa contadina russa, impastata di fango e neve, s'introduce nel sacrario. Dopo ore di attesa, si stringe per 80 secondi attorno al corpo senza vita di Lenin. È venuta da lontano per contemplarlo e salutarlo un'ultima volta: è gente semplice, analfabeta, che crede al magico e ignora quanto sia accaduto sul palcoscenico che sta calpestando.




    Ispirato da tale spettacolo, Stalin comprese che Lenin era un punto di riferimento indispensabile per il popolo russo e decise di conservarne per sempre il corpo come reliquia sacra, malgrado le proteste della vedova e le ultime volontà dello statista di riposare accanto alla madre a S. Pietroburgo. Stalin voleva che la gente si abituasse gradualmente allo shock della morte di Lenin. Riflettè allora sulla capacità di richiamo dei corpi dei santi ortodossi conservati nelle cattedrali e decise di trasformarlo nella più perfetta mummia che il mondo avesse mai visto, affinchè potesse infondere speranza alla collettività russa. Da quel momento, attorno alle reliquie di Lenin, prese corpo una sorta di religione laica che ne consolidò ulteriormente la fama e accese di riflesso quella di Stalin, cementando il fragile consenso nei suoi confronti.

    Per settimane i resti si conservarono grazie alle rigide temperature che sfioravano i -40° C, ma quando, a primavera, inevitabilmente iniziarono a salire, si rese necessario congelare artificialmente il corpo o imbalsamarlo: si optò per la soluzione chimica. L'incarico ufficiale di arrestare la corruzione delle spoglie vienne affidato al biochimico Boris Zbarskj (che guadagna 25.000 rubli, somma enorme per l'epoca) e all'anatomista Vladimir Vorobiov. Entrambi non avevano mai lavorato su un cadavere, ma non c'era tempo da perdere: il corpo iniziava a deteriorarsi. Si procurarono un arsenale chimico e lavorarono senza sosta in una cripta ben attrezzata sotto il mausoleo. I metodi adottati inizialmente non portarono agli esiti sperati. Poi, nel mese di luglio, i due scienziati trovarono il sistema per arrestare il processo di corruzione dell'illustre paziente, un segreto di stato custodito sino all'avvento della Glasnost, la trasparenza informativa. Il risultato fu (ed è) impressionante: Lenin sembrava sul punto di tornare in vita da un momento all'altro, era come se fosse appena spirato. Persino il fratello Dmitrij e la vedova Nadezhda Krupskaya rimansero sbalorditi.

    È stato il figlio di Zbarskij, Ilja, a fornire dettagli sulla faccenda in un libro uscito dopo la caduta del comunismo. Raccontò che inizialmente vennero cuciti gli occhi e la bocca e schiarite le macchie scure che deturpavano la salma, quindi furono rimossi gli organi interni e pulite le cavità con acqua distillata e acido acetico. Dopo di che il corpo venne posto in una vasca colma di formalina e successivamente immerso a più riprese in un bagno di glierina, acetato di potassio, acqua ditillata e cloruro di chinina, più o meno la stessa soluzione utilizzata oggi per i trattamenti di mantenimento. Erano agenti chimici piuttosto comuni, ma i due imbalsamatori fecero credere che si trattasse di una formula complessa e nota solo a loro. In ogni caso, nonostante la pressione emotiva (e senza reali garanzie d'incolumità in caso d'insuccesso), il risultato è un capolavoro che portò Majakovskij a dire: «Lenin è vissuto, Lenin vive, Lenin vivrà». Malgrado i travagli dell'ultima Guerra Mondiale, quando per sicurezza venne trasportata nelle lande della Siberia occidentale assieme al team che si occupava di lei, la salma di Lenin è tuttora come sospesa in una sorta di limbo: il colorito e l'aspetto naturale appaiano così prodigiosi da far pensare a una statua di cera.




