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  1. #1
    Vedo la mano invisibile
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    Lightbulb La Scuola Austriaca di Economia. Lezioni universitarie e teoria.

    Teoria del ciclo economico


    tratto e lievemente adattato dalla teoria del ciclo economico esposta in: M.N.Rotbard, La Grande Depressione, Rubbettino, 2006, pp. 77 e seg.


    Introduzione:



    Le imprese hanno il compito di prevedere i cambiamenti che si verificano sul mercato relativamente alle condizioni della domanda e a quelle dell'offerta.
    Quelle che hanno maggiore successo realizzano profitti pari passo con l'adeguatezza delle loro valutazioni, mentre quelle le cui previsioni si rivelano errate cadono lungo il cammino. Di conseguenza, gli imprenditori che hanno successo nel mercato sono i più capaci nell'anticipare le future condizioni dell'economia.
    I cambiamenti nel mercato hanno luogo di continuo in tutti gli ambiti dell'economia: i gusti dei consumatori cambiano, la forza lavoro cambia quanto a quantità, qualità e ubicazione; si scoprono risorse naturali nuove e altre si esauriscono; i miglioramenti tecnologici alterano le possibilità di produzione; le bizzarrie del clima alterano i raccolti ecc.. ecc..
    Tutti questi cambiamenti sono caratteristiche tipiche di ogni sistema economico, tant'è vero che non è concepibile una società senza cambiamenti, è perciò assurdo attendersi che ogni attività sia "stabilizzata", perchè "stabilizzando" queste fluttuazioni si eliminerebbe alla radice ogni attività produttiva razionale.

    Semplice caso ipotetico:
    "La locusta dei sette anni": ogni 7 anni in una data comunità è visitata dalla "locusta dei 7 anni", ogni 7 anni dunque molte persone varano i preparativi per affrontare la locusta: vengonpo assunti equipaggiamenti anti-locusta, vengono assunti esperti e via dicendo. Ovviamente, ogni 7 anni c'è un'"espansione" nell'industria che combatte le locuste, che tranquillamente si "deprime" nei 6 successivi anni. Sarebbe un bene o un male se si decidesse di stabilizzare l'industria che combatte le locuste continuando a produrre macchinari regolarmente, ogni anno, solo per vederli arrugginire e subire l'obsolescenza? In nome della stabilizzazione sarebbe sensato costringere le persone a costruire macchinari molto prima che questi siano richiesti, assumere persone prima che sia necessario, e al contrario, ridurre la manodopera disponibile per attività realmente richieste e rinviare la produzione di macchinari richiesti?
    Anche l'industria delle pitture per esterni si espande durante la primavera estate e si deprime durante l'inverno, per ovvi motivi climatici, avrebbe senso stabilizzare la produzione durante tutto l'anno? ovviamente no, questo tipo di fluttuazioni permeano per intero le realtà sociali e le nostre esperienze quotidiane.

    Possiamo dunque attenderci fluttuazioni economiche settoriali in ogni momento, sono semplicemente il risultato di cambiamenti nei dati economici, determinati dai più diversi motivi sociali e naturali.
    Molti economisti attribuiscono la depressione che riguarda l’intera economia alla “debolezza” generata dalla “depressione nel settore edilizio” o “nel settore agricolo”. Tuttavia il declino di singoli settori non può mai causare la depressione dell’intero sistema economico. Quando si verificano cambiamenti nei dati, ad esempio, quando un cambiamento nei gusti dei consumatori e nella tecnologia determini un calo della domanda dei prodotti agricoli o di altri beni. In tal caso non ha senso affermare, come molti sostengono, che la depressione nel settore agricolo o nel settore x provocherà la depressione in tutto il sistema economico, in conseguenza del fatto che gli agricoltori acquisteranno meno beni, le persone che venderanno agli agricoltori acquisteranno a loro volta meno e così via.
    Questo ragionamento ignora che quanti producono gli altri beni, ora preferiti dai consumatori, prospereranno e le loro domande aumenteranno.
    Il problema del ciclo economico riguarda espansioni e depressioni dell’intero sistema economico e, per comprenderle, non bisogna indagare i singoli settori e interrogarsi su quali fattori rendono ciascun settore fiorente o depresso.
    Ciò che tenteremo di spiegare sono le espansioni e le crisi dell’intero sistema economico.

    CONTINUA
    Ultima modifica di -Duca-; 28-05-10 alle 20:50
    La verità produce effetti anche quando non può essere pronunciata.

    L. von Mises

    SILENDO LIBERTATEM SERVO

  2. #2
    Vedo la mano invisibile
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    Predefinito Riferimento: Teoria del ciclo economico. Versione Austriaca.

    Prima parte:



    Se prendiamo in cosiderazione i movimenti dell'intero sistema economico, risulta immediatamente chiaro che tali movimenti dovranno essere trasmessi al mercato attraverso il mezzo di scambio generalmente accettato: la moneta.
    La moneta costituisce il legame che unisce le diverse attività economiche. Se il prezzo di un bene aumenta e quello di un altro diminuisce, si giunge alla conclusione che la domanda si è spostata dal secondo bene verso il primo; se però tutti i prezzi aumentano o diminuiscono contemporaneamente, allora deve essere intervenuto qualche cambiamento nella sfera monetaria. Soltanto cambiamenti della domanda e/o dell'offerta di moneta possono determinare una variazione del livello generale dei prezzi (oltre alle catastrofi che determinano la distruzione di molti beni rendendoli scarsi, oppure la decimazione improvvisa della popolazione o un'improvviso forte aumento della popolazione).
    Se la domanda di moneta è superiore alla quantità esistente, il potere di acquisto della moneta aumenterà, al contrario, una domanda inferiore all'offerta diminuirà il potere d'acquisto della moneta, ciò farà salire il livello dei prezzi.
    Nonostante questo, le fluttuazioni delle "relazioni monetarie" non costituiscono di per sè l'indizio di un ciclo economico. E' senz'altro vero che ogni ciclo del sistema economico dev'essere trasmesso attraverso il rapporto monetario (rapporto tra quantità e domanda di moneta). Ma tali cambiamenti spiegano di per sè poco. Per esempio, se l'offerta di moneta aumenta o la domanda diminuisce, i prezzi aumentano; perchè ciò dovrebbe creare un ciclo eocnomico? In particolare, perchè ciò dovrebbe determinare una depressione?
    La verità produce effetti anche quando non può essere pronunciata.

    L. von Mises

    SILENDO LIBERTATEM SERVO

  3. #3
    Vedo la mano invisibile
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    Predefinito Riferimento: Teoria del ciclo economico. Versione Austriaca.

    Seconda parte:

    Il problema: l'espolsione degli errori

    La domanda principale a cui una teoria delle depresisoni economiche deve rispondere è: perchè si verifica un repentino accumularsi di errori economici di portata generale?
    Questa è la prima domanda da porsi in ogni teoria del ciclo.
    Consideriamo il caso in cui l'attività economica proceda agevolmente, in modo redditizio, con imprese che realizzano notevoli profitti. All'improvviso, le condizioni cambiano e la maggior parte delle imprese comincia a soffrire perdite; tali imprese si accorgono inaspettatamente di avere commesso degli errori di previsione.
    Di regola, solo alcuni imprenditori chiudono il bilancio in rosso; la maggior parte si avvicina invece al pareggio o realizza profitti. Come si spiega allora il curioso fenomeno della crisi, caratterizzato dal fatto che quasi tutte le imprese si trovano improvvisamente a soffrire perdite?
    In breve, come è possibile che gli imprenditori di un paese o di macroaree commettano tutti insieme un numero così grande di errori e come mai questi errori si materializzano improvvisamente allo stesso tempo? Questo è il grande problema della teoria del ciclo.
    Non è ammissibile rispondere che ciò è determinato da cambiamenti repentini nei dati. E' dopotutto compito degli imprenditori prevedere i cambiamenti futuri, alcuni dei quali sono repentini. Perchè le loro previsioni falliscono così miseramente?
    Esiste un'altra caratteristica tipica del ciclo economico che richiede una spiegazione. E' infatti risaputo che il settore che produce beni capitali è soggetto a variazioni maggiori rispetto al settore che produce beni di consumo.
    Le industrie di beni capitali, in particolar modo le industrie che offrono materie prime, che si dedicano alle costruzioni, e che vendono attrezzature ad altre industrie, si sviluppano molto più rapidamente durante le fasi di espansione e sono colpite molto più severamente durante la recessione.
    La terza caratteristica d'ogni espansione economica, a cui una teoria del ciclo deve dare una spiegazione è l'aumento della quantità di moneta nell'economia. Al contrario, durante una depressione si verifica in generale, benchè non sempre, una caduta dell'offerta di moneta.

    SEGUE
    Ultima modifica di -Duca-; 21-06-09 alle 21:25
    La verità produce effetti anche quando non può essere pronunciata.

    L. von Mises

    SILENDO LIBERTATEM SERVO

  4. #4
    Vedo la mano invisibile
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    Predefinito Riferimento: Teoria del ciclo economico. Versione Austriaca.

    Terza parte:


    La spiegazione: espansione e depressione



    In un mercato libero dalle interferenze, non ci sarà un’esplosione degli errori, poiché non vi è ragione di credere che gli imprenditori commettano errori tutti nello stesso momento.
    Il ciclo di “espansione e crisi economica” è causato dalla manipolazione della quantità di moneta sul mercato, in particolare dall’espansione del credito bancario alle imprese.
    Si consideri un’economia con una data offerta di moneta, dove una parte di quest’ultima è spesa per il consumo e il resto è risparmiato e investito in attività produttive (direttamente, o attraverso l’intermediazione bancaria), composte da vari ordini di produzione.
    La proporzione del consumo rispetto al risparmio o agli investimenti è determinata dalle preferenze temporali degli attori economici, ovvero dal grado di intensità col quale questi preferiscono le soddisfazioni presenti a quelle future.
    Un tasso di preferenza temporale inferiore si rifletterà in una maggiore proporzione di risparmi e quindi di investimenti rispetto al consumo, allungando la struttura di produzione e in un accumulo di capitale.
    Un tasso di preferenza temporale più alto, al contrario, si rifletterà in un maggior tasso puro d’interesse e in una minore proporzione degli investimenti rispetto al consumo.
    Ergo, cosa accade quando le banche creano nuova moneta (in forma di banconote o di depositi bancari) e la concedono in prestito alle imprese?
    La moneta di nuova creazione si riversa sul mercato creditizio e conduce a una diminuzione del tasso di interesse sui prestiti. L’effetto è lo stesso che si verifica quando aumenta l’offerta di fondi risparmiati, che si rendono disponibili per gli investimenti:quando questi aumentano, il tasso di interesse cala. Di conseguenza, gli imprenditori sono tutti erroneamente indotti a credere, nel medesimo periodo, a causa dell’inflazione del credito creata dalla banche, che l’offerta di fondi risparmiati, e quindi prestabili, sia maggiore di quanto è in realtà. Quando il risparmio aumenta, gli imprenditori investono “in processi produttivi più lunghi”; ciò significa che la struttura del capitale si allunga, specialmente nei settori che appartengono agli “ordini superiori” della struttura produttiva, vale a dire quelli nelle tappe di produzione maggiormente distanti dal consumo. Gli imprenditori impiegano i nuovi fondi acquisiti e spingono verso l’alto i prezzi dei beni capitali e di altri beni di produzione; ciò determina uno spostamento degli investimenti dai beni di produzione di “ordine inferiore” (vicini al consumo finale) ai beni di produzione di “ordine superiore” (più lontani dal consumo finale) o, in altre parole, dai settori che producono beni di consumo ai settori che producono beni capitali.
    Se ciò fosse l’effetto di una reale caduta delle preferenze temporali e quindi di un aumento del risparmio, non sorgerebbe alcun problema e la nuova struttura produttiva, più lunga, si potrebbe mantenere in definitivamente. Tuttavia, quando questo cambiamento è il prodotto dell’espansione del credito bancario, la moneta di nuova creazione si trasmette immediatamente dagli imprenditori che hanno ricevuto i prestiti ai fattori di produzione: salari, rendite e interessi.
    A questo punto, gli attori economici si affretteranno a spendere i redditi secondo precedenti proporzioni tra consumo e risparmio e la domanda tornerà a volgersi dai beni di ordine superiore ai beni di ordine inferiore. Le industrie che producono beni capitali si accorgeranno che i loro investimenti sono sbagliati, che ciò che essi hanno giudicato profittevole non si è rivelato tale, a causa di una carenza di domanda degli imprenditori loro clienti. I progetti di nuova creazione negli ordini superiori della struttura produttiva si sono rivelati rovinosi e gli investimenti erronei devono essere liquidati.
    La spiegazione “neoclassica-keynesiana” delle crisi vuole che queste siano prodotte dal “sottoconsumo”, ossia da una carenza della domanda dei beni di consumo, ai prezzi in grado di generare profitti. Ma ciò non si accorda con il ben noto fatto che in realtà a soffrire di più durante una depressione sono i settori che producono beni capitali e non quelli che producono beni di consumo. Quel che manca è la domanda da parte degli imprenditori di beni di ordine superiore; il che, a sua volta, è causato da un ritorno della domanda alla precedenti proporzioni consumo-risparmio.
    In definitiva, gli imprenditori sono stati erroneamente indotti dall’espansione del credito bancario a investire troppo in beni capitali; ciò potrebbe portarsi avanti in modo redditizio solo con un tasso di risparmi più alto.
    Le imprese sono cadute in quest’errore a causa dell’espansione del credito e della conseguente manomissione del tasso di interesse di libero mercato.
    Pertanto il periodo di “espansione economica” rappresenta in realtà un periodo di investimenti erronei. E’ il momento in cui si commettono errori dovuti alla manomissione del libero mercato a opera del credito bancario. La crisi si verifica quando i consumatori ristabiliscono le proporzioni desiderate. La depressione è di fatto il processo attraverso cui l’economia pone rimedio a sprechi ed errori commessi nell’espansione e si ripone efficientemente al servizio dei desideri dei consumatori.
    Il processo di aggiustamento consiste in una rapida liquidazione di investimenti disastrosi.
    In questa fase, alcuni di questi investimenti saranno abbandonati completamente (come le città fantasma dell’ovest, costruite durante l’espansione del 1816-1818 e abbandonate durante il panico del 1819), mentre altri saranno recuperati in modo alternativo.
    La depressione è quindi il ritorno necessario e benefico del sistema economico alla normalità, dopo le distorsioni causate dall’espansione. L’espansione implica perciò una crisi.
    Poiché trascorre poco tempo affinchè la moneta passi dagli imprenditori ai fattori di produzione, perché le espansioni non si concludono rapidamente? Il motivo è che le banche vengono in soccorso. Le imprese che hanno ottenuto prestiti e avviato nuovi progetti di investimento riscontrano un aumento imprevisto dei costi, giacchè i fattori di produzione vengono ora contemporaneamente domandati anche dal settore consumo, e soffrendo così una carenza di fondi si rivolgono di nuovo alle banche. Se le banche espandono ulteriormente il credito, possono consentire a tali imprese di stare a galla. La moneta di nuova creazione affluisce alle imprese, le quali possono distogliere nuovamente i fattori produttivi dai settori che producono beni di consumo, In sostanza, l’espansione continua del credito bancario consente alle imprese di eludere la punizione inflitta dai consumatori, e questo, come abbiamo visto, è ciò che le depressioni comportano: il ristabilimento da parte dei consumatori di un sistema economico efficiente e il risanamento delle distorsioni generate dall’espansione.
    Chiaramente, quanto maggiore sarà l’espansione del credito, in termini di volume e durata, tanto più si prolungherà l’espansione economica. L’espansione terminerà quando cesserà l’espansione del credito bancario. E’ evidente che maggiore sarà la durata dell’espansione, più deleteri saranno gli errori commessi e, pertanto, più lungo e severo dovrà essere il necessario riaggiustamento che si verifica durante la depressione.
    Quali sonoin particolare le caratteristiche essenziali della fase depressione-ripresa? I progetti rovinosi, come abbiamo detto, devono essere abbandonati o essere riconvertiti nel miglior modo possibile. Per le imprese inefficienti, tenute a galla dall’artificiosa espansione, i casi sono tre: devono essere liquidate, i loro debiti devono essere ridotti progressivamente oppure devono essere consegnate ai creditori. I prezzi dei beni di produzione devono diminuire, in particolare quelli di ordine superiore, e ciò include beni capitali, terra e tassi salariali. Come l’espansione era stata segnata da una caduta del tasso di interesse, vale a dire dei diversi differenziali di prezzo tra le diverse tappe del percorso produttivo (il “tasso naturale” o il tasso di profitto corrente), così il recupero che avviene durante la depressione coincide con un aumento di tale differenziale. In pratica ciò significa una caduta dei prezzi di beni di ordine superiore rispetto ai prezzi dei beni di consumo. Dovranno scendere non solo i prezzi di particolari macchinari, ma anche i prezzi di interi aggregati di capitale, come i valori del mercato azionario e di quello immobiliare.
    Poiché i fattori produttivi si spostano dai beni di ordine superiore quelli di ordine inferiore della struttura produttiva, durante la depressione si verifica una disoccupazione “frizionale”, ma non vi è ragione per cui essa debba risultare superiore alla disoccupazione generata da una qualsiasi altra rimodulazione della produzione. In pratica, la disoccupazione sarà aggravata dai numerosi fallimenti e dal vasto numero di errori che emergono, ma essa avrà comunque carattere temporaneo.
    La disoccupazione proseguirà oltre lo stadio “frizionale” e diventerà davvero severa e duratura soltanto se i saggi salariali vengono mantenuti artificiosamente alti e si ostacola la loro diminuzione. Se i saggi salariali sono mantenuti al di sopra del livello che si ha in un mercato libero, nel quale domanda e offerta si sposano, i lavoratori resteranno permanentemente disoccupati. Quanto maggiore sarà il grado di discrepanza tanto più grave sarà la disoccupazione.


