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    Predefinito Atualità del paganesimo

    Modernità del paganesimo
    di Luca Leonello Rimbotti - 16/06/2009

    Fonte: mirorenzaglia [scheda fonte]

    L’edificio monocratico impastato dalle due sovversioni storiche, il Cristianesimo e il Giacobinismo, si sta sgretolando davanti agli occhi del mondo in un caos senza nome. Quello che doveva essere il suo capolavoro, cioè la globalizzazione e l’imposizione universale dell’obitorio egualitarista, anziché il finale trionfo della dissoluzione cosmopolita, come nei sogni di tutti i traditori del genere umano, potrebbe impercettibilmente trasformarsi nel suo contrario: la rinascita delle tradizioni di stirpe. Lenta ma inesorabile. C’è da giurarci che ci sarà, prima o poi, un momento in cui i sovvertitori verranno a loro volta sovvertiti dai veri rivoluzionari, cioè da coloro che intendono ricostruire l’Origine con mezzi attuali e armi moderne: i neo-pagani.

    Essi sono i politeisti, i pluralisti, gli anti-globalisti, i relativisti, i comunitaristi e i sostenitori delle nuove patrie nazionali. Sono quelli che alla monocrazia liberale, progressista, neo-giacobina e neo-cristiana oppongono il differenzialismo dei popoli, il particolarismo delle culture etniche (tra cui, ovviamente e in primis, quelle europee) e la tradizione popolare come unico e potente antidoto al dominio dell’internazionale degli usurai e dei “moralizzatori”.
    Ciò che è pensiero debole, pacifismo, buonismo, orrore eunuco per lo spirito di lotta, diffidenza per il conflitto, paura della gioia del sacrifico e odio per tutti i momenti più adrenalitici della vita, ciò che è rinuncia, colpa, espiazione, e al tempo stesso, rapina di anime e di ricchezze, può essere abbattuto soltanto da una forza maggiore e contraria: l’istinto pagano di potenza individuale e comunitaria.

    La guerra giacobino-vaticana alla nobiltà dell’uomo differenziato è una guerra al multiforme nel nome dell’omologato. E’ la guerra dello schiavista all’uomo libero, all’uomo di rango. La costante insidia di demolizione portata ai popoli dai catto-liberal-progressisti è un odio inconfessato per l’uomo qual è, nel desiderio di trasformarlo in un animale supino e impotente, belante buoni sentimenti ma avido di sfruttamento e corroso dalla voglia d’usura.

    basilide_fondo-magazineE più il cristianesimo si sfalda, più il suo codice moralistico chandalico si rafforza; più il disegno post-comunista si nega identificandosi nel liberismo, più il sogno messianico puritano-bolscevico si realizza. La globalizzazione è davvero la realizzazione di tutte le notti insonni dei cosmopoliti e dei malati di universalismo, gli intolleranti e i violenti con la vocina pretesca tipica dell’ingannatore.

    La globalizzazione mercantile e finanziaria è la realizzazione della bolscevizzazione universale promessa agli uomini, come una maledizione biblica, da tutti i riformatori del genere umano, da tutti quei criminali febbricitanti di un amore che, a occhi rivoluzionari e quindi tradizionalisti, è sempre somigliato sinistramente a un odio dilagante e a una smania etnocida di “guarire” e “rieducare” il genere umano con le buone o con le cattive.

    Ma la globalizzazione neo-cristiana e vetero-bolscevica vuole sempre e ancora di più e di più, fino a svellere i popoli e le etnìe dalla faccia della Terra. Massacri programmati, pulizie etniche guidate dai finanzieri, stermini tribali eterodiretti: ancora un passo e saremo alla finale resa dei conti fra snazionalizzati apatridi che hanno il potere e comunità popolari, che con gli istinti difendono la vita.

    Dove finisce l’individualismo libertario, lì inizia davvero la volontà di vita. L’asfissiante predica sui “diritti” è il miglior argomento a favore dei totalitarismi dell’Utopia gestiti dal prete universale: puritano, cristiano, ebraico, giacobino o liberale che sia. In realtà, non di diritti “umani” e “universali” si sente il bisogno, ma di saperci vedere da vicino.
    La terra, il “prossimo”, il senso del limite e del circoscritto, il rispetto dei ritmi atavici e naturali della convivenza, l’amore per il simile e per colui che con-vive lo spazio geo-storico del nostro destino, questi sono argomenti pagani. Sono tutte cose che sarebbe facilissimo far vivere a lato dell’alta tecnologia e dell’alto livello materiale di vita. E’ solo l’ideologia industrialista che mistifica i rapporti e che, con la sua fobica ossessione del progresso, confonde il macchinismo con la società umana, la tecnica con la techne, bruciando quindi alle spalle dei popoli tutti i ponti su cui scorre l’organico confronto con la dimensione del con-vissuto storico.

