Il senatore Pd Giuseppe Lumia demolisce il provvedimento sbandierato come un grande successo del governo Berlusconi: "Troppe finestre aperte alle cosche". La pensano allo stesso modo le principali associazioni impegnate nella lotta ai clan, insieme a investigatori e magistrati. "Salvato" anche il voto di scambio
Il nuovo codice antimafia, appena approvato in parlamento e sbandierato tra i successi del governo Berlusconi, rischia di essere “un bel regalo ai boss”. Lo dice Giuseppe Lumia, senatore del Pd ed ex presidente della Commissione parlamentare antimafia. Ma la sua critica è condivisa dalle principali associazioni che si occupano del fenomeno – come Libera, Avviso Pubblico, Centro Pio La Torre – e dà voce a un malcontento diffuso tra magistrati e investigatori impegnati in prima linea nella guerra ai clan.
I punti dolenti sono diversi. Lumia parte dalla nuova disciplina dei beni confiscati, un tassello fondamentale della lotta alla criminalità organizzata, dato che i mafiosi mostrano di temere la sottrazione del loro patrimonio più della reclusione in carcere. Con in più il valore simbolico della riassegnazione di quei beni a fini pubblici o sociali. La nuova legge fissa un limite al tempo che può passare tra il sequestro e la confisca: 18 mesi, con due possibili proroghe di sei mesi con richiesta motivata del tribunale. “Il limite dei due anni e mezzo è troppo breve”, spiega Lumia a Ilfattoquotidiano.it, “le indagini patrimoniali sono complesse, soprattutto se parte delle ricchezze è nascosta all’estero. Questa è la prima finestra che il governo apre alla mafia, e rischia di diventare un portone”.
“Il nuovo codice antimafia fa regali ai boss Ora sono a rischio le confische dei beni” | Mario Portanova | Il Fatto Quotidiano