Senza la Bce la Spagna può farcela, l'Italia no
Roma - Se la speculazione contro i titoli di stato italiani si è fermata, il merito è solo della Bce. Solo l’intervento nel mercato secondario da parte dell'istituto di Francoforte è riuscito a far rientrare gli attacchi contro il nostro paese, riportando il costo del finanziamento attorno al 5% nel giro di pochi giorni, dai massimi dall'introduzione dell'euro, testati oltre la soglia del 6%.
Ma con la Bce che pian piano inizia a farsi da parte per lasciar esprimere al mercato il giusto valore dei titoli, gli analisti sembrano dubitare che i rendimenti rimarranno ai valori attuali: perlomeno per l’Italia.
L'avvertimento arriva con un articolo del Wall Street Journal: "Italy living on borrowed time". Questo, mentre il Financial Times ricorda anche che "le banche italiane hanno quasi raddoppiato a luglio l'utilizzo degli strumenti di finanziamento della Bce, fino a €80 miliardi: è il valore più elevato dall'inizio della crisi, stando a un rapporto recente di Morgan Stanley.
Wall Streeet Italia aveva scritto del rischio di nuovi attacchi speculativi contro i nostri bond, qualche giorno fa. E la prova del nove è arrivata proprio ieri, quando il calo dei rendimenti dei bond emessi dal Tesoro, non è stato sufficiente a calmare i mercati - innervositi anche dalle incertezze sulla manovra. Il risultato è stato che lo spread BTP/Bund è salito fino a 300 punti base, per poi ridiscendere solo quando la Bce, secondo quanto riferito da alcuni trader, è intervenuta di nuovo ad acquistare carta italiana.
Ma la situazione è troppo precaria e già ai tempi del lancio del programma di acquisto della Bce di bond italiani e spagnoli, gli analisti avevano precisato che il piano avrebbe potuto dare risultati solo nel breve termine. E un chiaro avvertimento su quanto potrà accadere arriva anche dagli esperti intervistati dal Wall Street Journal.
"In termini di livelli assoluti di emissioni di nuovi titoli, è possibile che la Spagna possa farcela anche senza la Bce, ma è difficile vedere come l’Italia ci riesca (da sola)", ha detto Simon Penn, strategist di Ubs a Londra. "Se l’Italia non riuscirà poi a passare le misure di austerity, dovrà rispondere a dure domande che arriveranno dall'istituto di Francoforte", ha aggiunto.
Inoltre, facendo sempre un paragone con il paese iberico, se la Spagna deve procedere ancora ad aste per €33,9 miliardi, circa il 36% del piano di emissioni complessivo previsto per quest'anno a €93,8 miliardi, l'Italia è ancora molto indietro, visto che deve attingere ai mercati dei bond per raccogliere ancora €134,35 miliardi, il 48% dei €281,5 miliardi che spera di ottenere nel corso del 2011.
"Troviamo difficile vedere un interesse genuino da parte degli investitori, soprattutto ora che l’impressione è quella che ... ai livelli attuali i rendimenti sono artificialmente bassi a causa degli acquisti della Bce", ha detto David Schnautz, strategist per Commerzbank AG.
"Il motivo per il quale i mercati si stanno comportando in maniera nervosa è, secondo noi, la responsabilità dei governi", ha detto lunedì il presidente della Bce Trichet. "Emettono i loro titoli e pertanto sono responsabili (davanti al mercato) riguardo la loro credibilità".
E' poi lo stesso mercato a dare maggiore fiducia alla Spagna che all'Italia: i rendimenti spagnoli a dieci anni si attestano all'incirca al 5,046% rispetto al 5,136% di quelli italiani. E sono diversi giorni che i costi di finanziamento italiani risultano maggiori rispetto a quelli iberici.
Fonte: Senza la Bce la Spagna può farcela, l'Italia no