    SEGUE
    La verità produce effetti anche quando non può essere pronunciata.

    L. von Mises

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  5. #5
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    Predefinito Riferimento: Teoria del ciclo economico. Versione Austriaca.

    Quarta parte:

    Caratteristiche secondarie della depressione economica: la contrazione deflazionistica del credito.

    La fase depressiva inizia con la fine dell'inflazione del credito e può proseguire senza alcun ulteriore cambiamento della quantità di moneta.
    La deflazione si manifesta però quasi sempre. Anzitutto l'inflazione ha luogo come espansione del credito bancario; ebbene, le difficoltà finanziarie e i fallimenti dei debitori fanno si che le banche si contengano e contraggano il credito. (NOTA: Si sostiene spesso che, siccome le imprese possono trovare poche opportunità di profitto durante una depresisone, la loro domanda di crediti cade, per cui prestiti e offerta di moneta si contraggono. Ma quest'argomento trascura il fatto che le banche, se lo desiderano, possono acquistare titoli e quindi sostenere l'offerta di moneta incrementando i loro investimenti; viene così compensata la diminuzione dei presiti. La spinta verso la contrazione proviene percò sempre dalle banche e non dalle imprese che si indebitano).
    Un'altra caratteristica secondaria che spesso si accompagnaalla depresisoneè un incremento della domanda di moneta. Questa "lotta per la liquidità" è il risultato di diversi fattori: (1) gli attori eocnomici si attendono chei prezzi cadano, a causa della depresisone e della deflazione, tengono così più moneta e consumano di meno proprio in attesa di tale caduta; (2) i debitori cercano di pagare i loro debiti, che ora vengono messi a rientro dalle banche e dagli altri creditori, liquidando altri attivi in cambio di moneta; (3) l'emergere di perdite imprenditoriali e di fallimenti rende gli imprenditoricauti riguardo a nuovi investimenti, finoa che il processo di liquidazione non si sia concluso.
    Con la caduta dell'offerta e l'aumento della domanda di moneta, la caduta generale dei prezzi è una conseguenza che segna la maggior parte delle depresisoni, anchese bisogna sottolineare che essa è causata dalla caratterisitiche secondarie delladepressione, piuttosto cheda quelle a essa propriamente inerenti.
    Tuttavia, una caduta dei prezzi rapida e priva di ostacoli, sia generale (l'aggiustamento alla nuova relazione monetaria), sia in particolare nei beni di ordine superiore (gli aggiustamenti degli investimenti erronei avviati nella fase di espansione), porterà rapidamenteatermine il processo di riallineamento ed eliminerà le attese di ulteriori diminuzioni dei prezzi. PErtanto, quanto prima avverranno i variagigustamenti, primari e secondari, tanto prima la domanda di moneta cadrà nuovamente. Il che naturalmente è solo una parte del ritorno generale del sistema economico alla "normalità".
    La cotrazione deflattiva del credito aiuta a rendere più veloce il processodi aggiustamento, e di qui il completamento del processo di ripresa. L'aggiustamento, come sappiamo, consiste in un ritorno al rapporto desiderato tra consumo e risparmio.
    In breve, ciò che può risultare di aiuto in una depressione non è un maggior consumo ma, al contrario, un maggiore risparmio (e, al tempo stesso, maggiori investimenti).
    La contrazione del credito avrà un altro denefico effetto nel promuovere la ripresa.
    Il primo effetto è quello di diminuirel'offerta di moneta nelle mani degli imprenditori, in particolare negli stadi di produzione a maggiore intensità dic apitale. Ciòriduce la domanda di fattori della produzione in quelli stadi, riduce i prezzi di fattori e redditi e aumenta i differenziali di prezzi e il tasso di interesse.
    In breve essa stimola lo spostamento dei fattori dagli stadi più intensivi verso quelli meno intensivi di capitale. Ma ciò significa che la contrazione del credito queando segue un'espansione credititzia, rende più veloce il processo di agigustamento, consentendo al sistema economico di tornare alle proporzioni di libero mercato nel modo più rapido possibile.
    Si potrebbe obbiettare che la contrazione del credito più che compensare gli errori che di producono durante l'espansione, causando essa stessa distorsioni che necessitano di una correzione.
    In effetti, la contrazione del credito potrebbe ocmpensare eccessivamente gli errori dell'espansione e, fintanto che la contrazione prosegue, può far si che il livello dei tassi di interesse sia più alto dei livelli prevalenti in un libero mercato; e può fare si che gli investimenti risultino inferiori a quelli che si avrebbero su un mercato libero. Poichè tuttavia la contraizone non causa alcun vero investimento erroneo, essa non condurrà al alcun penoso periodo di depressione e aggisutamento. Se gli imprenditori sono erroneamente indotti a credere che per gli investimentisia disponibile meno capitale di quanto servirebbe, non vi sarà alcun danno durevole sotto forma di investimenti rovinosi. Inoltre è nella natura stessa delle cose che la contraizone del credito sia strettamente limitata; essa non può proseguire oltre il limete segnato dalla precedente inflazione di credito. L'espansione del credito invece non ha tale limite.

