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Discussione: Punti Fermi

  1. #1
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    Predefinito Punti Fermi

    Professione di Fede Cattolica

    Ego N. firma fide credo et profiteor omnia et singula, quae continentur in symbolo fidei, quo sancta Romana Ecclesia utitur, videlicet:


    Io N. con fede sicura credo e professo tutto e singolarmente quanto è contenuto nel simbolo di fede di cui fa uso la santa romana Chiesa, cioè:

    Credo in unum Deum, Patrem omnipotentem, factorem coeli et terræ, visibilium omnium et invisibilium. Et in unum Dominum Jesum Christum, Filium Dei unigenitum. Et ex Patre natum ante omnia sæcula. Deum de Deo, lumen de lumine, Deum verum de Deo vero. Genitum, non factum, consubstantialem Patri: per quem omnia facta sunt. Qui propter nos homines, et propter nostram salutem fdescendit de coelis. Et incarnatus est de Spiritu Sancto ex Maria Virgine: et homo factus est. Crucifixus etiam pro nobis; sub Pontio Pilato passus, et sepultus est. Et resurrexit tertia die, secundum Scripturas. Et ascendit in coelum: sedet ad desteram Patris. Et iterum venturus est cum gloria judicare vivos et mortuos: cujus regni non erit finis. Et in Spiritum Sanctum, Dominum et vivificantem: qui ex Patre Filioque procedit. Qui cum Patre, et Filio simul adoratur et conglorificatur: qui locutus est per Prophetas. Et unam, sanctam, catholicam et apostolicam Ecclesiam. Confiteor unum baptisma in remissionem peccatorum. Et exspecto resurrectionem mortuorum. Et vitam venturi sæculi. Amen.


    Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, Creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili ed invisibili; ed in un solo Signore Gesù Cristo, Figlio unigenito di Dio, e nato dal Padre prima di tutti i secoli, Dio da Dio, luce da luce, Dio vero da Dio vero, generato, non fatto, consustanziale al Padre; per mezzo di lui furono create tutte le cose; egli per noi uomini e per la nostra salvezza discese dai cieli, e s'incarnò per opera dello Spirito Santo da Maria Vergine, e si fece uomo; fu anche crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, patì e fu sepolto; e risuscitò il terzo giorno secondo le Scritture, e salì al cielo, siede alla destra del Padre, e tornerà di nuovo con gloria a giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà mai fine; (credo) nello Spirito Santo, Signore e vivificante, che procede dal Padre e dal Figlio; il quale è adorato e glorificato insieme col Padre e col Figlio; il quale parlò per mezzo dei profeti; e (credo) nella Chiesa una, santa cattolica e apostolica. Professo esservi un solo Battesimo per la remissione dei peccati, ed aspetto la resurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.


    Apostolicas et ecclesiasticas traditiones reliquasque eiusdem Ecdesiae observationes et constitutiones firmissime admitto et amplector. Item sacram Scripturam iuxta eum sensum, quem tenuit et tenet sancta mater Ecclesia, cuius est iudicare de vero sensu et interpretatione sacrarum Scripturarum admitto, nec eam umquam, nisi iuxta unanimem consensum patrum accipiam et interpretabor.


    Fermissimamente ammetto ed accetto le tradizioni ecclesiastiche e le altre osservanze e costituzioni della stessa Chiesa. Ammetto pure la sacra Scrittura secondo l'interpretazione che ne ha dato e ne dà la santa madre Chiesa, alla quale compete giudicare del senso genuino e dell'interpretazione delle sacre Scritture, né mai l'intenderò e l'interpreterò se non secondo l'unanime consenso dei padri.


    Profiteor quoque septem esse vere et proprie sacramenta Novae Legis a Iesu Christo Domino nostro instituta atque ad salutem humani generis, licet non omnia singulis necessaria, scilicet Baptimam, Confirmationem, Eucharistiam, Poenitentiam, extremam Unctionem, Ordinem et Matrimonium, illaque gratiam conferre, et ex his Baptismum, Confirmationem et Ordinem sine sacrilegio reiterari non posse. Receptos quoque et adprobatos Ecclesiae catholicae ritus in supradictorum omnium sacramentorum sollemni administratione recipio et admitto.


    Confesso anche che sono sette i veri e propri sacramenti della Nuova Legge istituiti da Gesù Cristo nostro Signore e necessari, sebbene non tutti a tutti, per la salvezza del genere umano, cioè: battesimo, confermazione, eucaristia, penitenza, estrema unzione, ordine e matrimonio; e che infondono la grazia, e che di essi il battesimo, la confermazione e l'ordine non si possono reiterare senza sacrilegio. Accetto e riconosco inoltre i riti ammessi ed approvati della Chiesa cattolica per la solenne amministrazione di tutti i sacramenti sopra elencati.


    Omnia et singola, quae de peccato originali et de iustificatione in sacrosancta Tridentina synodo definita et declarata fuerunt, amplector et recipio.


    Accolgo e accetto in ogni parte tutto quanto è stato definito e dichiarato nel sacrosanto concilio di Trento riguardo il peccato originale e la giustificazione.


    Profiteor pariter in missa offerri Deo verum, proprium et propitiatorium sacrificium pro vivis et defunctis, atque in sanctissimo Eucharistiae sacramento esse vere, realiter et substantialiter corpus et sanguinem una cum anima et divinitate Domini nostri Iesu Christi, fierique conversionem totius substantiae panis in corpus, et totius substantiae vini in sanguinem, quam conversionem catholica Ecclesia transsubstantiationem ap pellat. Fateor etiam sub altera tantum specie totum atque integrum Christum verumque sacramentum sumi.


