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Discussione: Il caso Ravasin

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    Predefinito Il caso Ravasin

    Se lo Stato non ascolta Paolo

    • da L'Unità del 22 aprile 2009, pag. 37

    di Maria Antonietta Coscioni

    Il testo del disegno di legge approvato al Senato in tema di "testamento biologico" avrebbe probabilmente avuto un altro senso e dato risposte certe, se fossero state raccolte le voci e le testimonianze dei malati che sul proprio corpo vivono dolori e sofferenze atroci. Una fra tante quella del video-messaggio di Paolo Ravasin gravemente malato di sclerosi laterale amiotrofica come Luca Coscioni, attaccato ad un ventilatore artificiale come Pier Giorgio Welby, che non vuole essere nutrito artificialmente, nel caso in cui le sue condizioni si aggravassero ulteriormente, attraverso la Peg (gastrostomia endoscopica percutanea), o con un sondino nasogastrico come è accaduto per anni a Eluana Englaro. Paolo non ha paura di vivere, lotta perché ha paura di non poter morire. Ha paura perche la legge varata dal Senato annulla la sua volontà, e le sue parole perché «lo Stato intende arrogarsi il diritto di bucare il mio stomaco per introdurvi acqua e cibo ... Io ribadisco che non voglio, assolutamente non voglio essere sottoposto a questi trattamenti...». È un uomo libero, Paolo, perché è perfettamente informato e pienamente consapevole delle conseguenze cui va incontro, e rivendica il suo diritto e la libertà di poter decidere di quello che rimane della sua vita e della sua morte. Parto dalle sue parole, e dal pieno rispetto della sua volontà: pongono tutti noi di fronte a responsabilità che non devono essere eluse: il diritto di rifiutare i trattamenti medici si estende anche a quelli necessari per la propria sopravvivenza, non essendo in alcun modo ricavabile dal diritto alla vita, che tutela innanzitutto l`individuo contro le aggressioni da parte di terzi, né un dovere di mantenersi in vita, né un dovere di subire interventi nel proprio corpo finalizzati al mantenimento delle funzioni vitali, nonostante la propria contraria volontà. C`è chi sostiene che tali questioni riguardano la coscienza individuale e non la politica. Ma se la politica non si occupa di queste cose, che riguardano la quotidianità della nostra vita, di che cosa deve mai occuparsi? La "politica", arroccata nei suoi "palazzi", impone leggi-manifesto ed elude le richieste e i bisogni dei cittadini. Dinanzi ad un dibattito parlamentare sinora deludente, che non corrisponde alle esigenze del cittadino, ci sarà, temo, ancora bisogno di altri "casi" come quelli di Paolo, di Eluana, di Luca e di Piergiorgio, veri e propri «eroi», per rendere il dibattito politico autentico e non, come avviene, incutendo paura nella collettività.

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    Predefinito Riferimento: Il caso Ravasin

    "Non voglio la nutrizione forzata"

