Mousavi chiede di annullare il voto
Gli Stati Uniti: dubbi sulla regolarità
Il vicepresidente Usa Biden frena:
"Tempo per valutare la correttezza".
Ahmadinejad assicura: tutto regolare
TEHERAN
Il vicepresidente degli Stati Uniti Joe Biden ha espresso subbi sulla correttezza delle elezioni presidenziali iraniane, aggiungendo che occorrerà un pò di tempo prima di capire se il voto è stato libero e corretto come sostengono le autorità di Teheran.
Biden ha parlato dell’Iran durante il talk show domenicale della Nbc, "Meet the Press", precisando che la linea di Washington comunque non cambia. Gli obiettivi rimangono gli stessi: impedire che l’Iran possa dotarsi dell’arma nucleare ed evitare che appoggi il terrorismo internazionale. Ieri, il portavoce della Casa Bianca Robert Gibbs aveva detto che «come il resto del mondo siamo rimasti colpiti dal vigoroso dibattito e dall’entusiasmo generato dalle elezioni in Iran particolarmente tra i giovani», aggiungendo: «Continuiamo a controllare da vicino l’intera situazione comprese le notizie di irregolarità ».
In Iran intanto continuano le proteste a Teheran con decine di arresti nelle fila dell'opposizione. Il candidato sconfitto alle presidenziali iraniane, Mir Hossein Mousavi, ha chiesto formalmente al Consiglio dei guardiani della costituzione (l’autorità ultima incaricata di confermare la validità di qualsiasi scrutinio) l’annullammento delle elezioni per irregolarità. I membri del Consiglio sono tuttavia nominati direttamente e indirettamente dalla guida suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei, che ieri si è rallegrato per la rielezione del presidente Mahmoud Ahmadinejad. Lo stesso presidente intanto minimizza le proteste seguite alla sua rielezione, paragonando la rabbia dei manifestanti a quella di una «partita di calcio».
Ahmadinejad ha difeso il risultato uscito dalle urne, definendolo «autentico e libero». «Quasi 40 milioni di persone hanno preso parte al processo elettorale. Il sistema elettorale iraniano è preciso. Fino ad ora non ho visto nessuno presentare prove. Hanno solo detto che il risultato andava contro le loro aspettative - ha detto Ahmadinejad nella prima conferenza stampa tenuta dopo la sua rielezione - alcuni pensavano di poter vincere e poi si sono arrabbiati. Questo non ha alcuna credibilità. Si tratta di passioni come quelle che seguono una partita di calcio. Non sono importanti dal mio punto di vista. Il divario tra i miei voti e quelli conquistati dagli altri è troppo ampio e nessuno può metterlo in dubbio».
Il presidente iraniano taglia corto: «In Iran, le elezioni sono state autentiche e libere. Il voto rafforzerà il potere del Paese e il suo futuro». Il suo principale avversario alla presidenza, il riformatore Hossein Mousavi, ha accusato le autorità iraniane di brogli elettorali. Stando ai risultati ufficiali, Ahmadinejad ha ottenuto il 62,6% delle preferenze contro il 33,7% per Mousavi. L’annuncio dei dati definiti è stato seguito da violenti scontri tra sostenitori del fronte riformista e agenti di polizia nelle strade di Teheran. Ahmadinejad ha quindi accusato i media stranieri di aver lanciato «una guerra psicologica» contro il Paese e ha presentato la propria vittoria come uno scacco per «il sistema oppressore» che governa il mondo: «Oltre l’84% di affluenza rappresenta il principale affronto per il sistema oppressivo che governa il mondo. È finita l’era in cui pochi paesi prendevano decisioni per il resto del mondo. Il popolo iraniano resisterà a quanti vogliono ostacolare il cammino del progresso della nazione iraniana». Nel corso della conferenza stampa, Ahmadinejad ha inoltre dichiarato che il dossier nucleare iraniano appartiene «al passato», annunciando la disponibilità del suo governo ad avviare «uno studio globale per il disarmo nucleare nel mondo».