    Parimenti credo che nella messa viene offerto a Dio un sacrificio vero, proprio e propiziatorio per i vivi e i defunti, e che nel santissimo sacramento dell'eucaristia c'è veramente, realmente e sostanzialmente il corpo e il sangue assieme all'anima e alla divinità di nostro Signore Gesù Cristo, e che avviene la conversione di tutta la sostanza del pane in corpo e di tutta la sostanza del vino in sangue, la qual conversione la Chiesa cattolica chiama transustanziazione. Confesso anche che sotto una sola specie si riceve tutto integro Cristo e un vero sacramento.


    Constanter teneo purgatorium esse, animasque ibi detentas fidelium suffragiis iuvari; similiter et sanctos una cum Christo regnantes venerandos atque invocandos esse, eosque orationes Deo pro nobis offerre, atque eorum reliquias esse venerandas. Firmiter assero, imagines Christi ac Deiparae semper virginis, nec non aliorum sanctorum, habendas et retinendas esse, atque eis debitum honorem ac venerationem impertiendam; indulgentiarum etiam potestatem a Christo in Ecclesia relictam fuisse, illarumque usum Christiano populo maxime salutarem esse affirmo.


    Ritengo senza esitazione che esiste il purgatorio e che le anime ivi rinchiuse sono aiutate dai suffragi dei fedeli; similmente poi che si devono venerare e invocare i santi che regnano con Cristo, che essi offrono a Dio le loro preghiere per noi e che le loro reliquie devono essere venerate. Dichiaro fermamente che si possono ritrarre e ritenere le immagini di Cristo e della sempre vergine Madre di Dio, come pure degli altri santi, e che ad esse si deve tributare l'onore dovuto e la venerazione. Affermo inoltre che da Cristo è stato conferito alla Chiesa il potere delle indulgenze e che il loro uso è della massima utilità al popolo cristiano.


    Sanctam catholicam et apostolicam Romanam Ecclesiam omnium Ecclesiatum matrem et magistram agnosco; Romanoque pontifici, beati Petri apostolorum principis successori ac Iesu Christi vicario veram oboedientiam spondeo ac iuro.


    Riconosco la santa, cattolica ed apostolica Chiesa romana come madre e maestra di tutte le Chiese, e prometto e giuro obbedienza al romano Pontefice, successore di san Pietro principe degli apostoli e vicario di Gesù Cristo.


    Cetera item omnia a sacris canonibus et oecumenicis conciliis, ac praecipue a sacrosaneta Tridentina synodo [et ab oecumenico concilio Vaticano, tradita, definita ac declarata, praesertim de Romani pontificis primatu et infallibili magisterio], indubitanter recipio atque profiteor; simulque contraria omnia, atque haereses quascumque ab Ecclesia damnatas et reiectas et anathematizatas ego pariter damno, reicio et anathematizo.


    Accetto e professo ancora senza dubbi tutte le altre cose insegnate, definite e dichiarate dai sacri canoni e in particolare dal sacrosanto concilio di Trento [e dal concilio ecumenico Vaticano] [specialmente quanto al primato e al magistero infallibile del romano Pontefice]: nel contempo anch'io condanno, rigetto e anatematizzo tutte le dottrine contrarie e qualunque eresia condannata, rigettata ed anatematizzata dalla Chiesa.


    Hanc veram catholicam fidem, extra quam nemo salvus esse potest, quam in praesenti sponte profiteor et veraciter teneo, eamdem integram et immaculatam usque ad extremum vitae spiritum constantissime, Deo adiuvante, retinere et confiteri atque a meis subditis vel illis, quorum cura ad me in munere meo spectabit, teneri, doceri et praedicari, quantum in me erit, curaturum, ego idem N. spondeo, voveo ac iuro: sic me Deus adiuvet, et haec sancta Dei Evangelia.


    Io N. prometto, mi impegno e giuro, con l'aiuto di Dio, di mantenere e conservare tenacissimamente integra ed immacolata fino all'ultimo respiro di vita questa stessa vera fede cattolica, fuori della quale nessuno può essere salvo, che ora spontaneamente professo e ammetto con convinzione, e di procurare, per quanto sta in me, che sia ritenuta, insegnata e predicata ai miei soggetti e a coloro di cui mi sarà affidata la cura nel mio ministero. Così faccio voto, così prometto e giuro; così mi aiutino Dio e questi santi Vangeli di Dio

  2. #2
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    Predefinito Riferimento: Punti Fermi

    IL GIURAMENTO ANTIMODERNISTA
    Acta Apostolicæ Sedis, 1910, pp. 669-672

    IO (NOME). fermamente accetto e credo in tutte e in ciascuna delle verità definite, affermate e dichiarate dal magistero infallibile della Chiesa, soprattutto quei principi dottrinali che contraddicono direttamente gli errori del tempo presente.
    Primo: credo che Dio, principio e fine di tutte le cose, può essere conosciuto con certezza e può anche essere dimostrato con i lumi della ragione naturale nelle opere da lui compiute (cf Rm 1,20), cioè nelle creature visibili, come causa dai suoi effetti.

