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    Predefinito Puglia, quando l'ecomostro è di proprietà della Regione

    Puglia, quando l'ecomostro è di proprietà della Regione - Corriere della Sera

    Italia Nostra invoca la demolizione
    Puglia, quando l'ecomostro
    è di proprietà della Regione
    Angolo suggestivo del Gargano con vincoli paesaggistici deturpato dal Centro direzionale per il turismo


    Benvenuti nell’ex California d’Europa: terra di sprechi faraonici e scempi ambientali approvati dallo Stato e finanziati con denaro pubblico. Nelle carte istituzionali si scrive «sviluppo integrato del turismo». Invece nella realtà si legge e si traduce abusivismo edilizio a tutto spiano di aree «protette». Se chiedi a Nichi Vendola del centro pilota, la narrazione latita: infatti il governatore non risponde alle domande del cronista; eppure era stato informato già nel 2006.

    L'ecomostro del Gargano L'ecomostro del Gargano L'ecomostro del Gargano L'ecomostro del Gargano L'ecomostro del Gargano L'ecomostro del Gargano L'ecomostro del Gargano L'ecomostro del Gargano

    ECOMOSTRI - La Puglia pullula di ecomostri privati, ma anche pubblici. Il caso dimenticato sonnecchia a Baia Campi, addirittura nel Parco nazionale del Gargano, a qualche chilometro da Vieste: 60 mila metri cubi di cemento abusivo di proprietà della Regione, in riva al mare Adriatico. Un bunker cementizio che ha fatto tabula rasa di pini d’Aleppo e ulivi, firmato dall’architetto Paolo Portoghesi. Il reato di alterazione di bellezze naturali era stato acclarato definitivamente dalla Cassazione nel 1996 respingendo il ricorso dell’ex assessore Alberto Tedesco (attuale senatore agli arresti domiciliari per gli scandali sanitari).

    ICI NON VERSATA - Non si tratta della speculazione del solito palazzinaro, ma di un complesso immobiliare ideato e posseduto dalla Regione Puglia. Da anni il falansterio, arredato di tutto punto, è completamente abbandonato. Addirittura, il presidente Vendola non ha mai versato l’Ici. E così il Comune di Vieste ha cominciato a reclamare il dovuto: 528.969,75 euro. E la Commissione tributaria di Foggia, con sentenza numero 197 dell’8 ottobre 2007 e sentenza numero 22 del 25 gennaio 2010 ha sanzionato, tanto per iniziare, il pagamento degli arretrati.

    MAI UTILIZZATO - Il mastodontico complesso non è mai stato utilizzato: tutto sommato è preda dei vandali. Entrare, trafugare o distruggere arredi e suppellettili - compresi, telefoni, computer e condizionatori d’aria - è scontato. L’opera era stata cofinanziata dal Fondo europeo sviluppo regionale. In soldoni: 50 miliardi di lire in appalto all’Italscavi spa con sede a Campobasso e in subappalto alle imprese Icamar e Trisciuglio di Foggia. Costo iniziale: 40 miliardi ottenuti con finanziamento statale e altri dieci dalla Cee. Altri 4 miliardi di lire sono stati erogati e spesi dalla Regione nel 1994 per arredare il faraonico complesso destinato ad accogliere un albergo di 370 posti letto dotato di varie attività connesse: bar, ristorante, sala congressi, vasca relax, campi da tennis, centro interaziendale per la produzione di 15 mila pasti precotti al giorno, lavanderia, sala giochi, discoteca, scuola di perfezionamento alberghiero, nonché gli uffici e tutti i servizi annessi alle tre attività. E perfino la piscina olimpionica - unica in tutta la Capitanata - arrugginisce.

