Una riflessione complessiva sui risultati delle elezioni europee tenutesi una decina di giorni orsono non è altro che un'occasione per alcune considerazioni di fondo sul sistema politico, ideologico e culturale del continente. In queste righe mi limiterò ad alcune valutazioni relative all'Italia, finalizzate ad un tentativo di orientamento nel panorama delle forze ideologiche prevalenti.
I risultati elettorali non hanno modificato di molto i rapporti di forza tra le componenti politiche emersi nelle politiche del 2008, e ripropongono la presenza di 5 partiti nelle istituzioni (Pdl, Pd, Lega, Idv, Udc) con l'esclusione (per via dello sbarramento al 4%) delle forze di Sinistra, del partito Radicale, della Destra e di altri partiti minori. Al di là delle questioni puramente numeriche, a partire da alcuni segnali, vorrei proporre alcune argomentazioni. Un risultato sicuramente notevole è stato il consolidamento della Lega Nord e dell'Italia dei Valori. Su questo punto credo sia utile fare una prima riflessione.

Il rafforzamento di questi due partiti, lungi dal segnare un indebolimento del pensiero unico incarnato dal bipartitismo agognato Pd-Pdl, ne sancisce in verità la struttura fondamentale, arricchendolo di un elemento decisivo che ha a che fare con il problema teorico-politico della dicotomia destra-sinistra nel capitalismo contemporaneo, dicotomia che è a mio avviso del tutto inadeguata a rappresentare le contraddizioni sistemiche e culturali principali del presente. Questi ultimi due partiti rappresentano, infatti, l'idea di una fuoriuscita teorica e soprattutto pratica dalla dicotomia novecentesca destra-sinistra. Una fuoriuscita, tuttavia, totalmente interna al sistema politico e culturale dominante cioè di carattere ultra-sistemico, espressa in due varianti diverse: quella xenofobo-semplificatrice e quella moralistico-semplificatrice. Le due varianti vantano entrambe (ascoltare interviste e dichiarazioni di dipietristi e leghisti) un'appartenenza che in qualche modo va al di là delle barriere politiche del secolo passato, quindi al di là dell'opposizione destra-sinistra, o progresso-conservazione. La lega corteggia un elettorato popolare e piccolo imprenditoriale in nome di un capitalismo cooperativistico micro-imprenditoriale e xenofobo-localistico; l'idv corteggia un elettorato moralistico legalitario, in nome di un puro risanamento giustizialista della corruzione della “casta politica” o di un odio quasi-personale contro la figura grottesca di Silvio Berlusconi.
Dietro al fortissimo gioco bipolare destra-sinistra, su cui si gioca ancora all’80% l'appartenenza identitaria di un elettorato privo di riferimenti contenutistici, dilaga anche, così, chi afferma di stare già al di là del gioco, di esserne uscito, in un certo senso, proprio dal centro, adottando cioè concezioni ultra-sistemiche capitalistiche basate su varianti di sentire collocate al di là della destra e della sinistra.

Continua qui:
Continua qui

Lorenzo Dorato