User Tag List

Pagina 2 di 3 PrimaPrima 123 UltimaUltima
Risultati da 11 a 20 di 23

Discussione: Le Torri del silenzio

  1. #11
    Moderatore
    Data Registrazione
    30 Mar 2009
    Località
    Messina
    Messaggi
    18,411
     Likes dati
    1,422
     Like avuti
    1,210
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Rif: Le Torri del silenzio

    Citazione Originariamente Scritto da gertrud Visualizza Messaggio
    Ancora una volta mi cogratulo con Silvia e Torquemada per gli argomenti trattati. Facile intuire perchè questa sezione suscita così tanto interesse.
    Citazione Originariamente Scritto da Edmond Dantes Visualizza Messaggio
    Mi associo senza esitazione ai complimenti rivolti ai due "Tutors" della sezione, Silvia e Tomàs de Torquemada per il tenore culturale con il quale essi affrontano tematiche affascinanti.:giagia:

    Vengo sempre a leggere volentieri questi scritti e spesso sono avvolto nel mantello dello stupore.
    Mille grazie per i vostri apprezzamenti... da parte mia e, ancora una volta, di Silvia...
    "Tante aurore devono ancora splendere" (Ṛgveda)

  2. #12
    100% sardu
    Data Registrazione
    05 Mar 2002
    Località
    Sardìnnia
    Messaggi
    28,940
     Likes dati
    544
     Like avuti
    1,219
    Mentioned
    7 Post(s)
    Tagged
    1 Thread(s)

    Predefinito Rif: Le Torri del silenzio

    Citazione Originariamente Scritto da Tomás de Torquemada Visualizza Messaggio
    Mille grazie per i vostri apprezzamenti... da parte mia e, ancora una volta, di Silvia...
    mi associo, questo è un forum a dir poco avvincente!

  3. #13
    From beyond
    Data Registrazione
    13 Oct 2006
    Messaggi
    59,228
     Likes dati
    14,062
     Like avuti
    9,097
    Mentioned
    529 Post(s)
    Tagged
    9 Thread(s)
    Inserzioni Blog
    2

    Predefinito Rif: Le Torri del silenzio

    Quel tipo di rituale funebre mi ricorda vagamente quello tibetano chiamato jhator. Il termine significa "dare l'elemosina agli uccelli".

    In questa pagina potete trovare una descrizione, e numerose foto del rituale.






    Questo invece è un monastero tibetano (il Drigung) famoso per questo tipo di "funerali del cielo".


    Si trova nella prefettura di Lhasa.


    ...scusate per l'OT.

    iaociao:
    Ultima modifica di Tomás de Torquemada; 01-10-11 alle 23:02

    “In amore non essere un mendicante, sii un imperatore. Dà e resta semplicemente a vedere che cosa accade...”

  4. #14
    Sognatrice
    Data Registrazione
    05 Mar 2002
    Località
    Piacenza
    Messaggi
    11,135
     Likes dati
    191
     Like avuti
    775
    Mentioned
    20 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Rif: Le Torri del silenzio

    Citazione Originariamente Scritto da Polemiko Visualizza Messaggio
    Quel tipo di rituale funebre mi ricorda vagamente quello tibetano chiamato jhator. Il termine significa "dare l'elemosina agli uccelli".
    Sì, presso alcune comunità tibetane è tuttora in uso l'antichissima pratica della "sepoltura a cielo aperto" (sky burial). Vietata dal governo cinese negli anni '60 e '70, è tornata ad essere legale negli anni '80, ma al giorno d'oggi è molto difficile poter assistere a questa usanza.

    La sepoltura celeste rappresenta la morte come episodio del tutto naturale, parte dell'eterno ciclo delle rinascite. Si brucia gelso, dal cui fumo si leva una via che congiunge cielo e terra. La salma è offerta al divino affinché l'accolga con sé. In un giorno propizio, tra il canto dei sutra dei lama, il corpo viene scuoiato secondo l'ordine rituale, usando grande accuratezza nell'uso del coltello per garantire l'inaccessibilità dei demoni malvagi. Aquile e avvoltoi, considerati uccelli sacri, attirati dal fumo e chiamati dal tomden, il maestro del cerimoniale ("Shey, shey", e cioè "Cibatevi, cibatevi"), si nutrono dei resti del defunto. Del suo corpo, lavato, reso glabro e avvolto in sudario bianco, non deve rimanere nulla, altrimenti potrebbero impossessarsene i demoni, per cui alla fine le ossa vengono frantumate e mescolate a farina d'orzo o cosparse di burro di yak per renderle appetibili. Gli avvoltoi ridiscendono per mangiare gli ultimi resti e per poi scomparire nel cielo traghettando l'anima del defunto.





