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  1. #211
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    Predefinito Re: Segnalazioni editoriali










  2. #212
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    Predefinito Re: Segnalazioni editoriali


  3. #213
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    Predefinito Re: Segnalazioni editoriali

    [Pietro Ferrari] Recensione ad un opuscolo di Don Anthony Cekada



    ota di RS: continua la collaborazione fattiva, amichevole e cordiale di Pietro Ferrari, già autore di tre libri per la nostra casa editrice ovvero “Fascismi”, la “Questione monetaria” e “Non Possumus”. Si tratta un esponente di punta del cattolicesimo integrale nostrano. Come ebbi modo di dire in passato: nel panorama del laicato “tradizionalista” di lingua italiana, piuttosto brullo e disadorno (per tacere di cuspidi acuminate e omicide), Pietro Ferrari spazia con passione e sprezzatura in vari campi: ecclesiologia, economia, diritto, politologia. Lo fa con prese di posizione anche fortemente polemiche e che possono suscitare dibattiti e controversie. Radio Spada esiste anche per questo: per ribadire le Verità cattoliche definite e certe e per incrementare dibattiti sulle materie libere. Come abbiamo sempre fatto e con successo. Oggi, come inizio dei festeggiamenti natalizi e come dono per santa Lucia, pubblichiamo una sua recensione importante che non è un'”importante recensione” perchè non siamo un gradino sotto Dio. Si tratta invece di un ulteriore omaggio alla figura di questo grande teologico americano. Piergiorgio Seveso, Presidente SQE di Radio Spada

    Vi furono ‘sante disubbidienze’ nel passato ecclesiale. A Tarragona in Spagna, sant’Ermenegildo, figlio di Leovigildo re dei Visigoti seguace dell’eresia ariana, si convertì alla fede cattolica per opera del vescovo san Leandro. Rinchiuso in carcere per essersi ribellato alla volontà del padre che pretendeva di fargli ricevere la comunione da un vescovo (vero e legittimo ma eretico ariano) nel giorno della solennità di Pasqua, per ordine del padre stesso morì sotto un colpo di scure.

    Il Curato d’Ars fuggiva dalla Messa (comunque valida) celebrata in chiesa dai preti (comunque veri) che avevano giurato sulla Costituzione Civile del Clero nella Francia giacobina, per cercare nei boschi e clandestinamente la Messa vera celebrata da preti detti ‘refrattari’ ma (o proprio perché) integralmente cattolici. Lo zelo e il rispetto verso i sacramenti e la Messa, talvolta portavano al rifiuto di VERI sacramenti in quanto ritenuti privi di liceità. Cosa avrebbero fatto questi colossi della Chiesa davanti a sacramenti dubbi perché da ritenersi addirittura privi di validità? A questo punto occorre presentare la pubblicazione dell’opera “Del tutto invalido e assolutamente nullo” di Anthony Cekada, edita dal CLS, Verrua Savoia 2021.

    Perché la forma del nuovo rito di consacrazione episcopale renderebbe il sacramento nullo e invalido? Il reverendo Cekada risponde a questo quesito che sottende tremende conseguenze pratiche: necessità per un “vescovo” o un “presbitero” di farsi ri-ordinare validamente (da un vero vescovo e col rito precedente) sub-condicione, sostanziale invalidità per effetto domino di tutti i “sacramenti” (eccetto matrimonio e battesimo) amministrati da chi ha ricevuto quello dell’ordine montiniano, necessità dei fedeli di evitare la “comunione sacramentale” con falsi sacerdoti e di partecipare attivamente a riti invalidi, etc.

    Il Reverendo Anthony Cekada ci ha lasciati tempo fa. Nato nel 1951, entrò in monastero negli Stati Uniti e poi in Svizzera per poi trasferirsi nel 1975 presso il seminario di Econe dove venne ordinato sacerdote da Monsignor Lefebvre il giorno della festa di San Pietro del 1977. Tornato negli Stati Uniti insegnò in seminario occupandosi della rivista The Roman Catholic ma nel 1983 abbandonò la FSSPX trasferendosi poi nel 1989 a Cincinnati, collaborando con Monsignor Dolan (sedevacantista totalista), ma anche insegnando nel seminario diretto da Monsignor Sanborn (sedevacantista tesista).