    La comunità vivente è quella che respira la vicinanza, che sa guardarsi negli occhi e vivere le cose dimensionate. Altro che “universo”! Dov’è l’Universo? Dov’è l’Umanità? Non conosciamo l’Universo, conosciamo luoghi, patrie, la terra. Non conosciamo l’Umanità, conosciamo uomini del popolo. Il paganesimo insegna a saper guardare la zolla, le stelle, la casa, la cima dell’albero, i tratti del figlio, dell’amico, a vibrare di intimità con il suolo patrio e con le cose della vita associata, misurata sull’uomo, autentica e delimitata. Il paganesimo è la devozione al luogo e all’uomo che vive il suo spazio nel suo tempo, cose e spazi reali, tangibili, non fiabe universali. I non-luoghi e i non-tempi, le u-topìe e le u-cronìe che sfaldano il cuore e i rapporti sociali sono la negazione di tutto ciò che è umano. Paganesimo è presenza palpabile della multiformità, è quindi sovrana accettazione dell’Io e del Noi, è coltivazione dell’identità nostra e dell’altrui, è la presenza sacrale che si aggira ovunque, è energia psichica, Anima Mundi. E’ la religiosità della vita in ogni suo aspetto, giusto o ingiusto che appaia: poiché il giusto e l’ingiusto in natura non esistono.

    Dopo che Dio è stato dichiarato morto, rinascono gli Dèi. Nietzsche aveva profetizzato ciò che la stessa “teologia radicale” ha poi ratificato con un certificato di morte presunta. E’ stato quando la Chiesa cattolica, da clericale è divenuta laica, da religione è divenuta associazione umanitaria, da roccia di fede è divenuta centrale finanziaria, potentato politico. Il Dio assoluto della mentalità desertica, spaziale, senza limiti, il Dio globale, voleva darsi al delirio fuori del suo tempo e del suo spazio, ha ottenuto armi per distendersi sul mondo ed è stato imposto proprio dai suoi stessi adoratori come sovrano Iddio nichilista. Gettatosi nell’orgia del denaro e in tutto ciò che rende possibile quest’orgia: l’ideologia libertaria cosmopolita fondata sul pregiudizio egualitario.

    La bolscevizzazione liberista del pianeta è il costo umano imposto dal fallimento del cristianesimo ecclesiastico; macchinizzazione dell’uomo, omologazione universale, riduzione degli uomini ad un unico “tipo”, sparizione dell’eroismo mistico: queste alcune delle tappe attraverso le quali Dio è stato barattato col sotto-potere dei ricchi.
    Ma il paganesimo ha un “genio” immutabile che va oltre le epoche. E questo suo “genio” ha il pregio di essere occulto, protetto da un’arcaica capacità di velamento, che lo rende immune dall’inattualità. Il paganesimo è sempre attuale. Ha vissuto per due millenni sotto l’incrostazione cristiana, nella devozione popolare, nelle figure dei santi patroni, nelle piccole superstizioni che sono frammenti di arcaismo, nei luoghi sacri invasi dalla profanazione, nella magica percezione del cosmo, nell’amore per la finitezza del luogo, nella sacralità della genealogia umana. Poiché pagana è la vita, pagana è la natura, pagane sono le sue leggi. L’unico battesimo che ci accoglie alla nascita, ovunque siamo e chiunque siamo, è il nostro sangue che ci circola nelle vene. La voce degli antenati e quella dei più lontani eredi. Paganesimo.

    Chiunque volesse oggi pensare l’unica e vera cultura dell’antagonismo, non potrebbe non immaginarla pagana, cioè estesa all’opposizione più radicale possibile verso il feticcio pacifistico-egualitarista delle massonerie internazionali.
    La via etnica del pagano particolarismo delle stirpi e delle culture passa per il riconoscimento che anche il nostro è un retaggio etnico. Che anche l’Europa ha bisogno di essere protetta contro le infiltrazioni e le letali contaminazioni dell’Occidente. Che di quanto questo è tramontato da un pezzo, sotto il peso dei suoi inganni universali, di tanto l’Europa è destinata a conoscere una nuova alba di resurrezione partendo dalle proprie radici. Quando l’Atlantico tornasse a fungere da benefica barriera verso il torbido ignoto (nel senso che non vogliamo più conoscere, “far nostra” la vorace e implacabile sub-cultura di tutte le disintegrazioni), l’Europa potrebbe di nuovo veder scorrere nelle proprie vene il sangue vivo che le proviene dalla più remota antichità, dalle radici più profonde, dalle memorie più salde: tutte promesse e garanzie che ci aspetta ancora un futuro. Il nostro.