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    L. von Mises

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  6. #6
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    Predefinito Riferimento: Teoria del ciclo economico. Versione Austriaca.

    Quinta parte:

    Quale politica economica del governo durante la depressione?

    Quale politica dovrebbe adottare un governo che desidera un rapido superamento della depressione e il ritorno dell'eocnomia ad un normale livello di prosperità?
    Il primo chiaro punto del suo programma economico dovrebbe essere: non interferire con il processo di aggiustamento del mercato.
    Quanto più a lungo le autorità intervengono per ritardare tale processo, tanto più lunga e grave sarà la depressione, e tanto pià difficile risulterà il cammino verso una completa ripresa.

    Se elenchiamo logicamente i diversi modi con cui un governo può ostocalare il processo di aggiustamento delmercato, incontriamo esattamente il tipico arsenale governativo, presentato come strumento curativo della depressione economica. Vediamo quindi i modi in cui il processo di aggiustamento può essere intralciato.
    1)Prevenire o ritardare la liquidazione: prestare moneta a imprese in crisi, fare appelloalle banche perchè aumentino l'offerta di credito e via dicendo.
    2)Aumentare ulteriormente l'inflazione: una maggiore inflazione di credito arresta la necessaria caduta dei prezzi, ritardando quindi l'aggisutamento del mercato e prolungando la depressione. L'utleriore espansione del credito crea altri investimenti erronei, che a loro volta dovranno essere liquidati in una successiva depressione. La politica governativa del denaro facile ostacola il ritorno del mercato a tessi di interesse necessariamente più alti.
    3)Mantenere alti tassi salariali: Il mantenimento artificiosamente alto dei tassi salariali durante la depressione produce una disoccupaizone di massa. Inoltre durante una deflazione, quando i prezzi cadono, mantenere inalterato il tasso salariale nominale, significa aumentare i tassi salariali reali. Con la domanda delle imprese in diminuzione, ciò aggrava notevolmente il problema della disoccupaizone.
    4)Mantenere elevati i prezzi: MAntendendo i prezzi al sopra del loro livello naturale, si generano giacenze invendibili e si pregiudica il ritorno alla prosperità.
    5)Stimolare il consumo e disincentivare il risparmio: Abbiamo visto che un maggior risparmio e un minore consumo rendono più rapida la ripresa: al contrario, un maggior consumo e minor risparmio aggraveranno ancora di più la carenza di capitale. Il governo può stimolre il consumo con "programmi di buoni alimentari" ed esenzioni di pagamento.
    Può disincentivare il risparmio e l'investimento aumentando le imposte, in particolare sui patrimoni, sulle imprese e sugli immobili.

    Il più importante criterio per una sana poltica economica, durante una depressione, è quello di astenersi dall'interferire con il processo di aggiustamento. Cosa potrebbe fare di più concreto un governo per favorire l'aggisutamento?
    Vi è una cosa che il potere pubblico può in cocreto fare: ridurre drasticamente il proprio ruolo nell'economia, tagliando le spese e le imposte, in particolare quelle che ostacolano il risparmio e l'investimento. La diminuzione dell'imposizione fiscale e della spesa pubblica condurrà automaticamente a uno spostamento del rapporto sociale tra risparmi-investimenti e consumo in favore dei primi, riducendo quindi di gran lunga il tempo richiesto per tornare ad un'economia prospera.


    P.S.
    Si potrebbe obbiettare che la depresisone inizia solo dopo che sia terminata l'espansione del credito. Perchè allora il governo non dovrebbe continuare l'espansione del credito indefinitivamente?
    Anzitutto più a lungo il boom inflaizonistico dura, tanto pià duro e severo sarà il necessario periodo di aggiustamento verso la normalità. In seocndo luogo, l'espansione non può continuare indefinitivamente, perchè alla fine il pubblico apre gli occhi davanti alla politca governativa del'linflaizone permanente e fugge dalla moneta per dirigersi verso altri beni, realizzando acuqisti fintanto che la moneta vale di più di quanto varrà in futuro. Il risultato sarà un' "infalzione galoppante" o "iperiflaizone".
    Sotto ogni punto di vista, l'iperinflaizone è di gran lunga peggiore della depressione; essa distrugge la valuta, manda in rovina e frantuma la classe media e tutti i gruppi a "reddito fisso"; scatena una devastazione senza limiti. Conduce infine alla disoccupaizone e a livelli di vita più bassi, poichè non ha senso lavorare quandoi guadagni si deprezzano di ora in ora.
    Per evitare tale catastrofe, l'espansione del credito deve allora terminare. E ciò scatenerà una depressione.
    La verità produce effetti anche quando non può essere pronunciata.