    Secondo: ammetto e riconosco le prove esteriori della rivelazione, cioè gli interventi divini, e soprattutto i miracoli e le profezie, come segni certissimi dell'origine soprannaturale della religione cristiana, e li ritengo perfettamente adatti a tutti gli uomini di tutti i tempi, compreso quello in cui viviamo.

    Terzo: con la stessa fede incrollabile credo che la Chiesa, custode e maestra del verbo rivelato, è stata istituita immediatamente e direttamente da Cristo stesso vero e storico mentre viveva fra noi, e che è stata edificata su Pietro, capo della gerarchia ecclesiastica, e sui suoi successori attraverso i secoli.

    Quarto: accolgo sinceramente la dottrina della fede trasmessa a noi dagli apostoli tramite i padri ortodossi, sempre con lo stesso senso e uguale contenuto, e respingo del tutto la fantasiosa eresia dell'evoluzione dei dogmi da un significato all'altro, diverso da quello che prima la Chiesa professava; condanno similmente ogni errore che pretende sostituire il deposito divino, affidato da Cristo alla Chiesa perché lo custodisse fedelmente, con una ipotesi filosofica o una creazione della coscienza che si è andata lentamente formando mediante sforzi umani e continua a perfezionarsi con un progresso indefinito.

    Quinto: sono assolutamente convinto e sinceramente dichiaro che la fede non è un cieco sentimento religioso che emerge dall'oscurità del subcosciente per impulso del cuore e inclinazione della volontà moralmente educata, ma un vero assenso dell'intelletto a una verità ricevuta dal di fuori con la predicazione, per il quale, fiduciosi nella sua autorità supremamente verace, noi crediamo tutto quello che il Dio personale, creatore e signore nostro, ha detto, attestato e rivelato.

    Mi sottometto anche con il dovuto rispetto e di tutto cuore aderisco a tutte le condanne, dichiarazioni e prescrizioni dell'enciclica Pascendi e del decreto Lamentabili, particolarmente circa la cosiddetta storia dei dogmi.

    Riprovo altresì l'errore di chi sostiene che la fede proposta dalla Chiesa può essere contraria alla storia, e che i dogmi cattolici, nel senso che oggi viene loro attribuito, sono inconciliabili con le reali origini della religione cristiana.

    Disapprovo pure e respingo l'opinione di chi pensa che l'uomo cristiano più istruito si riveste della doppia personalità del credente e dello storico, come se allo storico fosse lecito difendere tesi che contraddicono alla fede del credente o fissare delle premesse dalle quali si conclude che i dogmi sono falsi o dubbi, purché non siano positivamente negati.

    Condanno parimenti quel sistema di giudicare e di interpretare la sacra Scrittura che, disdegnando la tradizione della Chiesa, l'analogia della fede e le norme della Sede apostolica, ricorre al metodo dei razionalisti e con non minore disinvoltura che audacia applica la critica testuale come regola unica e suprema.

    Rifiuto inoltre la sentenza di chi ritiene che l'insegnamento di discipline storico-teologiche o chi ne tratta per iscritto deve inizialmente prescindere da ogni idea preconcetta sia sull'origine soprannaturale della tradizione cattolica sia dell'aiuto promesso da Dio per la perenne salvaguardia delle singole verità rivelate, e poi interpretare i testi patristici solo su basi scientifiche, estromettendo ogni autorità religiosa e con la stessa autonomia critica ammessa per l'esame di qualsiasi altro documento profano.

    Mi dichiaro infine del tutto estraneo ad ogni errore dei modernisti, secondo cui nella sacra tradizione non c'è niente di divino o peggio ancora lo ammettono ma in senso panteistico, riducendolo ad un evento puro e semplice analogo a quelli ricorrenti nella storia, per cui gli uomini con il proprio impegno, l'abilità e l'ingegno prolungano nelle età posteriori la scuola inaugurata da Cristo e dagli apostoli.

    Mantengo pertanto e fino all'ultimo respiro manterrò la fede dei padri nel carisma certo della verità, che è stato, è e sempre sarà nella successione dell'episcopato agli apostoli (1), non perché si assuma quel che sembra migliore e più consono alla cultura propria e particolare di ogni epoca, ma perché la verità assoluta e immutabile predicata in principio dagli apostoli non sia mai creduta in modo diverso né in altro modo intesa (2).

    Mi impegno ad osservare tutto questo fedelmente, integralmente e sinceramente e di custodirlo inviolabilmente senza mai discostarmene né nell'insegnamento né in nessun genere di discorsi o di scritti. Così prometto, così giuro, così mi aiutino Dio e questi santi Vangeli di Dio.


    1 IRENEO, Adversus haereses, 4, 26, 2: PG 7, 1053.
    2 TERTULLIANO, De praescriptione haereticorum, 28: PL 2, 40.

  3. #3
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    Predefinito Riferimento: Punti Fermi

    1- Dogma di fede, dogma di fede cattolica, dogma di fede divina e cattolica: può essere un dogma solennemente definito da un papa o da un concilio generale (esempio: l'immacolata concezione, il sacrificio della messa, la giurisdizione del papa definita al Concilio Vaticano del 1870) oppure un dogma in virtù del magistero ordinario, inserito nei documenti ufficiali o nei simboli (ad esempio: l'assenza di qualsiasi errore nella sacra scrittura, il Simbolo di Sant'Atanasio). - Assenso dovuto a questi dogmi: assoluto alla luce della fede divina. - Chi lo nega: incappa nell'anatema e pronuncia un'eresia contro la fede divina, fa peccato mortale diretto contro la fede, deve subire una pena canonica.