    La traduzione di questi due articoli scritti tra il 2006 e il 2007 finalmente in lingua italiana, porta all’ attenzione dei lettori uno dei temi più importanti –se non Il – delle sciagurate riforme conciliari, in questo caso post-conciliari. Affrontare direttamente e con meticolosa e lucida analisi delle fonti la questione teologica della validità del nuovo rito di consacrazione episcopale inaugurato nel 1968, colpisce per l’effetto di togliere tonnellate di zavorra di sterile e fumoso chiacchiericcio in cui troppo frequentemente gli ambienti tradizionalisti cadono, e colpire al cuore il problema dell’ora presente. Infatti, quando l’occhio scandaglia in modo inequivocabile il problema drammatico perché sostanziale che pone il nuovo rito di consacrazione episcopale, si è meno portati a tergiversare riguardo le miriadi quanto svariate considerazioni sulla crisi del tutto soggettive che fanno del lettore colto tradizionalista talvolta un pedante opinionista, un cronico bastian contrario, per concentrarsi invece e finalmente sulle caratteristiche genetiche di un rito sacramentale che ha stravolto la continuità formale dell’ordine sacerdotale. Il nuovo rito consacra veri vescovi cattolici o no? Si inaugura un sacerdozio di natura non solo ambigua, ma addirittura incerta. Tornano quindi i concetti perfettamente insegnati dal catechismo di sempre sul requisito necessario della forma dei sacramenti, sulla loro efficacia significante e sul loro significato efficace, ex opere operato. Chi è cattolico DEVE credere che i sacramenti conferiscono la grazia santificante:

    Cardinale Pietro Parente; Mons. Antonio Piolanti; Mons. Salvatore Garofalo: Voci selezionate dal Dizionario di Teologia Dogmatica. «EX OPERE OPERATO»: il Concilio di Trento nel canone 8 della sessione VII ha definito «se alcuno dirà che i Sacramenti della Nuova Legge non conferiscono la grazia ex opere operato, sia scomunicato» (DB, 851).

    In buona sostanza il sacramento è sempre valido ex opere operato SE I requisiti necessari (ministro, intenzione, materia e forma) sono tutti correttamente presenti.

    E qui si badi bene, davvero sono fuori luogo le pigre prediche sul presunto donatismo dell’autore perché il tema non è quello delle qualità morali o intellettuali del cattivo chierico ma chierico, ma del tuziorismo in materia di teologia sacramentale. Evitare questo NECESSARIO scrupolo, significa scadere nella magìa per cui i sacramenti sarebbero sempre validi, comunque e a prescindere e con qualsiasi rito, materia, forma e intenzione.

    Quanto mai attuale è anche il riproporre la tematica della efficacia dei sacramenti nell’epoca in cui per troppo tempo, si è stati concentrati a scandagliare con miopi lenti deformate la metafisica maliziosità di farmaci prodotti per contenere un virus che colpisce il corpo. E’ dunque tempo che gli ambienti più consapevoli del cattolicesimo tradizionale tornino ad interessarsi della mutazione genetica, del tutto acattolica, dei riti sacramentali e nel caso specifico di quello della consacrazione episcopale, che sono diretti a nutrire l’anima dei fedeli. Lo zelo non va sprecato sugli altari sbagliati. Questo terribile opuscoletto ha dunque il pregio di trasformare una questione così complessa in un argomento reso divulgativo ed in questo si avverte tutta la lucidità pragmatica dell’indole americana, particolarmente adatta alla soluzione più premiante riguardo la scelta della comunicazione migliore.

    Se è vero che in ogni dibattito successivo ad un convegno o alla lezione, avviene ancora meglio il chiarimento dei dubbi, questo lavoro non si sottrae alla medesima esigenza, dando ampio spazio alle risposte per tutte le maggiori e più serie obiezioni che vengono portate da coloro che invece difendono la validità del nuovo rito di consacrazione episcopale, difese molto spesso aprioristiche e apodittiche, simili ad un dovere d’ufficio adempiuto con riluttanza.