    La tomba di Lenin, che si trova nel mausoleo omonimo della Piazza Rossa, è dotata di un sofisticato sistema computerizzato che mantiene costante la temperatura e regola uno speciale impianto d'illuminazione che magicamente rimuove i pochi difetti sulla sua pelle. I costi di mantenimento sono ingenti, si parla addirittura di 1,5 milioni di dollari all'anno finanziati, dal 1991, dalle donazioni di un fondo fiduciario. La salma è tuttora ispezionata e pulita due volte la settimana da specialisti dell'Istituto Nazionale di Medicina e ogni 18 mesi viene spogliata e immersa in una vasca piena di sostanze chimiche tra cui cera di paraffina.

    Yuri Denisov Nikolskij, attuale custode di Lenin, ha sottolineato che il corpo è in buone condizioni e che, se gli saranno prestate le necessarie cure, potrà restare nel mausoleo almeno per altri 100 anni. La temporanea chiusura della tomba avvenuta un paio di anni fa, ha però riattizzato la questione di una possibile definitiva rottura col passato. La Chiesa Ortodossa, il Rabbino-capo e la Direzione Spirituale Centrale dei musulmani chiedono che Lenin venga normalmente sepolto. A motivare la pretesa non è il giudizio sul suo operato, le comunità religiose reputano semplicemente che esporre un defunto non sia consono alla civiltà moderna. Agli inizi del '90 anche Boris Eltsin espresse l'intenzione di rispettare le ultime volontà di Lenin e di trasferire la salma a S. Pietroburgo, ma la dichiarazione accese feroci controversie sollevando le proteste dei partiti di sinistra, in particolare del leader politico Gennadi Zyuganov (e le blande lamentele delle agenzie di viaggio). Anche Putin si era mostrato disponibile a un dialogo sulla questione, ma sembra distante il giorno in cui il mausoleo chiuderà i battenti: i moscoviti s'oppongono fieramente all'intenzione di smantellarlo. A loro modo di vedere Lenin è un pezzo di storia che non si può distruggere; la mummia, la reliquia più sacra del comunismo sovietico e personificazione della Rivoluzione, deve restare al suo posto.







    Sintesi e riadattamento di un un articolo di Antonio Rossi pubblicato su Hera n° 65 (giugno 2005)

  5. #25
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    Predefinito Re: Rif: I corpi incorrotti

    Citazione Originariamente Scritto da Silvia Visualizza Messaggio
    Uno dei primi casi storicamente noti riguarda il corpo di santa Cecilia, che venne martirizzata nel 177 d.C. La teca in cui fu rinchiuso il cadavere venne riaperta nel 1599 e il corpo apparve intatto e, a detta di qualcuno, profumava di fiori. Un altro caso di perfetta conservazione è quello di santa Caterina da Genova, il cui corpo venne ritrovato incorrotto nonostante fosse conservato all'interno di una cassa putrida e ammuffita. Un caso ancor più singolare è quello di sant'Antonio da Padova. Quando il corpo venne esumato lo si trovò completamente polverizzato, ma sul fondo della bara venne ritrovata la lingua intatta e ancora morbida e rosa (la cosa curiosa è che da quel giorno sant'Antonio venne considerato un grande oratore, nonostante non vi sia alcun elemento storico che testimoni questa sua virtù).
    Occorre tuttavia osservare che in alcuni casi il corpo, ritrovato intatto a una prima esumazione, subì successivamente una più o meno rapida decomposizione. Un esempio celebre è quello di santa Bernadette Soubirous, la pastorella di Lourdes. La prima esumazione, avvenuta nel 1909 (a trent'anni dalla morte), trovò il corpo ben conservato. In quell'occasione venne lavato e rivestito. Dopo altri dieci anni, a una successiva esumazione, il corpo mostrò però i primi segni di decomposizione, tant'è che si dovettero prendere provvedimenti per preservarlo.



