Quando l’euro non c’era i Paesi con economia fragile (es. Italia) si indebitavano pagando alti tassi : i prenditori di fondi sapevano che gli alti tassi che incassavano avevano a contropartita il rischio di cambio cioè di trovare , alla scadenza dell’obbligazione , la moneta su cui avevano investito svalutata rispetto alla propria moneta forte (es. Germania) e quindi sapevano che gli alti tassi poteveno produrre un risultato finale negativo , tutto ciò rientrava nel gioco della finanza e dei rischi connessi al rapporto rendimento/rischio , e non dava adito a drammi .
Cosa è successo con l’introduzione della moneta comune supernazionale chiamata euro ? è successo che il rischio di cambio è scomparso .
Ciò ha spazzato via ogni remora : i Paesi deboli hanno approfittato come maiali a indebitarsi a tassi più contenuti e quelli forti hanno continuato a investire - accontentandosi di una remunerazione più bassa ma senza il rischio cambio.
Fino al punto di essere gli uni troppo indebitati e gli altri troppo investiti : il rischio di cambio non c’è più ma solo per essere sostituito da un altro orribile e ben più terrificante spauracchio : il rischio rimborso , o default .
Con una differenza sostanziale : che mentre il vecchio rischio di cambio faceva parte del gioco ed era tenuto in considerazione dai prenditori di fondi che di volta in volta calibravano l’investimento nelle obbligazioni dei Paesi deboli … ora , cioè dopo l’introduzione dell’euro , il rischio emittente (rischio di insolvenza alla scadenza) NON ERA GENERALMENTE TENUTO IN CONSIDERAZIONE , NON ERA “CALIBRATO” !
E questo deficit di considerazione (e conseguente deficit di calibratura nella erogazione dei prestiti) ha consentito ai maiali di fare il pieno , di indebitarsi a strafogare … fino al punto di creare un disequilibrio nella finanza europea : alla fine il conto lo pagheranno i Paesi forti , quelli che subiranno l’haircut , cioè il taglio forzoso dei loro crediti .
Ma chi glielo fa digerire ai contribuenti francesi e tedeschi ?