    Se il virus del modernismo ha trasfigurato la Chiesa con “sacramenti bastardi” e “preti bastardi” come ebbe a sostenere Monsignor Marcel Lefebvre, si rileva come fondamentale il dover approntare le migliori misure di contenimento per far sì che esso non si propaghi nelle anime, in quanto virus prodotto questo sì certamente, nelle torbide officine degli alchimisti conciliari. Una fiera autodeterminazione nel rifiutare riti geneticamente modificati da mRNA anticattolico a tutela della propria salute eterna, dovrebbe tornare ad essere quasi elemento di distinzione tra il cattolico tradizionale e il resto del circo conciliare.

    Ma abbiamo ancora un cattolicesimo tradizionale?

  4. #214
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    Predefinito Re: Segnalazioni editoriali

    [Novità in libreria] Il bellissimo romanzo “Il cardinale” e l’ultimo saggio sul filosofo conservatore Roger Scruton



    Il cardinale di Henry Morton Robinson

    Ritorna in Italia, per la prima volta in edizione integrale, il grande romanzo dell’americano Henry Morton Robinson da cui nel 1963 è stato tratto l’omonimo film di Otto Preminger.

    È il 1915 quando Stephen Fermoyle, appena ordinato sacerdote, sta attraversando l’oceano sul transatlantico italiano Vesuvio per tornare nella natia Boston. È stato assegnato come vicario parrocchiale nella chiesa di un sobborgo a forte immigrazione italo-irlandese dove abita anche la sua famiglia di origine. Da qui viene raccontata tutta la sua carriera tra speranze, incomprensioni, tentazioni, crisi e dolori: vicario, parroco, segretario personale del vescovo e suo conclavista, assistente alla Segreteria di Stato e del legato apostolico a Washington, vescovo a Hartfield, quindi arcivescovo e cardinale fino all’elezione di Pio XII.

    Popolato di figure storiche laiche ed ecclesiastiche del tempo, Il cardinale – pubblicato per la prima volta nel 1950 – è un romanzo che riflette le problematiche del mondo tra le due guerre mondiali e le questioni di natura sociale e morale. Se la trama, salvo un paio di parentesi, non offre grandi scossoni e procede lineare fino all’epilogo, il lettore si trova comunque davanti a un’opera di formazione vivace e interessante, un perfetto strumento di intrattenimento, ma pure preziosa occasione per meditare su cosa significhi davvero la vocazione e su quali sia il ruolo della Chiesa nella società.

    Il libro: H. MORTON ROBINSON, Il cardinale, Fede & Cultura, Verona, 2021, 758 pagine, 29 Euro

    Link all’acquisto: https://www.fedecultura.com/?store-page=Il-cardinale-p381239525

    -------


    Roger Scruton, l’ultimo dei conservatori

    ilosofo, editore, accademico, editorialista, conferenziere, compositore musicale, docente di Estetica, storico, polemista, autore di importanti volumi sull’arte, sulla bellezza, sul vino, sulla musica, sull’ecologia, sui diritti degli animali. Nel giorno della sua morte, il Premier inglese lo ha ricordato come il «più grande pensatore conservatore moderno del Paese» e, nel corso degli anni, attestati di stima gli sono stati riconosciuti da decine di prestigiose riviste culturali internazionali. Pur muovendosi in un ambito che definiamo “conservatore”, e perciò mai occultando il forte radicamento a valori e ideali di riferimento, Roger Scruton ha mosso le sue analisi in più ambiti possibili con libertà e autonomia.

    Il volume collettaneo Roger Scruton. Vita, opere e pensiero di un conservatore, a cura di Luigi Iannone e Gennaro Malgieri, ha lo scopo di mettere a confronto più punti di vista, anche divergenti, nell’intenzione di offrire al lettore un ricco ventaglio di analisi sulla complessa opera di un intellettuale d’eccezione, magari non sempre condivisibile, ma di certo spiazzante e controcorrente. Tra i diversi contributi ve n’è pure uno dello scrivente, dedicato al rapporto tra Scruton e la Chiesa.

    Il libro: AA. VV. Roger Scruton. Vita, opere e pensiero di un conservatore, a cura di Luigi Iannone e Gennaro Malgieri, Giubilei Regnani Editore, Cesena, 2022, 320 pagine, Euro 20.

