OLTRE IL MINIMALISMO DI TREMONTI: CHANCES DI SECESSIONE
..........Il 15.08.11 Bossi, parlando alla festa leghista di Alzàno (Bg), ha affermato un dato ovvio per la scienza economica, seppur inaccettabile per gli interessi oggi prevalenti e per la “morale” che esprimono, ossia ha affermato che il Norditalia può probabilmente funzionare con una moneta forte come l’Euro e con i vincoli di bilancio di BCE e Commissione Europea, mentre il Suditialia non può farcela. E ciò perché il Norditalia ha un livello di produttività e competitività analogo a quello dei paesi euro forti, quindi può reggere la loro concorrenza senza aver bisogno di svalutare. Al contrario, il Suditalia, da sempre (quindi oramai stabilmente) ha un livello di produttività e di competitività molto inferiore, quindi per esportare e per attrarre capitali ha bisogno di disporre di una valuta a cambio più basso, altrimenti la sua economia si atrofizza e deve essere sempre più mantenuto. D’altronde, Germania e Francia non sono disposte a mantenere il Suditalia (oggi hanno espressamente rifiutato di emettere l’eurobond, ossia il debito comune europeo per finanziare la spesa italiana, greca, portoghese, spagnola, irlandese), e un Norditalia frenato dai debiti, dalle tasse, dai prelievi che subisce per Sud e Roma, non ce la fa più a mantenerlo.
Quindi l’Italia, se rimane tutta unita e nell’Euro, finisce male nel suo insieme. A questo punto l’interesse comune di Norditalia e Suditalia è di separarsi – senza malinconie: i confini resteranno aperti e quando la diversità di tendenze, mentalità, abitudini, prassi, cultura è forte, dividersi costituisce una vittoria, una liberazione, un guadagno. Il Norditalia è già commercialmente inserito nell’area centroeuropea e, data la sua forza economica, i suoi t-bonds sarebbero assai appetiti, tanto più che, liberatosi dalla zavorra e dalle influenza sfavorevoli del Sud e di Roma, godrebbe di un brillante sviluppo. Il Suditalia, a sua volta, liberatosi dal cappo della moneta forte, ritornando a una Lira svalutata del 40% circa sull’euro, recupererebbe competitività e mercati, attrarrebbe turismo e capitali, e godrebbe pur’esso di un brillante sviluppo. E non potendo più contare sul contributo del Nord per rimediare alle proprie disfunzioni, cioè dovendo fare i conti con esse, avrebbe finalmente una forte motivazione a risolverle, anziché, come ha ora, ad amplificarle. Perciò sarebbe finalmente indotto a uscire dallo stato di degrado e inefficienza in cui versa praticamente dalla sua conquista da parte dei Savoia. La classe politica non potrà più vivere sull’intercettazione dei trasferimenti dal Nord al Sud, quindi sarà essa pure costretta a cambiare, a imparare un mestiere reale. Il Suditalia potrà anche intraprendere un’azione legale contro la Casa Savoia per ottenere il risarcimento delle rapine subite durante e dopo l’annessione.
Per effetto di quanto sopra, al Nord e al Sud potrà avvenire quella trasformazione della politica e dell’amministrazione, quella liquidazione della casta parassitaria, che non si possono fare per legge o per sentenza, ma che sono prodotte dai mutamenti del piano strutturale profondo.
In Germania diverse voci si levano in tal senso, auspicando la separazione di Norditalia e Suditalia (o Padania e Bordello, come insolentemente le ha definite The Economist). Esse rilevano, oltre a quanto sopra, che il Norditalia non accetterebbe l’umiliazione e il danno dell’espulsione dall’Euro o della relegazione in una 2a Classe, un Euro B, svalutato del 40%.
Del resto, passare a un Euro di serie B restando però sotto gestione di EBC, assieme a Grecia e Portogallo: a quel punto, converrebbe all’Italia il ritorno alla Lira e il recupero della sovranità monetaria. Il Norditalia avrebbe enormi danni economici se dovesse seguire il Sud in un Euro B o fuori dall’Euro. Quindi ha necessità separarsi dal Sud per salvare la sua economia. Se e quando si muoverà in tal senso, non sarebbe accettato che Roma gli mandasse contro l’esercito, perché l’economia internazionale non accetta la violenza delle armi contro aree economicamente importanti e interdipendenti.
Aggiungono che Il Suditalia, dopo la separazione, farebbe default – io raccomando, invece, un lungo piano di ammortamento del suo vecchio debito pubblico in Euro. Osservo anche che, in un Suditalia indipendente, le Mafie non potrebbero più nascondersi dietro lo Stato, e non potrebbero evitare di assumersi la responsabilità di far politica e di gestire la cosa pubblica, in quanto fanno l’uno e l’altro. Perciò dovranno farsi carico di responsabilità e compiti sociali, non limitarsi a gestire il business criminale. Cambieranno la loro natura. Ma starà alla fine alla popolazione del Suditalia accettare o non accettare e trasformare certe strutture di potere.
Per l’intanto, che sta per succedere? Che i decreti anti-default, pesantissimi, iniqui e recessivi, rischiano di essere stravolti, di non passare, o di passare tramite un voto di fiducia molto deleterio e rivelativo. E che poi – come rilevano in Germania – a Roma arriveranno gli ispettori della BCE, a controllare i conti e l’applicazione delle norme anti-default. In Germania non pochi si aspettano che gli ispettori troveranno molto da ridire, e che Bossi, tradizionalmente euroscettico, spera appunto che sia questa l’occasione buona per (far) dare allo Stato unitario italiano la spallata decisiva: il fallimento, la non attuazione o l’insuccesso dei sacrifici anti-default. Prima quindi li appoggia e sostiene le richieste della BCE in tal senso. Poi aspetta che facciano cilecca, e che si imponga la scelta tra esser cacciati tutti fuori dall’Euro e verso l’Africa, oppure separarsi e lasciar uscire solo il Suditalia con Roma. Questo è il sottostante del suo plauso alle grida di “secessione!” e delle sue affermazioni “per l’Italia è arrivata la fine” e “preparatevi”.
Non avverrà che la BCE, la Francia, la Germania o chi altro intervengano per salvare l’Italia dal default come hanno fatto per la Grecia: un tale intervento non è possibile, perché il debito pubblico italiano è enormemente maggiore di quello greco, superiore del 50% della somma di quelli portoghese, spagnolo e irlandese. E poi, riflettiamo un attimo: dopo ciò che stanno vedendo da anni sulla gestione dei rifiuti napoletani (e non solo napoletani), oltre che sulle storie di mafia, di mala giustizia, di malapolitica, ovviamente Tedeschi, Francesi, Olandesi etc., mai e poi mai accetteranno – e in effetti rifiutano di farlo – la via dell’eurobond caldeggiata da Tremonti: non accetteranno mai di condividere il debito pubblico con l’Italia, perché questa esprime un sistema e una fauna di potere politico e burocratico inefficiente, distruttiva, criminale. Quindi non ci sarà mai un’integrazione politica europea includente l’intera Italia. Probabilmente, ma con garanzie serie, potranno però accettare un’integrazione politica limitata al Norditalia, più forse la Toscana, le Marche, l’Umbria.
18.08.11 Marco Della Luna
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