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Discussione: Letture

  1. #11
    God, Gold, Gun
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    Predefinito Lo spargi-rifiuti è un eroe!

    Ecco alcuni stralci da "Difendere l'indifendibile", splendido testo dell'economista libertario Walter Block, che ci spiega come lo spargi-rifiuti sia una sorta di eroe moderno. Buona lettura.

    LINK

    Lo spargi-rifiuti trova oggigiorno poche persone che lo difendano. E' attaccato da tutte le parti, e deve sostenere l'urto delle “anime belle”. Canali radiotelevisivi mandano in onda spot anti-rifiuti sotto forma di “servizio pubblico”; comitati di genitori e di quartiere, associazioni parrocchiali ed organizzazioni civiche sono tutti d'accordo nell'attaccare chi semina rifiuti...i rifiuti sparsi sono un grande elemento riunificatore.
    In ogni caso, c'è un piccolo, apparentemente insignificante dettaglio che annienta l'accusa contro i rifiuti sparsi e contro lo spargi-rifiuti: i rifiuti sparsi possono solo esistere sul suolo pubblico, mai su una proprietà privata. Le pubblicità che illustrano le presunte nefandezze dello spargimento dei rifiuti sono ambientate nelle autostrade, sulle spiagge, sulle strade, nei parchi...tutti luoghi pubblici. E ciò non perchè la maggior parte dei rifiuti venga seminata nei luoghi pubblici ma perchè è così per definizione. Se qualcosa somigliante in tutti gli altri aspetti allo spargimento dei rifiuti dovesse accadere in un luogo privato, non sarebbe affatto considerato spargimento di rifiuti.
    Quando grandi folle lasciano uno stadio, una sala cinematografica, un circo, quelli che restano tra le poltrone e nei corridoi non sono e non possono essere dei rifiuti sparsi. E' immondizia, sporcizia, spazzatura, ma non "rifiuti sparsi".
    Alla fine del normale orario lavorativo, nelle zone centrali delle nostre città un'orda di addetti delle pulizie converge su banche, negozi, ristoranti, uffici, fabbriche ecc. privati. Ciò che devono fare è pulire e assolutamente non si può dire che raccolgano rifiuti sparsi. Contemporaneamente, la nettezza urbana pulisce le strade e i marciapiedi pubblici, raccogliendo i rifiuti sparsi.
    Ora non è possibile fare una vera distinzione tra l'abbandono di spazzatura in luoghi pubblici e l'abbandono di spazzatura in luoghi privati. Non c'è ragione di chiamare l'uno, e non l'altro, “spargere rifiuti”, poiché in ambedue i casi in pratica si fa la stessa cosa. In ambedue i casi, infatti, la produzione di spazzatura è una concomitanza del processo del produrre e del consumare.
    In certi casi, l'abbandono della spazzatura, perchè venga raccolta più tardi, è una soluzione ottimale. Per esempio, un falegname, sprecherebbe troppo tempo se raccogliesse i trucioli mentre lavora. E' più semplice ed economico lasciare che i rifiuti si accumulino, per poi spazzarli via a fine giornata o a intervalli regolari. Il direttore di una fabbrica potrebbe indire una campagna anti-rifiuti, e costringere i falegnami a tenere i loro spazi di lavoro liberi da qualsiasi accumulo di trucioli. Potrebbe rinforzare quest'ordine con una multa, però, a causa di queste regole, la sua forza-lavoro potrebbe licenziarsi o, non licenziandosi, i costi di produzione salirebbero eccessivamente, e la ditta perderebbe ordinazioni che passerebbero a fabbriche concorrenti.
    Nell'esercizio della professione medica, d'altro canto, lo spargimento di rifiuti non può essere tollerato. Le sale operatorie, di consultazione o di trattamento, devono essere igieniche, disinfettate e ben pulite. La mancata adozione di una forte campagna anti-rifiuti porterebbe in questo caso al fallimento dell'ospedale, via via che si spargesse la voce che l'istituto è anti-igienico[...]ciò che questi esempi, apparentemente disparati, hanno in comune, è di illustrare come, nel mercato, il decidere se e quanto spargimento di rifiuti sia lecito permettere si basi, in ultima istanza, sulla volontà e sui desideri del consumatore.
    La questione non viene trattata semplicisticamente, e non si alza un grido generale per eliminare gli spargi-rifiuti. Vi è piuttosto un attento soppesare dei costi e dei vantaggi che il permettere ai materiali di scarto di accumularsi comporta.