    2- Verità di fede ecclesiastica definita: una materia non contenuta nella scrittura ma definita "ex cathedra" come da tenersi (esempio: la comunione dei fedeli sotto una sola specie, il sacramento della cresima, gli ordini minori). - Assenso dovuto a queste verità: assoluto alla luce della fede ecclesiastica. - Chi lo nega: incappa nell'anatema e pronuncia un'eresia contro la fede ecclesiastica, fa peccato mortale diretto contro la fede, deve subire una pena canonica. nota: vi è una forte tendenza teologica che mira a far considerare le verità di fede ecclesiastica come niente altro che verità di fede divina e a far considerare come eresie contro la fede divina la loro negazione.

    3- Verità di fede divina: cioè rivelate ma non proposte a credersi dalla chiesa, differiscono dal dogma solo perchè non sono proposte dalla chiesa (esempio: gesù cristo si è detto messia all'inizio della sua vita). - Assenso dovuto a questa verità: assoluto, lume di fede divina. - Chi la nega: incappa in un errore nella fede, pecca mortalmente e direttamente contro la fede.

    4- Prossimo alla fede: cioè verità che in modo quasi unanime è ritenuta per rivelata (esempio: grazia abituale e visione beatifica in Gesù Cristo oppure il monogenismo - l'intera umanità discende da due progenitori comuni: Adamo ed Eva). - Assenso dovuto a questa verità: teologico al lume della fede, del magistero, della ragione. - Chi la nega: incappa in un errore prossimo ad errore contro la fede, pecca mortalmente e indirettamente contro la fede.

    5- Teologicamente certo: cioè la sua negazione implica la negazione di un dogma. riguarda conclusioni che provengono da una proposizione rivelata e da una certa (ad esempio la dimostrabilità razionale dell'esistenza di Dio) oppure fatti dogmatici (ad esempio la legittimità del Concilio di Trento). - Assenso dovuto a questa verità: teologico al lume della fede, del magistero, della ragione. - Chi la nega: incappa in un errore teologico, pecca mortalmente e indirettamente contro la fede.

    6- Dottrina Cattolica: cioè insegnato autenticamente, non ancora come rivelato (ad esempio: gli autori ispirati dei testi sacri sono veri autori secondari). - Assenso dovuto a questa verità: teologico al lume della fede, del magistero, della ragione. - Chi la nega: incappa in un errore teologico, pecca mortalmente e indirettamente contro la fede.

    7- Certo, comune, moralmente certo: cioè comune a tutte le scuole cattoliche (ad esempio; l'integrità è un dono gratuito; i sacramenti sono vere cause). - Assenso dovuto a questa verità: teologico al lume della fede, del magistero, della ragione. - Chi la nega: fa un'affermazione teologicamente temeraria e fa probabilmente un peccato mortale di temerarietà.

    8- Sicuro: la contraria non può essere insegnata con sicurezza (ad esempio: cose contenute nei decreti dottrinali delle congregazioni romane). - Assenso dovuto a queste proposizioni: esterno. (interno, salvo gravi ragioni). - Chi la nega: fa un'affermazione teologicamente temeraria e fa un peccato mortale di disobbedienza.
    - Cristo ha fondato la Chiesa Cattolica. (DI fede: enciclica "Mystici Corporis"di Papa PIO XII). - Cristo è il capo della Chiesa Cattolica (di Fede: Bolla "Unam Sanctam" di Papa Bonifacio VIII). - Lo Spirito Santo è l'anima della Chiesa Cattolica (sentenza comune: Papa Leone XIII "Divinum illud"). - La Chiesa Cattolica è indefettibile, cioè permane sino alla fine del mondo quale istituzione di salvezza fondata da Cristo (Sentenza certa: Vaticano I ed Enciclica "Satis Cognitum" di Papa Leone XIII). - La Chiesa Cattolica nel definire una dottrina di fede e di morale è infallibile (Di Fede: Vaticano I). "Il Papa (un vero Papa n.d.r.) quando parla ex cathedra, gode di quella infallibilità di cui il Divin Redentore volle fosse munita la sua Chiesa nel definire una dottrina di fede e di morale". - Oggetto primario dell'Infallibilità sono le verità formalmente rivelate concernenti la fede e i costumi (di Fede). - Oggetto secondario dell'Infallibilità sono quelle verità di fede e di morale che, benché non formalmente rivelate, sono però strettamente connesse con le rivelate (conclusioni teologiche, i fatti storici, le verità di ragione naturale, la canonizzazione dei santi) (sentenza certa: elevatissimo il numero dei teologi che la considera "di Fede").

  4. #4
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    Predefinito Riferimento: Punti Fermi

    - La Chiesa Cattolica è il Corpo Mistico di Cristo (sentenza teologicamente certa);

    - La Chiesa Cattolica fu fondata da Gesù Cristo, Uomo-Dio. (di fede - dal Concilio Vaticano del 1870);

    - Cristo ha fondato la Chiesa Cattolica al fine di continuare per tutti i tempi la sua opera redentrice (di fede - dal Concilio Vaticano del 1870 eLleone XIIIi nella "Satis Cognitum" del 1896);

    - Per suo fine e i suoi mezzi la Chiesa Cattolica è una società soprannaturale e spirituale (sentenza teologicamente certa - Leone XIII nell'enciclica "Immortale Dei" del 1885);

    - La Chiesa Cattolica è una società perfetta (sentenza teologicamente certa - Leone XIII nell'enciclica "Immortale Dei");

