Originale



Ragionevolmente i vertici politici degli Stati Uniti non sono mai riusciti a giustificare le azioni imperialiste del loro paese.
Certo, sono riusciti a ottenere per le proprie motivazioni la massima visibilità, ma questo non cancella che si trattasse oggetivamente di motivazioni sbagliate.

Per intenderci i vertici americani non hanno mai potuto dimostrare di aver avuto ragioni per attaccare il Vietnam.
Non hanno mai potuto dimostrare i presunti eccidi contro gli albanesi di Kossovo-Metohija per avallare i raid sulla Serbia.
Non sono mai riusciti a giustificare l'aggressione all'Iraq dimostrando che fosse un pericolo per il mondo o per gli USA stessi

Ciò che si ricava come sintesi "razionale" dai vuoti discorsi di un Colin "Mi Lai" Powell, di una Condoleeza "Falluja" Rice, di una Hillary "Baia dei Porci" Clinton, di un Barack "Guantanamo" Obama, conditi di potente ragion di stato ma privi di argomenti, è solo l'interesse di parte di un paese.
Sostanzialmente i vertici USA dicono "non ci importa nemmeno di aver torto, questa aggressione ci conviene".

Sorge qui una questione inevitabile. Nel momento in cui un governo non può, nemmeno vuole dimostrare le proprie ragioni nell'aggredire un altro stato sovrano, nel distruggerne le economie, amputarne il territorio, massacrarne i civili, quale può essere il sentimento su cui fare leva per avere comunque il consenso popolare?
In quale modo si può giustificare la propria politica davanti al popolo, facendo ritenere che i propri interessi valgano più delle ragioni morali degli altri?
In un solo modo, con un solo sentimento: con il razzismo.

Far credere che gli altri paesi, che gli altri popoli siano inferiori è l'unico modo in cui una persona può essere portata a compiere un grave torto come una guerra o un embargo ingiustificati.
Ecco che serbi, palestinesi, comunisti, islamici in genere sono tutti dipinti come non fossero umani coi nostri stessi modi di sentire, le nostre passioni, la nostra percezione della vita, i nostri desideri, il che è inverosimile.
Persino i tedeschi, nei film a sfondo storico, sono ancora oggi dipinti con un grottesco freddume di spirito che li rende antiumani.
Naturalmente non si tratta di un razzismo biologico, un concetto che non può più attecchire in un paese multirazziale, ma di un razzismo culturale.
E' inferiore chi non adotta l'American Way of Life e le sue ragioni, per quanto forti e oggettive, non avranno mai alcuna importanza di fronte agli interessi di una Monsanto o di una Hulliburton.
Questo razzismo culturale è tanto più evidente nel momento in cui persone provenienti dai paesi "inferiori" si "convertono" all'americanismo e la loro inferiorità è cancellata. Grosso modo così come nel Medioevo il peggior mascalzone poteva comprarsi dal Papa l'indulgenza.

Ho già sottolineato come personalmente rigetti l'antiamericanismo ritenendo invece che gli USA siano a loro modo le prime vittime del sistema capitalista e credo che la popolazione conservi una capacità di reazione del tutto analoga a noi europei. Una grossa parte dell'America, una parte sana, ha sconfitto in passato con l'esempio di persone capaci l'odio razziale verso gli afroamericani.
Con tutto il mio disprezzo per i vertici USA non posso che confidare in un risveglio popolare americano per far collassare dall'interno questo nuovo razzismo e rigettare la conseguente politica imperiale a Stelle e Strisce.