    LA VICENDA - La vicenda ebbe inizio nel 1983, quando la Regione Puglia decise di promuovere una richiesta di finanziamento Fio (Fondi investimento occupazione) per un «progetto di sviluppo integrato del turismo». L’affare consisteva nell’edificazione di due enormi agglomerati in calcestruzzo, denominati centri pilota. Il Cipe non ammise a finanziamento la prima richiesta, in quanto la localizzazione delle strutture risultava generica. La giunta regionale pugliese (Dc, Psi, Psdi) non si arrese, quindi con atto deliberativo 3876 del 30 aprile 1984 e 9537 del 5 novembre 1984 riformulò la richiesta, specificando il luogo d’intervento. La motivazione? Il solito miraggio: la creazione di «2.500 nuovi posti di lavoro». L’adunanza del consiglio regionale il 20 dicembre 1984 - relatore per la IV commissione, l’onorevole democristiano Cosimo Franco Di Giuseppe - deliberò «a maggioranza di voti, con l’astensione del gruppo Pci e del Msi, di approvare la localizzazione dei centri turistici direzionali (deliberazione di giunta regionale 10025 del 19 novembre 1984 )». Per la «montagna del sole» venne indicata Baia Campi, un tratto di costa incontaminato. La Snam, proprietaria del suolo, si impegnava a cedere il terreno alla Regione a titolo gratuito, a patto di gestire per un paio d’anni la struttura. In seguito la delibera regionale 11846 del 27 dicembre 1985 sancirà il pagamento all’Eni di 1,5 miliardi di lire.

    VINCOLI - L’area era sottoposta a vincolo idrogeologico dal 1923, paesaggistico e forestale dal 1971 (decreto ministeriale del 16 novembre 1971, ai sensi della legge 1497 del 1939). Nel 1986 l’architetto Portoghesi elaborò il progetto. La giunta regionale, committente dell’opera, rilasciò a se stessa il 31 luglio 1986 (delibera 6817) il nulla osta paesaggistico. Il sovrintendente locale ai Beni culturali e ambientali, l’architetto Riccardo Mola, il 7 ottobre dello stesso anno, esprimeva «parere negativo». I lavori di sbancamento in variante al secondo Piano di fabbricazione, ebbero inizio a giugno del 1988 e terminarono otto anni dopo con due varianti in corso d’opera. L’11 gennaio 1990 scese in campo Italia Nostra con un esposto alla Procura della Repubblica di Foggia. In seguito, il 19 ottobre, il gip A. Paggetta, su richiesta del pm Roberto Gentile, disponeva il sequestro del cantiere, revocato il 14 novembre 1990 dal Tribunale della libertà. Il 20 luglio 1994 il pretore di Vieste, Silvana Clemente, riconosceva «il reato di alterazione di bellezze naturali di cui all’articolo 734». Infatti, si legge nel dispositivo della sentenza «la costruzione del Centro turistico direzionale, in zona Baia Campi di Vieste, è stata ritenuta la causa di notevole deturpamento delle caratteristiche dell’area e del suo equilibrio paesaggistico con la condanna penale dei componenti della giunta regionale della Regione Puglia e del rappresentante legale della società concessionaria dei lavori e con l’ulteriore condanna dei medesimi al risarcimento del danno ambientale a favore della provincia di Foggia e dell’Associazione Italia Nostra». In soldoni, appena 9 milioni di lire a testa.

    EPILOGO - Sono dunque stati riconosciuti responsabili in concorso di deturpazione di bellezze naturali in un luogo soggetto a speciale protezione, Giuseppe Affatato, Roberto Paolucci, Giuseppe Martellotta, Michele Bellomo, Corradino Marzo, Cesare Lia, Girolamo Pugliese e Alberto Tedesco, componenti la giunta regionale dell’epoca; e infine Antonio Uliano, rappresentante legale della società Italscavi. Nella vicenda erano pure coinvolti l’ex amministratore regionale Giuseppe Colasanto, nel frattempo deceduto, e gli assessori regionali Franco Di Giuseppe (Dc) e Franco Borgia (Psi) la cui posizione era stata stralciata perché eletti in Parlamento. Epilogo: la Corte d’appello di Bari ha dichiarato la prescrizione della condanna e la Cassazione ha confermato l’estinzione del reato ribadendo comunque «l’irreversibile distruzione del paesaggio».