    L. von Mises

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  7. #7
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    Ultima parte:

    Prevenire le depressioni


    Prevenire una depressione è sicuramentemeglio che patirla, ma cosa dovrebbe fare il governo per prevenire la depresisone?
    Visto che l'espansione del credito genere necessariamente i semi di una successiva depressione, risulta ovvio che la politica appropriata consiste nel porre fine ad ogni espansione inflazionistica del credito. Non si tratta di una prescrizione molto complessa, perchè il compito più importante del potere pubblico è quello di astenersi dal generare inflazione.
    Tuttavia il governo è un'istituzione intrinsecamente infalzionista e, di conseguenza, ha quasi sempre provocato, incoraggiato e orchestrato l'espansione del credito.
    E' intrinsecamente inflazionistico perchè nel corso del tempo ha acquisito il controllo del sistema monetario. Il potere di stampare moneta (includendo "l'emissione" di depositi bancari) gli conferisce anche il potere di ottenere un'immediata fonte di entrata.
    L'inflazione del credito è una forma di imposta, giacchè il potere pubblico può creare nuova moneta a piacimento e usarla per sottrarre risorse ai privati, ai quali invece è proibita, mediante pesanti punizione, tale contraffazione. Per i funzionari governativi e i gruppi da loro favoriti, l'inflazione rappresenta quindi un comodo sostituito dell'imposizione fiscale; un sostituto che tutti i cittadino possono facilmente trascurare o essere addirittura incoraggiati a trascurare. Il governo può anche attribuire la colpa dell'inflaizone, ai cittadini o ad alcuni gruppi poco amati di cittadini, come gli uomini d'affari, gli specultari, i commercianti, gli stranieri.
    Soltanto l'improbabile adozione di una sana teoria economica può condurre il pubblico ad attribuire la causa dell'inflazione a chi la merita, cioò allo stesso governo.
    Anche le banche private, è vero, possono esse medesime aumentare l'offerta di moneta, emettendo un ammontare di titoli rappresentativi della moneta superiore alla loro capacità di rimborso. Un deposito bancario equivale a una ricevuta sulla liquidità depositata; una ricevuta che le banche si impegnano a rimborsare in qualunque momento il cliente desideri ritirare il proprio denaro dal caveau della banca. L'intero sistema bancario a riserva fraizonaria implica l'emissione di ricevute che non possono essere rimborsate.
    Invece di prevenire l'inflazione, impedendo la formazione di banche a riserva fraizonaria (che in quanto tali sono fraudolente), i governi si sono uniformati nel cammino della direzione opposta, passo dopo passo, rimosso i controlli svolti dal libero mercati sull'espansione del credito bancario. E si sono messi al tempo stesso a dirigere il processo infalzionistico.
    Essi hanno rafforzato artificiosamente, e in vari modi, la fiducia dell'opinione pubblica nelle banche e hanno incentivato l'uso da parte del pubblico della carta moneta e dei depositi al posto dell'oro (messo così al bando), ponendo le banche sotto un unico tetto, in maniera da potere tutte assieme mettere in atto politiche creditizie espansive.
    Il principale strumento per compiere tale obbiettivo è stato la "banca centrale", un'istituzione introdotta nel 1913 negli Usa, con il Federal Reserve System.
    La banca centrale ha consentito la centralizzazione e il trasferimento dell'oro nelle camere blindate dello stato, ampliando in tal modo enormemente la base nazionale su cui espandere il credito(NOTA: Quando l'oro, originariamente riserva delle banche, viene trasferito ad una banca centrale, quest'utlima detiene solo una riserva frazionaria e quindi la base totale del credito e l'offerta potenziale di moneta sono ampliate).
    Essa ha successivamente assicurato un'uniformità di azione delle banche, le cui riserve sono divenute i conti di deposito tenuti presso la stessa banca centrale; e non sono più costituite da riserve auree. Con la creaizone della banca centrale, ogni banca privata non ha più valutato le proprie attività sulla base delle riserve in oro; tutte le banche si sono legate insieme e le loro attività sono state regolate dall'aizone della banca centrale. E questa, dichiarando che la propria funzione è eulla di "prestatrice di ultima istanza" nei confronti delle banche in difficoltà, ha accresciuto enormemente la fiducia del pubblico verso il sistema bancario.
    Si assume infatti tacitamente che il governo non permetterà mai che un suo organo, la banca centrale, possa fallire.
    E' vero che il controllo sulle riserve non è perfetto; le banche possono infatti mantenere delle "riserve in eccesso". Rassicurate però dall'esistenza di un prestatore di ultima istanza e potendo realizzare profitti attraverso la massimizzaizone dei propri attivi e dei propri depositi, le banche presteranno fino al limite rappresentato dal coefficiente di riserva obbligatoria.