    Link all’acquisto: https://www.giubileiregnani.com/libri/roger-scruton/

  5. #215
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    Predefinito Re: Segnalazioni editoriali

    [Recensione libraria] “L’opzione di Dio”: lo scontro tra progressisti e tradizionalisti in un affascinante thriller vaticano




    di Luca Fumagalli

    Quando sta per morire il Papa che è succeduto a Begoglio e che ne ha continuato l’opera di riforma, a Roma, proprio davanti a Piazza San Pietro, avviene il primo attentato jihadista della storia d’Italia: un tunisino travolge la folla con un pullman carico d’esplosivo, provocando più di cinquanta morti. Nel frattempo la Curia è in subbuglio e tanto i progressisti quanto i conservatori si danno da fare per trovare un candidato credibile al soglio petrino. I primi puntano sul cardinale Warren Hamilton, un ex rugbista sudafricano famoso per aver conciliato moltissimi casi di pedofilia prima che arrivassero in tribunale, facendo così risparmiare alla Chiesa un sacco di soldi; il campione dei tradizionalisti è invece Angelo Vignale, Prelato dello IOR e missionario in odore di santità. Hamilton, intenzionato a passare al setaccio i conti della banca vaticana nella speranza di trovare delle irregolarità sfuggite al rivale, decide di ricorrere all’aiuto del giovane gesuita Alessio Macchia e del fratello di quest’ultimo, Giovanni, un avvocato specializzato in questioni finanziarie. Allo stesso modo Vignale manda in Sudafrica monsignor Freschi alla ricerca di qualche scheletro nell’armadio di Hamilton. Mentre la squadra della polizia di cui fa parte anche Laura, compagna di Giovanni, indaga sull’attentato, lo scenario si complica, rivelando poco alla volta legami tanto impensabili quanto inquietanti.

    L’opzione di Dio, terzo romanzo dell’avvocato Pietro Caliceti, è un thriller di sicuro fascino, sorretto da un buon ritmo complessivo che culmina in un finale al cardiopalma. Ambientazioni e personaggi sono costruiti con perizia; pure i risvolti della vicenda principale sono coerenti, rivelando il talento di un autore che mostra di essere a proprio agio con la materia trattata, tra delitti, questioni legali e operazioni finanziarie poco pulite. Anche se si incontrano brani caratterizzati da una volgarità che appare un po’ troppo gratuita e ogni tanto i dialoghi scadano in “spiegoni” scarsamente credibili, la tensione è così ben congeniata che il romanzo si fa leggere tutto d’un fiato nell’ansia di trovare il senso di una storia sempre più contorta e oscura.




    Al lettore tocca seguire diverse piste che si intrecciano: alle indagini di Laura e dei suoi colleghi si affiancano, come in uno specchio, quelle simili ma opposte dei fratelli Macchia e di monsignor Freschi. A ciò si aggiunge la politica vaticana, con i suoi intrighi, i giochi di potere e i botta e risposta tra Hamilton e Vignale. Lo sfondo è un mondo sporco, cinico, dove, al netto di momenti radiosi in cui si rivela il bene, a trionfare è più che altro la miseria degli uomini. Persino la Chiesa è avviluppata in una crisi apparentemente senza speranza d’uscita, lacerata all’interno e indebolita dagli attacchi esterni.

    Da qui deriva la nostalgia per una Fede autentica che muove le azioni dei Macchia e di Freschi, e che si sostanzia in quel titolo, L’opzione di Dio, che rimanda ai due stendardi evocati negli esercizi ignaziani. A ognuno dei protagonisti toccherà quindi fare una scelta tra bene e male, tra verità e menzogna, una scelta che non mancherà di segnare il loro destino.

    Il libro: Pietro Caliceti, L’opzione di Dio, Baldini+Castoldi, Milano, 2020, 416 pagine, 19 Euro.

  6. #216
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    Predefinito Re: Segnalazioni editoriali

    La qualità delle cose destinate a cadere o perire: una conferenza – intervista di Alessio Toniolo

    Eccovi l’audio della 687° conferenza di formazione militante a cura della CAP dell’Università Cattolica del Sacro Cuore in Milano. Piergiorgio Seveso, presidente SQE di Radio Spada, introduce e intervista Alessio “Augusto” Toniolo, poeta e autore di una recente uscita libraria per le edizioni Radio Spada nella collana “L’osteria volante”.