    Il corpo incorrotto di Bernadette Soubirous

    Il verificarsi di una decomposizione tardiva in seguito a una prima esumazione fornisce buoni elementi interpretativi del fenomeno. È infatti ragionevole pensare che la conservazione del cadavere avvenga grazie al verificarsi casuale di particolari condizioni fisiche, chimiche e microbiologiche che ne arresta i processi di decomposizione, indipendentemente dal livello di santità dell'individuo cui il corpo appartiene. Tutto sommato il fenomeno della mummificazione è più comune di quanto si pensi ed è ben compreso nei suoi aspetti generali. Si tratta in pratica di un processo di disidratazione, durante il quale i tessuti organici perdono acqua senza che si verifichino decomposizioni. Molti fattori possono favorire questo processo: l'alta temperatura, la bassa umidità e una buona ventilazione sono sicuramente condizioni favorevoli. Inoltre conta molto anche il rapporto peso/superficie del corpo. Infine il processo avviene più facilmente se è presente una modesta quantità di microorganismi. Tutti i corpi ben conservati, infatti, erano stati inumati in casse o urne evitando rigorosamente il contatto con il terreno che, come è noto, è ricco di microorganismi che facilitano i processi decompositivi. Anche le famose mummie egiziane devono la loro straordinaria conservazione soprattutto al particolare clima caldo e secco che caratterizza l'Egitto, anche se i trattamenti cui i cadaveri venivano sottoposti ne limitavano indubbiamente la decomposizione. Il profumo di fiori che avrebbe accompagnato l'esumazione di alcuni cadaveri, infine, può trovare sicuramente una spiegazione nell'uso di balsami e profumi usati al momento della tumulazione.



    Mi sembra però che l'uso di balsami e profumi non sia sufficiente a spiegare alcuni casi, come per esempio quello di Santa Caterina de' Vigri, il cui corpo (non sigillato) è seduto su un trono nella cappella del monastero delle Clarisse di Bologna. Sepolta nella nuda terra il giorno stesso della sua morte, il 9 marzo 1463, quando il suo corpo venne esumato non solo era ancora fresco e morbido, ma trasudava un liquido dall'odore di fiori e muschio, che venne raccolto in apposite ampolle come medicamento per i fedeli. Ancora oggi il corpo di Santa Caterina trasuda un liquido limpido che imbeve le vesti, tanto che le suore devono periodicamente cambiarla.


    Visto coi miei occhi a Nevers, trascinato dalla moglie che voleva redimermi, impressionante ma facilmente spiegabile dalla scienza. Però mi ha fatto effetto e per un secondo ho pensato di abbandonare il mio materialismo ateo. Solo per un secondo, però.
    Se guardi troppo a lungo nell'abisso, poi l'abisso vorrà guardare dentro di te. (F. Nietzsche)

  6. #26
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    Predefinito Re: Rif: I corpi incorrotti

    Citazione Originariamente Scritto da Gianky Visualizza Messaggio
    Visto coi miei occhi a Nevers, trascinato dalla moglie che voleva redimermi, impressionante ma facilmente spiegabile dalla scienza. Però mi ha fatto effetto e per un secondo ho pensato di abbandonare il mio materialismo ateo. Solo per un secondo, però.
    Attento, si inizia con un secondo e si finisce col prendere i voti...

    Comunque, sì... l'incorruttibilità dei corpi, per quanto scientificamente spiegabilissima e arcinota già alle civiltà antiche (le pratiche imbalsamatorie in Egitto originarono con tutta probabilità da episodi di conservazione spontanea), ha e manterrà sempre una potenza suggestiva e simbolica rilevantissima... in quanto tangibile icona della "sconfitta" di un fenomeno, quello putrefattivo, dalla notte dei tempi percepito come odioso e ributtante... e in un certo senso della morte stessa, che ne è il presupposto.
    Ultima modifica di Tomás de Torquemada; 27-10-13 alle 00:10
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  7. #27
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    Predefinito Re: I corpi incorrotti

    Gigi Di Fiore


    MANDELA, L'IMBALSAMAZIONE DEL CORPO E LE MUMMIE DELLA STORIA PASSATA


    Anche su Nelson Mandela si potrebbe ripetere il rito, un po' feticistico, dell'imbalsamazione della salma. Lo dice la Cnn. A Pretoria, nel frattempo sono programmate processioni per tutta la settimana, con il corpo trasportato dall'obitorio fino all'edificio dove ha sede il governo. Poi, solo domenica prossima si terranno i funerali.