    - Cristo ha dato alla Chiesa una costituzione gerarchica (di fede - Concilio di Trento);

    - I poteri gerarchici concessi agli apostoli sono passati ai vescovi (di fede - Concilio di Trento);

    - Cristo ha stabilito l'apostolo Pietro, primo di tutti gli apostoli e capo visibile di tutta la chiesa, conferendogli immediatamente e personalmente il primato di giurisdizione (di fede - Concilio Vaticano del 1870);

    - Per disposizione di Cristo, San Pietro deve avere perpetui successori nel primato su tutta la Chiesa (di fede - Concilio Vaticano del 1870);

    - I successori di San Pietro nel primato sono i vescovi romani (di fede - Lione, Firenze, Vaticano 1870);

    - Il Papa possiede il pieno e supremo potere giurisdizionale su tutta la Chiesa, non solo nelle cose di fede e di morale, ma anche in quelle concernenti la disciplina ed il governo di essa (di fede - Concilio Vaticano del 1870);

    n.b.: il primato del Papa è infatti di vera giurisdizione, universale, supremo, pieno, ordinario, veramente episcopale, immediato.

    - Quando parla ex cathedra, il Papa è infallibile (di fede - Vaticano del 1870);

    - Per diritto divino i vescovi posseggono un potere ordinario nella loro diocesi (di fede - Vaticano del 1870);

    n.b.: il potere episcopale è ordinario, immediato, istituito da Dio, veramente pastorale, limitato;

    - Ogni singolo vescovo riceve il potere pastorale direttamente dal papa (sentenza più probabile)

  5. #5
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    Predefinito Riferimento: Punti Fermi

    - Maria Santissima è veramente Madre di Dio. (di fede: Concilio di Efeso);

    - Maria Santissima fu concepita senza macchia di peccato originale (di fede: Pio IX Bolla Ineffabilis 8 dicembre 1854);

    - Maria Santissima fin dalla sua concezione fu immune dalla concupiscenza (sentenza comune);

    - Per un particolare privilegio della grazia di Dio Maria Santissima fu durante la vita esente da ogni peccato personale (sentenza prossima alla fede: Concilio di Trento; Pio XII nella "Mystici Corporis");

    - Maria Santissima fu Vergine prima, durante e dopo il parto (Concilio Lateranense presieduto da Papa Martino I, e Bolla di Papa Paolo IV Carafa [1555]);

    - Maria Santissima concepì senza cooperazione di uomo per virtù dello Spirito Santo (di fede);

    - Maria Santissima partorì senza lesione della sua integrità verginale (di fede);

    - Maria Santissima visse Vergine anche dopo la nascita di Gesù (di fede);

    - Maria Santissima fu Assunta in cielo in corpo e anima (di fede; Pio XII Costituzione "Munificentissimus Deus" 1 novembre 1950);

    - Maria Santissima è Regina e Signora dell'universo (magistero ordinario infallibile di Pio IX, Leone XIII, Pio XII);

    - Maria ha donato al mondo il Redentore, la fonte di ogni grazia, e così è diventata Mediatrice di ogni grazia (sentenza certa);

    - Dall'assunzione di Maria Santissima in cielo, nessuna grazia è data agli uomini senza la sua cooperazione attuale di intercessione (magistero ordinario infallibile dei sommi pontefici Leone XIII, San Pio X, Benedetto XV, Pio XI, è altamente possibile la sua definizione tramite magistero straordinario infallibile);

    - A Maria Santissima è dovuto il culto di iperdulia (sentenza certa);

    - Maria Santissima è stata Assunta in cielo senza morte corporale (sentenza probabile).

  6. #6
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    Predefinito Riferimento: Punti Fermi

    - l'Eucarestia contiene veramente, realmente, sostanzialmente il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo (di fede: Concilio di Trento);

    - Cristo è reso presente nel Sacramento dell'altare mediante la conversione di tutta la sostanza del pane nel Suo Corpo e di tutta la sostanza del vino nel Suo Sangue (di fede: Concilio di Trento);

    - La specie del pane e del vino continuano ad esistere dopo la transustanziazione (di fede: Concilio di Trento);

    - Le specie sacramentali dopo la transustanziazione mantengono la loro realtà fisica (sentenza certa);

    - Le specie sacramentali sussistono senza alcun soggetto di inesione (sentenza certa);

    - Nell'Eucaristia vi è il Corpo e il Sangue di Cristo insieme con la sua Anima e Divinità e quindi tutto Gesù Cristo veramente presente
    (di fede: Concilio di Trento);

    - Gesù Cristo è tutto presente sotto ciascuna specie (di fede: Concilio di Trento: quindi la necessità della comunione sotto le due specie (utraquismo) è un'eresia);

    - Gesù Cristo è tutto presente nelle singole parti di ciascuna specie, fatta la separazione (di fede: Concilio di Trento);

    - Compiuta la celebrazione dell'Eucaristia, il Corpo e il Sangue di Cristo continuano ad essere presenti (di fede: Concilio di Trento);

    - A Cristo presente nell'Eucaristia è dovuto il culto di adorazione (di fede: Concilio di Trento);

    - La presenza reale di Cristo nell'Eucaristia è un mistero di fede (sentenza certa);

    - L'Eucaristia è un vero sacramento istituito da Gesù Cristo (di fede);

    - La materia per la confezione dell'Eucaristia è il pane ed il vino (di fede);