    ...scusate per l'OT.
    Non mi sembra tanto OT, l'accostamento viene spontaneo.
    Ultima modifica di Silvia; 28-09-11 alle 17:52

  5. #15
    Forumista
    Data Registrazione
    02 Feb 2010
    Messaggi
    990
     Likes dati
    128
     Like avuti
    120
    Mentioned
    11 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Rif: Le Torri del silenzio


    IGNOTO RITO FUNEBRE







    In Nepal, nella regione del Mustang, i resti di 27 uomini, donne e bambini sono stati trovati in un sistema di grotte artificiali nei pressi del villaggio di Samdzong, a 4.200 metri sopra il livello del mare.

    Molti dei corpi, sepolti circa 1.500 anni fa, erano stati scarnificati: secondo i ricercatori, si tratta di un rito funebre himalayano che finora era sconosciuto.

    Il recupero dei resti è stato affidato a scalatori molto esperti poiché, a causa dell'erosione, le grotte e l'intera parete rocciosa sono molto instabili.

    Secondo gli studiosi, i cadaveri erano stati adagiati su ampie mensole di legno, ma dopo secoli di esposizione agli elementi le mensole sono crollate.

    Quando i ricercatori sono entrati nelle camere sepolcrali, hanno trovato le ossa sparse a terra assieme a resti di capre, vacche e cavalli, forse sepolti assieme ai morti come offerte sacrificali.







    Nell'antichità, probabilmente, l'accesso alle grotte era reso più facile dalla presenza di sporgenze rocciose e forse anche dall'uso di scale. Ma da allora l'erosione ha fatto sì che solo esperti come Segal o Pete Athans, veterano dell'Everest e co-leader del team, potessero raggiungerle.

    "Sotto i nostri occhi, stanno scomparendo tutte le tracce che potrebbero farci capire quando e da chi sono state scavate queste grotte", avverte Athans. "La tomba che abbiamo scoperto è in grave pericolo; si trova in una matrice rocciosa molto fragile, che è già crollata in passato. Non credo che la tomba sarebbe sopravvissuta a un'altra stagione dei monsoni".

    I nuovi reperti sono solo i segni più recenti della presenza umana su quelle rocce inaccessibili: anche nell'antichità, sottolinea l'antropologo Mark Turin, l'isolamento esercitava un fascino notevole.

    "Oggi i monaci vanno a vivere in monasteri remoti, ma i resti trovati risalgono a un'epoca molto precedente alla fondazione dei primi monasteri", dice Turin, direttore del Digital Himalaya Project dell'Università di Cambridge.







    Aldenderfer e i suoi colleghi ritengono che la pratica di scarnificare i cadaveri e seppellirli nelle grotte potrebbe essere l'anello di congiunzione tra due rituali funebri ben conosciuti: quello zoroastriano, più antico, che imponeva di scarnificare i corpi e dare la carne in pasto agli animali, e la successiva "sepoltura celeste" dei tibetani, in cui il corpo viene tagliato ed esposto alle intemperie e agli uccelli.


    Fonte: Antikitera.net

  6. #16
    Sognatrice
    Data Registrazione
    05 Mar 2002
    Località
    Piacenza
    Messaggi
    11,135
     Likes dati
    191
     Like avuti
    775
    Mentioned
    20 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Rif: Le Torri del silenzio

    Massimo Centini

    IL PARSISMO


    È la religione praticata dai fedeli zoroastriani che, a seguito della conquista araba, abbandonarono l'Iran per trasferirsi in altri Paesi. I Parsi (da Parsa, attuale Fars) inizialmente si stanziarono nel Gujarat indiano, ma dalla fine del XVII secolo si trasferirono a Bombay, dove assunsero una solidità sempre maggiore, anche in relazione alla loro fedeltà alla Gran Bretagna, durante il periodo coloniale. Pur essendo una comunità relativamente piccola, i Parsi sono una delle più ricche dell'India, con vasti interessi internazionali. Attualmente la comunità parsi, presente tra India e Pakistan, è costituta da circa centomila persone.

    Secondo la dottrina parsi, il compito principale del fedele è di difendere e diffondere i principi del bene oggettivati nella figura del dio Ormazd (Ahura Mazda), a cui si contrappone Ahriman, divinità malvagia. La pratica religiosa occupa una posizione importante nell'esperienza sociale dei Parsi: in particolare scandisce alcune fasi della vita, in cui ha un ruolo determinante la cerimonia chiamata naujote, di fatto un'esperienza iniziatica vera e propria. Vi partecipano i bambini con età compresa tra gli otto e i tredici anni e, attraverso una complessa pratica rituale colma di simbolismo, i giovanissimi entrano ufficialmente a far parte della comunità parsi.



    Porta del Tempio del Fuoco di Chak Chak


    Anche la morte è fortemente ritualizzata nella cultura parsi: il fedele ritiene che la morte sia opera del dio malvagio, Ahriman, e che il corpo del defunto sia un'espressione del male. In ragione di questa credenza, i Parsi non sotterrano, né cremano, né affidano ai fiumi i loro morti poiché la terra, il fuoco e l'acqua sono elementi sacri, quindi i cadaveri vengono esposti sulle Torri del Silenzio (dakhma), templi cilindrici accessibili solo alla loro comunità, sulla quale i corpi sono abbandonati agli avvoltoi. Le anime saranno giudicate da Mithra e da Rashnu, che le peseranno per valutare il comportamento tenuto dal defunto quando era in vita.

