C'è qualcosa nell'aere che mi rende fiducioso e questo articolo non mi pare affatto visionario hefico:
Rivoluzione dolce: non siamo merce dei politici | Gianfranco Mascia | Il Fatto Quotidiano
Molte persone mi chiedono se questo sarà davvero un autunno caldo. Ma è da almeno due anni che la stagione politica italiana è calda, anzi bollente. Probabilmente il risveglio della cosiddetta “società civile” è partito il 5 novembre 2009 con il No Berlusconi Day, che ha dato il la ad una serie di manifestazioni e a tanti presidi piccoli e grandi. Tutti sull’onda di qualche malefatta o tentativo golpistico di questo governo. Adesso però nell’aria c’è qualcosa di diverso. Che non fa riferimento solo a “questo” governo, ma all’essenza stessa delle regole democratiche che guidano le nostre democrazie occidentali. Il riferimento è agli Indignati spagnoli, greci e portoghesi e all’esperienza islandese.
E sembra che tutti se ne stiano accorgendo, meno chi pratica la politica ufficiale e chi la racconta.
I primi, i partiti, sono spesso presi dai loro problemi autoreferenziali. Vedi il Pd con la questione morale, Sel con la mancanza di una vera progettualità o Idv con un partito che vuole aprirsi ed essere meno “dipietrocentrico”. E stanno rinchiusi nelle loro stanze a decidere per i cittadini, senza che gli passi per la mente di ascoltare la voce popolare. E dire che anche recentemente (leggi voto referendario) noi cittadini un segnale chiaro e forte l’abbiamo dato. Ma niente, fanno orecchie da mercante.
I secondi, gli analisti politici, sembrano non avere il coraggio di alzare lo sguardo e di vedere quello che sta accadendo anche in Italia, che sicuramente condizionerà i prossimi mesi di mobilitazioni. E continuano a descrivere le stanze della politica dei palazzi, facendo finta che fuori non stia accadendo nulla.