    - La forma dell'Eucaristia è costituita dalle parole, con le quali istituì il sacramento, pronunciate al momento della consacrazione (sentenza certa: l'intera tradizione in modo moralmente unanime testimonia che non è l'epiclesi ma le formule consacratorie dell'istituzione a dare la transustanziazione);

    - L'effetto principale dell'Eucaristia è l'intima unione con Cristo (sentenza certa);

    - Quale nutrimento dell'anima l'Eucaristia ne conserva e aumenta la vita soprannaturale (sentenza certa);

    - L'Eucaristia è un pegno della beatitudine celeste e della futura risurrezione dei corpi (sentenza certa: contro ogni forma di eresia gnostica);

    - Per i bambini, ancora non in età di ragione, non è necessario alla salvezza ricevere l'Eucaristia (di fede: Concilio di Trento: l'Eucarista per gli infanti non ha alcuna necessità, nè di precetto, nè di mezzo);

    - Per gli adulti l'Eucaristia è necessaria di necessità di precetto (sentenza certa: quarto Concilio Lateranense e Trento);

    - La Comunione sotto le due specie non è necessaria ad ogni singolo fedele, nè per divino precetto, nè per necessità di salvezza
    (Concilio di Costanza, Concilio di Trento) mai il calice ai laici!!!!

    - Depositario del potere di consacrare è soltanto il sacerdote validamente ordinato (di fede: Lateranense quarto, Trento, Papa Pio XII);

    - Ministro ordinario della comunione è il sacerdote, straordinario e solo per gravi motivi il il diacono: nessun altro, tantomeno laico;

    - Il sacramento dell'Eucaristia può essere validamente ricevuto da ogni uomo battezzato, anche dai bambini in età di ragione (di fede);

    - Per ricevere degnamente l'Eucaristia è richiesto lo stato di grazia e la retta e pia intenzione (di fede quanto allo stato di grazia);

    - La Santa Messa è un Sacrificio vero e proprio (di fede: Concilio di Trento);

    - Il Sacrificio della Messa rappresenta il Sacrificio della Croce, ne perpetua la memoria e ne applica la virtù salutare (di fede: Concilio di Trento);

    - Nel Sacrificio della Messa e in quello della Croce la Vittima e il sacerdote (primario) sono identici: diverso è solo il modo di fare l'offerta (di fede: Concilio di Trento, Pio XII "Mediator Dei");

    - L'azione costitutiva del sacramento consiste soltanto nella consacrazione (sentenza comune);

    - Il sacrificio della messa non è soltanto sacrificio di lode e di ringraziamento anche di espiazione e di intercessione (di fede: Concilio di Trento).

  7. #7
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    Predefinito Riferimento: Punti Fermi

    - Il matrimonio non venne istituito dagli uomini, ma da Dio. (sentenza teologicamente certa, contro tutte le distorsioni gnostiche o platonicheggianti);

    - Il matrimonio è un vero e proprio sacramento istituito da Gesù Cristo (di fede: Concilio di Trento, Sillabo di Pio IX, Leone XIII nell'Enciclica "Arcanum", San Pio X, Pio XI nella "Casti Connubii");

    - Il fine primario del matrimonio è la procreazione e l'educazione della prole: il fine secondario è il reciproco aiuto e la soddisfazione moralmente regolata dell'impulso sessuale (sentenza teologicamente certa: Codice di Diritto Canonico, Articolo 1013 primo comma);

    - Le proprietà essenziali del matrimonio sono unità (monogamia) e indissolubilità (sentenza teologicamente certa: Codice di Diritto Canonico, Articolo 1013 secondo comma);

    - Ogni valido contratto matrimoniale tra cristiani è di per sè stesso sacramento (sentenza teologicamente certa: Trento e Magistero Pontificio);

    - Dal contratto sacramentale nasce il vincolo che congiunge tra loro i due coniugi per tutta la vita inseparabilmente (di fede);

    - Il sacramento del matrimonio conferisce agli sposi la grazia santificante (di fede: Concilio di Trento);

    - I contraenti il matrimonio si amministrano reciprocamente il sacramento (sentenza certa);

    - La Chiesa possiede in modo proprio ed esclusivo il diritto di fare leggi e di giudicare circa le questioni matrimoniali dei battezzati in quanto esse riguardano il sacramento (sentenza certa: Codice di Diritto Canonico: Articoli 1016, 1090: la Chiesa riprova e condanna il cosiddetto "matrimonio civile").

  8. #8
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    Predefinito Riferimento: Punti Fermi

    - Nel presente ordine di salvezza la morte è conseguenza del peccato (di fede: Concilio di Trento);

    - Tutti gli uomini soggetti al peccato originale soggiacciono alla legge della morte (di fede);

    - Con la morte cessa il tempo del merito e del demerito e la possibilità di conversione (sentenza certa);

    - Subito dopo la morte avviene il giudizio particolare: nel nel quale con una sentenza divina si decide per l'eternità della sorte del defunto (sentenza prossima alla fede: Papa Benedetto XII nella Costituzione "Benedictus Deus" del 1336);

    IL PARADISO

    - Le anime dei giusti che nel momento della morte sono libere da ogni colpa o pena, entrano in paradiso (di fede: il paradiso è un luogo e uno stato di beatitudine. le anime pienamente purificate sono in cielo e vedono la divina essenza con visione intuitiva e anche facciale, senza la mediazione di alcuna creatura ma immediatamente);