    • da Il Mattino del 22 aprile 2009, pag. 13

    di Marco Maffettone

    Lo sguardo fisso alla telecamera e un filo di voce per ribadire la sua volontà. Paolo Ravasin, 49 anni, da dieci affetto da sclerosi laterale amiotrofica (SLA), dal letto della clinica in provincia di Treviso dove è ricoverato, ha inviato il suo video-appello al presidente della Repubblica e alla massime cariche di Camera e Senato per dire «no» al disegno di legge sul testamento biologico approvato il 27 marzo scorso a Palazzo Madama e ora al vaglio della Camera dei deputati. «L`Organizzazione mondiale della sanità - dice infatti Paolo Ravasin ha sancito che l`alimentazione e l`idratazione artificiali sono dei trattamenti sanitari a tutti gli effetti: questa legge è anticostituzionale perché non mi consente di rifiutare tali trattamenti». Ravasin, nato e cresciuto a Treviso, da quattro anni vive in uno stato di paralisi, nella struttura in cui era ricoverato precedentemente per ben 18 volte la macchina che gli consente di respirare si è staccata, rischiando di farlo morire. «Tutto questo non mi ha tolto la voglia di lottare - dice oggi nonostante non mi sia stato ancora dato un comunicatore che mi consenta, usando gli occhi di parlare anche nei giorni in cui non ho voce». Nel luglio scorso ha registrato un altro video messaggio con il quale rendeva pubblico il suo volere rispetto alle cure. «Al peggiorare della mia condizione, sospendete tutte le cure», aveva chiesto. Oggi però quella sua volontà gli appare inapplicabile. «Questa legge - spiega oggi - rende carta straccia le mie direttive anticipate ed in particolare la mia decisione di non sottopormi ad alimentazione e nutrizione artificiale quando non sarò più in grado di farlo». Ravasin, che nel video che stato diffuso ieri dai tanti canali mediatici cita più volte Piergiorgio Welby morto nel dicembre del 2006 per distrofia muscolare dopo una lunga battaglia contro l`accanimento terapeutico, rivendica la sua «libertà di scelta in un grido che non è di disperazione ma carico di speranza umana e civile». La sclerosi laterale amiotrofica è una malattia degenerativa e progressiva del sistema nervoso influisce in modo predominante sui neuroni mo- tori. Nella maggioranza dei casi, la malattia non danneggia la mente, la personalità, l`intelligenza o la memoria del paziente. «Mi viene sottratta conclude nel videomessaggio Paolo Ravasin - l`unica libertà che mi è rimasta: quella di poter decidere sulla mia morte, ma Stato e Chiesa hanno preteso di sostituirsi a Dio». E sì apre il dibattito, che richiama i vari passaggi legislativi del Parlamento stabiliti all`indomani della tragedia di Eluana Englaro. «L`appello di Paolo Ravasin rivolto alle massime cariche dello Stato italiano, rappresenta un messaggio di altissimo valore politico, specialmente in questo momento molto delicato in cui il disegno di legge sul testamento biologico sta passando dal Senato alla Camera» afferma Emma Bonino, parlamentare radicale. «Ravasin - continua la Bonino - ci fa capire che ci sono principi che non sono a disposizione di nessuna maggioranza, anche se questa fosse bulgara». «Il Parlamento non può ignorare la sensibilità di milioni di italiani che vorrebbero una legge sul testamento biologico giusta ed umana, che consenta di rifiutare accanimenti terapeutici tramite idratazione e alimentazione forzate». afferma Umberto Guidoni, eurodeputato di Sinistra e Libertà.

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    Predefinito Riferimento: Il caso Ravasin

    Ravasin, malato di Sla: "voglio decidere io quando morire"

    • da Il Messaggero del 22 aprile 2009, pag. 11

    Lo sguardo fisso alla telecamera e un filo di voce per ribadire la sua volontà. Paolo Ravasin, 49 anni, da 10 affetto da sclerosi laterale amiotrofica (SLA), dal letto della clinica in provincia di Treviso dove è ricoverato, ha inviato il suo video-appello al Presidente della repubblica e alla massime cariche di Camera e Senato per dire «no» al disegno di legge sul testamento biologico approvato il 27 marzo scorso a Palazzo Madama e ora al vaglio della Camera dei deputati. «L`Organizzazione mondiale della sanità - dice - ha sancito che l`alimentazione e l`idratazione artificiali sono dei trattamenti sanitari a tutti gli effetti: questa legge è anticostituzionale perché non mi consente di rifiutare tali trattamenti». Ravasin, nato e cresciuto a Treviso, da 4 anni vive in uno stato di paralisi, nella struttura in cui era ricoverato precedentemente per ben 18 volte la macchina che gli consente di respirare si è staccata, rischiando di farlo morire. «Tutto questo non mi ha tolto la voglia di lottare - dice oggi - nonostante non mi sia stato ancora dato un comunicatore che mi consenta, usando gli occhi di parlare anche nei giorni in cui non ho voce». Nel luglio scorso ha registrato un altro video messaggio con il quale rendeva pubblico il suo volere rispetto alle cure. «Al peggiorare della mia condizione, sospendete tutte le cure», aveva chiesto. Oggi però quella sua volontà gli appare inapplicabile. «Questa legge - spiega oggi - rende carta straccia le mie direttive anticipate ed in particolare la mia decisione di non sottopormi ad alimentazione e nutrizione artificiale quando non sarò più in grado di farlo». Ravasin, che nel video diffuso oggi cita più volte Piergiorgio Welby morto nel dicembre del 2006 per distrofia muscolare dopo una lunga battaglia contro l`accanimento terapeutico, rivendica la sua «libertà di scelta». Concludendo così il suo video: «Mi viene sottratta l`unica libertà che mi è rimasta: quella di poter decidere sulla mia morte, ma Stato e Chiesa hanno preteso di sostituirsi a Dio».