    Nella misura in cui i costi di raccolta delle immondizie sono bassi, e i danni provocati dalla spazzatura elevati, saranno frequenti le raccolte e severe le sanzioni per chi abbandona le immondizie, come nell'esempio proposto sui rifiuti sparsi in un ambiente medico. Se i costi della raccolta delle immondizie sono alti, e i danni provocati dall'accumulo pochi, ci saranno raccolte meno frequenti, e nessuna sanzione per lo spargimento dei rifiuti. Queste politiche differenti non sono il risultato di una legge statale, ma sono il risultato di un processo di mercato. Gli imprenditori che non agiscono in accordo con un'analisi minuziosa dei costi/vantaggi perdono clienti...un sistema basato sui bisogni e sui desideri dei singoli individui è molto flessibile. In ciascun esempio, la politica da adottare sullo spargimento dei rifiuti viene concepita su misura per le esigenze di ogni specifica situazione. Inoltre, un simile sistema, è in grado di reagire con prontezza ai cambiamenti, che siano i costi della raccolta dei rifiuti o i danni causati dai rifiuti non raccolti[...]nel considerare lo spargimento di rifiuti sul suolo pubblico, non esiste un sistema sintonizzato con precisione che risponda ai bisogni e ai desideri dei singoli individui. Anzi, il suolo pubblico è sotto la tutela dello stato, ed è lo stato stesso a trattare le richieste del consumatore in modo piuttosto arrogante, praticamente ignorandole. L'impresa statale è la sola impresa che risponderebbe ad un aumentato desiderio di spargimento dei rifiuti con una determinazione irremovibile ad eliminarlo, rifiutando dunque di adattarsi sia ai desideri del consumatore, sia all'evoluzione della tecnologia. La legge è legge. Lo stato può funzionare in questo modo perchè è fuori dal mercato. Non ottiene le sue entrate nel processo di mercato dello scambio volontario; le ottiene tramite la tassazione, processo che non ha alcun rapporto con la capacità di accontentare i clienti.
    L'argomento statale contro lo spargimento dei rifiuti è che ciò accada per mancanza di rispetto dei diritti altrui. Ma questo argomento non è valido. L'intero concetto dei rifiuti privati ne è una dimostrazione. Se i rifiuti sparsi fossero una violazione dei diritti ed una noncuranza per il benessere altrui, cosa diremmo dei rifiuti “sparsi” nei ristoranti, nei cinema ecc? I rifiuti esistono nel mercato privato proprio come mezzo per soddisfare il desiderio di benessere dei consumatori. Non si violano i diritti del padrone del ristorante spargendo rifiuti, proprio come non si violano mangiando, perchè entrambe queste cose vengono pagate[...]una politica sullo spargi-rifiuti, per poter essere flessibile, deve essere sostenuta da un sistema di prezzi[...]ma se lo stato varasse un sistema di questo tipo andrebbe contro la sua stessa natura, fondata su quel sistema delle imposte che risulta interamente separato dall'abilità o meno di soddisfare i desideri dei consumatori.
    [...]alla luce dell'inflessibilità dello stato e del suo apparente disinteresse nel venire incontro ai gusti del pubblico, come va considerato lo spargi-rifiuti? Lo spargi-rifiuti tratta la proprietà pubblica più o meno allo stesso modo in cui tratterebbe la proprietà privata, se solo ne avesse la possibilità. Vale a dire, ci sparge sopra la spazzatura. E' stato dimostrato che non vi è nulla di intrinsecamente malvagio in questa attività, e che se non fosse per la calcificazione governativa, essa sarebbe largamente accettata nell'arena pubblica, come lo è nell'arena privata. E' un'attività che andrebbe regolamentata secondo i bisogni degli individui, non per decreto statale.
    Dobbiamo concludere, perciò, che lungi dall'essere un nemico della collettività, lo spargi-rifiuti sia in realtà un eroe. Il coraggio evidenziato dallo spargi-rifiuti, vista l'intensa campagna diffamatoria contro di lui, è notevole. E, più importante ancora, il comportamento dello spargi-rifiuti, che di proposito prende la legge nelle sue mani, può servire da protesta contro un sistema ingiusto.