    - Alla beatitudine celeste essenziale, che scaturisce dalla visione di Dio, si aggiunge una beatitudine accidentale, che deriva dalla conoscenza e dall'amore dei beni creati (sentenza comune: questa beatitudine accidentale scaturisce dalla conoscenza della Santa Vergine, degli Angeli e dei Santi, dalla riunione con parenti e amici della vita terrena, dalla conoscenza delle opere di Dio. anche l'unione dell'anima con il corpo glorificato nella risurrezione rappresenterà per le anime dei giusti un accrescimento accidentale della gloria celeste);

    - La beatitudine celeste dura per tutta l'eternità (di fede: Papa Benedetto XII 1336);

    - Il grado di beatitudine celeste è diverso nei singoli beati a seconda del grado dei loro meriti (di fede: decreto per i greci del Concilio di Firenze 1439);

    L'INFERNO

    - Le anime di coloro che muoiono in stato di peccato mortale vanno all'inferno (di fede: l'inferno è un luogo e uno stato di eternita infelicità ove le anime dannate subiscono le pena della privazione della visione di Dio e la pena del fuoco infernale che tormenta i sensi);

    - Il fuoco infernale è reale e non metaforico (sentenza comune);

    - La pena dell'inferno è eterna (di fede);

    - La misura della punizione è diversa per i singoli dannati a seconda del grado della loro colpa (sentenza comune: Concilio di Lione e Concilio di Firenze);

    IL PURGATORIO

    - Le anime dei giusti che nell'istante della morte si trovano gravate da peccati veniali o da pene temporali, vanno in purgatorio (di fede: il purgatorio è un luogo e uno stato di pene purificatrici: le anime ivi detenute subiscono la perdita temporanea della visione di Dio, non disgiunta però dalla certezza della beatitudine definitiva e da pena che tormentano i sensi;

    - La pena del senso nel purgatorio è data dal fuoco (sentenza probabile e comune a tutta la tradizione latina);

    - Il purgatorio non dura oltre il giudizio universale (sentenza comune).

  9. #9
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    Predefinito Riferimento: Punti Fermi

    - Il primo uomo fu creato da Dio (di fede: anche la creazione della donna dal primo uomo deve essere considerata evento storico e non racconto allegorico: decreto della commissione biblica del 1909);

    - Tutto il genere umano deriva da un'unica coppia (sentenza certa: Pio XII nell'Enciclica "Humani Generis" respinge il poligenismo, inconciliabile con la dottrina cattolica del peccato originale);

    - L'uomo è composto di elementi essenziali, il corpo materiale e l'anima spirituale (di fede: Lateranense Quarto e Concilio Vaticano. Contro lo spiritualismo esagerato platonico e contro il tricotomismo gnostico e manicheo);

    - L'anima razionale è per se stessa ed essenzialmente forma sostanziale del corpo (di fede: Concilio di Vienna del 1311. Pur non sanzionando dogmaticamente la dottrina tomista dell'unicità della forma sostanziale, ne può essere considerata un'indiretta conferma);

    - Ogni uomo ha un'anima spirituale e immortale (Quinto Concilio Lateranense contro averroisti e neoaristotelici umanisti);

    - Ogni singola anima viene creata immediatamente da Dio (sentenza certa: indirettamente affermata dal Lateranense Quinto e dal Magistero ordinario infallibile di molti papi tra cui Alessandro VII Chigi e Pio XII Pacelli).

  10. #10
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    Predefinito Riferimento: Punti Fermi

    O Roma felix

    Editoriale del n. 3 dell’edizione romana del Buon Consiglio, supplemento di Sodalitium