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    Ravasin lancia il suo grido alle istituzioni

    • da Il Riformista del 22 aprile 2009, pag. 6

    di A.C.

    «Mi viene sottratta l`unica libertà che mi è rimasta: quella di poter decidere sulla mia morte». Il «grido», come lo definisce lui stesso, è di Paolo Ravasin, immobilizzato nel suo letto dalla sclerosi laterale amiotrofica che lo ha registrato in un video rivolto al Presidente della Repubblica e ai presidenti delle Camere. Già lo scorso luglio. Ravasin aveva registrato un video. Si trattava del proprio testamento biologico ed era stato reso pubblico proprio nei giorni in cui il Parlamento decideva di trascinare la Cassazione davanti alla Corte Costituzionale, rea di aver deciso sul caso Englaro e accusata di invasione di campo. Ebbene, dopo l`approvazione in Senato del testo Calabrò, ieri Ravasin è tornato alla carica, stavolta con un appello alle massime cariche dello Stato. Come fece Piergiorgio Welby. Sono proprio di Welby le parole prese a prestito da Ravasin per l`incipit del messaggio, per spiegare che questo suo «grido» non è di «disperazione ma carico di speranza umana e civile per questo nostro Paese». Dopo aver ricordato che tutte le difficoltà non gli hanno tolto la voglia di lottare per sopravvivere, Ravasin ha però aggiunto che «non é facile convivere ogni giorno con dolori continui e crescenti e con la febbre che va e viene periodicamente, con i continui trattamenti antibiotici». «Perciò - ha ricordato - un anno fa ho sentito la necessità di redigere il mio testamento biologico, che poi ho voluto fosse ripreso anche con un video affinché la mia volontà fosse conosciuta e considerata insuperabile: ho stabilito la soglia in cui non ritengo più la mia vita debba essere portata avanti a tutti i costi e ho chiesto che si avesse rispetto della mia decisione». «Con grande tristezza ha detto ancora Ravasin - ho appreso la notizia dell`approvazione al Senato della legge, formalmente sul testamento biologico, ma sostanzialmente contro il testamento biologico, che rende carta straccia le mie direttive anticipate e in particolare la mia decisione di non sottopormi ad alimentazione e nutrizione artificiali quando non sarò più in grado di nutrirmi e bere naturalmente». «Ognuno di noi - ha accusato, allora - alla fine dei suoi giorni è solo di fronte alla morte, ma lo Stato e la Chiesa hanno preteso di sostituirsi a Dio». Quindi, citando ancora Welby, ha concluso: «lo credo che si possa, per ragioni di fede o di potere, giocare con le parole ma non credo che per le stesse ragioni si possa giocare con la vita altrui».

