Talmente Libero che s’inventa cene tra Fini e Berlusconi

Giovedì 11 Agosto 2011 113



Lo abbiamo scritto ieri: i giornali dell’ultraberlusconismo hanno messo in moto una nuova macchina del fango. Questa volta, però, la strategia è diversa. Niente case, mogli, amanti e vizietti. L’idea di Libero e il Giornale è quella di indebolire Gianfranco Fini agli occhi di chi lo ha seguito nella nuova iniziativa politica descrivendo un ravvedimento da parte del presidente della Camera.

E lo fanno tirando dentro tutti e distorcendo dichiarazioni di altro contenuto rilasciate da esponenti di Futuro e libertà, soprattutto in una fase in cui molti si appellano al senso della responsabilità che viene strumentalmente interpretato e diffuso come riavvicinamento dei finiani al governo morente.

Oggi è il quotidiano di Maurizio Belpietro a tornare sull’argomento parlando di una cena tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini durante la quale i due avrebbero fatto mea culpa sulla loro separazione. È il portavoce della terza carica dello Stato, Fabrizio Alfano, a smentire. «Consigliamo a Libero di verificare meglio le notizie, ovvero di integrare la testata in modo che risulti Libero, di dire sciocchezze». «La notizia, riportata oggi da Libero, di una cena tra Fini e Berlusconi è assolutamente destituita da qualsiasi fondamento, non essendoci stato - sottolinea Alfano - alcun incontro tra Fini e Berlusconi».

La tesi del quotidiano è bizzarra. Considerando che, spiega, il Terzo polo non decolla e Casini si sarebbe smarcato per riavvicinarsi al Cav, Fini vorrebbe precederlo. E per questo si parla di un’altra cena, forse già domani, informa Libero, per poi rivedersi in Sardegna. E magari sposarsi nello Stato di New York dove hanno legalizzato le unioni gay. Finale fantasioso, il nostro, come l’intero articolo di Maria Giovanna Maglie, ottimo ingranaggio di un giornalismo che è l’incarnazione del berlusconismo e, come tale, fatto di una realtà tutta virtuale. Ma Libero, si sa, non è mai solo e l’altro passeggero del tandem, il Giornale, già ieri aveva ipotizzato una possibile cena tra Fini e Berlusconi, rendendo così evidente che alle spalle c’è un disegno ben preciso e organizzato da un leader morente.

La cena, ovviamente, non c’è stata e la notizia risponde alla logica della demonizzazione basata sul nulla. Il che trasforma la macchina del fango di matrice berlusconiana in una fabbrica delle patacche. Anche perché, aggiungiamo, per Silvio Berlusconi trovare un commensale è diventato davvero difficile, tra i leader politici italiani e stranieri. Ovviamente al netto di quelli che più che commensali sono servitori. È solo tra questi, difatti, che si sente leader. Tra chi per dovere di sudditanza continua a guardarlo come perfetto.
Talmente Libero che s