  7. #217
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    Predefinito Re: Segnalazioni editoriali

    [Segnalazione libraria] “La notte in cui Carletto non cantò”: Umberto Folena sulle orme di Chesterton e Guareschi



    DESCRIZIONE

    Ogni notte, immancabilmente, il gallo Carletto cantava. Ma quella notte, e le notti seguenti, non cantò; e all’alba seguente apparivano su muri e serrande di Tretronchi misteriose lettere scarlatte…

    Il parroco don Ulisse con la sorella Elvezia, il sindaco Achille con la figlia Alice, il barbiere Tarcisio, il vecchio Bortolo e le suore Leopoldine, e i potenti del paese, Bragadin e il Cavaliere… Sono dozzine gli abitanti di Tretronchi, borgo immaginario del Veneto pedemontano, che affollano il primo romanzo di Umberto Folena. Si incontrano, si scontrano e affrontano piccole grandi imprese, raccontate con affetto e umorismo.

    Graffiante e sferzante, ma al contempo delicato e umanissimo, La notte in cui Carletto non cantò si risolve in un commovente abbraccio dell’esistenza, al fondo positiva pur con tutti i suoi spigoli, che condivide con le migliori opere di Chesterton e Guareschi uno sguardo così umile che non trova requie se non nella Verità.

    BIOGRAFIA DELL’AUTORE

    Umberto Folena (Firenze, 1956), giornalista, è stato per oltre trent’anni inviato speciale e caporedattore del quotidiano «Avvenire». È autore di più di venti libri tra biografie e saggi.

    Il libro: Umberto Folena, La notte in cui Carletto non cantò, Ancora, Milano, 2022, 144 pagine, Euro 13,30.

    Link all’acquisto: https://www.ancoralibri.it/scheda-li...5388-6129.html

  8. #218
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    Predefinito Re: Segnalazioni editoriali

    [Segnalazione letteraria] “Parade’s End”: la straordinaria saga di Ford Madox Ford sulla Grande Guerra. Vol. 1 “Alcuni no…”





    Ford Madox Ford è un autore semisconosciuto in Italia, ricordato solamente per il romanzo Il buon soldato e per aver firmato una delle più interessanti biografie dedicate all’amico Joseph Conrad. Eppure, basterebbe menzionare il fatto che fu una figura di riferimento per grandi scrittori del Novecento britannico quali Graham Greene ed Evelyn Waugh, per intuire come la sua corposa bibliografia, al netto dei naturali alti e bassi, meriti perlomeno qualche attenzione in più.

    Ford (1873-1939) crebbe in un ambiente vittoriano, respirando gli aromi della cultura preraffaellita. Parente dei Rossetti, il nonno era il pittore Ford Madox Brown e sin dalla giovinezza venne incoraggiato a scrivere, arrivando a pubblicare il suo primo libro all’invidiabile età di diciotto anni. In seguito, data la comune passione per le nuove tecniche narrative, collaborò per un periodo con Conrad alla stesura di qualche romanzo. La sua affabilità lo rese intimo di numerosi artisti e intellettuali, tra cui Henry James, Thomas Hardy, H. G. Wells, James Joyce, Ernest Hemingway ed Ezra Pound, e si dimostrò un leale suddito di sua maestà quando, ormai più che quarantenne, fece la sua parte nella Prima Guerra Mondiale arruolandosi come volontario.

    Per quanto concerne il versante religioso, una questione che fa occasionalmente capolino nelle sue opere migliori, Ford si era convertito al cattolicesimo, appena maggiorenne, durante un soggiorno a Parigi. Ciononostante, per tutta la vita si accostò ai sacramenti solo di rado e sul letto di morte non cercò nemmeno il conforto di un sacerdote. Sebbene fosse devoto alla Madonna e ammirasse l’organizzazione ecclesiastica, la verità è che lo scrittore non riuscì mai a sfuggire alla tentazione di ridurre la fede a un semplice sistema filosofico.