    I cadaveri, materia chimica in decomposizione, diventano simboli. Quasi che loro, e non gli scritti, non le parole, non il ricordo di gesta e azioni, possano rendere immortali il grande defunto. E Mandela non è il primo, probabilmente non sarà neanche l'ultimo, a subire il rito dell'imbalsamazione.

    La storia ci ha tramandato l'esempio sorprendente dei faraoni egiziani. Quelle mummie inquietanti, rivelatori della voglia di sottrarre alla morte i nostri miseri resti umani. Manie di grandezza da re che si credevano in grado di competere con l'eternità divina. In epoche più recenti, però, i regimi totalitari hanno tentato di emulare gli egiziani.

    La più famosa è la mummia di Lenin, trattata dal patologo Aleksej Abrikosov. Fissata in un'espressione quasi eterna che inquieta, la salma venne visitata dal 1924 fino al 1972 da qualcosa come dieci milioni di persone. Molti turisti, certo. Ma la cifra da record resta.

    Nel mausoleo di Lenin sulla piazza Rossa, sistemarono anche la mummia di Stalin nel 1953. Poi, dopo la denuncia dei crimini staliniani, quel corpo imbarazzante fu fatto rimuovere da Kruscev. Ma imbalsamazioni ci sono state anche per il corpo di Mao, sistemato nel mausoleo della piazza Tienammen, e per il vietnamita Ho Chi Min.

    Un'altra figura fondamentale del '900, il Mahatma Gandhi, si sottrasse invece al rituale macabro: fu cremato e le sue ceneri sparse nel Gange. Come da sua volontà.




    Giuseppe Mazzini sul letto di morte (1872)



    Nella storia italiana, i rari tentativi di imbalsamazione di personaggi illustri si sono coperti di ridicolo. Alla morte di Giuseppe Mazzini, il 10 marzo del 1872, un alchimista sedicente scienziato di Lodi, Paolo Gorini, si offrì di ridurre a mummia il corpo del repubblicano "padre della Patria italiana". Ci provò, sembrò riuscirci, ma il procedimento, tra fasi alterne, fallì: il corpo si decompose. Quando fu portato a Genova, però, la mummia venne accolta da una folla di centomila persone secondo la relazione di polizia. Nel 1946, in occasione del referendum istituzionale, venne riesumato il corpo di Mazzini per esporlo con obiettivi propagandistici a favore della Repubblica. Non si seppe ricorrere a meglio che ad un mucchio di materia decomposta.

    "L'hanno voluto onorare dopo morto, cangiandolo in pietra" scrisse un giornale dell'epoca. A Garibaldi andò peggio: voleva essere cremato, per ragioni di Stato non rispettarono al sua volontà organizzando invece un grande funerale pubblico a Caprera.

    Corpi, simboli nel bene e anche nel male. La volontà, rispettata, di Hitler nel bunker berlinese fu che il suo corpo fosse bruciato con quello di Eva Braun dopo il suicidio. Voleva evitare che cadesse nelle mani dei russi. Sul corpo di Mussolini e sugli scempi di piazzale Loreto si sa. Quel cadavere fu anche trafugato nel cimitero di Musocco.

    C'è sempre la voglia di sfidare la morte, di identificare nella materia un simbolo, un insegnamento, una parte della storia. Un cadavere può diventare una bandiera, come un sepolcro inteso alla maniera di Foscolo. All'elenco degli imbalsamati illustri si potrebbe aggiungere Mandela. Ma chi crede nel valore dello spirito sa che, al di là dei feticci materiali, conta quello che un grande uomo ha lasciato in eredità nelle parole, nelle memorie, negli insegnamenti. Ora aiutano anche i filmati e le registrazioni sonore, assai più eterni delle mummie. Quelle assai spesso ridicolizzano chi si vorrebbe rendere eterno.