    DEMOLIZIONE - Italia Nostra chiede il ripristino dello stato dei luoghi, vale a dire la demolizione del bubbone. E dire che nel 1988 i parlamentari Cederna, Ceruti, Boato, Savoldi, Bassi, Faccio, Tamino e Codillà interrogavano invano i ministri per il Turismo, l’Ambiente e le Partecipazioni statali: «Nel Comune di Vieste, in località Baia Campi, una delle ultime baie ancora non edificate del Gargano, è prevista la costruzione di una non meglio precisata “Università del turismo” di cui non è chiara la finalità, i finanziamenti, l’organizzazione e il valore legale… Se il governo non ritenga necessario intervenire per prevenire un’operazione che ha tutte le caratteristiche della più smaccata speculazione edilizia, con la scusa dell’opera pubblica si vomiterà sulla costa un’altra valanga di metri cubi di cemento». Detto e fatto.

    Gianni Lannes
    24 luglio 2011 217


    Guardate le foto sono raccapriccianti... la follia al potere con sprechi colossali di denari pubblici e contemporanea distruzione delle zone più incontaminate del Gargano !
    Un ecomostro costruito a partire dagli anni "80, rimasto poi inutilizzato.
    Nel giro di una cinquantina di anni, l'ammasso di cemento sarà demolito dalla natura... le prime piante colonizzatrici si fanno largo come si vede dalle foto.

    tag:gargano puglia ecomostro ambiente
    Ultima modifica di ItaliaLibera; 25-07-11 alle 19:32 Motivo: adeguamento titolo all'originale linkato
    Salviamo ogni albero come se fosse l'ultimo. Vento fresco tra i capelli.

  2. #2
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    Predefinito Rif: Angolo suggestivo del Gargano con vincoli paesaggistici deturpato dal Centro

    Allucinante davvero.
    Da notare tra i responsabili quell'Alberto Tedesco recentemente salvato dall'arresto, allora prescritto eppure ancora in parlamento tra le fila dei moralmente superiori: della serie, la trave è sempre nell'occhio degli altri.
    Con le ali, al buio e nel silenzio da te io volerei.

  3. #3
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    Predefinito Rif: Angolo suggestivo del Gargano con vincoli paesaggistici deturpato dal Centro

    Citazione Originariamente Scritto da Betelgeuse Visualizza Messaggio
    Allucinante davvero.
    Da notare tra i responsabili quell'Alberto Tedesco recentemente salvato dall'arresto, allora prescritto eppure ancora in parlamento tra le fila dei moralmente superiori: della serie, la trave è sempre nell'occhio degli altri.
    Non sei aggiornata.

    Tedesco ha cambiato gruppo parlamentare.

  4. #4
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    Predefinito Rif: Angolo suggestivo del Gargano con vincoli paesaggistici deturpato dal Centro

    Citazione Originariamente Scritto da Frankie D. Visualizza Messaggio
    Non sei aggiornata.

    Tedesco ha cambiato gruppo parlamentare.
    Mi risulta sia nel PD. giusto?
    Con le ali, al buio e nel silenzio da te io volerei.

  5. #5
    Pallone gonfiato
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    Predefinito Rif: Angolo suggestivo del Gargano con vincoli paesaggistici deturpato dal Centro

    Citazione Originariamente Scritto da Betelgeuse Visualizza Messaggio
    Mi risulta sia nel PD. giusto?
    E' iscritto ma emarginato. Praticamente è con un piede nella fossa.

    Peraltro credo non possano espellerlo perchè non sta contravvenendo a nessuna regola dello statuto.

