spiegazione divulgativa della scuola austriaca per profani, l'avevo fatta per spiegarla ad amici semplicemente prendendo spunti qua e là
parabola del criceto:
Possiamo immaginare il sistema economico come un criceto che sta correndo
all’interno di una ruota girevole. Difficilmente il nostro roditore conoscerà sin da
subito il suo “ritmo aerobico” di corsa per cui dovrà arrivarci per tentativi,
aumentando la sua velocità e poi rallentando per riposare. Man mano che corre, poi,
allenerà il fisico e questo gli consentirà di aumentare gradualmente le sue prestazioni.
A un certo però punto interveniamo noi e decidiamo, quando il criceto inizia a
rallentare, di stimolare il suo metabolismo somministrandogli dei farmaci (ad
esempio delle anfetamine) in modo da migliorare le sue prestazioni.
Ciò che osserviamo è che il criceto riprende a correre più velocemente di prima,
almeno sino a quando, esausto, non rallenta nuovamente e si ferma per riposare.
Durante lo sprint il criceto ha mantenuto un ritmo insostenibile per il suo
metabolismo e così facendo ha consumato ulteriormente le sue energie, riempiendo
inoltre i muscoli di acido lattico. Senza contare che i farmaci sicuramente non gli
hanno fatto bene!
Se ora il criceto è fermo ed esausto, è forse colpa del suo cattivo metabolismo oppure
una conseguenza del precedente stimolo?
Può darsi che una nuova somministrazione di farmaco faccia ripartire il criceto ma il
rischio è che proseguendo con le anfetamine e dovendo ogni volta aumentare le dosi
per ottenere l’effetto desiderato, si rovini definitivamente la salute del roditore,
provocandone la morte.
C’è chi sostiene che regolamentando le somministrazioni possiamo risolvere i
problemi del nostro roditore ma non è certo a suon di stimolanti che si ottiene un
criceto sano che corre felice sulla sua ruota!
Spiegata così, non sembra troppo difficile.
E’ importante cercare di capire: il criceto siamo noi.
LA MANIPOLAZIONE DEL TASSO DI INTERESSE E LA TEORIA
AUSTRIACA DEL CICLO ECONOMICO
Capire come una crisi finanziaria possa trasformarsi in una depressione globale, cioè
come possa trasmettersi da Wall Street a Main Street , è uno dei compiti fondamentali
della teoria economica.(almeno in teoria).
Occore per prima cosa che sia il cosiddetto capitale.
No, non è il denaro! O almeno non nel senso che probabilmente intendete.
Nel mondo produttivo si tende a far distinzione tra beni destinati al consumo, come
una pizza, una pagnotta oppure una bicicletta e altri beni che non sono direttamente
consumati, ma servono alla produzione di qualcos’altro: si pensi ad esempio ai
macchinari che sono all’interno degli stabilimenti industriali. Questi ultimi sono
chiamati beni capitali e la somma del loro valore economico è appunto … il capitale.
Spesso e volentieri si tende a identificare il capitale con il suo corrispettivo monetario
ma si commette un errore. Questo errore è tanto più grave perché può portare alla
convinzione che per creare nuovo capitale sia sufficiente stampare denaro!
Anche nei corsi universitari, quando si studia il “capitale”, a volte la trattazione viene
fatta in modo molto semplificato ed approssimativo. In tutti i modelli economici, il
capitale, che pure è variegato ed ha una struttura ben definita viene semplicemente
definito con una variabile K, condensando in un numero, ovvero il suo valore
monetario, una struttura complessa e carica di informazioni economiche .
Per convincersene basta leggere il breve racconto di Leonard Read intitolato “Io, la
matita” che descrive con quale complesso e decentrato sistema produttivo venga
fabbricato un oggetto così semplice come una matita di grafite .
Nella storia del pensiero economico il primo ad aver studiato in modo approfondito la
complessa struttura del capitale è il francese Turgot ma è con l’austriaco Eugene
Bohm Bawerk a fine Ottocento che la teoria economica ha iniziato a considerare il
capitale nella sua struttura temporale, non quindi come una variabile statica, e a
definire una relazione tra questa struttura ed il tasso di interesse di mercato.