    Il sistema più ovvio per prevenire l'inflazione consiste nel mettere al bando il sistema bancario a riserva frazionaria sui depositi a vista e imporre su questi un 100% di riserva.
    Le banche che emettono ricevute per un deposito in oro non esistente stanno in realtà perpetrando una frode, facilitate dal fatto che non tutti i portatori di titoli rappresentativi di oro reclamano constestualmente la loro legittima proprietà.
    La proibizione di una tale pratica non sarebbe in effetti un atto di intervento statale sul libero mercato. Esso sarebbe parte della generale difesa legale della proprietà dagli attacchi mossi nei suoi confronti.
    Ultima modifica di -Duca-; 24-06-09 alle 22:01
    La verità produce effetti anche quando non può essere pronunciata.

    L. von Mises

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  8. #8
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    Predefinito Riferimento: Teoria del ciclo economico. Versione Austriaca.

    La verità produce effetti anche quando non può essere pronunciata.

    L. von Mises

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  9. #9
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    Predefinito Lezioni di Economia Austriaca all'Università di Madrid. Da Usemlab.com

    Scritto da Francesco Carbone
    Associazione Culturale UsemLab
    http://www.usemlab.com/index.php


    Ringrazio il prof. Huerta de Soto per l'autorizzazione a rielaborare in sintesi le sue lezioni. Mi auguro che continui a mostrare in video l'intero corso 2009-2010 fino all'ultima lezione e senza interruzioni. Da parte mia cercherò di essere più fedele possibile alle parole del professore, integrandole con interventi personali solo dove serve per stemperare il carattere della sintesi che, per la natura stessa da appunti presi in classe, risulta ovviamente un po' grezza.

    Prima di tutto però tradurrei dalla presentazione del master in economia austriaca, presso la Universidad Rey Juan Carlos di Madrid, in cosa consiste l'Economia della Scuola Austriaca:


    L'approccio della Scuola Austriaca di Economia offre uno studio dell'economia logico e rigoroso, in cui rivestono un ruolo essenziale la libertà di iniziativa imprenditoriale, il libero mercato, e la proprietà privata. Questi sono i motori del progresso economico dei popoli.

    Quello della Scuola Austriaca è un approccio all'economia totalmente diverso, si differenzia da quello mainstream per il metodo, la teoria e la politica. Nella prospettiva austriaca si guarda agli agenti economici come soggetti, essi sono i veri protagonisti dei processi economici e sociali. Gli individui sono attori unici, coscienti e liberi, non un insieme omogeneo di dati che possono essere manipolati tramite metodi statistici. Inoltre, in contrapposizione all'analisi dell'equilibrio, nella scuola austriaca è preponderante l'approccio dinamico dei processi di mercato.


    E quindi qualche parola di Mises sulla scienza economica, tratta da uno degli ultimi capitoli del suo lavoro principale: l'Azione Umana.


    L'economia non deve essere relegata alle lezioni in classe e agli uffici di statistica, né deve essere essere lasciata ai circoli esoterici. Essa rappresenta la filosofia della vita e dell'azione umana, tratta dei fondamentali problemi della società, e per questo concerne tutto, tutti quanti, e appartiene a tutti noi.


    Prima Lezione del 22/9/09.

    L'Economia è una Scienza Multidisciplinare, che abbraccia il diritto, la filosofia, la sociologia, la storia

    E' importante la filosofia dell'insegnamento e quattro sono i punti per il successo dell'insegnamento:

    1)Amore dell'insegnamento (verso la materia, la professione di insegnare, gli studenti);
    2) Entusiasmo, energia vitale interiore, il successo di ogni cosa che si fa nella vita è farla con entusiasmo;
    3) Chiarezza, si può insegnare solo ciò che si conosce chiaramente, la luce della verità scientifica che illumina;
    4) Costanza, che include anche l'essere ripetitivi nei concetti perchè gli argomenti e i principi siano ben chiari.

    Si studiano i processi di mercato, la rete complessissima di interazioni umane, di interscambio. Il protagonista di tutto questo è l'imprenditore, dal latino, prahendere, scoprire, rendersi conto di nuove cose, la capacità creativa che distingue l'essere umano. Cosa creiamo? creiamo cose, strumenti, idee, conoscenza su fini e mezzi in tutti gli ambiti, che si trasmettono attraverso la comunicazione.

    L'informazione e la conoscenza che creano gli esseri umani, è una conoscenza sempre soggettiva. L'informazione si trasmette in maniera successiva attraverso segnali, che spesso si traducono in prezzi, e coordinano l'azione umana in maniera spontanea tale da rendere possibile il funzionamento della società.

    L'approccio austriaco è l'unico che ha il proprio focus sulla capacità imprenditoriale dell'essere umano. Carl Menger, capostipite della scuola austriaca, si rifà agli scolastici della scuola di Salamanca. La Scuola Austriaca potrebbe quindi essere chiamata anche la Scuola Spagnola (per l'orgoglio di Huerta De Soto ndr).

    Letture. I libri costituiscono la libreria personale, il proprio tesoro, da custodire e tramandare, si raccomanda di comprarli tutti:

    Testi principali del corso sono:
    Socialismo Calculo Economico y Funcion Empresarial (dello stesso Huerta de Soto)
    L'Azione Umana (di Mises)

    Come si studia:

    1) Leggere e sottolineare, rapidamente
    2) Memorizzare, fino alla capacità di riprodurre a voce alta le idee e i concetti con un linguaggio appropriato
    Ultima modifica di -Duca-; 01-11-09 alle 04:10
    La verità produce effetti anche quando non può essere pronunciata.

    L. von Mises

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  10. #10
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    Predefinito Rif: Lezioni di Economia Austriaca all'Università di Madrid

    Lezione del 29 settembre 2009

    La funzione imprenditoriale è il concetto chiave di tutta la scienza economica. Rispecchia la natura imprenditoriale dell'essere umano. Se non si capisce in maniera chiara la natura della funzione imprenditoriale, non si può capire niente di economia.

