Centro studi Giuseppe Federici - Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 62/11 del 5 settembre 2011, San Lorenzo Giustiniani

Rassegna stampa (i titoli sono redazionali)

Quando i genitori preferiscono battezzare i propri figli anziché ucciderli
I quotidiani inglesi si sono soffermati più volte in questi giorni sull’incredibile storia di Lucy Hussey-Bergonzi, una ragazzina di 15 anni. Gli eventi che la riguardano iniziano nel 2009. Dopo aver registrato una scena come comparsa in una delle puntate di Harry Potter, ha subito un collasso che ha costretto il suo ricovero al Great Ormond Street Hospital di Londra. I medici hanno parlato di emorragia cerebrale, una prognosi fatale, e hanno tenuto in vita la ragazzina attraverso delle macchine di supporto vitale per cinque giorni. La causa era una malformazione artero-venosa congenita (AVM). Un team di chirurghi ha proceduto a due operazioni, rivelatesi inutili. I medici hanno così dichiarato ai genitori che Lucy non sarebbe sopravvissuta e di trovare il coraggio per radunare la famiglia e dirle “addio”. Denise, la madre, ha espresso allora il desiderio di battezzare secondo il rito cattolico la figlia. Durante la cerimonia, dopo un momento di preghiera davanti al suo letto, dove Lucy era intubata e circondata da macchine, il sacerdote ha appoggiato qualche goccia d’acqua santa sulla testa della ragazzina. La madre racconta: «In quel momento Lucy ha immediatamente avuto un sussulto e ha alzato un braccio. In un primo momento ho pensato che stesse avendo un attacco epilettico, ma… dopo 24 ore dal battesimo le avevano tolto tutti i tubi e avevano staccato tutte le macchine». Le infermiere che hanno assistito alla scena, riporta il Dailymail, parlano di miracolo. I medici, anche loro presenti, non riescono ancora oggi a capacitarsi di come sia potuta avvenire l’incredibile ripresa, sopratutto resta misteriosa la modalità in cui si sono svolti gli eventi. Oggi Lucy ha 17 anni ed ha ripreso normalmente gli studi, anche grazie al supporto di un logopedista. Lei stessa commenta : «I medici hanno detto che è stato un miracolo. Lo penso anch’io. non riesco a trovare un’altra spiegazione».
(Fonte: http://www.associazionelatorre.com/2...l’inghilterra/) <http://www.associazionelatorre.com/2011/08/il-miracolo-che-sta-stupendo-l’inghilterra/)>

Fratelli d’Italia e d’Israele
Da Garibaldi a Herzl. Il Risorgimento nazionale fra Italia e Israele, questo il titolo della mostra curata da Andreina Contessa per il Museo d’arte ebraica italiana di Gerusalemme Umberto Nahon, sotto l’alto patronato del presidente della Repubblica italiana e in collaborazione con l’ambasciata d’Italia in Israele. La mostra è stata inaugurata il 16 maggio scorso dal presidente Giorgio Napolitano – i telegiornali e la stampa italiana ne hanno dato notizia – ed è aperta fino al 15 luglio. Obiettivo della mostra è innanzitutto un omaggio ai 150 anni dell’unità d’Italia insieme a una testimonianza delle radici del legame invocato da più parti fra l’epopea risorgimentale della Penisola e quella del sionismo. Il Risorgimento italiano – sottolinea la curatrice – «è progredito di pari passo con l’integrazione degli ebrei nella società, i quali hanno sviluppato una coscienza di sé come italiani condividendo una lotta per la quale erano pronti a dare la vita» … Fra i documenti esposti figura l’editto del 1848 che annuncia l’uguaglianza dei diritti per gli ebrei del Regno Sabaudo a firma di Carlo Alberto, un sovrano la cui morte fu accolta con espressioni di enorme cordoglio dalle comunità ebraiche di Torino, Casale Monferrato e Saluzzo. Ma a sorprendere è soprattutto la «Corona dei Cannoni», un oggetto in argento che sovrastava il rotolo della Torah – il Pentateuco – donata alla sinagoga di Alessandria proprio in ricordo di questo sovrano. Come precisa la curatrice, «si tratta di un oggetto unico nel suo genere, poiché, invece dei motivi ricorrenti dell’iconografia ebraica, è adornato con cannoni, bandiere da guerra e altri elementi militari frutto dell’entusiasmo patriottico della comunità del tempo». Lo stesso patriottismo si è espresso anche nelle Ketubbot, i «patti di nozze», provenienti dall’Archivio storico della Comunità ebraica di Roma, che in quell’epoca sono stati abbelliti con i colori del vessillo nazionale italiano. In una Ketubbah, il cui originale si trova al Museo ebraico di Soragna, vicino a Parma, e del quale a Gerusalemme è esposta una copia, sono sfoggiate a mo’ di decorazione persino le immagini di «gentili» quali il re Vittorio Emanuele, Cavour e Giuseppe Garibaldi. Particolarmente interessante in questa mostra è l’attenzione ai rapporti fra il padre del sionismo Theodor Herzl e l’ebraismo in Italia, oltre che fra lo stesso Herzl e il pensiero mazziniano. (…)
(Fonte: Terrasanta.net )