    Tornando alla letteratura, se la miglior prova dello sperimentalismo fordiano, punto di contatto tra il gusto tardo ottocentesco e la stagione modernista, è Il buon soldato (1915), altrettanto significativa è la tetralogia Parade’s End (1924-1928), mai apparsa per intero in traduzione italiana fino a un paio d’anni fa, quando la piccola e meritoria casa editrice Landscape Books si è fatta carico di portare all’attenzione dei lettori della Penisola quella che rimane una delle più belle saghe ambientate sullo sfondo della Grande Guerra. Per il momento sono stati pubblicati solo tre libri, con il quarto in uscita a breve.

    Nel primo volume, intitolato Alcuni no…, Ford introduce i personaggi principali e abbozza i contorni di un triangolo amoroso destinato a dipanarsi, senza soluzione di continuità, fino alla conclusione della saga.

    Il giovane Christopher Tietjens, proveniente da una famiglia aristocratica dello Yorkshire, possiede una mente geniale e perciò pare avviato verso una brillante carriera ministeriale. A lui, in realtà, gli onori non interessano granché, preferendo piuttosto fare sempre la cosa giusta, cercando di essere disponibile e generoso con chiunque. In un mondo dominato dalla meschinità e dai pettegolezzi, un simile atteggiamento, paradossalmente, non porta a nulla di buono: al di là delle voci ingiuriose che circolano sul suo conto, la moglie, la bellissima e perfida Sylvia, non si fa troppi scrupoli a tradirlo. A scompaginare le carte di un’esistenza votata all’infelicità ci pensa però l’incontro inaspettato con l’affascinante suffragetta Valentine Wannop e, soprattutto, lo scoppio della Prima Guerra Mondiale.

    Gli eventi di Alcuni no… non sono narrati in ordine rigorosamente cronologico, ma procedono frammentariamente, intervallando fughe in avanti a riposizionamenti a ritroso. Ogni capitolo è un mosaico che si compone poco alla volta, spesso trovando la sua piena chiarificazione solo dopo parecchie pagine. Ne risulta, nel complesso, una lettura non facilissima, che sulle prime può lasciare abbastanza confusi, ma che alla lunga conquista per la prosa scoppiettante, levigata, vivacizzata da dialoghi che alternano la satira al dramma, lo strampalato alla riflessione profonda, il banale all’essenziale. In ciò si scorgono le tracce di un Ronald Firbank – in particolare nei momenti in cui l’assurdo tocca i suoi picchi massimi – e qualcosa del futuro Waugh, che da Parade’s End attinse a piene mani per la sua trilogia Sword of Honour, trovando ispirazione tanto nei personaggi (il marito tradito, il figlio illegittimo…) quanto nei temi principali (la guerra, la religione, il declino dell’aristocrazia…)

    Allo stesso modo la caratterizzazione dei protagonisti non è mai superficiale. Ford scongiura il pericolo di ridurre la trama a un banale e prevedibile scontro tra una femme fatale e una donna angelica, donando sia a Sylvia che a Valentine una loro profonda complessità, con pregi, limiti e contraddizioni che mutano ulteriormente con l’inizio della guerra. Ad esempio, se la fede cattolica della moglie di Tietjens rivela, al fondo, degli scrupoli insospettabili, la signorina Wannop appare un po’ troppo ingenua quando si mostra incline a credere a certe scempiaggini che vengono dette sul conto di Christopher. Attorno a loro, a sottolineare un clima di generale decadenza, si agita poi tutto un nugolo di figure goffe e ipocrite, che vanno dal debole Macmaster, all’ottuso generale Campion, fino ad arrivare alla viscida signora Duchemin.

    Nel 2012 da Parade’s End è stata tratta una miniserie televisiva di successo con Benedict Cumberbatch, Rebecca Hall e Adelaide Clemens nei panni dei protagonisti. Ciò non fa altro che confermare l’indiscutibile fascino di una tetralogia che, a quasi un secolo dalla sua pubblicazione originale, continua a smuovere l’animo di chi vi si accosta per la prima volta.

    Il libro: Ford Madox Ford, Parade’s End Vol. I, Alcuni no…, Landscape Books, 2020, 376 pagine, Euro 19,90.