    Per i Parsi ha un ruolo molto importante il culto del fuoco sacro, che rappresenta simbolicamente il dio Ormazd. Questo fuoco arde ininterrottamente ed è alimentato cinque volte a giorno dal sacerdote che compie questa pratica seguendo m percorso rituale scandito da regole ben precise. Secondo la tradizione, il fuoco sacro fu acceso originariamente da Ahura Mazdà; per gli storici però l'origine di questo culto dovrebbe risalire intorno al 150 a. C. […]



    Il Sacro Fuoco nel tempio di Yazd


    Secondo il parsismo, il mondo un giorno avrà fine e il giudizio finale sarà annunciato dai sapienti che sapranno decifrare i segni astrologici e simbolici presenti in natura. Negli ultimi mille anni che precederanno la fine del mondo, una vergine sarà fecondata dall'acqua di un lago in cui si trova il seme di Zarathushtra; la nascita del bambino (Saoshyant) segnerà la restaurazione del mondo e la resurrezione dei morti.

    Massimo Centini – Il grande libro delle religioni nel mondo (Xenia edizioni, pag. 217)

  7. #17
    Forumista
    Data Registrazione
    02 Feb 2010
    Messaggi
    990
     Likes dati
    128
     Like avuti
    120
    Mentioned
    11 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Rif: Le Torri del silenzio


    La Sepoltura Celeste

    Non si conosce con precisione l’origine della Sepoltura Celeste ma è stato suggerito che poteva essere un’usanza tribale assorbita nel Buddismo Tibetano in un’epoca imprecisata. Roberto Vitali, in “I Regni di Gu-ge e Pu-rang secondo mNgar’-ris Rgyal-rabs” (1966), sembra fornire indicazione su un cambio di costume riguardo i riti funerari durante la conquista di Ngari da parte del re tibetano Yeshe O, artefice della seconda diffusione buddista in Tibet. Il prezzo di questa diffusione fu la messa al bando del Bon e la distruzione della comunità Bonpo di Ngari. Anche se l’anno di incoronazione di Re Yeshe O (947-1024) è incerto, le sue riforme iniziarono prima del 996.




    Area corrispondente al regno di Ngari



    Dal mNgar’-ris Rgyal-rabs:

    “Per 146 anni, in questo sTod mNgar’-ris (regno di Ngari), la dottrina era il Bon, i riti funebri erano neri, i vivi praticavano la religione eretica, i cadaveri venivano trasportati nei cimiteri.”

    “Poiché gli insegnamenti Bon erano molto diffusi a Zhang-zhung (Shang-shung), tutti i Bonpo furono radunati e gettati dentro una casa cui venne dato fuoco. Tutti i testi Bon furono presi e gettati nei fiumi. Poiché la precedente usanza di seppellire i morti nei cimiteri era stata abbandonata, s’introdusse una pratica lecita (forse il funerale aereo)… (Yeshod), proibendo di praticare tutto ciò che era eretico, come la liberazione attraverso l’unione sessuale, la meditazione sui cadaveri e, in particolare, tutte le pratiche Bon, ricondusse (la pratica) sul retto sentiero…”
    Ultima modifica di baba; 02-10-11 alle 00:41

  8. #18
    X mod
    Data Registrazione
    05 Jul 2011
    Messaggi
    2,770
     Likes dati
    382
     Like avuti
    303
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Rif: Le Torri del silenzio

    Citazione Originariamente Scritto da Silvia Visualizza Messaggio
    Massimo Centini

    IL PARSISMO


    È la religione praticata dai fedeli zoroastriani che, a seguito della conquista araba, abbandonarono l'Iran per trasferirsi in altri Paesi. I Parsi (da Parsa, attuale Fars) inizialmente si stanziarono nel Gujarat indiano, ma dalla fine del XVII secolo si trasferirono a Bombay, dove assunsero una solidità sempre maggiore, anche in relazione alla loro fedeltà alla Gran Bretagna, durante il periodo coloniale. Pur essendo una comunità relativamente piccola, i Parsi sono una delle più ricche dell'India, con vasti interessi internazionali. Attualmente la comunità parsi, presente tra India e Pakistan, è costituta da circa centomila persone.

    Secondo la dottrina parsi, il compito principale del fedele è di difendere e diffondere i principi del bene oggettivati nella figura del dio Ormazd (Ahura Mazda), a cui si contrappone Ahriman, divinità malvagia. La pratica religiosa occupa una posizione importante nell'esperienza sociale dei Parsi: in particolare scandisce alcune fasi della vita, in cui ha un ruolo determinante la cerimonia chiamata naujote, di fatto un'esperienza iniziatica vera e propria. Vi partecipano i bambini con età compresa tra gli otto e i tredici anni e, attraverso una complessa pratica rituale colma di simbolismo, i giovanissimi entrano ufficialmente a far parte della comunità parsi.



