SANTIAGO DEL CILE - Il Cile ha visto oggi la marcia più numerosa da 20 anni, nelle ultime 24 ore dello sciopero generale convocato dalla Centrale unitaria dei lavoratori per “un Cile diverso” ed in appoggio alla causa del movimento studentesco guidato da Camila Vallejo, mobilitato da mesi per un'istruzione “gratuita e di qualità”. Solo al termine della manifestazione, quando la folla si stava ormai disperdendo, si sono registrati alcuni incidenti tra persone incappucciate e forze dell'ordine. Intanto la giornata di ieri era stata caratterizzata da saccheggi, incendi, un tentativo di assalto ad una caserma della polizia, con 42 carabinieri feriti, 285 autobus danneggiati, decine di semafori distrutti, e centinaia di arresti.
CALO DI CONSENSI. A decine di migliaia, studenti e lavoratori oggi hanno manifestato fianco a fianco in forma completamente pacifica, in quattro cortei colorati, con bandiere e striscioni, per chiedere un cambiamento radicale e profondo del paese, una “primavera” cilena, un cambiamento dell'attuale Costituzione, imposta dal regime di Augusto Pinochet. E per la prima volta si sono visti scendere in piazza numerosi anche gli esponenti dei partiti di opposizione mentre il governo di Pinera, sempre più ammaccato sotto il fuoco incrociato delle proteste del Movimento studentesco e della Centrale unitaria dei lavoratori sta vivendo il suo momento di maggiore impopolarità, con i consensi crollati al 30 per cento.
GIOVANE STUDENTESSA. Tra la gente in marcia oggi c'era anche lei, Camila Vallejo, la presidente della Federazione degli studenti universitari del Cile, seconda donna nella storia del movimento a ricoprire questo incarico. La giovane di 23 anni, studentessa di Geografia, che a poco a poco si è trasformata da timida militante della Gioventù Comunista nel nuovo volto della protesta sociale del paese. Da ritrosa adolescente, Camila è diventata interprete e portavoce del malcontento sociale, della piazza che va via via infiammandosi e che reclama riforme all'istruzione, pari opportunità per i giovani del paese, nuove misure per i lavoratori, ma soprattutto cambiamenti strutturali alla democrazia.
Cile, in migliaia alla marcia contro il governo