    Link all’acquisto: https://www.landscape-books.com/alcuni-no.html (il volume è disponibile anche su Amazon e negli altri siti analoghi di commercio online)

  9. #219
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    Predefinito Re: Segnalazioni editoriali

    [Novità in libreria] “Voci dall’Altrove” di Roger Pater ed “Epilogo” di Pietro Ferrari: letture autunnali tra storie di fantasmi e distopie



    a cura di Luca Fumagalli

    Sono particolarmente lieto di segnalare la pubblicazione di due libri singolarmente illuminanti. Il primo, Voci dall’Altrove, di cui ho curato la prefazione, è la raccolta di alcuni racconti del soprannaturale firmata dal benedettino inglese Roger Pater, mentre il secondo, Epilogo, è una distopia dal sapore agrodolce scritta dall’amico Pietro Ferrari, avvocato e polemista di vaglia.

    Robert Hugh Benson non è stato l’unico sacerdote a dilettarsi con le storie del soprannaturale tra il XIX e il XX secolo: il benedettino Roger Pater è uno di quegli affascinanti sacerdoti scrittori che hanno popolato il cattolicesimo britannico. Questo volume, che dimostra la diffusione delle storie di fantasmi nell’Inghilterra tardovittoriana, raccoglie i suoi racconti per la prima volta tradotti in italiano. Protagonista di tutte le vicende è Philip Rivers Pater, personaggio fittizio che l’autore immagina essere suo cugino, anche lui sacerdote e facoltoso signorotto di campagna, dotato di capacità extrasensoriali e “ricettore” di avventure soprannaturali. I temi preferiti sono il tentativo delle anime del purgatorio di comunicare con i vivi, le possessioni e la stregoneria, ma i racconti vedono anche l’irruzione nel presente di un passato fatto di leggi penali, persecuzioni anticattoliche e martiri: le manifestazioni sono riconducibili a particolari luoghi e oggetti con cui i personaggi entrano in contatto, scatenando nelle loro menti visioni di aguzzini protestanti e di preti impauriti costretti a celebrare messa clandestinamente.

    R. PATER, Voci dall’Altrove, Gondolin, Verona, 2022, pp. 224, Euro 19 (il librò sarà disponibile in formato cartaceo a partire dal 30 settembre)

    Link all’acquisto: https://www.edizionigondolin.com/2016/04/blog-post_12.html#!/Voci-dallAltrove/p/494119015/category=18911001

    Epilogo


    Dopo il preludio e l’interludio di una preistoria ucronica, pubblicate in un primo momento separatamente ma poi edite sotto lo stesso titolo, Cento di questi anni, Pietro Ferrari ci propone il sequel distopico Epilogo, nel quale il cammino visionario di Alburno ed Ariel prosegue all’insegna della scoperta di avvenimenti che hanno caratterizzato epoche molto lontane dalla loro dimensione. Questo viaggio, molto particolare, viene organizzato nei minimi dettagli: con l’ausilio di tecniche neurologiche innovative, grazie alle quali, controllando la realtà virtuale, si riesce ad interagire con il cervello attraverso procedimenti sofisticati e altamente complessi. Quel che ne deriva è uno stato pressoché indefinito: tra realtà e finzione, utopia e distopia. Il romanzo di Pietro Ferrari è un’attenta e sofisticata rivalutazione del secolo XX e XXI dalla quale si evince il dramma della solitudine dell’uomo moderno, eternamente compresso tra i dogmi e le artificiosità del pensiero. Il suo timore incessante è lo stesso di Alburno: quello di perdere il contatto con il passato, con i ricordi, la paura della dimenticanza. Con questa ultima pubblicazione il viaggio distopico volge al termine, ma la lotta dell’uomo verso i suoi simili non termina mai.

    P. FERRARI, Epilogo, Europa Edizioni, Roma, 2022, pp. 106, Euro 12,90.

    Link all’acquisto: https://www.europaedizioni.com/prodotti/epilogo-pietro-ferrari/

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    [Novità in libreria] “Alla scoperta della Terra di Mezzo”: il mondo di Tolkien nell’ultimo saggio di Paolo Nardi



    di Luca Fumagalli

    A mezzo secolo dalla scomparsa di J. R. R. Tolkien, il suo legendarium seguita ad essere apprezzato in tutto il mondo, con numerosi nuovi lettori che ogni anno si aggiungono alla folta schiera degli appassionati di vecchia data. Chi ha avuto la fortuna di immergersi con gusto tra le pagine degli scritti del professore di Oxford finisce inevitabilmente per pensarla come C. S. Lewis, il quale, all’epoca della pubblicazione de Il Signore degli Anelli, commentò: «È troppo originale, troppo ricco perché lo si possa giudicare a una prima lettura. Ma sappiamo che ci ha regalato qualcosa: non siamo più le stesse persone».