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    Predefinito Riferimento: Il caso Ravasin

    Malato di Sla: "voglio la libertà di morire"

    • da Secolo XIX del 22 aprile 2009, pag. 6

    Lo sguardo fisso alla telecamera e un filo di voce per ribadire la sua volontà. Paolo Ravasin, 49 anni, da dieci affetto da sclerosi laterale amiotrofica (Sla), dal letto della clinica in provincia di Treviso dove è ricoverato, ha inviato il suo video-appello al presidente della Repubblica e alla massime cariche di Camera e Senato per dire «no» al disegno di legge sul testamento biologico approvato il 27 marzo scorso a Palazzo Madama e ora al vaglio della Camera dei deputati. «L`Organizzazione mondiale della sanità - dice Ravasin - ha sancito che l`alimentazione e l`idratazione artificiali sono dei trattamenti sanitari a tutti gli effetti: questa legge è anticostituzionale perché non mi consente di rifiutare tali trattamenti». Ravasin, nato e cresciuto a Treviso, da quattro anni vive in uno stato di paralisi, nella struttura in cui era ricoverato precedentemente, per ben 18 volte la macchina che gli consente di respirare si è staccata, rischiando di farlo morire. «Tutto questo non mi ha tolto la voglia di lottare - dice - nonostante non mi sia stato ancora dato un comunicatore che mi consenta, usando gli occhi di parlare anche nei giorni in cui non ho voce». Nel luglio scorso l`uomo aveva regi- strato un altro video messaggio con il quale rendeva pubblico il suo volere rispetto alle cure. «Al peggiorare della mia condizione, sospendete tutte le cure», aveva chiesto. Oggi però quella sua volontà gli appare inapplicabile. «Questa legge - spiega il suo punto di vista - rende carta straccia le mie direttive anticipate ed in particolare la mia decisione di non sottopormi ad alimentazione e nutrizione artificiale quando non sarò più in grado di farlo». Ravasin, che nel video diffuso ieri cita più volte Piergiorgio Welby morto nel dicembre del 2006 per distrofia muscolare dopo una lunga battaglia contro l`accanimento terapeutico, rivendica la sua «libertà di scelta in un «grido che non è di disperazione ma carico di speranza umana e civile». La sclerosi laterale amiotrofica è una malattia degenerativa e progressiva del sistema nervoso influisce in modo predominante sui neuroni motori. Nella maggioranza dei casi, la malattia non danneggia la mente, la personalità, l`intelligenza o la memoria del paziente. «Mi viene sottratta - conclude nel video Ravasin - l`unica libertà che mi è rimasta: quella di poter decidere sulla mia morte, ma Stato e Chiesa hanno preteso di sostituirsi a Dio». «Si tratta di una documento di alto valore politico che riporta il problema del biotestamento nel suo ambito naturale, quello dalla libertà» è il commento della parlamentare Radicale, Emma Bonino. «Dopo i furori etici scatenati dalla vicenda Englaro ha proseguito - ora siamo in una pausa di riflessione importante sul disegno di legge. Mi auguro che la Camera, nel quadro delle audizioni previste, ascolti non solo teologi e scienziati ma soprattutto i cittadini malati, come Ravasin, che più di tutti hanno il diritto di parlare di scelte. La libertà di scegliere riguarda la persona e non può essere usurpata da altri che si sentono in diritto di imporre la loro libertà». La Bonino ha infine auspicato che a Montecitorio la legge «proprio per i temi che affronta venga discussa in commissione Affari costituzionali e non in commissione Sanità», come invece avvenuto al Senato. «Il Parlamento non può ignorare la sensibilità di milioni di italiani che vorrebbero una legge sul testamento biologico giusta ed umana, che consenta di rifiutare accanimenti terapeutici tramite idratazione e alimentazione forzate» ha affermato, invece, Umberto Guidoni, eurodeputato di Sinistra e Libertà.

