Raduno skinhead a Revine
«Noi fascisti? Un complimento»
Al via l'appuntamento nel Trevigiano fino a domenica. Il leader Caracino: «In Italia purtroppo siamo un po' allo sbando». L'Anpi distribuisce volantini casa per casa
REVINE LAGO (Treviso) - «Chi mi dice fascista mi fa un complimento, ma i fascisti sono ormai morti tutti». È la prima risposta data, a proposito dell'uso di una definizione dei gruppi internazionali della destra radicale radunati da oggi, venerdì, a domenica a Revine Lago, dal presidente dell'associazione culturale «Veneto fronte skinhead» (Vfs), Giordano Caracino. E poi: «Lo striscione per Rudolf Hess? Non rivendichiamo l'azione in forma ufficiale, ma sicuramente la condividiamo». I promotori dell'evento «Ritorno a Camelot», che richiamerà, secondo le stime, circa 1.500 persone dall'Italia e dall'Europa, del fascismo hanno un'alta considerazione ma non si definiscono dei nostalgici. «Essendo nazionalisti - spiega Caracino - abbiamo un occhio di riguardo per gli anni in cui l'Italia è stata un Paese forte. Con il fascismo sono state istituite le migliore riforme sociali, dalla previdenza pubblica agli assegni familiari, dalle ferie retribuite alle bonifiche. Insomma - ha aggiunto - si è fatto tanto per il popolo e negli anni successivi non c'è stata alcuna forma di governo che abbia saputo fare altrettanto».
Ma niente sguardi all'indietro. «Non ci interessa riproporre il fascismo in quei termini, nessuno pensa alle parate o al "sabato fascista". Viviamo nel terzo millennnio». Anche se nel panorama politico italiano non c'è nessuno in cui ci si possa riconoscere. «Nel 2006 - ricorda ancora Caracino - il Vfs appoggiava candidati nella Fiamma Tricolore. Ma l'esperienza è conclusa, adesso abbiamo di fronte un altro scenario. In Italia, occorre riconoscerlo, siamo un po' allo sbando, le tematiche a noi care, a partire dall'immigrazione in Europa, non sono rappresentate in parlamento. E poi - ammette - anche noi siamo molto divisi e frastagliati, non è come in Germania o in Ungheria in cui esistono partiti forti». Viene in ogni caso praticamente esclusa l'annunciata presenza al raduno di Revine di Mario Borghezio, europarlamentare sospeso dalla Lega per la comprensione espressa nei confronti del responsabile della strage di Oslo. «Intendiamoci - è la posizione del Vfs - Mario Borghezio con il nostro mondo ha sicuramente poco a che spartire. Però è uno dei pochi politici che ha il coraggio di andare contro i poteri forti, di scagliarsi contro i veri nemici del popolo, come la conferenza del Bildeberg. Noi siamo affascinati da figure che hanno coraggio, dagli Arditi del Piave agli appartenenti alla Rsi».
A proposito della strage di Oslo, infine, Caracino esprime molta perplessità. «L'autore è un fanatico con qualche problema di instabilità mentale, poi sembra essere un aderente alla Massoneria, cosa che noi aborriamo e detestiamo profondamente. Tuttavia - osserva - non è credibile che abbia fatto tutto da solo. Occorre andare in profondità, come in molti altri casi anche in Italia. Ad esempio la strage alla stazione di Bologna per la quale - conclude - stanno marcendo in carcere camerati innocenti come Giusva Fioravanti e Luigi Ciavardini».
«Il problema non sono questi quattro scalcagnati, ma un governo che dimentica la norma transitoria numero 12 della Costituzione perché dentro ha gente che parla e ragiona come loro, vedi il ministro della Difesa». Sono parole di Umberto Lorenzoni, presidente dell'Associazione nazionale dei partigiani italiani (Anpi) di Treviso, sul raduno degli Skinhead che inizia a Revine Lago. Nelle ultime ore l'Anpi, attraverso una cinquantina di volontari, ha distribuito casa per casa, nella vallata fra Vittorio Veneto e Follina, dei volantini in cui si spiega il rischio ideologico rappresentato dalla kermesse della destra radicale nel campeggio in riva al lago. «Ma non finisce qui. Promuoveremo delle manifestazioni pubbliche in tutti i paesi - prosegue Lorenzoni - con proiezioni di documentari sulla lotta partigiana in queste zone e le fotografie di tutti i partigiani martirizzati dal nazifascismo. Occorre - ha proseguito - che queste popolazioni riaggancino quello spirito antifascista grazie al quale, nei 20 mesi prima della Liberazione, abbiamo potuto essere sfamati ed aiutati». Per Lorenzoni, inoltre, si sta assistendo a continue violazioni delle leggi in materia di apologia di fascismo di fronte alle quali c'è un'inerzia generale. «Anche se - prosegue - mica si capisce cosa vogliano dire questi skinhead quando dicono di essere fascisti o nazisti. In 60 anni di storia repubblicana evidentemente non hanno capito nulla, sono ignoranti della storia italiana, e allora - riflette - è anche inutile perdere tempo con loro». «Non intendiamo quindi fungere da cassa di risonanza per questa gente - conclude il presidente Anpi di Treviso - e perdere di vista il fatto che il nostro bersaglio è il governo di Roma, che per questo e molti altri motivi dev'essere mandato a casa».
02 settembre 2011
Raduno skinhead a Revine «Noi fascisti? Un complimento» - Corriere del Veneto