Bufale da tastiera
Per cinque anni hanno creato e alimentato un mito sul web. Amina è un'invenzione e nell'imbroglio sono caduti i maggiori media americani. Le scuse del vero scrittore del blog "A gay girl in Damascus": "Ho solo cercato di illuminare le questioni del Medio Oriente per il pubblico occidentale". Per cinque anni hanno creato e alimentato sul web un piccolo mito, la blogger siriano-americana, lesbica e dissidente, straordinariamente dotata nella scrittura, Amina Arraf. Poi, la settimana scorsa, forse stanchi della grande attenzione che la loro creatura virtuale stava ricevendo dai media del mondo con il suo blog "A gay girl in Damascus", la coppia di americani Tom MacMaster e Britta Froelicher hanno deciso di farla sparire: ancora una volta virtualmente, quasi letterariamente, lanciando dal blog l'allarme di una fantomatica cugina che raccontava di come la coraggiosa Amina fosse stata sequestrata da uomini armati e portata in chissà quali carceri del regime di Assad. La blogosfera, che Amina aveva imparato a conoscere, seguire e amare, si è rivoltata come solo il web ai tempi delle rivolte via internet sa ormai fare. In pochi minuti una pagina facebook per la liberazione di Amina ha raccolto 15 mila adesioni. E petizioni, richiami, persino il dipartimento di Stato che si muoveva per cercare questa sua misteriosa cittadina, o almeno la sua misteriosa famiglia (inventata anche quella: madre americana, padre siriano, nata in Georgia). Ma l'ultima bufala era troppo grossa perché potesse passare indenne dalle maglie di una Rete che in questo caso sembrava aver assorbito tutto - portando con sé anche la credulità di grandi media come Cnn, Guardian, New York Times che avevano reso Amina una piccola star, intervistandola seppur sempre solo via email. Qualche giornalista più attento e accurato, come Andy Carvin di Npr e l'inglese Liz Henry, hanno cominciato a chiedersi come mai nessuno conoscesse Amina nel "mondo reale", poi è venuto fuori che le foto spacciate dalla blogger erano in realtà quelle di un'ignara ragazza inglese.
(Fonte: http://europeanphoenix.com/it/index....atid=5:cultura )

Babilonia Taurinorum
Babele Sant'Anna Interprete in sala parto: il reportage-VIDEO- LASTAMPA.it

La sfortuna di Assad è di essere siriano e non cossovaro
Dopo un silenzio durato almeno tre anni, l'Esercito nazionale albanese (Aksh) ricompare sulla scena kosovara tramite un comunicato firmato dal portavoce politico Sazan Toplica. La formazione terroristica - un esercito clandestino che potrebbe contare sulla forza di circa 12 mila uomini - minaccia azioni militari nel nord del Kosovo (dove vive la maggioranza serba) se entro il 30 di settembre il presidente e il premier kosovari non firmeranno il decreto per la formazione di un esercito regolare della repubblica del Kosovo. Il comunicato-ultimatum irrompe in un momento molto delicato: il territorio a nord del fiume Ibar è in piena crisi, coinvolto in una guerra doganale tra Belgrado e Pristina. Gli incendi, le barricate e gli scontri tra i serbi del Kosovo, gli uomini della Kfor e le forze speciali inviate dal ministro Rexhepi hanno riportato il Kosovo indietro di qualche anno, incapace - dividendone i demeriti con la Serbia - di maneggiare uno status pacifico molto precario. Non è una sorpresa se gli ossevatori internazionali hanno cominciato a catalogare la situazione kosovara - ormai già da qualche anno - come "frozen conflict", un vulcano dormiente ma pericolosissimo, al pari della Transnistria e del Nagorno Karabakh. Nato da una costola dell'Uçk, l'esercito di liberazione del Kosovo, la storia dell'Aksh è a dir poco fosca: secondo alcune informazioni l'esercito nazionale (che non disdegna i reclutamenti forzati sfruttando la società clanistica albanese) opererebbe già dal 1999, ma diversi studiosi collocano la nascita della formazione terroristica nel 2001. Nessun dubbio, invece, sugli scopi perseguiti: la costituzione della Grande Albania con l'unificazione di Tirana al nord della Macedonia e della Grecia, del Kosovo, del sud della Serbia e del Montenegro. Ovunque ci sia la presenza albanese, là dovrà sventolare la bandiera rossa con l'aquila bicipite di Tirana. Negli ultimi anni le azioni e le intenzioni dell'Aksh si sono concentrate soprattutto sul Kosovo: dopo aver rivendicato diversi attentati dinamitardi, soprattutto nelle zone abitate dai serbi, gli uomini incappucciati di nero hanno più volte minacciato Pristina di attaccare e conquistare il nord del Kosovo per scacciare i serbi, se non avesse provveduto a farlo il governo.(…)
(Fonte: La rete della pace, reportage dal mondo - PeaceReporter del 23 agosto 2011)

