Preferisco di no.
Per quanto essere cristiani cattolici faccia sempre bene a qualunque nazione, non potrei confessare che più di qualcosa nel Nihonkoku si sarebbe perso. Non necessariamente lo spirito di sacrificio - i kamikaze cristiani e cattolici sono un esempio - ma in quell'ineffabile diversità che rende la Yamato più affascinante addirittura della Bismarck e la katana più rassicurante del braccio teso.
Un cristiano di principio non può riconoscere in un uomo, nemmeno nel Tenno, un essere divino, e il potere politico imperiale non era certo una "verità tradizionale".
I golpe "da destra" sono una costante nel Giappone moderno. Successero anche nel 1867 (anzi, lì s'arrivò alla guerra civile). Come i militari golpisti del febbraio 1936, questa volta seguaci di Kita Ikki.
Ultima modifica di Defender; 25-07-11 alle 01:46
«Non ti fidar di me se il cuor ti manca».
Identità; Comunità; Partecipazione.
E non dimentichiamoci che la tomba di Nostro Signore, Gesù Cristo, è in GIappone:
La tomba di Cristo in Giappone
70.000 morti vuol dire che l'esercito in totale, a stare molto stretti, era composto almeno 100.000 uomini.
Ora, magari mi sbaglio, ma in una società feudale come quella giapponese dell'epoca, con un'economia molto più arretrata rispetto a quella europea, dubito fosse possibile radunare e mantenere un così alto numero di uomini, in un territorio come quello giapponese tutt'altro che agevole. Conta che è lo stesso numero di uomini usato dai turchi (stando almeno ai numeri di wikipedia) per assediare Vienna nel 1683, ossia il più grande impero mediterraneo che assediava la capitale dell'impero europeo.
Poi se i cristiani erano 40.000, significa che l'esercito non poteva avere più di 7.000-8.000 uomini, magari l'Arcangelo Michele aveva donato loro la gatling e le spade laser di guerre stellari, però mi sembra difficile che un tale piccolo esercito abbia potuto sterminare un esercito imperiale grande 10-20 volte.
Altro dato dubbio mi sembra quello dei 300.000 convertiti in cento anni, contando soprattutto che il processo di evangelizzazione ci mise un bel po' ad ingranare e che già ai primi del Seicento i signori giapponesi e lo stesso imperatore iniziarono ad essere decisamente ostili al cristianesimo.
Infine mi sembra difficile che, in 200 anni di totale isolamento e clandestinità, i cristiani giapponesi abbiano potuto mantenere immacolato il loro credo, addirittura riconoscendo le differenze tra cattolici e protestanti (che tra l'altro non mi sembra abbiano mai messo piede in Giappone prima dell'Ottocento). Oh poi magari mi sbaglio ed è tutto vero, eh.
Ultima modifica di Aurelio; 25-07-11 alle 11:52
No, che cos'è?
Non è proprio così, all'epoca del primo shogun che cominciò a perseguitare seriamente i Cristiani, Tokugawa Ieyasu, c'erano anche i mercanti olandesi che scassavano u'cazz' e che verosimilmente propalavano l'eresia, e comunque l'attività di missione cattolica anche in estremo oriente in quei secoli (come in Cina) era molto tesa a porre il limite della differenza tra Cattolicesimo e dottrine "protestanti".
E poi è gente capace di mantenere per mille e passa anni una tradizione nomastica :sofico:
Ultima modifica di Defender; 25-07-11 alle 12:25
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