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    Il video shock del malato di Sla "mi hanno tolto la libertà di morire"

    • da La Repubblica del 22 aprile 2009, pag. 22

    di Maria Novella De Luca

    Ha affidato al soffio della sua voce l`accusa più dura, l`appello di un uomo malato che sta per perdere l`ultima chance di decidere della propria vita. Paolo Ravasin, 49 anni, da 10 affetto da Sclerosi laterale amiotrofica, immobilizzato a letto in una casa di riposo vicino a Treviso, ha inviato un video messaggio al presidente della Repubblica e ai presidenti di Camera e Senato in cui con la forza che gli resta grida il suo "no" al disegno di legge sul testamento biologico approvato due settimane fa al Senato e adesso al vaglio della Camera dei deputati. «Volete sottrarmi l`unica libertà che mi è rimasta: quella di poter decidere sulla mia morte. Avete approvato un decreto che rende carta straccia la mia decisione di non sottopormi ad alimentazione e idratazione forzata». Con lo sguardo fisso alla telecamera e un filo di voce per ribadire la sua volontà, Paolo Ravasin, mette in guardia contro il rischio di incostituzionalità del testo approvato al Senato. «L`Oms ha sancito che l`alimentazione e l`idratazione artificiali sono dei trattamenti sanitari a tutti gli effetti: questa legge è anticostituzionale perché non mi consentirà di rifiutare tali trattamenti». Ravasin, nato e cresciuto a Treviso, è attaccato a un ventilatore artificiale che pompa aria nei suoi polmoni, ma è ancora in grado di nutrirsi attraverso una lenta deglutizione e cibi frullati. Finché il corpo glielo permetterà, Ravasin ha ribadito di voler continuare ad alimentarsi in questo modo, e infatti nel luglio scorso aveva registrato un altro video messaggio con il quale rendeva pubblico il suo volere rispetto alle terapie. «Al peggiorare della mia condizione, sospendete tutte le cure», aveva chiesto. Oggi però quella sua volontà gli appare inapplicabile. «Questa legge rende carta straccia le mie direttive anticipate ed in particolare la mia decisione di non sottopormi ad alimentazione e nutrizione artificiale quando non sarò più in grado di farlo». Ravasin, che nel video cita più volte Piergiorgio Welby morto nel dicembre del 2006 rivendica la sua «libertà di scelta in un grido che non è di disperazione ma carico di speranza umana e civile». «Un messaggio di altissimo valore politico», è il commento di Emma Bonino. «Se il disegno di legge dovesse passare anche Camera Ravasin e gli altri pazienti come lui saranno condannati a mettere sondini nasogastrici per un numero imprecisato di anni. E il diritto alla vita diventerà di fatto obbligo». L`auspicio della senatrice è che la Camera ascolti «non solo teologie scienziati, ma specialmente i cittadini malati, che più di altri si sentono privati della libertà di scelta». Della stessa opinione Maria Antonietta Farina Coscioni, deputato Pd e presidente dell`Associazione Luca Coscioni, che ricorda un obiettivo importante: «Le cure palliative e le terapie del dolore negate ancora oggi a molti malati. In politica si parla di terminalità solo per i pazienti oncologici, è arrivato il momento di farlo anche per quelli neurodegenerativi come Ravasin».

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    Video choc a Napolitano "questa legge mi toglie il diritto di morire"

    • da La Stampa del 22 aprile 2009, pag. 12

    di R.I.

    «In passato ho stabilito la soglia oltre cui non ritengo più che la mia vita debba essere portata avanti a tutti i costi e ho chiesto che si avesse rispetto della mia decisione. Oggi mi viene sottratta l’unica libertà che mi è rimasta: quella di poter decidere sulla mia morte». È uno dei passaggi del video-messaggio di Paolo Ravasin, malato di sclerosi laterale amiotrofica, al capo dello Stato Giorgio Napolitano e ai presidenti del Senato, Renato Schifani, e della Camera, Gianfranco Fini. Paolo Ravasin è presidente della Cellula Coscioni di Treviso. E’ malato totalmente immobilizzato nel suo letto presso la casa di riposo delle Magnolie di Treviso. Ravasin ha espresso la volontà di non essere sottoposto ad alimentazione e idratazione artificiale, ma il disegno di legge sul fine vita, approvato al Senato, questo non lo prevede, sottolinea lo stesso malato nel video-messaggio, diffuso ieri in una conferenza stampa organizzata a Roma dai radicali.

