L'alchimista del '700
Una persistenza del concetto di anima rapportato al mondo floreale è riscontrabile nel XVIII secolo, a proposito delle capacità di alcuni maghi di saper rinchiudere entro fiale di vetro i cosiddetti fantasmi delle piante, al fine forse di concentrare maggiormente le loro virtù occulte. Per estrarre il fantasma, il mago pestava in un mortaio quattro libbre di seme del vegetale prescelto e le sigillava in un vasetto vuoto. Doveva poi attendere una notte serena per esporre il ricavato al vivificante bagno della rugiada e recitare segrete parole magiche.
Se qualcuno oggi fosse in grado di replicare con successo l'esperimento, potrebbe vedere: "Nel fondo della fiala la semenza che sarà diventata come gelatina, lo spirito sarà come una pellicola di diversi colori che galleggerà al di sopra di tutta la materia."
Dall'anima della pianta l'alchimista del '700 trae lo spunto per immaginare nuove e più ardite invenzioni: la palingenesi vegetale viene studiata insieme a quella dei metalli.
Parallelamente alla ricerca della pietra filosofale, si coglie il brivido di una superba avventura, che vagheggia in laboratorio la riproduzione di organismi animali.
Purtroppo ogniqualvolta, durante la lettura degli antichi testi, ci sembra di essere ormai giunti alla soglia della rivelazione, la confidenza del mago si arresta e subentra il riserbo dell'iniziato. Eppure la suggestione di una antico racconto può fare immaginare che quel poco di cenere incolore accumulato in fondo a una fiala di vetro, radichi lentamente per effetto di calore alchemico eccitante, poi allunghi uno stelo, delle foglie e dei fiori secondo la natura della pianta.
Fino al secolo scorso i racconti popolari non hanno mai smesso di affermare che gli alberi cantano e parlano per mezzo delle foglie agitate dal vento, che la foglia, come l'albero, ha coscienza di quanto avviene nel mondo e che per questo, il venerdì Santo, nell'ora della Passione di Gesù Cristo, tutte le fronde cominciano a tremare. Gli alberi hanno sguardi: il fiore è per l'albero come l'occhio per l'uomo.
L'alchimista del '700