    Porta del Tempio del Fuoco di Chak Chak


    Anche la morte è fortemente ritualizzata nella cultura parsi: il fedele ritiene che la morte sia opera del dio malvagio, Ahriman, e che il corpo del defunto sia un'espressione del male. In ragione di questa credenza, i Parsi non sotterrano, né cremano, né affidano ai fiumi i loro morti poiché la terra, il fuoco e l'acqua sono elementi sacri, quindi i cadaveri vengono esposti sulle Torri del Silenzio (dakhma), templi cilindrici accessibili solo alla loro comunità, sulla quale i corpi sono abbandonati agli avvoltoi. Le anime saranno giudicate da Mithra e da Rashnu, che le peseranno per valutare il comportamento tenuto dal defunto quando era in vita.

    Per i Parsi ha un ruolo molto importante il culto del fuoco sacro, che rappresenta simbolicamente il dio Ormazd. Questo fuoco arde ininterrottamente ed è alimentato cinque volte a giorno dal sacerdote che compie questa pratica seguendo m percorso rituale scandito da regole ben precise. Secondo la tradizione, il fuoco sacro fu acceso originariamente da Ahura Mazdà; per gli storici però l'origine di questo culto dovrebbe risalire intorno al 150 a. C. […]



    Il Sacro Fuoco nel tempio di Yazd


    Secondo il parsismo, il mondo un giorno avrà fine e il giudizio finale sarà annunciato dai sapienti che sapranno decifrare i segni astrologici e simbolici presenti in natura. Negli ultimi mille anni che precederanno la fine del mondo, una vergine sarà fecondata dall'acqua di un lago in cui si trova il seme di Zarathushtra; la nascita del bambino (Saoshyant) segnerà la restaurazione del mondo e la resurrezione dei morti.

    Massimo Centini – Il grande libro delle religioni nel mondo (Xenia edizioni, pag. 217)
    Il termine "Parsi" non è attestato in testi zoroastriani indiani fino al XVII secolo. Fino a quel periodo venivano usati i termini Zarthoshti ("Zoroastriani") o Vehdin ("[di] buona natura" o "[de] la buona religione"). È in un testo sanscrito del XII secolo, scritto probabilmente da un hindu, che si utilizza per la prima volta il termine. La prima fonte europea risale al 1322, quando il monaco francese Jordanus (o Jordanus Catalani) riferisce della presenza dei parsi a Thana e Broach. Il termine ricorrerà in molti diari di viaggiatori europei, prima portoghesi e francesi e inglesi poi.

    Freddie Mercury era nato da una famiglia parsi

  9. #19
    Sognatrice
    Data Registrazione
    05 Mar 2002
    Località
    Piacenza
    Messaggi
    11,135
     Likes dati
    191
     Like avuti
    775
    Mentioned
    20 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: Le Torri del silenzio

    Da Storia delle religioni di Decio Cinti


    Nell'antichità, il luogo d'esposizione dei cadaveri poteva essere un'altura qualunque, purché lontana dalle abitazioni e non frequentata. Più tardi, e ancora oggi per pochi Mazdei residenti nelle vicinanze di Bombay, si adottarono le dakhma, edifici rotondi simili a torri in cima alle quali si deponevano e si lasciavano le salme. In lndia le costruzioni di questa specie si chiamano attualmente Torri del Silenzio. l Parsi dispongono intorno a ciascuna un nastro o un filo di lana o di seta, che simbolicamente isola l'edificio dalla terra evitando a questa di essere contaminata dal corpo del morto. La piattaforma posteriore è fatta in modo tale che non possa fermarvisi l'acqua piovana. Gli avvoltoi non tardano a compiere l'opera loro, cominciando, com'è loro costume, dal beccare gli occhi. Nei tempi antichi si osservava quale occhio del cadavere fosse beccato per primo. Se era il destro, si riteneva che la sorte dell'anima del defunto fosse buona; se era il sinistro, si pensava che il defunto fosse dannato. Soltanto le salme dei re e dei principi non erano offerte così a una rapida e completa distruzione e venivano deposte in tombe generalmente scavate nella roccia o erette su qualche altura. Affinché quelle salme non avessero contatto diretto con la terra, si soleva intonacarle di cera. Esiste ancora, nella pianura di Murgab, presso Persepoli, un monumento di marmo che secondo la tradizione è la tomba di Ciro.

    Mentre la salma rimaneva esposta e non ancora distrutta sulla dakhma, i parenti del defunto recitavano, a parecchie riprese durante la giornata, preghiere speciali. Secondo le credenze relative alla morte, nei primi tre giorni l'anima del morto rimaneva vicina al cadavere (e più precisamente presso la testa). e in quei tre giorni durante i quali le preghiere nella casa dovevano essere continue e particolarmente fervide, si celebravano speciali funzioni nel tempio del fuoco. Preghiere e funzioni erano dedicate a Srahosa, guida dei morti. Si credeva che nel quarto giorno avvenisse il passaggio dell'anima sul ponte Cinvat (che conduce al cielo), dopo esser stata sottoposta al giudizio di tre divinità: Mitra. Srahosa e Rashnu, e allora i parenti dovevano osservare rigorosamente il silenzio, astenersi dal cibarsi di carne e fare elemosine.



