L'Accademia della Crusca a rischio chiusura | Il Sito di Firenze


L'Accademia della Crusca a rischio chiusura

Baluardo della tutela della lingua italiana nel mondo, l'Accademia della Crusca rischia, dopo 428 anni, di chiudere per la scelta del governo a inserire, nella manovra finanziaria, l'abolizione degli enti con meno di 70 dipendenti. Le sue origini si devono alle riunioni a Firenze di un gruppo di amici con il nome di «brigata dei crusconi», scelto per differenziarsi dall'ufficialità dell'Accademia fiorentina, alla quale contrapponevano le 'cruscate', discorsi giocosi e conversazioni di poca importanza. Tra questi fu Lionello Salvati che nel 1582 definì il ruolo normativo che l'Accademia avrebbe assunto e diede nuovo significato al nome di 'Crusca', fissando l'uso della simbologia relativa alla farina e attribuendole lo scopo di separare il fior di farina (la buona lingua) dalla crusca. Al 1583 risale la stabile costituzione dell'Accademia, e dal 1590 la sua attività cominciò a essere concentrata nella preparazione del Vocabolario, pensato per mostrare e conservare il fiorentino trecentesco. Stampato a Venezia, uscì nel 1612 con grande fortuna in tutta Europa, guardato come modello di metodo lessicografico per le altre accademie europee. Seguirono altre 4 edizioni: nel 1623, nel 1691, per la prima volta stampata a Firenze; la quarta, in sei volumi, dal 1729 al 1738, accompagnata da molte polemiche che portarono nel 1783, a una soppressione di fatto dell'Accademia, accorpata alle altre cittadine (la Fiorentina e quella degli Apatisti) per volere di Pietro Leopoldo dè Medici. Nel 1811 fu ricostituita come istituzione autonoma e tra il 1863 e il 1923 uscì la quinta edizione del Vocabolario. Il ministro della Pubblica Istruzione Giovanni Gentile ne dispose, con il Regio Decreto dell'11 marzo 1923, il nuovo ordinamento che prevedeva l'interruzione della stesura del vocabolario. Il progetto di proseguire riprese nel 1955 e poi dal 1963, con l'elezione di Giacomo Devoto a presidente, iniziò la collaborazione con il Consiglio Nazionale delle Ricerche che consentì, attraverso un primo stanziamento, di avviare l'opera. Ma liberata da un formale impegno lessicografico, l'Accademia ha potuto dedicarsi a un'ampia attività di ricerca, di edizioni e di consulenza intorno all'italiano, e di studi sui fronti grammaticale, lessicologico e filologico. Oggi è il più importante centro di ricerca scientifica dedicato allo studio e alla promozione dell'italiano. (Fonte:Sin/Ct/Adnkronos)





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