  6. #6
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    Predefinito Rif: Angolo suggestivo del Gargano con vincoli paesaggistici deturpato dal Centro

    Vendetelo ai privati l'ecomostro che ti portano posti di lavoro e tasse.

    Lo faranno diventare l'ecofiga.


    Soviet made shit


  7. #7
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    Predefinito Rif: Angolo suggestivo del Gargano con vincoli paesaggistici deturpato dal Centro

    Citazione Originariamente Scritto da bator Visualizza Messaggio
    Puglia, quando l'ecomostro è di proprietà della Regione - Corriere della Sera

    Italia Nostra invoca la demolizione
    Puglia, quando l'ecomostro
    è di proprietà della Regione
    Angolo suggestivo del Gargano con vincoli paesaggistici deturpato dal Centro direzionale per il turismo


    Benvenuti nell’ex California d’Europa: terra di sprechi faraonici e scempi ambientali approvati dallo Stato e finanziati con denaro pubblico. Nelle carte istituzionali si scrive «sviluppo integrato del turismo». Invece nella realtà si legge e si traduce abusivismo edilizio a tutto spiano di aree «protette». Se chiedi a Nichi Vendola del centro pilota, la narrazione latita: infatti il governatore non risponde alle domande del cronista; eppure era stato informato già nel 2006.

    L'ecomostro del Gargano L'ecomostro del Gargano L'ecomostro del Gargano L'ecomostro del Gargano L'ecomostro del Gargano L'ecomostro del Gargano L'ecomostro del Gargano L'ecomostro del Gargano

    ECOMOSTRI - La Puglia pullula di ecomostri privati, ma anche pubblici. Il caso dimenticato sonnecchia a Baia Campi, addirittura nel Parco nazionale del Gargano, a qualche chilometro da Vieste: 60 mila metri cubi di cemento abusivo di proprietà della Regione, in riva al mare Adriatico. Un bunker cementizio che ha fatto tabula rasa di pini d’Aleppo e ulivi, firmato dall’architetto Paolo Portoghesi. Il reato di alterazione di bellezze naturali era stato acclarato definitivamente dalla Cassazione nel 1996 respingendo il ricorso dell’ex assessore Alberto Tedesco (attuale senatore agli arresti domiciliari per gli scandali sanitari).

    ICI NON VERSATA - Non si tratta della speculazione del solito palazzinaro, ma di un complesso immobiliare ideato e posseduto dalla Regione Puglia. Da anni il falansterio, arredato di tutto punto, è completamente abbandonato. Addirittura, il presidente Vendola non ha mai versato l’Ici. E così il Comune di Vieste ha cominciato a reclamare il dovuto: 528.969,75 euro. E la Commissione tributaria di Foggia, con sentenza numero 197 dell’8 ottobre 2007 e sentenza numero 22 del 25 gennaio 2010 ha sanzionato, tanto per iniziare, il pagamento degli arretrati.

    MAI UTILIZZATO - Il mastodontico complesso non è mai stato utilizzato: tutto sommato è preda dei vandali. Entrare, trafugare o distruggere arredi e suppellettili - compresi, telefoni, computer e condizionatori d’aria - è scontato. L’opera era stata cofinanziata dal Fondo europeo sviluppo regionale. In soldoni: 50 miliardi di lire in appalto all’Italscavi spa con sede a Campobasso e in subappalto alle imprese Icamar e Trisciuglio di Foggia. Costo iniziale: 40 miliardi ottenuti con finanziamento statale e altri dieci dalla Cee. Altri 4 miliardi di lire sono stati erogati e spesi dalla Regione nel 1994 per arredare il faraonico complesso destinato ad accogliere un albergo di 370 posti letto dotato di varie attività connesse: bar, ristorante, sala congressi, vasca relax, campi da tennis, centro interaziendale per la produzione di 15 mila pasti precotti al giorno, lavanderia, sala giochi, discoteca, scuola di perfezionamento alberghiero, nonché gli uffici e tutti i servizi annessi alle tre attività. E perfino la piscina olimpionica - unica in tutta la Capitanata - arrugginisce.