    L'anima che attraversa il ponte Cinvat


    Secondo l'Avesta, il giudizio sul ponte Cinvat, fra la terra e il cielo, viene pronunciato da Mitra, che prima fa pesare da Rashmu (su una bilancia uguale per i sovrani e per i servi) le azioni buone e quelle cattive del defunto. Se il giudizio è sfavorevole. a cagione del maggior peso delle ultime, il ponte si restringe e l'anima piomba nell'abisso infernale sottostante il ponte. Se invece è assolta, passa felicemente sul ponte stesso, che rimane largo e agevole, e sale al regno di "luce senza fine" dove impera Ahura Mazda attorniato dalle divinità buone e dalle anime dei giusti. Ma può essere che il peso delle azioni buone e di quelle cattive sia risultato uguale. In tal caso, l'anima deve fermarsi in una specie di limbo, dove resterà fino alla resurrezione, senza subire pene, ma anche senza godere la beatitudine.
    Le anime malvagie cadute nell'abisso, vi subiscono tutti i mali, tutti i dolori, tutti i tormenti della vita terrena intensificati, moltiplicati, non interrotti mai da tregua alcuna, ed anche molti altri, ingegnosamente immaginati. Angra Manyu le fa circondare, assalire e straziare da tutti i suoi demoni, in un "tenebrore gelido e infinito" e le obbliga a cibarsi di cose fetide, ripugnanti e velenose: "Cosi sarà fino alla resurrezione", dice l'Avesta. Le anime colpevoli soltanto di non aver pregato, di non aver contratto matrimonio con persona consanguinea, di non avere insomma seguito i precetti di Zarathustra, devono compiere un penoso viaggio attraverso le sfere celesti e poi rimanere in una di esse, continuamente tormentato dall'angoscia d'esser privato della luce beatificante ed eterna di Ahura Mazda.



    Faravahar, lo spirito guardiano simbolo dello Zoroastrismo


    Decio Cinti, Storia delle religioni (Piccin-Nuova Libraria 1961, pag. 239)

  10. #20
    Ghibellino
    Data Registrazione
    22 May 2009
    Messaggi
    48,885
     Likes dati
    2,423
     Like avuti
    14,806
    Mentioned
    95 Post(s)
    Tagged
    5 Thread(s)

    Predefinito Re: Le Torri del silenzio

    Zoroastrismo

    E' il nome dato ad una delle più antiche religioni e la più importante e meglio nota dell'Iran antico o pre-islamico.

    Tale fede religiosa, monoteista, è denominata dai suoi fedeli con il termine zarathushti din (religione zoroastriana) dal nome del suo ritenuto fondatore Zarathuštra (derivato dal tardo medio-persiano, o lingua pahlavi, Zardukhsht anche Zardusht; anche dalla lingua fa-rsì: Zardosht). I fedeli di questa religione sono indicati come "zoroastriani" (lingua fa-rsì: zartoshti, zardoshti; lingua gujarati: jarthushti).

    Lo Zoroastrismo è indicato, tradizionalmente, da suoi fedeli anche con il termine Mazdayasna dae-na- (medio-persiano de-n i- Ma-zde-sn, religione degli adoratori di Mazda-) e loro stessi come mazdayasna (adoratori di Mazda-, medio-persiano ma-zde-sn), indicandosi quindi come seguaci del Dio creatore denominato Ahura Mazda- ("Saggio Signore" o "Signore che crea con il pensiero"). Da qui la sua denominazione corrente di Mazdaismo o Mazdeismo ritenuta come l'unica corretta da alcuni iranisti[1].

    Lo Zoroastrismo è stato per secoli la religione dominante in quasi tutta l'Asia centrale, dal Pakistan all'Arabia Saudita, fino alla rapida affermazione della religione islamica nel VII secolo. Il costante declino nei secoli successivi vide un brusco cambiamento di direzione negli anni novanta, caratterizzati da un'inaspettata e repentina crescita della religione zoroastriana. Negli ultimi anni le tendenze hanno tuttavia nuovamente cambiato marcia: le ultime statistiche presentano un numero di 200.000 fedeli in continua discesa, ed è diffusa l'opinione secondo cui lo zoroastrismo potrebbe estinguersi nel giro di pochi anni.[2]

    Caratteristiche

    Faravahar, spirito guardiano, uno dei simboli principali dello zoroastrismo

    Lo Zoroastrismo è una religione monoteista; l'analisi critica del suo testo religioso, l'Avesta-, il quale raccoglie più contributi di diversa origine stratificati lungo i secoli, nonché l'analisi dei dati storici ed archeologici dimostra tuttavia come questa fede religiosa si sia sviluppata lungo letture dottrinali di origine monoteista, enoteista, dualista e infine nuovamente monoteista.[3]

    Molti studiosi moderni ritengono che questa religione abbia avuto una profonda influenza sulle religioni abramitiche e su Mitraismo, Manicheismo e Mandeismo.