Bohm Bawerk aveva notato come il notevole aumento di benessere che aveva
caratterizzato i due secoli precedenti fosse stato contrassegnato da metodi di
produzione sempre più complessi, indiretti e caratterizzati da un uso sempre
maggiore di beni capitali e di tempo. Vediamo cosa vuol dire con un esempio:
Per ottenere dell’acqua, che è un bene di consumo, possiamo agire in diversi modi:
• Andare sino al fiume ogni volta che abbiamo sete e dissetarci lì E’ un metodo
diretto ma ci consente solo di bere;
• fabbricare un secchio d’acqua e riempirlo ad ogni viaggio. E’ un metodo
indiretto e sebbene dobbiamo inizialmente spendere del tempo per costruire il
secchio, poi potremo ottenere più acqua e portarcela dietro;
• scavare un canale che porti l’acqua direttamente fino a casa. E’ un metodo che
richiede ancora più tempo ma che poi ci consente di avere tutta l’acqua che ci
serve direttamente dove ci serve.
A un sistema di produzione più lungo e articolato, quindi a più alta intensità di
capitale, corrisponde quindi un maggior numero di beni di consumo prodotti ma ad
un prezzo: il consumo di tempo.
Passare dall’uso del secchio d’acqua alla costruzione del canale può essere, infatti, un
cattivo investimento se prima di iniziare i lavori non abbiamo accumulato da qualche
parte, cioè abbiamo risparmiato, l’acqua necessaria a sostenerci durante la
costruzione del canale.
Preferenze temporali e tasso d’interesse
Un altro importante contributo di Bohm Bawerk alla scienza economica consiste
nell’elaborazione della cosiddetta teoria delle preferenze temporali . Non sappiamo
dire se l’uomo preferisca avere l’uovo oggi oppure la gallina domani ma possiamo
affermare con certezza che, a parità di altre condizioni, l’uomo preferisca avere un
uovo oggi rispetto a poter avere lo stesso uovo, ma solo domani.
La teoria delle preferenze temporali afferma quindi che l’individuo preferisce i beni
presenti rispetto a quelli futuri ma ovviamente non è in grado di dirci quanto. Infatti,
ogni uomo possiede una scala di valori diversa e attribuisce più o meno importanza al
futuro. Economicamente parlando questo si traduce in un mercato con numerosi
agenti economici che possono accordarsi per effettuare scambi mutuamente
vantaggiosi .
Il tasso d’interesse è proprio il prezzo che si determina in questo mercato ed è il
risultato dell’interazione tra i risparmiatori, che offrono i beni presenti e gli investitori
che li acquistano.
Mises, Hayek e la teoria del ciclo economico
Tra gli anni venti e gli anni trenta del Novecento sono poi stati Ludwig Von Mises
[13] e Friedrich Von Hayek [14] a raffinare la teoria e spiegare le ripercussioni di una
variazione del tasso di interesse sulla struttura produttiva.
La teoria esamina due situazioni: la prima in cui il tasso d’interesse scende perché la
gente risparmia di più e la seconda in cui questa diminuzione avviene perché il
sistema bancario ha ingannato il mercato creando denaro dal nulla.
Crescita economica indotta da un aumento dei risparmi reali
Perché si risparmia? Sembra una domanda sciocca ma è fondamentale per
comprendere questa teoria economica. La gente risparmia per tanti motivi ma se ci
pensate sono tutti sfumature di una unica ragione: riduciamo i nostri consumi perché
riteniamo che quanto risparmiato oggi sarà utile in futuro, così come la formica della
favola di Esopo accumulava cibo durante l’estate per poi cibarsene durante l’inverno.
In generale un aumento del risparmio significa «meno consumi oggi per essere in
grado di consumare di più domani».
Difficilmente il denaro non speso viene accumulato sotto il materasso(Davide a
parte....). Quasi tutti questi soldi vengono invece investiti ovvero prestati agli
imprenditori in cambio di un interesse. Se complessivamente stiamo risparmiando di
più, allora molto probabilmente anche l’offerta di credito aumenterà e ciò significa
che, a parità di altre condizioni, anche il tasso d’interesse richiesto sarà minore .
In un mercato libero la diminuzione del tasso d’interesse segnala quindi che la gente
sta consumando relativamente meno (risparmia di più) oggi con l’intenzione di
aumentare i suoi consumi nel futuro.
L’economia è ora pronta per crescere in modo sostenibile. Le famiglie hanno
segnalato agli imprenditori di voler diminuire i consumi attuali per aumentare quelli
futuri e il risparmio reale che si è creato è proprio ciò che alimenterà gli investimenti
necessari per modificare la struttura del capitale e aumentare la produzione nel futuro.
Pensiamo all’esempio del canale offerto da Bohm Bawerk in precedenza.