    Il crollo inclinato e accelerato del cristianesimo, il suo scivolare lungo la diagonale dell’autodistruzione, sono l’evento epocale che disseppellisce le nostre origini. L’opera di macerazione portata avanti dalla Chiesa è duplice: individuale, con l’affidare la persona alle turbe della colpa inespiabile e del pregiudizio redentorio; collettiva, nel senso di corrodere, lacerare e abbattere ogni senso di fierezza che è naturalmente nell’appartenere.

    Compito secolare di quella teocrazia travestita da satrapìa orientale è stato sempre iniettare il veleno dell’odio di sé…alla caccia di sempre nuovi territori culturali da stuprare… l’evangelizzazione del mondo è stata la prima, tremenda minaccia storica che la globalizzazione aveva antenati biblici, evangelici… che è un destino teologico, una necessità religiosa, una fine fisica dell’uomo reale e un macchinoso, irreale fastigio teologale: una “Città di Dio” sta infatti prendendo forma sotto i nostri occhi, ed essa ha l’aria di imporsi come una fantastica Metropoli del Caos, in cui i popoli, uno dopo l’altro, gettati nella fornace della Cosmopoli cessano di vivere partorendo nella decomposizione la plebe planetaria, il gregge universale, la massa gelatinosa del Nulla antropologico, finalmente…il “popolo di Dio”, ottenuto col rimescolamento alchemico delle differenze e la riuscita della formula universale: il servo di Dio, eccolo, l’uomo-servo che non ha più un nome proprio ma, come fosse un reperto ignoto del mondo animale, ne ha solo uno per tutti: “l’uomo”…, questo esser-nulla di cui tutti sentono il bisogno di parlare, perché non esiste.

    La bolscevizzazione universale ottenuta con l’accoppiamento tra neo-cristianesimo e finanza mondiale otterrà il suo scopo soltanto se l’Europa ucciderà se stessa nel grembo della propria terra. La stregoneria che sta facendo a pezzi l’identità cancella pezzo a pezzo tutti i segni della diversità che sono incisi sulle appartenenze. Il vedere l’uomo non come un essere di per sé, che ha una storia, che vive un modello, un senso, una cultura, che si abbevera a codici innati, a inquadrature sul mondo che sono figlie di un percorso, ma come una monade cieca, che vaga nel cosmo, che è desolazione e solitudine: questo modo di vedere l’uomo spogliato, nudo, miserabile, anonimo, è la lotta finale dell’universalismo contro il gene pagano che nasce per grazia naturale con ognuno di noi, alla nostra nascita.
    Musica, danza, festa, odore e sapore dei luoghi, amore per la bellezza tragica della vita, ricordo dolce del passato ancestrale e volontà tenace di costruire il futuro tra simili che vivono il ri-conoscersi di ogni giorno. Il paganesimo non è una religione, non ha dogmi, non conosce libri da inculcare, non è istigazione, non odia, non ha e non vuole avere colpe o peccati da distribuire a schiavi da redimere. Il paganesimo, come diceva Nietzsche, “è il semplice dire sì alla vita”. Per questo pensiamo che, quando il guscio vuoto della modernità lascerà cadere la maschera della persona - il “cittadino del mondo”, la “gente” - si potrà tornare a vedere in tutto il suo lucido profilo la personalità: l’uomo fatto di cultura, di identità, di storia e di destino. E questo tipo di uomo è il popolo.

  2. #2
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    Quanti lutti e disastri ha causato questo sistema! troppi.
    Poi fanno meraviglia che nell'antichità si praticasse il sacrificio umano: che era VOLONTARIO e solo vittime elette potevano essere immolate.
    Il novecento, con le sue guerre e guerricciole ha ucciso 100000000 di individui, quasi sempre i più deboli in nome del benessere e del bel vivere.

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    Citazione Originariamente Scritto da sideros Visualizza Messaggio
    Quanti lutti e disastri ha causato questo sistema! troppi.
    Poi fanno meraviglia che nell'antichità si praticasse il sacrificio umano: che era VOLONTARIO e solo vittime elette potevano essere immolate.
    Il novecento, con le sue guerre e guerricciole ha ucciso 100000000 di individui, quasi sempre i più deboli in nome del benessere e del bel vivere.
    Egregio, il novecento fù certamente teatro di guerre sanguinose,guerre intestine e fratricide,ma di certo non furono combattute per il ben essere e per il ben vivere,sopratutto la seconda diede l'impressione d'essere una guerra tra "visioni del mondo" purtroppo vinse chi voleva l'uomo basso e supino.

 

 

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