    Il libro sacro dello zoroastrismo è l'Avesta-. Di questo testo sacro solamente le Ga-tha- (canti religiosi) sono, secondo gli studiosi, direttamente attribuibili al profeta iranico Zarathuštra.
    [modifica] Il pensiero religioso delle Ga-tha- di Zarathuštra

    Il pensiero religioso del profeta iranico Zarathuštra, fondatore del Mazdeismo, è dunque riportato nelle ga-tha- dell'Avesta-. In queste ga-tha- Ahura Mazda- è presentato come l'inizio e la fine di ogni cosa, il Signore della vita:
    (AVE)
    « at thwâ mêñghî pourvîm mazdâ ýezîm stôi mananghâ vanghêush patarêm mananghô hyat thwâ hêm cashmainî hêñgrabem haithîm ashahyâ dãmîm anghêush ahurem shyaothanaêshû »
    (IT)
    « Riconosco, o Mazda, nel mio pensiero, che tu sei il Primo e anche l'Ultimo, l'Alfa e l'Omega; che tu sei Padre di Vohu- Manah, perché io ti ho fermato nel mio occhio, Tu sei il vero creatore di Aša, e tu sei il Signore dell'esistenza e delle azioni della vita attraverso il tuo operare »
    (Avesta-, Yasna. XXXI,8. Traduzione di Arnaldo Alberti. Op.cit.)

    Due Spiriti primi sono il Bene e il Male, la Verità e la Menzogna: ai seguaci del primo toccherà in sorte la Vita e la Migliore Esistenza mentre i seguaci del secondo otterranno la Non-Vita e la Peggiore Esistenza:
    (AVE)
    « at tâ mainyû pouruyê ýâ ýêmâ hvafenâ asrvâtem manahicâ vacahicâ shyaothanôi hî vahyô akemcâ åscâ hudånghô eresh vîshyâtâ nôit duzhdånghô atcâ hyat tâ hêm mainyû jasaêtem paourvîm dazdê gaêmcâ ajyâitîmcâ ýathâcâ anghat apêmem anghush acishtô dregvatãm at ashâunê vahishtem manô »
    (IT)
    « I due Spiriti primordiali, che (sono) gemelli, (mi) sono stati rivelati (come) dotati di propria (autonoma) volontà. I loro due modi di pensare, di parlare e di agire sono (rispettivamente) il migliore e il cattivo. E tra questi due (modi) i benevoli discernono correttamente, non i malevoli. Allora, il fatto che questi due Spiriti si confrontino, determina, all'inizio, la vita e la non vitalità, in modo che, alla fine, l'Esistenza Pessima sia dei seguaci della Menzogna, ma al seguace della Verità (sia) l'Ottimo Pensiero »
    (Avesta-, Yasna. XXX,3-4. Traduzione di Gherardo Gnoli Op.cit.)

    I due Spiriti sono opposti e nulla li concilia:
    (AVE)
    « at fravaxshyâ anghêush mainyû pouruyê ýayå spanyå ûitî mravat ýêm añgrem, nôit nâ manå nôit sêñghâ nôit xratavô naêdâ varanâ nôit uxdhâ naêdâ shyaothanâ nôit daênå nôit urvãnô hacaiñtê. »
    (IT)
    « Sì ora parlerò dei due Spiriti dell'esistenza all'inizio del mondo, quando il virtuoso si è rivolto al malvagio: "Nulla tra di noi due concorda: né il pensiero, né l'insegnamento, né la volontà, né la fede, né le parole, né le azioni, né le concezioni del mondo, né le nostre anime stesse »
    (Avesta-, Yasna. XLV,2. Traduzione di Arnaldo Alberti. Op.cit.)

    Ahura Mazda- è chiaramente il Padre dello Spirito della Verità, dello Spirito Santo (Spenta Mainyu):
    (AVE)
    « ahyâ manyêush tvêm ahî tâ speñtô ýê ahmâi gãm rânyô-skeretîm hêm-tashat at hôi vâstrâi râmâ-då ârmaitîm hyat hêm vohû mazdâ hême-frashtâ mananghâ. »
    (IT)
    « Tu sei il santo Padre di questo Spirito che ha creato per noi la Vacca che porta gioia al mondo, e per il suo pascolo, per darle pace, hai creato A-rmaiti, dopo aver preso consiglio, o Mazda-, con Vohu- Manah »
    (Avesta-, Yasna. XLVII,3. Traduzione di Arnaldo Alberti. Op.cit.)

    Essendo i due spiriti, quello Santo del Bene e quello Malefico della Menzogna, "gemelli", ciò fa presumere che Ahura Mazda- sia il Padre anche dello Spirito Malefico, lo Spirito della Menzogna (Angra Mainyu).