    Ravasin ricorda la sua battaglia contro la malattia e il dolore. «Nella struttura in cui ero ricoverato prima - spiega a Napolitano, Fini e Schifani - la macchina che mi consentiva di respirare si staccò per 18 volte in due anni e io dovevo, in apnea, spiegare al personale, che cambiava continuamente, cosa fare per riattivarla. Non avevo neanche un aiuto psicologico. Ancora oggi sto cercando di ottenere un comunicatore simbolico che mi consenta di parlare attraverso gli occhi, poiché non riesco più a muovere un dito». Condizioni «disumane», aggravate da «dolori continui e crescenti, con la febbre che va e viene periodicamente, con continui trattamenti antibiotici».

    «L’appello di Paolo Ravasin - afferma Emma Bonino, senatrice Pd - rappresenta un messaggio di altissimo valore politico, specialmente in questo momento molto delicato in cui il disegno di legge sul testamento biologico sta passando dal Senato alla Camera. Ravasin - afferma la senatrice - ci fa capire che ci sono principi che non sono a disposizione di nessuna maggioranza, anche se questa fosse bulgara. In questo momento - sottolinea Bonino - sta avvenendo una sorta di pausa di riflessione dopo l’onda emotiva generata dal caso Englaro e manipolata a livello politico. Se il Ddl dovesse passare anche alla Camera, Ravasin e gli altri pazienti come lui saranno condannati a mettere sondini nasogastrici per un numero imprecisato di anni. E il diritto alla vita diventerà di fatto obbligo».

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    E' malato di Sla: "lasciatemi libero di morire"

    • da Libero del 22 aprile 2009, pag. 17

    di Caterina Maniaci

    No all`alimentazione e all`idratazione forzate: la legge sul testamento biologico approvata al Senato - e che nelle prossime settimane approderà alla Camera - è incostituzionale. Lo "urla" Paolo Ravasin, 49 anni, da 10 anni malato di sclerosi laterale amiotrofica (Sla), in un video lungo 12 minuti, presentato dai radicali in conferenza stampa. Un nuovo "caso Welby", quello di Ravasin? Parlando con grande fatica, dal suo letto nella casa di riposo delle Magnolie, nel trevigiano, si rivolge al presidente della Repubblica e alle massime cariche di Senato e Camera, facendo riferimento proprio a Piergiorgio Welby e alla sua battaglia «di speranza umana e civile». Dice che «mi viene sottratta l`unica libertà che mi è rimasta, quella di poter decidere sulla mia morte. Ognuno di noi alla fine dei suoi giorni è solo di fronte alla morte, malo Stato e la Chiesa hanno preteso di sostituirsi a Dio». «Credo sia sufficiente essere una persona che si tiene informata», spiega Ravasin, «per capire che se è vero che l`articolo 32 della Costituzione impedisce di sottoporre un individuo a un trattamento sanitario contro la sua volontà, e se è vero, come è sancito dall`Oms, che alimentazione e idratazione artificiali sono -dei trattamenti sanitari a tutti gli effetti, allora è anche vero che questa legge che non consente a me, pienamente capace di intendere e di volere, di rifiutare tali trattamenti è manifestamente incostituzionale». Una volontà, la sua, espressa in un testamento biologico, diventato «carta straccia» di fronte al testo approvato al Senato: in particolare, «la mia decisione di non sottopormi ad alimentazione e idratazione artificiali quando non sarò più in grado di nutrirmi e di bere naturalmente». Di segno opposto l`iniziativa dei promotori dell`appello "Liberi di vivere", che hanno consegnato al Quirinale migliaia firme raccolte per chiedere che le Regioni attivino i fondi già stanziati per i malati di Sla, perle loro famiglie e peri disabili a causa di malattie invalidanti. Tra i sostenitori dell`appello Mario Melazzini, oncologo, presidente dell`Aisla, Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica., malato lui stesso di Sla da sette anni. Sul tema interviene il vicario di Roma, cardinale Agostino Vallini, secondo il quale «non possiamo accettare l`eutanasia né l`accanimento terapeutico. In mezzo, c`è una zona grigia, sulla quale si dibatte», mentre lo Stato «dovrebbe esprimere una legge minima che dica cosa non si deve fare».