Immaginiamo che le nostre famiglie utilizzino dei secchi per portare l’acqua dal
fiume alle loro case. Hanno anche costruito una cisterna in cui versare ogni giorno
l’acqua non consumata in modo da avere una sorta di “salvagente” nel caso di una
qualche avversità futura. Se le famiglie “risparmiano acqua”, il livello della cisterna
salirà, segnalando che ora non è più necessario destinare tutti i lavoratori alla raccolta
d’acqua ma è invece sostenibile assegnarne alcuni alla costruzione del canale.
L’acqua extra liberata dalla diminuzione dei consumi è proprio quella che permette di
dissetare i lavoratori impegnati nella costruzione del canale: i risparmi reali
finanziano gli investimenti.
Alla conclusione dell’opera, una maggiore quantità d’acqua sarà disponibile per il
villaggio e il sacrificio iniziale si sarà trasformato in una maggiore possibilità di
consumo per tutti.
Crescita economica indotta da un’espansione monetaria
Nelle economie moderne non è solo l’interazione tra risparmiatori ed imprenditori a
determinare il tasso di interesse ma c’è la presenza ingombrante della Banca Centrale
che, come abbiamo visto, ha il potere di manipolare i tassi di interesse a breve
creando denaro dal nulla. Che cosa succede quando la Banca Centrale decide di
attuare una politica monetaria espansiva ed abbassa artificialmente i tassi di
interesse?
Da una parte abbiamo i risparmiatori che, a fronte di un tasso d’interesse minore,
decidono di diminuire i risparmi reali e aumentare i consumi presenti. Se il tasso
d’interesse è molto basso l’incentivazione diventa ancora più perversa ed è possibile
che le famiglie non risparmino proprio niente e ricorrano anzi allo strumento del
credito per finanziare ulteriori consumi. Questo è proprio ciò che è successo negli
Stati Uniti dopo il 2000.
Dall’altra parte abbiamo invece gli imprenditori che interpretano il calo del tasso
d’interesse in maniera opposta.
Ritengono, infatti, che le famiglie stiano ora risparmiando e che saranno quindi
pronte ad aumentare i consumi nel prossimo futuro . Il tasso d’interesse molto basso
fa sì che numerosi progetti d’investimento che erano stati inizialmente giudicati
fallimentari ora siano visti come profittevoli. Non solo aumentano gli investimenti
oltre la capacità di risparmio (overinvestment) ma questi vengono indirizzati verso
progetti a lungo termine che sono destinati a fallire (malinvestment).
Tornando all’esempio del canale, immaginiamo di avere un supervisore che è
incaricato di segnalare ogni giorno il livello d’acqua presente nella cisterna e
supponiamo che costui decida di mentire ed annunciare che il serbatoio si è riempito
velocemente negli ultimi giorni ed è ora colmo. La realtà è diversa: la botte è piena
solo a metà ma questo non lo sa nessuno.
Le famiglie sono raggianti. Se la cisterna si è riempita così velocemente, questo
significa che possono usare più acqua ed allo stesso tempo iniziare a costruire il
canale. Passano i giorni e sempre meno acqua viene versata nella cisterna mentre
sempre più persone vi attingono per bere. Tutto questo mentre il supervisore continua
a segnalare che la botte è quasi piena e c’è acqua per tutti. Sembra cominciato un
periodo di prosperità e abbondanza.
Presto, però, i nodi vengono al pettine: non è possibile che ogni giorno vi sia sempre
un prelievo netto d’acqua dalla cisterna senza che questa si svuoti velocemente! Se
l’acqua non è già finita ne è comunque rimasta molto poca e quando la truffa diviene
chiara bisogna forzatamente abbandonare a metà il progetto del canale e diminuire i
consumi per ristabilire una soglia di sicurezza.
Ricapitolando, una diminuzione del tasso d’interesse dovuta a un’espansione
monetaria “tira” la struttura del capitale in due direzioni: nella sua parte terminale,
per far fronte a un aumento dei consumi e in quella iniziale, per far fronte
all’aumento degli investimenti. Chiaramente questo tipo di crescita non è sostenibile
a lungo e la situazione è destinata a tradursi in un boom che, dopo un certo periodo, si
tramuta inevitabilmente in recessione.
In conclusione
Il malinvestment non è caratterizzato solo da cattivi investimenti finanziari o da
qualche progetto imprenditoriale fallimentare. Quello che accade durante un boom è
che (quasi) tutti gli imprenditori commettono errori, dando avvio a progetti grandiosi
e ambiziosi, espandendo la produzione e puntando su progetti molto rischiosi. Il
malinvestment sbilancia l’intero sistema economico attraendo risorse in settori
improduttivi, espandendo la produzione di merci che poi resteranno invendute e
attraendo milioni di lavoratori in aziende che sembrano avere un futuro radioso
mentre in realtà andranno incontro al fallimento.