    Ma
    « La paternità del Signore Saggio[4] non entra in causa come quella di un padre colpevole di aver generato un figlio malvagio: la responsabilità etica è solo di chi compie la sua libera scelta »

    (Gherardo Gnoli. Op.cit.482)
    « La teologia di Zarathustra non è 'dualista' in senso stretto, poiché Ahura Mazda- non è messo a confronto con un 'anti-dio'; l'opposizione si esplcita, all'origine tra i due Spiriti. D'altra parte è più volte sottintesa l'unità tra Ahura Mazda- e lo Spirito Santo (Y.,43; ecc.). Insomma il Bene e il Male, il santo e il demone procedono entrambi da Ahura Mazda-, ma poiché Angra Mainyu ha scelto liberamente la sua natura e la sua vocazione malefica, il Signore non può essere considerato responnsabile della comparsa del Male. »

    (Mircea Eliade. Op. cit. pag.337 )
    « Non è necessario attribuire ad Ahura Mazda- la paternità dello Spirito Distruttore. Come ha suggerito Gershevitch[5], basta pensare che il Signore Saggio abbia generato lo Spirito, probabilmente sotto forma di due Spiriti (diremmo noi); ma questi si sono differenziati soltanto- e qui sta il punto fondamentale- per loro libera scelta »

    (Jacques Duchesne-Guillemin. Op.cit. pag. 146 )

    Dopo un'attenta esegesi dei testi e un richiamo alle differenti posizioni degli iranisti, così Arnaldo Alberti conclude:
    « Noi vediamo, invece nell'Avesta- la presenza del più puro, logico, consequenziale monoteismo, almeno nel Mazdaismo zarathuštriano (non parliamo delle successive degenerazioni). Alla radice del Mazdaismo c'è solo Mazda-, Dio unico creatore del Bene e del Male. Se davvero si vuole parlare di dualismo nel Mazdaismo originario, allora si dovrebbe fare la stessa distinzione (dualismo etico e dualismo teologico) anche, per esempio, nel Cristianesimo dove l'esistenza umana è anche qui concepita come una lotta senza quartiere tra due poteri spirituali contrapposti. »

    (Arnaldo Alberti. Op.cit. pag.53)
    « Come si è detto, è certamente il dualismo -un dualismo eminentemente etico- il tratto più caratteristico ed originale del pensiero di Zoroastro. Esso ne completa, quasi giustificandola sul piano logico, la visione tendenzialmente monoteistica. [...] In realtà l'insegnamento gathico dev'essere propriamente definito dualistico nella sua ispirazione di fondo: esso si presenta come un "monoteismo dualistico" in cui il potere divino è limitato, per così dire, dalla presenza del Male su un piano che precede e trascende quello della vita materiale, che da tale presenza è a sua volta pesantemente e drammaticamente condizionata. »

    (Gherardo Gnoli. Op.cit. pag.400)

    Per Jamsheed K. Chosky il messaggio di Zarathuštra fu quello di stabilire una netta differenza tra il bene e il male, ciò che era giusto da quello sbagliato, l'ordine dal disordine. "Bene", "giusto" e "ordine" furono stabiliti dalla "saggezza" (mazda-) e dall'ordinatore primordiale dell'universo spirituale e fisico, Ahura Mazda-; mentre il "male", l'"errore" e il "disordine" erano frutto di un'altra entità primordiale, Angra Mainyu[6].


    Nodo centrale della religione è la costante lotta tra bene e male. Agli inizi della creazione, il Dio Supremo ("Ahura Mazda") che significa dal sanscrito "Grande Divinità", è caratterizzato da luce infinita, onniscienza e bontà; esso crea lo Spenta Mainyu ovvero lo "spirito benefico", opposto ad Angra Mainyu (o Ahriman) uno spirito malvagio delle tenebre, violenza e morte.

    Il conflitto cosmico risultante interessa l'intero universo, inclusa l'umanità, alla quale è richiesto di scegliere quali delle due vie seguire. La via del bene e della giustizia (Aša) porterà alla felicità (Ušta), mentre la via del male apporterà infelicità, inimicizia e guerra.

    Sono legati alla dualità di bene e male anche i concetti di Paradiso, Inferno e giorno del giudizio. Dopo la morte l'anima della persona attraversa un ponte (Chinvato Peretu) sul quale le sue buone azioni sono pesate con quelle cattive. Il risultato decreta la destinazione dell'anima nel paradiso o nell'inferno. Quando alla fine dei giorni il male sarà definitivamente sconfitto, il cosmo verrà purificato in un bagno di metallo fuso e le anime dei peccatori saranno riscattate dall'inferno, per vivere in eterno, entro corpi incorruttibili, alla presenza di Ahura Mazda.

    Storia

    Un ritratto di Zarathuštra rinvenuto a Doura Europos (Siria), risalente al III secolo d.C.