    LA VICENDA - La vicenda ebbe inizio nel 1983, quando la Regione Puglia decise di promuovere una richiesta di finanziamento Fio (Fondi investimento occupazione) per un «progetto di sviluppo integrato del turismo». L’affare consisteva nell’edificazione di due enormi agglomerati in calcestruzzo, denominati centri pilota. Il Cipe non ammise a finanziamento la prima richiesta, in quanto la localizzazione delle strutture risultava generica. La giunta regionale pugliese (Dc, Psi, Psdi) non si arrese, quindi con atto deliberativo 3876 del 30 aprile 1984 e 9537 del 5 novembre 1984 riformulò la richiesta, specificando il luogo d’intervento. La motivazione? Il solito miraggio: la creazione di «2.500 nuovi posti di lavoro». L’adunanza del consiglio regionale il 20 dicembre 1984 - relatore per la IV commissione, l’onorevole democristiano Cosimo Franco Di Giuseppe - deliberò «a maggioranza di voti, con l’astensione del gruppo Pci e del Msi, di approvare la localizzazione dei centri turistici direzionali (deliberazione di giunta regionale 10025 del 19 novembre 1984 )». Per la «montagna del sole» venne indicata Baia Campi, un tratto di costa incontaminato. La Snam, proprietaria del suolo, si impegnava a cedere il terreno alla Regione a titolo gratuito, a patto di gestire per un paio d’anni la struttura. In seguito la delibera regionale 11846 del 27 dicembre 1985 sancirà il pagamento all’Eni di 1,5 miliardi di lire.

    VINCOLI - L’area era sottoposta a vincolo idrogeologico dal 1923, paesaggistico e forestale dal 1971 (decreto ministeriale del 16 novembre 1971, ai sensi della legge 1497 del 1939). Nel 1986 l’architetto Portoghesi elaborò il progetto. La giunta regionale, committente dell’opera, rilasciò a se stessa il 31 luglio 1986 (delibera 6817) il nulla osta paesaggistico. Il sovrintendente locale ai Beni culturali e ambientali, l’architetto Riccardo Mola, il 7 ottobre dello stesso anno, esprimeva «parere negativo». I lavori di sbancamento in variante al secondo Piano di fabbricazione, ebbero inizio a giugno del 1988 e terminarono otto anni dopo con due varianti in corso d’opera. L’11 gennaio 1990 scese in campo Italia Nostra con un esposto alla Procura della Repubblica di Foggia. In seguito, il 19 ottobre, il gip A. Paggetta, su richiesta del pm Roberto Gentile, disponeva il sequestro del cantiere, revocato il 14 novembre 1990 dal Tribunale della libertà. Il 20 luglio 1994 il pretore di Vieste, Silvana Clemente, riconosceva «il reato di alterazione di bellezze naturali di cui all’articolo 734». Infatti, si legge nel dispositivo della sentenza «la costruzione del Centro turistico direzionale, in zona Baia Campi di Vieste, è stata ritenuta la causa di notevole deturpamento delle caratteristiche dell’area e del suo equilibrio paesaggistico con la condanna penale dei componenti della giunta regionale della Regione Puglia e del rappresentante legale della società concessionaria dei lavori e con l’ulteriore condanna dei medesimi al risarcimento del danno ambientale a favore della provincia di Foggia e dell’Associazione Italia Nostra». In soldoni, appena 9 milioni di lire a testa.