Giullari rossi
Leggo sul Giornale del 6 agosto 2011 che la mostra organizzata a Bologna in onore di Roberto Benigni e sua moglie Nicoletta Braschi, Bob & Nico, ha venduto biglietti per 50mila euro. Però la mostra in questione ne è costati 450mila. Nemmeno nella rossa Bologna sono interessati alla celebrativa del premio Oscar nazionale. Ma la domanda è un’altra: la differenza chi la paga?
(Fonte: Antitodi di Rino Cammilleri del 29.08.2011, Rino Cammilleri – Antidoti contro i veleni della cultura contemporanea)

Investimenti
L'intervento in Libia è per la Francia un «investimento per il futuro». Certo, al ministro degli Esteri francese Alain Juppé, nonostante il ruolo, non si può imputare un uso eccessivo della diplomazia. A chi gli rimprovera che l'intervento francese in Libia contro il tiranno Gheddafi costa un milione di euro al giorno, il capo della diplomazia francese risponde che «si dovrà valutare il ritorno nei prossimi anni». (…)
(Da libia | Cerca nel sito www.ilsole24ore.com del 28.08.2011)

Libia, la vittoria dei berretti verdi… islamici
Tripoli – La Libia del dopo Gheddafi rischia una deriva fondamentalista. Osservatori fanno notare che le bozze della nuova costituzione preparate dal Consiglio nazionale di transizione proclamano il Paese come Stato islamico fondato sulla sharia. A ciò si aggiunge il rifiuto categorico del Cnt ad accettare la presenza di forze internazionali sul suolo libico, compresi i caschi blu Onu. Secondo gli analisti molti dei “ribelli” appartengono a gruppi estremisti islamici, il cui fine principale è la creazione di uno Stato islamico e non la democrazia e i diritti umani. L’articolo 1 della bozza della futura costituzione afferma che “la Libia è uno Stato indipendente democratico in cui il popolo è la fonte dell’autorità…L'islam è la religione dello Stato ed è la principale fonte per la legge e la giurisprudenza”. (…) A complicare la futura svolta democratica del Paese, vi è la presenza sul territorio di gruppi jihadisti al soldo delle forze speciali inviate da alcuni Paesi Nato. Fra tutti il Libyan Islamic Fighting Group (LIFG), gruppo estremista guidato da Abdelhakim Belhaj, libico di origine berbera cresciuto fra i mujahideen di al Qaeda durante la guerra in Afghanistan contro i sovietici. Dopo la cattura nel 2003, questi è divenuto collaboratore del regime libico e oggi è al servizio degli Stati Uniti. (…)
(AsiaNews del 31 agosto 2011)

La vendetta di Caifa
«Interpretare Gesù nel film di Mel Gibson La Passione di Cristo ha distrutto la mia carriera, ma non mi pento affatto di avere accettato. Anzi, quell'occasione ha rafforzato la mia fede». Parole del protagonista della pellicola, Jim Caviezel. Che ha spiegato al Daily Mail: «Gibson mi aveva avvertito che sarebbe stata dura. (…) Secondo Caviezel, dopo l'uscita de La Passione di Cristo e le polemiche che hanno accompagnato la pellicola, «sempre più persone a Hollywood mi hanno chiuso le porte, lasciandomi fuori. Così, piano piano, mi sono trovato ai margini del cinema. Ero consapevole del fatto che questo sarebbe potuto accadere e non mi pento della scelta che ho fatto. Come cattolico e come attore» Caviezel, che ha recitato in film come Il conte di Montecristo, Angel Eyes e La sottile linea rossa prima de La Passione di Cristo era una delle stelle nascenti di Hollywood. «Tutto è cambiato nel 2004, quando molti mass media mi hanno attaccato per avere partecipato al film e la potente Jewish Anti-Defamation League mi ha bollato come anti-semita per avere accettato la parte in una pellicola forte. Gibson mi aveva avvertito anche di questo». (…)
(Fonte: BASTABUGIE - JIM CAVIEZEL: ''INTERPRETARE GESU' NELLA PASSIONE DI CRISTO DI MEL GIBSON HA DISTRUTTO LA MIA CARRIERA'' del 2 settembre 2011)

_____________________________

Il materiale da noi pubblicato è liberamente diffondibile, è gradita la citazione della fonte: Centro Studi Giuseppe Federici

Archivio dei comunicati: Centro Studi Giuseppe Federici