    Concetto generale: la funzione imprenditoriale in senso ampio coincide con l'azione umana stessa, cerchiamo di modificare le circostanze attuali per raggiunge stati futuri più soddisfacenti.

    Origine etimologica di impresa: scoprire, percepire, darsi conto di qualcosa che non si era ancora compreso, acchiappare. In francese nasce la parola entrapreneur: chi svolge importanti azioni, ad esempio belliche o nelle costruzioni con i maestri d'opera, gli architetti, impegnati nei progetti grandiosi delle cattedrali.

    Le istituzioni sociali, come schemi di comportamenti ordinati. Nascita ed evoluzione spontanea delle istituzioni in ambito linguistico, giuridico, morale ed economico (di quest'ultimo fanno parte tra gli altri il denaro, la proprietà, lo scambio).

    La vita dell'essere umano è legata a comportamenti ordinati che incorporano una grande quantità di sapere formatasi nel tempo, lungo il corso di diverse generazioni. I comportamenti sono il risultato di innumerevoli apportazioni nel corso del tempo da parte di migliaia di individui. La lingua, ad esempio, sorge in maniera evolutiva come contributo continuo di tutti coloro che la parlano.

    In inglese non esisteva la parola imprenditore. A volte usavano merchant, adventurer, che però non colgono l'intero significato originario della parole Entrepreneur.

    Empresa = Accion, quarta accezione nel dizionario spagnolo. Impresa è azione, qualcosa di arduo e difficile che si comincia, che si intraprende. Tradizione letteraria spagnola, si legga Cervantes nel Don Chisciotte, al capitolo 2: El Empresa de l'escudo: simboleggiava l'impegno a intraprendere azioni valorose.

    L'azione imprenditoriale consiste quindi nel cercare, nello scoprire, nel creare. Dal punto di vista economico, dell'informazione che si trasmette e della conoscenza, creare e scoprire sono la stessa cosa. Rendersi conto di qualcosa, che non si era ancora compreso.

    Cosa è l'azione umana: in termini scientifici, è un comportamento o una condotta deliberata, intenzionale.

    Gli animali non attuano come fa l'essere umano. A volte attribuiamo una interpretazione antropologica al comportamento animale, ma rimane una differenza abissale: l'essere umano crea continuamente nuove idee. l'animale no. Allo stesso modo il sonnambulo, quella del sonnambulo non è azione umana, in quanto non è deliberata.

    Vediamo quindi gli elementi del concetto di funzione imprenditoriale:

    1) Il fine, l'obiettivo. Goal in inglese. Raggiungere quel che si desidera tramite l'azione.

    2) Il valore. Il valore è l'apprezzamento psichico soggettivo più o meno intenso che l'attore attribuisce al fine. L'economia è l'unica scienza dove lo studioso è parte della materia di studio, del fenomeno osservato. L'esperimento serve per capire qualcosa del mondo naturale. In economia, si ha conoscenza per introspezione.

    Il valore è una realtà molto astratta in quanto soggettiva. L'apprezzamento di qualcosa, etimologicamente ingloba il concetto di prezzo. Tuttavia i valori possono solo compararsi, preferisco questo a quello, di molto, di poco. Non sono misurabili, è un mondo ordinale, che permette comparazioni, non misurazioni.

    L'importanza della soggettività è enorme. E' il soggetto stesso che determina il valore, nessun altro può determinare quale sia un valore per noi.

    3) Il mezzo. Mezzo è un termine più preciso rispetto a risorsa. E' tutto quello che l'attore ritiene soggettivamente più opportuno per raggiungere i propri fini. Rappresenta il ponte per raggiungere l'obiettivo. Anche i mezzi si valorizzano attraverso l'utilizzo da cui il quarto elemento:

    4) L'utilità. L'utilità si riferisce sempre al mezzo, mai al fine. E' la valorizzazione del mezzo.

    esempio: scopriamo un fine con enorme valore, bisogna trovare i mezzi per raggiungere il fine. Quei mezzi saranno utili, o avranno utilità, conformemente al fine che mi permettono di aggiungere. Il valore del fine si proietta sull'utilità dei mezzi. Tanto più il fine viene ritenuto di alto valore, tanto più l'utilità attribuita a quei mezzi è alta.

    Huerta a questo punto estra dalla tasca e strappa un biglietto da 10 euro che poi lancia sulla classe. Che cosa è in fondo? Cellulosa colorata. (si raccomanda la visione della scena, intorno al sessantesimo minuto). Esempio che sarà difficile da dimenticare. La classe ha proiettato nel biglietto ciò che avrebbe ottenuto se avesse avuto i 10 euro, e in tal modo comprende bene il concetto di utilità attribuita alla banconota come mezzo per raggiungere un fine personale.

    L'utilità del mezzo è del tutto soggettiva: nel momento in cui crediamo che un mezzo ci aiuta a raggiungere il fine, gli attribuiamo un valore.

    I mezzi per definizione sono scarsi, quindi, quinto elemento:

    5) Scarsità. I mezzi sono considerati soggettivamente insufficienti perchè l'attore possa raggiungere tutti i fini che desidera perseguire. Il bene economico è scarso. I beni liberi, o non economici, sono beni non scarsi. Che non vengono presi in considerazione al momento di agire.
    La verità produce effetti anche quando non può essere pronunciata.

    L. von Mises

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