  2. #12
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    Predefinito Beyond Civilization: The Birth Of A New Human Culture

    Alcuni gruppi di esperti stanno calcolando che ad un certo punto tra il 2030 e il 2050 necessiteremo di due “pianeti Terra” per poterci procurare le risorse necessarie a soddisfare gli attuali trends di produzione e consumo. Nonostante tutto ciò sembri piuttosto improvviso, ci sono persone tuttora vive che nello spazio della loro esistenza hanno visto raddoppiare la popolazione mondiale. Non avremo tempo di trovare un’altra Terra da sfruttare per poter prevenire l’inevitabile esplosione. Possiamo vedere come il consumo crescente di risorse non rinnovabili termini con la devastazione della civiltà e la morte di massa (escludendo forse i gruppi tribali che ancora cacciano e coltivano).

    Alcuni affermano che il colpevole è l’economia, altri la politica, ma in realtà si tratta di un cattivo adattamento alla Terra. Il problema della civiltà è biologico. Viviamo in una società che prende l’energia dai flussi energetici biologici della Terra senza però riempire nuovamente la sorgente [di tali flussi] mediante una retroazione positiva continua.

    Il cibo, la luce del sole, viene consumato dai vegetali per poi costruire la biomassa. Foglie, rami e altri detriti organici cadono a terra e sono a loro volta consumati da milioni di entità, sia macroscopiche che microscopiche, che costituiscono la “comunità del suolo”. Gli escrementi di questi organismi, che entrano in soluzione tra di loro nel suolo, costituiscono il nutrimento delle radici delle piante. Ciò apre la strada alla biodiversità. La maggior parte delle piante necessita di un moderato strato superficiale fertile per sopravvivere, il quale si accumula al ritmo di un pollice ogni 300-1000 anni in un sistema ecologico ottimale. Quando le culture di Babilonia e della dinastia cinese Han, biologicamente male adattate, iniziarono a “pulire la terra” seimila anni fa per favorire l’agricoltura, la circolazione energetica biologica cessò, perché non c’era più un sistema ecologico che la nutrisse.

    Nelle Great Plains statunitensi, metà dello strato superficiale è già stato tolto e ora i nuovi contadini industrializzati scaricano erbicidi e pesticidi sul terreno, i quali uccidono ulteriormente la “comunità del suolo”. I contadini ripristinano la fertilità del suolo con dei fertilizzanti artificiali, derivati da combustibili fossili, questi ultimi in rapido esaurimento.

    Questo è un piccolo esempio di come i flussi energetici terrestri vengono distrutti dall’ agricoltura, dalla deforestazione, dalla desertificazione, dall’inquinamento e dalla costruzione di case sullo strato fertile del suolo.

    Nonostante gli uomini siano stati buoni abitanti del pianeta per alcuni milioni di anni, seimila anni della cosiddetta civiltà ci hanno portato ad una catastrofe in cui la specie umana potrà forse estinguersi, portando con se una larga parte della vita sulla terra, a causa ultima delle radiazioni nucleari.

