Questo è il piano di Vardè (commissario straordinario per l'Impiantistica per uscire dalla crisi)
Tino Vardè: «Cinque cave e sette aree per i rifiuti. Ecco il mio piano per Napoli» - Corriere del Mezzogiorno
È così contrario alla discarica?
«Non esattamente, in fondo il mio obiettivo è quello di realizzare discariche: solo che, da ambientalista quale sono, punto a realizzare siti assolutamente non inquinanti, consapevole peraltro che qui non ci sono aree che presentano tutte le caratteristiche previste dalle norme vigenti per essere adibite a discarica. L’unica possibilità è cercare siti tecnicamente idonei nelle cave chiuse e abbandonate, avvalendosi delle deroghe previste dalla legge».
Cave dove però non possono andare quei rifiuti ammassati negli Stir che sono «non innocui per l’ambiente». Soluzione?
«Gli Stir vanno svuotati e adeguati, affinché l’impianto di biostabilizzazione torni a funzionare. Quel che non si dice, però, è che quest’operazione può essere fatta contestualmente alle procedure di allestimento dei siti».
Cioè?
«Noi iniziamo ad attrezzare le cave, e nel frattempo si svuotano gli Stir trasferendo i rifiuti fuori regione».
Sa che la scelta ha scatenato polemiche?
«Sì, ma penso che sia una strategia che non ha alternative».
Una sarebbe quella di mandare quei rifiuti nelle discariche della Campania.
«Tesi condivisibile, ma si dimentica che ci vorrebbe la collaborazione delle altre province».
Che dicono no. E allora perché se il no poi arriva dalla Lega alzate le barricate?
«Guardi, io constato, e questa è una presa d’atto, che esiste una forte rivalità. Non solo tra il Nord e il capoluogo partenopeo, ma anche tra le altre province e quella di Napoli. E quest’ostilità nei confronti della città di Napoli è nutrita anche da altri Comuni della stessa provincia. La parola d’ordine è non voglio i rifiuti di Napoli».
Siamo condannati ad essere reietti?
«Non dico questo, ma è una situazione politico sociale di cui bisogna tener conto».
Lei l’ha fatto?
«È proprio partendo da questa considerazione che ho deciso di prendere atto della divisione della provincia di Napoli in aree omogenee, porzioni di territorio costituite da Comuni limitrofi. Ognuno, così, può crearsi i propri impianti e gestire i propri rifiuti per essere autosufficiente. Il modello è quello di Cava Sari. E io ho cercato, per ciascuna di queste aree, un sito che potesse accogliere i rifiuti di quella fetta di territorio».
Quante sono queste «aree omogenee»?
«Sette. Area metropolitana, che comprende la città di Napoli, penisola sorrentina, area nolana, area acerrana, area vesuviana, area nord e area domitio flegrea».
E ha trovato un sito per tutte e sette?
«No, i siti individuati sono cinque. Stiamo valutando problemi tecnici in penisola sorrentina, dove le cave sono tutte a picco sul mare, e nell’area acerrana, dove di cave ce ne sono solo tre e nessuna è adatta per essere allestita».
I sindaci sono d’accordo?
«Saranno sentiti tutti i Comuni interessati, lo scoglio è quello. Ogni giorno sento dire che la comunità auspica la soluzione del problema. Bene, io sto lavorando per quello, ma da parte di questa comunità occorre buona volontà e un atteggiamento scevro da pregiudizi. Si dice termovalorizzatore no, discarica no, cave no. Ma allora io come lo risolvo il problema?».
Senza offesa per Vardè... a me... me pare...