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    Predefinito Riferimento: Il caso Ravasin

    Malato di Sla a Napolitano: no all'alimentazione forzata

    • da L'Unità del 22 aprile 2009, pag. 19

    di Giuseppe Vettori

    Lo sguardo fisso alla telecamera e un filo di voce per ribadire la sua volontà. Paolo Ravasin, 49 anni, da dieci affetto da sclerosi laterale amiotrofica (SLA), dal letto della clinica in provincia di Treviso dove è ricoverato, ha inviato il suo video-appello al Presidente della Repubblica e alle massime cariche di Camera e Senato per dire «no» al disegno di legge sul testamento biologico approvato il 27 marzo scorso a Palazzo Madama e ora al vaglio della Camera dei deputati.

    COSA DICONO NEL MONDO

    «L`Organizzazione mondiale della sanità - dice - ha sancito che l`alimentazione e l`idratazione artificiali sono dei trattamenti sanitari a tutti gli effetti: questa legge è anticostituzionale perché non mi consente di rifiutare tali trattamenti». Ravasin, nato e cresciuto a Treviso, da quattro anni vive in uno stato di paralisi, nella struttura in cui era ricoverato precedentemente per ben 18 volte la macchina che gli consente di respirare si è staccata, rischiando di farlo morire. «Tutto questo non mi ha tolto la voglia di lottare - dice oggi - nonostante non mi sia stato ancora dato un comunicatore che mi consenta, usando gli occhi di parlare anche nei giorni in cui non ho voce». Nel luglio scorso ha registrato un altro video messaggio con il quale rendeva pubblico il suo volere rispetto alle cure. «Al peggiorare della mia condizione, sospendete tutte le cure», aveva chiesto. Oggi però quella sua volontà gli appare inapplicabile. «Questa legge - spiega oggi - rende carta straccia le mie direttive anticipate ed in particolare la mia decisione di non sottopormi ad alimentazione e nutrizione artificiale quando non sarò più in grado di farlo». Ravasin, che nel video diffuso ieri cita più volte Piergiorgio Welby morto nel dicembre del 2006 per distrofia muscolare dopo una lunga battaglia contro l`accanimento terapeutico, rivendica la sua «libertà di scelta in un «grido che non è di disperazione ma carico di speranza umana e civile».

    LA MALATTIA

    La sclerosi laterale amiotrofica è una malattia degenerativa e progressiva del sistema nervoso influisce in modo predominante sui neuroni motori. Nella maggioranza dei casi, la malattia non danneggia la mente, la personalità, l`intelligenza o la memoria del paziente. «Mi viene sottratta - conclude nel video Ravasin - l`unica libertà che mi è rimasta: quella di poter decidere sulla mia morte, ma Stato e Chiesa hanno pretes

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    Predefinito Riferimento: Il caso Ravasin

    Appello di Paolo Ravasin al Presidente della Repubblica.
    21 aprile 2009

    Paolo Ravasin. Appello al Presidente della Repubblica
    GUARDA IL VIDEO E COMMENTA

    Paolo Ravasin, Presidente della Cellula Coscioni di Treviso, malato di Sclerosi laterale amiotrofica e totalmente immobilizzato nel suo letto presso la casa di riposo delle Magnolie, il 21 luglio 2008 aveva pubblicato un video-testamento biologico per garantire il rispetto delle proprie volontà in materia di scelte di fine vita. In particolare aveva espresso la volontà di rifiuto l’eventuale ricorso alla idratazione e alla alimentazione forzata.

    http://www.radioradicale.it/paolo-ra...a-repubblica-0

 

 
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