    EPILOGO - Sono dunque stati riconosciuti responsabili in concorso di deturpazione di bellezze naturali in un luogo soggetto a speciale protezione, Giuseppe Affatato, Roberto Paolucci, Giuseppe Martellotta, Michele Bellomo, Corradino Marzo, Cesare Lia, Girolamo Pugliese e Alberto Tedesco, componenti la giunta regionale dell’epoca; e infine Antonio Uliano, rappresentante legale della società Italscavi. Nella vicenda erano pure coinvolti l’ex amministratore regionale Giuseppe Colasanto, nel frattempo deceduto, e gli assessori regionali Franco Di Giuseppe (Dc) e Franco Borgia (Psi) la cui posizione era stata stralciata perché eletti in Parlamento. Epilogo: la Corte d’appello di Bari ha dichiarato la prescrizione della condanna e la Cassazione ha confermato l’estinzione del reato ribadendo comunque «l’irreversibile distruzione del paesaggio».

    DEMOLIZIONE - Italia Nostra chiede il ripristino dello stato dei luoghi, vale a dire la demolizione del bubbone. E dire che nel 1988 i parlamentari Cederna, Ceruti, Boato, Savoldi, Bassi, Faccio, Tamino e Codillà interrogavano invano i ministri per il Turismo, l’Ambiente e le Partecipazioni statali: «Nel Comune di Vieste, in località Baia Campi, una delle ultime baie ancora non edificate del Gargano, è prevista la costruzione di una non meglio precisata “Università del turismo” di cui non è chiara la finalità, i finanziamenti, l’organizzazione e il valore legale… Se il governo non ritenga necessario intervenire per prevenire un’operazione che ha tutte le caratteristiche della più smaccata speculazione edilizia, con la scusa dell’opera pubblica si vomiterà sulla costa un’altra valanga di metri cubi di cemento». Detto e fatto.

    Gianni Lannes
    24 luglio 2011 217


    Guardate le foto sono raccapriccianti... la follia al potere con sprechi colossali di denari pubblici e contemporanea distruzione delle zone più incontaminate del Gargano !
    Un ecomostro costruito a partire dagli anni "80, rimasto poi inutilizzato.
    Nel giro di una cinquantina di anni, l'ammasso di cemento sarà demolito dalla natura... le prime piante colonizzatrici si fanno largo come si vede dalle foto.

    tag:gargano puglia ecomostro ambiente
    ....e il governatore con l'orecchino amante dei rom che sta facendo?
    Ahi serva Italia di dolore ostello,
    nave sanza nocchiero in gran tempesta
    non donna di provincia ma bordello!
    Dante Alighieri Divina Commedia Purgatorio canto VI° anno 1304!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

  8. #8
    Vedo la mano invisibile
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    Predefinito Rif: Angolo suggestivo del Gargano con vincoli paesaggistici deturpato dal Centro

    Citazione Originariamente Scritto da kouros Visualizza Messaggio
    ....e il governatore con l'orecchino amante dei rom che sta facendo?
    non versa l'ici al comune
    La verità produce effetti anche quando non può essere pronunciata.

    L. von Mises

    SILENDO LIBERTATEM SERVO

  9. #9
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    Predefinito Rif: Angolo suggestivo del Gargano con vincoli paesaggistici deturpato dal Centro

    Citazione Originariamente Scritto da Betelgeuse Visualizza Messaggio
    Allucinante davvero.
    Da notare tra i responsabili quell'Alberto Tedesco recentemente salvato dall'arresto, allora prescritto eppure ancora in parlamento tra le fila dei moralmente superiori: della serie, la trave è sempre nell'occhio degli altri.
    Betel, anche tu fra i rosicanti?

    Comunque forse ignori che a salvare Tedesco sono stati i vostri amici del PdL.
    Cum Feris Ferus

  10. #10
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    Predefinito Rif: Angolo suggestivo del Gargano con vincoli paesaggistici deturpato dal Centro

    Citazione Originariamente Scritto da kouros Visualizza Messaggio
    ....e il governatore con l'orecchino amante dei rom che sta facendo?
    Dicono sia un OTTIMO presidente di Regione.

    Ho chiesto svariate volte, senza alcuna malizia, cosa ha fatto e cosa sta facendo per meritarsi simili aggettivi, ma non ho mai ottenuto risposta

 

 
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