Sarebbe partita nella notte, secondo quanto riportato dall'emittente araba citando fonti del Cnt, l'offensiva finale degli insorti contro la capitale libica. Nome in codice dell'operazione "Alba della sposa del mare". Ma non ci sono conferme. Gli Usa: "Il rais ha intenzione di resistere fino alla fine"
BENGASI - Gli insorti libici avrebbero dato il via all'operazione 'Alba della sposa del mare' ('Fajr Arus al Bahr') per "liberare" Tripoli. E' quanto afferma la tv Al Arabiya citando "fonti della rivoluzione" libica. Nessun'altra conferma è arrivata finora sull'offensiva. 'Sposa del mare' è uno degli appellativi con cui viene chiamata la capitale libica.
Mentre non arrivano altre conferme ufficiali, Twitter sta impazzendo dietro alle notizie in arrivo da Tripoli. Non è chiaro quanto siano testimonianze reali o voci incontrollate, ma secondo alcuni utenti la radio dei ribelli di Misurata avrebbe annunciato la presa da parte degli insorti dell'aeroporto internazionale di Tripoli. Qualcun altro sostiene invece che i ribelli si trovano a solo quattro chilometri dalla capitale.
Durante la notte, non si sono fermati i bombardamenti Nato sulla città: i testimoni parlano di decine di esplosioni.
Intanto, l'ex 'numero due' del regime libico, Abdessalam Jalloud, amico d'infanzia e per anni stretto collaboratore di Muammar Gheddafi poi emarginato, è fuggito da Tripoli ed è passato dalla parte degli insorti. Lo ha detto ieri sera alla Tv satellitare araba Al Jazira Mahmoud Shammam, un esponente con Consiglio nazionale di transizione che nel pomeriggio gli ha personalmente parlato per telefono. "Mi ha detto che vuole lasciare il paese e che intende unirsi a noi, vuole che questo terribile spargimento di sangue abbia termine", ha affermato.
Il colonnello Ahmed Omar Bani, portavoce militare degli insorti, ha poi aggiunto che "per motivi di sicurezza non è opportuno svelare dove si trovi". Ma un altro esponente del Cnt che ha chiesto di restare anonimo ha tuttavia rivelato all'agenzia Afp che Jalloud, assieme ai suoi familiari, è riuscito a raggiungere Zinten, una cittadina a un centinaio di chilometri a sud-ovest di Tripoli controllata dai ribelli. Mentre si moltiplicano le voci di una possibile fuga da Tripoli di Muammar Gheddafi, il regime continua a perdere pezzi importanti.
Esponente dell'influente tribù dei Megarha, Abdessalam Jalloud da oltre 20 anni non ricopriva più nessuna carica, ma è tutt'ora un personaggio di un certo peso nella Jamahiriya. Compagno di scuola Gheddafi fin dalle elementari, era stato per lunghi anni il numero due del regime ricoprendo la carica di premier tra il 1972 e il 1977. Negli anni Novanta, il colonnello lo aveva progressivamente messo da parte e per un certo periodo era stato tenuto agli arresti domiciliari.
Negli anni immediatamente successivi alla 'rivoluzione verde' del 1969, era uno dei 'duri' del regime ed uno degli uomini più potenti e temibili del paese. Si racconta che nel marzo 1970, sei mesi dopo il colpo di stato che aveva portato Gheddafi al potere, si era recato a Pechino con l'intenzione di acquistare una bomba atomica per 100 milioni di dollari per "risolvere una volta per tutte il conflitto arabo-israeliano". La riposta dei cinesi però era stata negativa.
Da quando la rivolta contro il regime è esplosa, non ha mai preso pubblicamente posizione né a favore di Gheddafi né contro. Secondo il vicario apostolico di Tripoli, mons. Giovanni Martinelli, Jalloud lo scorso 3 maggio aveva partecipato ai funerali di Saif al-Arab, l'ultimogenito di Muammar Gheddafi rimasto ucciso due giorni prima a Tripoli in un raid aereo della Nato nel quale, secondo le autorità libiche, erano rimasti uccisi anche tre nipotini del colonnello.
Negli ultimi giorni, i ribelli hanno conquistato molte città nei pressi di Tripoli, stringendo il cerchio sul regime: sono state conquistate Zliten, Garyan e Zawiah. Nelle ultime ore voci insistenti davano Gheddafi vicino alla fuga 1, anche se fonti della Casa Bianca sostengono che il raìs più probabilmente cercherà di resistere fino all'ultimo. Muammar Gheddafi, secondo la Cnn che cita fonti "ben informate" dell'amministrazione americana, "sta pianificando di resistere a lungo". "Prendete le armi e combattete per liberare la Libia dai traditori e dalla Nato", aveva detto il rais lunedì scorso in un appello radiofonico.
Notizie non verificate riferite dal sito internet Tripoli Post - che cita la stazione radio 'Libya Hurra' (Libia libera) da Misurata - annunciano che gli insorti libici hanno preso il controllo dell'aeroporto internazionale di Tripoli.
Un numeroso gruppo gruppo di ribelli - prosegue il resoconto - stanno avanzando verso il centro della capitale per prendere il controllo della radiotelevisione. Sempre secondo 'Libya Hurra', sono migliaia i combattenti - oltre diecimila - impegnati nella battaglia di Tripoli.
Intanto i ribelli libici hanno annunciato oggi di aver conquistato il pieno controllo delllo strategico porto di Brega.
Pur lontano da Tripoli, si trova 750 chilometri a est dalla capitale, Brega è considerata una città strategica per la vittoria dei ribelli, che affermano di controllare le sue importanti installazioni petrolifere, le principali del Paese. Gli insorti hanno aggiunto di aver sofferto ingenti perdite nella conquista della città a causa delle mine piazzate dal regime di Muammar Ghedadfi.
(20 agosto 2011)
Al Arabiya: "Al via l'operazione dei ribelli per liberare Tripoli" - Repubblica.it