Originariamente Scritto da
Silvia
Uno dei primi casi storicamente noti riguarda il corpo di santa Cecilia, che venne martirizzata nel 177 d.C. La teca in cui fu rinchiuso il cadavere venne riaperta nel 1599 e il corpo apparve intatto e, a detta di qualcuno, profumava di fiori. Un altro caso di perfetta conservazione è quello di santa Caterina da Genova, il cui corpo venne ritrovato incorrotto nonostante fosse conservato all'interno di una cassa putrida e ammuffita. Un caso ancor più singolare è quello di sant'Antonio da Padova. Quando il corpo venne esumato lo si trovò completamente polverizzato, ma sul fondo della bara venne ritrovata la lingua intatta e ancora morbida e rosa (la cosa curiosa è che da quel giorno sant'Antonio venne considerato un grande oratore, nonostante non vi sia alcun elemento storico che testimoni questa sua virtù).
Occorre tuttavia osservare che in alcuni casi il corpo, ritrovato intatto a una prima esumazione, subì successivamente una più o meno rapida decomposizione. Un esempio celebre è quello di santa Bernadette Soubirous, la pastorella di Lourdes. La prima esumazione, avvenuta nel 1909 (a trent'anni dalla morte), trovò il corpo ben conservato. In quell'occasione venne lavato e rivestito. Dopo altri dieci anni, a una successiva esumazione, il corpo mostrò però i primi segni di decomposizione, tant'è che si dovettero prendere provvedimenti per preservarlo.
Il corpo incorrotto di Bernadette Soubirous
Il verificarsi di una decomposizione tardiva in seguito a una prima esumazione fornisce buoni elementi interpretativi del fenomeno. È infatti ragionevole pensare che la conservazione del cadavere avvenga grazie al verificarsi casuale di particolari condizioni fisiche, chimiche e microbiologiche che ne arresta i processi di decomposizione, indipendentemente dal livello di santità dell'individuo cui il corpo appartiene. Tutto sommato il fenomeno della mummificazione è più comune di quanto si pensi ed è ben compreso nei suoi aspetti generali. Si tratta in pratica di un processo di disidratazione, durante il quale i tessuti organici perdono acqua senza che si verifichino decomposizioni. Molti fattori possono favorire questo processo: l'alta temperatura, la bassa umidità e una buona ventilazione sono sicuramente condizioni favorevoli. Inoltre conta molto anche il rapporto peso/superficie del corpo. Infine il processo avviene più facilmente se è presente una modesta quantità di microorganismi. Tutti i corpi ben conservati, infatti, erano stati inumati in casse o urne evitando rigorosamente il contatto con il terreno che, come è noto, è ricco di microorganismi che facilitano i processi decompositivi. Anche le famose mummie egiziane devono la loro straordinaria conservazione soprattutto al particolare clima caldo e secco che caratterizza l'Egitto, anche se i trattamenti cui i cadaveri venivano sottoposti ne limitavano indubbiamente la decomposizione. Il profumo di fiori che avrebbe accompagnato l'esumazione di alcuni cadaveri, infine, può trovare sicuramente una spiegazione nell'uso di balsami e profumi usati al momento della tumulazione.
Mi sembra però che l'uso di balsami e profumi non sia sufficiente a spiegare alcuni casi, come per esempio quello di Santa Caterina de' Vigri, il cui corpo (non sigillato) è seduto su un trono nella cappella del monastero delle Clarisse di Bologna. Sepolta nella nuda terra il giorno stesso della sua morte, il 9 marzo 1463, quando il suo corpo venne esumato non solo era ancora fresco e morbido, ma trasudava un liquido dall'odore di fiori e muschio, che venne raccolto in apposite ampolle come medicamento per i fedeli. Ancora oggi il corpo di Santa Caterina trasuda un liquido limpido che imbeve le vesti, tanto che le suore devono periodicamente cambiarla.