  8. #28
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    Predefinito Re: I corpi incorrotti

    Siberia, il mistero della tribù mummificata. Trovati 11 corpi, hanno 800 anni


    ROMA - Trentaquattro tombe e undici corpi mummificati. Un tesoro archeologico che arriva dalla Siberia e che risalirebbe, secondo i primi studi addirittura al medioevo, per la precisione a 800 anni fa.

    A trovare il tutto un archeologo russo: Zeleniy Yar. Per ora della tribù misteriosa si sa pochissimo, praticamente nulla: soltanto che l’insediamento è uno dei più a nord del genere umano: appena 18 km dal circolo polare artico.

    Ignoto, invece, al momento: chi fossero questi misteriosi personaggi e quale sia la storia del villaggio. Un indizio c’è: dai resti ritrovati sembra che il villaggio fosse uno snodo commerciale di una certa importanza.

    Siberia, il mistero della tribù mummificata. Trovati 11 corpi, hanno 800 anni | Blitz quotidiano

    Immagine dal sito http://siberiantimes.com/ - Altre in Mummified by accident in copper masks almost 1,000 years ago: but who were they?
    "Tante aurore devono ancora splendere" (Ṛgveda)

  9. #29
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    Predefinito Re: I corpi incorrotti

    Monica Panzica


    LA PICCOLA ROSALIA STUPISCE PALERMO: APRE E CHIUDE GLI OCCHI






    PALERMO - Miracolo o suggestione? Negli ultimi giorni a Palermo la domanda ha tormentato chi si è trovato davanti alla teca che custodisce la mummia di Rosalia Lombardo, la bambina imbalsamata che ha sempre stupito per il suo stato di conservazione all'interno delle catacombe dei Cappuccini. I suoi occhi, infatti, si aprono e si chiudono. Come se fosse viva. Ma gli esperti, come spiega Il Messaggero, parlano chiaro e descrivono un fenomeno con una spiegazione scientifica: si tratta di un effetto dovuto all'umidità e alle luci delle macchine fotografiche. Fatto sta che l'emozione, così come la curiosità, sono diventate tangibili nei palermitani, che da sempre considerano la salma della bimba un gioiello prezioso.

    D'altronde, tra quelle delle Catacombe dei Cappuccini, è una delle salme più note: è visibile nella cappella di Santa Rosalia in fondo al primo corridoio, sulla sinistra. Rosalia era nata a Palermo nel 1918. Ad ucciderla era stata una polmonite, due anni dopo. L'imbalsamazione, fortemente voluta dal padre affranto, fu curata dal professor Alfredo Salafia, lo stesso che imbalsamò Francesco Crispi. Un'operazione complessa durante la quale fu utilizzata una miscela composta da formalina,per uccidere i batteri, alcool, che unito alle condizioni micro-climatiche del luogo avrebbe contribuito alla mummificazione, glicerina, per impedire l'eccessivo inaridimento, acido salicilico, che avrebbe impedito la crescita dei funghi, e sali di zinco, che conferiscono rigidità.

    Proprio per questo la bambina appare intatta, almeno in volto, tanto da dare l'impressione che stia dormendo e, negli ultimi giorni, che addirittura possa aprire gli occhi. Un fenomeno "miracoloso" che è stato immortalato in fotografia. E, in effetti, il movimento palpebrale sembra confermato dalle foto degli occhi di Rosalia, realizzate nell'arco di diverse giornate con un intervallo temporale di sessanta secondi tra uno scatto e l'altro. Nonostante l'incredibile effetto, sono stati alcuni studiosi a fare chiarezza: l'umidità e le luci delle fotocamere genererebbero infatti una foto-decomposizione, creando lo strano movimento di apertura e chiusura delle palpebre. Una notizia che in poche ore è rimbalzata nel Web ed ha attirato decine di turisti alle catacombe dei Cappuccini, incuriositi dallo strano fenomeno.