    La nostra cultura esiste e cresce estorcendo energia biologica dalla vita terrestre, senza poi dare niente in cambio. Questo scenario ci pone davanti ad alcune scelte. Possiamo tentare di “riformare” la nostra attuale cultura oppure possiamo fare un salto e creare un nuovo stile di vita, ma non potremo permetterci di non fare nulla.

    Adattarsi ai flussi energetici biologici è la questione di vita o di morte per la specie umana. Questo è fondamentalmente l’impiccio in cui si è cacciata l’umanità.

    UNA CULTURA DI ADATTAMENTO

    I nostri lontani antenati sono riusciti per intere ere ad adattarsi biologicamente alla vita sulla terra e ora, se la specie deve sopravvivere, dobbiamo adattarci alla nuova curva della spirale della vita. Non possiamo tornare indietro e vestirci con perizomi e mangiare bacche e radici. La selvaggina è scomparsa e le bacche e le radici sono state coperte dalle città. Dovremo creare una cultura che favorisca la vita anziché estirparla.

    Le culture si formano normalmente su lunghi periodi di tempo e attraverso il condizionamento dei giovani generazione dopo generazione. Noi non abbiamo tutto questo tempo. Al momento, abbiamo enormi quantità di informazioni provenienti da varie culture che possiamo sintetizzare e usare per ideare e creare nuove istituzioni sociali. Possiamo riscontrare come negli anni passati un’ampia diversità di colonie e comunità sia stata costituita intenzionalmente e ciò dimostra come sia possibile fondare una nuova cultura.

    All’inizio del 21° secolo la scelta tra il vivere in una comunità autosufficiente, di svoltare verso l’autosufficienza e vivere in una regione biologica autosufficiente, rappresenta sia una soluzione per sopravvivere che una scelta per creare una nuova realtà caratterizzata da un restauro culturale ed ecologico.

    Appurato che la civiltà ha utilizzato oltremisura le sue risorse e non ha futuro, abbiamo bisogno di una nuova idea. Ogni membro della specie umana che si prenda la responsabilità biologica della sua esistenza costituisce una nuova idea. Se gli esseri umani diventassero maggiormente responsabili, potremmo promuovere collettivamente delle comunità autosufficienti sperimentali in molte aree biologiche del pianeta. Queste comunità si definirebbero sperimentali nel senso che sarebbe affrontata la questione centrale del “vivere in equilibrio con la natura”. Noi civilizzati non abbiamo conoscenze in questo senso ed esperimenti effettuati da differenti culture in differenti regioni ci farebbero progredire.

    Esse rappresenterebbero delle legittime “comunità della crescita”, concentrate sulla crescita di esseri viventi piuttosto che sull’aumento del denaro e del potere. Se alcuni gruppi si ponessero in questo modo sullo spartiacque del cambiamento, cominciando un fase di restauro ecologico e, lentamente diffondendola a valle, il risultato sarebbe che aria ed acqua pulita proverrebbero proprio da queste aree.

    Dato il principio della crescita della vita, il restauro ecologico rappresenterebbe il punto centrale. La “permacultura”, tecnica che farebbe crescere una maggior quantità di cibo per acro rispetto al sistema industriale nutrendo contemporaneamente il suolo, dovrebbe essere usata nelle zone vicine alle abitazioni, le quali verrebbero costruite a mano utilizzando materiali del luogo. Sebbene sembri un’impresa, esistono comunità sul pianeta che riescono a fare tutto ciò ( www.gaia.org). Alla fine della sua vita la quercia inizia a disintegrarsi e nel mentre spunta una ghianda. Il nostro compito è di incoraggiare il germogliare della ghianda e lasciare che la quercia muoia.

    William H. Kotke viaggia molto e i suoi scritti vengono ampiamente pubblicati. Il suo ultimo libro, edito da Planet Garden, è il classico dell’ambiente underground “The Final Empire: The Collapse of Civilization and the Seed of the Future” [L’ultimo impero: il collasso della civiltà e il seme del futuro, ndt]. Potete contattarlo all’indirizzo wmkotke@gmail.com.