    Con il nuovo anno giunge nelle vostre case il terzo numero dell’edizione romana del Buon Consiglio, il bollettino dell’Istituto Mater Boni Consilii relativo alle attività dell’oratorio san Gregorio VII di Roma.
    Il piccolo e modesto oratorio san Gregorio VII non può certo competere, per interesse artistico, con le monumentali basiliche patriarcali e con le mille chiese romane che illustrano e riassumono i duemila anni di storia dell’arte cristiana. Neppure la liturgia che viene celebrata all’oratorio può reggere al confronto delle chiese o delle cappelle dove echeggiano le voci delle corali e il suono dell’organo. Qual’è dunque il motivo che giustifica la presenza del nostro oratorio romano e che lo contraddistingue da tutti gli altri luoghi di culto cattolici dell’Urbe? La risposta si trova nella posizione dottrinale professata dai sacerdoti dell’Istituto Mater Boni Consilii (posizione espressa dalla “Tesi di Cassiciacum”) relativa all’attuale si*tuazione dell’autorità nella Chiesa, e cioè la vacanza formale della Sede Apostolica: non habemus Papam.
    Fin dal 1967 il buon Giovannino Guareschi immaginava dei gruppi di cattolici “pacelliani” che, davanti all’avanzare delle novità dottrinali e delle radicali trasformazioni della liturgia, si riunivano in luoghi di fortuna per conservare la Fede del Catechismo di Trento e santificarsi con le Messe dette di San Pio V. Ebbene, dopo il Concilio e la riforma liturgica, la fantasia dello scrittore è diventata realtà, e la chiesetta di Roma, dedicata al papa san Gregorio VII, risponde all’esigenza di perseverare nella Fede cattolica senza modificare neppure un iota di ciò che la Chiesa ha infallibilmente insegnato nel corso dei secoli. In questa prospettiva, l’unico rito per la celebrazione della Messa è quello di san Pio V.
    Tuttavia sarebbe sbagliato ridurre i problemi che travagliano la Chiesa al solo aspetto liturgico. Il Missale Romanum, a noi così caro, è il coronamento della salvaguardia del Deposito Rivelato, proprio perché - come insegnava papa san Celestino nel V secolo - la legge della preghiera (“lex orandi”) esprime la legge della Fede (“lex credendi”). La Santa Messa domenicale, officiata con il Messale che ha le sue origini più remote nell’età apostolica, rappresenta il culmine della vita cristiana delle anime dei battezzati, che devono professare tutte le verità rivelate da Dio e insegnate dalla Chiesa Romana.
    Come si potrebbe dissociare il rito dalla dottrina, la preghiera dalla verità? Come si potrebbe pretendere di difendere il tesoro liturgico della Chiesa prescindendo dalla difesa del suo tesoro dogmatico? Come si potrebbe sperare di ricavare frutti di vita eterna da un albero, quello della S. Messa, sradicato dall’ortodossia della Fede cattolica?
    Il primo ciclo dei “Sabati di san Gregorio VII”, di cui abbiamo parlato nei precedenti numeri, ha permesso di illustrare come la liturgia romana sia l’espressione più autentica del dogma cattolico, l’opera realizzata da grandi Pontefici della Chiesa sotto la divina assistenza dello Spirito Santo. Ora, il Motu proprio Summorum Pontificum di Benedetto XVI, ha sancito il declassamento del rito di san Damaso e di san Leone Magno, di san Gregorio Magno e san Gregorio II, di san Pio V e di san Pio X a una semplice “forma straordinaria” della Messa, con la conseguente “canonizzazione” del rito di Paolo VI, d’ispirazione luterana, elevato a “forma ordinaria” della Chiesa.
    Il contenuto del documento è inaccettabile per una coscienza cattolica, che si trova in quella “tragica necessità d’opzione” già indicata dai cardinali Ottaviani e Bacci nell’ormai dimenticato “Breve esame critico del Novus Ordo Missae” presentato a Paolo VI. Ieri (1969) come oggi (2009) il documento sottoscritto dai due Principi della Chiesa (e redatto dal teologo Padre M. L. Guérard des Lauriers, o.p., allora docente alla Pontificia Università Lateranense) è fondamentale per individuare i due campi contrapposti: “è evidente che il Novus Ordo non vuole piú rappresentare la fede di Trento”, poiché rappresenta “un impressionante allontanamento dalla teologia cattolica della Santa Messa, quale fu formulata nella Sessione XXII del Concilio Tridentino”.
    Il testo mostra chiaramente la natura dogmatica del problema: si tratta di salvaguardare il Dogma cattolico e il Magistero infallibile della Chiesa dall’eresia: la salvaguardia del dogma permetterà di salvaguardare il rito che lo esprime. Ora, il dogma e il magistero escludono ogni forma di contaminazione col modernismo, sia quello che si manifestò coi documenti del Concilio, sia quello che imperversa in questo interminabile “post-Concilio”. Inserire, invece, la santità del Missale Romanum nella babele conciliare, insieme alla “Dignitatis Humanae” (il decreto sulla libertà religiosa) e alla “Nostra Ætate” (sulle religioni non cristiane), ai tavoli luterani del Novus Ordo, al nuovo diritto canonico che sancisce l’ospitalità sacramentali agli acattolici, alla giornata di Assisi (con cerimonie buddiste in chiese cattoliche), alle reiterate visite a templi luterani, sinagoghe e moschee, alle liturgie dei “mea culpa” con tanto di menorah ebraica (che videro anche Ratzinger come protagonista), al riconoscimento dei Neo-catecumenali (essi credono alla tran*sustanziazione?), è decisamente indecente!
    Davanti a problemi così gravi, il cattolico, per rimanere tale, deve evitare ogni forma di deviazione teorica e pratica (seguire l’apparente autorità nell’errore oppure disobbedire abitualmente all’autorità che si dichiara di riconoscere), e trovare così nella constatazione della Sede vacante l’unica spiegazione. È indispensabile capire che gli errori che da quarant’anni funestano il cattolicesimo non provengono dalla Chiesa, così pure la sostituzione del Sacrificio della Messa col rito protestantizzante di Montini. La realtà è che i cattolici sono orfani dell’autorità suprema, poiché Benedetto XVI (e prima di lui Paolo VI e i due Giovanni Paolo), non attuando il bene della Chiesa e insegnando l’errore e l’eresia, non può in alcun modo, se non ritratta prima i propri errori, ricevere da Cristo l’autorità per governare, insegnare e santificare la Chiesa.
    L’oratorio san Gregorio VII è stato aperto sulla base di queste considerazioni, che ricevono quasi ogni giorno - purtroppo - delle dolorose conferme. È su questa base dottrinale che i sacerdoti dell’Istituto rivolgono la loro missione al “pusillus grex” romano. Il “piccolo gregge” che rifiuta tutti gli errori del modernismo o del neogallicanesimo, e che intende partecipare al rito della Messa non per soddisfare un gusto personale, ma per adorare Iddio nella verità e nella comunione cattolica.

    Oratorio San Gregorio VII
    Via Pietro della Valle 13/b, Roma
    (zona Castel Gandolfo, traversa di via Crescenzio, angolo piazza Adriana).
    Tel: 0161.839335 – fax: 0161.839334
    e-mail: info@sodalitium.it
    www.sodalitium.it

 

 
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