    Aggiornamento del 19 giugno, ore 12.29

    L'ufficio stampa delle Catacombe dei Cappuccini di Palermo in mattinata ha diramato una nota che spiega ulteriormente il fenomeno. "Nel caso specifico, si tratta di un'illusione ottica prodotta dalla luce che filtra dalle finestre laterali, e che durante il giorno è soggetta a cambiamenti – afferma Dario Piombino-Mascali, conservatore del sito -. Inoltre la mummia ha cambiato posizione: prima era inclinata grazie a un supporto ligneo, adesso, nella nuova vetrina, è invece in posizione orizzontale. Si osserva quindi, meglio che in passato, che le palpebre non sono totalmente chiuse, né lo sono mai state. Il fenomeno non è certo da imputarsi all'umidità, in quanto l'atmosfera all'interno della vetrina espositiva è controllata e soggetta solo a minime variazioni. La vetrina è concepita, infatti, per bloccare qualsiasi forma di vita batterica e fungina e, grazie a una pellicola speciale, per contrastare gli effetti della luce. Questi – continua l'antropologo - nel corso del tempo avevano determinato alterazioni cromatiche al corpo. Ciò che più mi sorprende è comunque il fatto che dal 2013 esistono delle norme comportamentali, varate dall'assessorato ai Beni cultuali, che vietano la realizzazione di foto e video all'interno delle Catacombe, per proteggere meglio i reperti umani da uno sfruttamento mediatico ad opera di persone incompetenti e senza scrupoli, come avviene in questo caso. Nonostante questo, però, spesso i turisti non perdono occasione per scattare e riprendere. E magari ricamare su storie totalmente infondate".



  10. #30
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    Predefinito Re: I corpi incorrotti

    DALLE MUMMIE DEI BAMBINI INCA I SEGRETI DEI SACRIFICI DELLA CAPACOCHA


    Essere selezionati come i più puri e sani del villaggio, prelevati dalla propria casa, nutriti del cibo migliore e, dopo mesi di preparazione, condotti in cima a una montagna, a 6000 metri di altitudine, e sacrificati agli dèi, soffocati, uccisi con un colpo alla testa o bruciati vivi. È questa la storia dei bambini dai 6 ai 15 anni vittime della Capacocha, una cerimonia sacrificale che segnava gli avvenimenti più importanti per il popolo Inca, legati per lo più alla vita dell'imperatore.

    Una storia già conosciuta, ma che in questi giorni si arricchisce di nuovi dettagli, grazie alle analisi condotte dai ricercatori dell'Università di Bradford sui capelli di tre mummie rinvenute nel 1999 in prossimità della cima del vulcano Llullaillaco, in Argentina. Secondo l'archeologo Andrew Wilson sarebbero le mummie meglio conservate al mondo. Si tratta di bambini di 6, 7 e 13 anni, sacrificati circa 500 anni fa in occasione di una tipica Capacocha. Dei tre, la ragazzina di 13 anni, conosciuta come "la doncella de Llullaillaco", era con ogni probabilità il soggetto più importante della cerimonia, oltre che il più consapevole di ciò che l'aspettava. Eppure il volto rilassato e la posizione, seduta a gambe incrociate, danno l'impressione che la giovane si sia semplicemente addormentata.



    La doncella de Llullaillaco



    Ciò che in realtà emerge dallo studio chimico dei suoi capelli ancora perfettamente intrecciati, è che circa un anno prima della sua morte, presumibilmente in coincidenza con la sua elezione al rango di vittima sacrificale, la sua dieta si era arricchita di mais e proteine animali e aveva cominciato ad assumere dosi massicce di alcol e droga, in particolare birra di mais e foglie di coca. Il consumo di queste sostanze, allo stesso tempo sedanti e inebrianti, era aumentato notevolmente all'avvicinarsi del sacrificio. Pur avendo riscontrato le stesse sostanze nei capelli dei bambini più piccoli, non vi è traccia in loro dello stesso incremento.

    La differenza ha affascinato gli studiosi, che hanno ipotizzato che la ragazzina, più consapevole e quindi spaventata dal suo destino imminente, cercasse conforto sedandosi, o che fosse incoraggiata o costretta a farlo, in modo da renderla più facilmente manipolabile. Non è da escludere che ciò fosse legato al suo coinvolgimento in cerimonie preparatorie, dove il consumo di birra e coca era frequente.



 

 
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