    Titolo originale: "BEYOND CIVILIZATION: THE BIRTH OF A NEW HUMAN CULTURE"

    Fonte: http://carolynbaker.net/
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    26.11.2008

  3. #13
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    Predefinito Letture

    Citazione Originariamente Scritto da Der Blaue Reiter Visualizza Messaggio
    Ti dirò, ho continuato a comprare germogli di soia in tranquillità e non sono morto, così come a bere latte di soia. Guardo l'etichetta e prendo quei prodotti fatti in italia.

    Comunque ho trovato questa tabella con una piccola lista dei prodotti fortifificati alla vitamina b12 presenti in italia

    Prodotti addizionati di Vitamina B12 disponibili in Italia
    ... molte pagine di questo libro sulla soia sono consultabili on line, io ogni tanto gli do un'occhiata...

    iaociao:

    “In amore non essere un mendicante, sii un imperatore. Dà e resta semplicemente a vedere che cosa accade...”

  4. #14
    calici amari
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    Giuseppe Altamore,

    Acqua S.p.A.. Dall'oro nero all'oro blu.

    2006.
    Corpo sano in ambiente sano.

    Chi avvelena una persona per vendetta viene condannato per veneficio.
    Chi avvelena milioni di esseri umani per profitto viene onorato come capitano d'industria.

  5. #15
    calici amari
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    Predefinito Rif: Letture

    Peter Tompkins, Christopher Bird,

    La vita segreta delle piante -
    Le relazioni fisiche, emotive e spirituali tra le piante e gli uomini.

    Titolo originale: The secret life of plants; 1973.
    Corpo sano in ambiente sano.

    Chi avvelena una persona per vendetta viene condannato per veneficio.
    Chi avvelena milioni di esseri umani per profitto viene onorato come capitano d'industria.

  6. #16
    calici amari
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    Predefinito Rif: Letture

    - Vandana Shiva,

    Vacche sacre e mucche pazze. Il furto delle riserve alimentari globali.

    Titolo originale: Stolen Harvest. The Hijacking of the Global Food Supply, 2000.
    Ultima modifica di Regina di Coppe; 02-08-11 alle 10:45
    Corpo sano in ambiente sano.

    Chi avvelena una persona per vendetta viene condannato per veneficio.
    Chi avvelena milioni di esseri umani per profitto viene onorato come capitano d'industria.

  7. #17
    calici amari
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    Predefinito Rif: Letture

    Alfredo Cattabiani -

    Florario.
    Miti, leggende e simboli di fiori e piante.

    1996
    Ultima modifica di Regina di Coppe; 05-08-11 alle 17:05
    Corpo sano in ambiente sano.

    Chi avvelena una persona per vendetta viene condannato per veneficio.
    Chi avvelena milioni di esseri umani per profitto viene onorato come capitano d'industria.

  8. #18
    calici amari
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    Predefinito Rif: Letture

    Karl-Wilhelm Weeber -

    Smog sull'Attica.
    I problemi ecologici nell'antichità.

    1990.
    Corpo sano in ambiente sano.

    Chi avvelena una persona per vendetta viene condannato per veneficio.
    Chi avvelena milioni di esseri umani per profitto viene onorato come capitano d'industria.

  9. #19
    calici amari
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    Predefinito Rif: Letture

    Mercedes Deotto Salimei

    La Decontaminazione Radioattiva
    dei cibi, delle bevande, dell'organismo umano, degli animali e delle cose.

    1986
    Corpo sano in ambiente sano.

    Chi avvelena una persona per vendetta viene condannato per veneficio.
    Chi avvelena milioni di esseri umani per profitto viene onorato come capitano d'industria.

  10. #20
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    Predefinito Rif: Letture

    .

    Claudia Bortolato

    Cento e più rimedi per difendersi dall'inquinamento

    Edizioni Mediterranee, 2004

    .

 

 
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