EDITTO BULGARO, IL FALSO STORICO DEL GIORNALE
Giordano scrive la solita favola: una cena per un piano contro B. in Rai
di Marco Travaglio
Ieri, sul Giornale, Mario Giordano sostiene che la Rai non è occupata dai berluscones che si accordano con Mediaset per danneggiare il servizio pubblico e favorire quello privato del suo padrone, ma da Enzo Biagi (scomparso nel 2007), Santoro (appena cacciato) e Luttazzi (allontanato nell’estate del 2001). La prova? Una cena che – rivela la voce bianca del giornalismo da riporto – “nel settembre 2000” l’allora presidente Rai Roberto Zaccaria tenne a casa sua con due consiglieri di centrosinistra, Balassone ed Emiliani, e tre politici dell’allora Pds: Veltroni, Giulietti e Vita.
Lì, “tra un piatto raffinato e un altro, decisero di usare la Rai (servizio pubblico) come un manganello politico contro il candidato Berlusconi. E così fu, in modo coordinato e organizzato, a cominciare dalla primavera: partì Travaglio sul Satyricon di Luttazzi, continuò Santoro... e si continuò con una campagna mediatica tanto orchestrata quanto violenta che non risparmiò nessuno spazio e nessun veleno, fino ad arrivare alle interviste combinate e antiberlusconiane di Enzo Biagi, prima a Montanelli e poi a Benigni proprio alla vigilia del voto... Freccero ne rivendicò pubblicamente il merito... Invece il dg Pierluigi Celli rassegnò le dimissioni: lui pensava di dirigere la Rai, invece aveva scoperto che la Rai era diretta dagli accordi sotterranei stabiliti dalla sinistra nei ritrovi serali di Veltroni, Giulietti & C. Patti veri, macchina perfetta, mobilitazione pesante. Altro che le chiacchiere della Bergamini e di Mimun... La lingua della sinistra non fa altro che leccare i piatti serviti a cena a casa di qualche Zaccaria”. Ora, a parte l’imprudente accenno alla lingua, di cui lui fa largo uso non sui piatti ma sui piedi del padrone, Giordano non sa letteralmente di che sta parlando.
Ignora, per esempio, che Bruno Vespa, per avere scritto le stesse corbellerie su cene e dopocena in un suo libro, è stato condannato in sede civile a risarcire Zaccaria con 82.500 euro. Motivo: in quella cena (a cui era presente lo stesso Celli) non si pianificò alcuna campagna antiberlusconiana, dunque Vespa ha mentito: secondo il Tribunale civile di Roma, non ha “accertato con serietà e prudenza la verità dei fatti narrati” che “sono diffamatori in quanto non rispondenti a verità nel loro contenuto più precisamente offensivo”, visto che ha “narrato fatti per i quali viene data per certa l’obbedienza e la collusione di Zaccaria a un disegno contrario ai doveri istituzionali connessi alla sua carica”.
Quanto alle dimissioni di Celli, non c’entrano nulla con la presunta “campagna antiberlusconiana”, visto che risalgono all’8 febbraio 2001, un mese prima che io venissi invitato a Saty icon, e non proprio dovute alla presunta “svolta ” della sua Rai, ma a una principesca offerta della spagnola Telefonica. Quanto infine alla presunta “campagna mediatica tanto orchestrata quanto violenta” a suon di “manganelli politici”, chi scrive è stato denunciato – assieme a Freccero, a Veltri e a Luttazzi – da Mediaset, Fininvest (due volte), Forza Italia (due volte), Tremonti e Berlusconi (due volte), sia per il libro L’odore dei soldi che presentai a Satyr icon, sia per quel che dissi a Satyricon. E per otto volte il Tribunale di Roma ha respinto le richieste di danni dei denuncianti, accertando ogni volta che quanto avevamo scritto e detto era la pura e semplice verità. Cronaca. Non “ca mpagna violenta” a suon di “manganelli” di cui vaneggia il Giordano. Il quale, evidentemente, s’è così abituato ad avere almeno un mandante da non poter immaginare che qualcun altro non ne abbia nemmeno uno.
Da Il Fatto Quotidiano del 6 luglio 2011, pag. 8