    Uno degli aspetti più affascinanti dell’universo tolkieniano è proprio la sua dimensione mitica e fantastica che, paradossalmente, permette di comprendere meglio, a un’adeguata distanza, quello straordinario dono che è la vita, con il suo quotidiano di infinite contraddizioni. Ha perciò ragione Tom Shippey quando segnala che con la sua opera Tolkien stava facendo qualcosa di molto comune fra i romanzieri del Novecento: nel ruolo di sub-creatore, raccontava di mondi e creature che non esistono, non per ignorare la realtà, ma per guardarla in un modo nuovo. Del resto nel legendarium vengono affrontati temi universali quali il potere, l’amore, l’ignoto, la vita e la morte, questioni radicali dell’essere umano, destinate a non passare mai di moda.

    Nel corso degli anni sono state avanzate svariate interpretazioni dei lavori di Tolkien, non di rado contraddittorie, frutto di letture parziali o ideologiche, tanto che c’è pure chi è arrivato all’estremo di denunciarli come un manifesto maschilista, fascista e razzista. D’altro canto, troppo spesso il professore è stato trattato dagli estimatori alla stregua di un santino, ridotto, nel peggiore dei casi, a un serbatoio di slogan e frasi d’effetto a buon mercato. In Italia, poi, il travisamento a scopi politici è una regola, e purtroppo una lettura de Lo Hobbit o de Il Signore degli Anelli sgombra dai pregiudizi, che tenga solamente conto della visione di Tolkien, pare ancora molto difficile.



    È proprio dal desiderio di percorrere questa strada tortuosa, di ridare dignità al legendarium, che nasce Alla scoperta della Terra di Mezzo di Paolo Nardi, traduzione cartacea di alcune conferenze e di una serie di video già apparsi sul canale YouTube dell’autore.

    Basandosi su una vasta bibliografia critica, Nardi riesce nella complicata operazione di portare in primo piano i testi tolkieniani, offrendo di essi un’interpretazione convincente, in grado di mostrare i limiti di certe esegesi miopi e partigiane. Pur da cattolico, resiste inoltre alla tentazione di vedere in ogni particolare tracce della fede di Tolkien e, allo stesso tempo, è capace di svelare tutta la complessità della Terra di Mezzo, frutto di una scrittura che è qualcosa di molto più profondo del semplice stilare manifesti da nostalgico del passato o sussidi per il catechismo.

    Dopo una prima parte in cui si parla della fiaba e del linguaggio – la molla che diede a Tolkien la spinta per darsi alla narrativa –, il saggio di Nardi si dilunga sul rapporto tra Mondo primario e Mondo secondario, dedicando pure diverse pagine al confronto tra la vecchia traduzione de Il Signore degli Anelli firmata dall’Alliata e quella di Fatica. Si passa quindi alla disamina di alcuni aspetti peculiari del legendarium quali la magia, la natura degli antagonisti, la concezione del potere e le caratteristiche delle varie razze che compongono la Terra di Mezzo, per poi terminare con una galleria dei personaggi secondari più accattivanti, a partire da Tom Bombadil, la cui natura è notoriamente sfuggente.

    Alla scoperta della Terra di Mezzo, con prefazione di Claudio Antonio Testi, si dimostra dunque una guida preziosissima e utile. A questo punto c’è solo da sperare che Paolo Nardi, già autore di Leggiamo insieme il Signore degli Anelli (2020) e Leggiamo insieme Lo Hobbit (2021), possa regalarci altri libri così, godibili e intelligenti, magari per analizzare ancora più nel dettaglio il vasto e complesso universo letterario nato dalla penna di quel genio indiscusso che fu Tolkien.

    Il libro: Paolo Nardi, Alla scoperta della Terra di Mezzo: mito, linguaggio e potere nell’opera di J. R. R. Tolkien, Fede & Cultura, Verona, 2023, pp. 326, Euro 22.

    Link all’acquisto: https://fedecultura.com/products/alla-scoperta-della-terra-di-mezzo

 

 
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