    Lo zoroastrismo, nel tempo diffusosi soprattutto tra i popoli iranici d'Europa (Sciti e Sarmati, per esempio) e d'Asia, fu la religione favorita dalle due grandi dinastie dell'antica Persia, gli Achemenidi ed i Sasanidi. Comunque, poiché non sono sopravvissute fonti scritte persiane contemporanee di quel periodo, è difficile descrivere la natura dell'antico zoroastrismo in dettaglio.

    La descrizione di Erodoto della religione persiana include alcune caratteristiche proprie dello zoroastrismo, come l'esposizione dei morti. I re achemenidi riconobbero la loro devozione ad Ahura Mazda nelle iscrizioni; comunque essi furono anche partecipi dei rituali religiosi locali a Babilonia e in Egitto, ed aiutarono gli Ebrei a ritornare nella loro terra natia, ricostruendo i loro templi, fatti che sembrano escludere che ci fosse stata da parte loro una imposizione dell'ortodossia religiosa sui sudditi. Secondo tradizioni tarde, molti dei sacri testi andarono perduti quando Alessandro Magno distrusse Persepoli e rovesciò il regno achemenide negli anni successivi al 330 a.C.

    È opinione comune che i tre saggi che vennero dall'Impero persiano per portare doni a Gesù Cristo fossero Magi zoroastriani.

    Quando la dinastia sasanide prese il potere in Iran nel 228, essi promossero l'utilizzo della loro religione zoroastriana. Molte fonti cristiane del periodo in questione informano che i re sasanidi perseguitarono i Cristiani in Persia. Comunque non sembra che il Cristianesimo sia stato proibito come religione nel periodo preso in esame.

    Molti storici ritengono che i Sasanidi in un primo momento si opposero al Cristianesimo "ortodosso" per i suoi legami con l'Impero romano, e perciò durante il periodo considerato la chiesa nestoriana, dato che era in conflitto con le dottrine accettate ad occidente, fu tollerata e a volte addirittura favorita dalla dinastia imperante. Quando l'impero sasanide si impossessava di province romane vi costruiva spesso templi del fuoco. Inoltre sempre nell'era sasanide divenne popolare la credenza che Ahura Mazda e Angra Mainyu fossero figli del dio del tempo Zurvan; tale credenza si diffuse nei secoli successivi, e diede origine alla corrente detta zervanismo.
    L'Iscrizione di Behistun (periodo achemenide, nell'odierno Iran)

    Dal VI secolo lo zoroastrismo si espanse nella Cina settentrionale, attraverso la via della seta, ottenendo uno status di ufficialità in alcuni stati cinesi. Templi zoroastriani rimasero fino almeno al 1130 circa nelle regioni del Kaifeng e Zhenjiang, ma dal XIII secolo la religione gradatamente perse importanza nel panorama religioso cinese.

    Nel VII secolo la dinastia sasanide fu abbattuta dagli Arabi musulmani e gli zoroastriani ottennero lo status di ‘Popolo del Libro (arabo Ahl al-Kita-b) da parte del Califfo ?Umar b. al-Khat.t.a-b. Comunque, l'uso dell'Avesta antico e delle lingue persiane fu proibito. I conquistatori islamici considerarono gli insegnamenti di Zoroastro come un culto politeistico. Lo zoroastrismo, che una volta era stato una religione dominante in una regione che andava dall'Anatolia al Golfo Persico e all'Asia centrale, non ebbe un potente campione straniero, come fu l'Impero bizantino per il Cristianesimo, e lentamente perse la sua influenza.

    Nell'VIII secolo un gran numero di iranici devoti al culto zoroastriano emigrarono in India, dove trovarono rifugio presso Jadav Rana, un re indù dell'attuale provincia di Gujarat, ma a condizione che si astenessero da attività missionarie e si sposassero tra loro. Anche se le restrizioni sono vecchie di secoli, ancora oggi i Parsi, così si chiamano in India i devoti dello zoroastrismo, non fanno proselitismo e sono endogamici.
    [modifica] Principi dello zoroastrismo moderno

    Alcuni fra i concetti maggiori zoroastriani:

    1. La filosofia zoroastriana è riassunta da uno dei principali motti della religione: "Buoni pensieri, buone parole, buone opere".
    2. Parità sessuale. Uomini e donne hanno uguali diritti all'interno della società.
    3. Attenzione per l'ambiente. La natura svolge un ruolo centrale nella pratica dello zoroastrismo. Le più importanti feste annuali zoroastriane riguardano celebrazioni della natura: il nuovo anno nel primo giorno di primavera, la festa dell'acqua in estate, la festa d'autunno alla fine della stagione, la festa del fuoco in mezzo all'inverno.
    4. Lavoro e carità. Pigrizia e lentezza sono malviste. La carità è vista come opera buona.
    5. Condanna dell'oppressione tra esseri umani, della crudeltà verso gli animali e del sacrificio degli animali. Punti nodali della religione sono l'eguaglianza di tutti gli esseri senza distinzione di razza o credo religioso e rispetto totale verso ogni cosa.
    6. Liturgia. Nello zoroastrismo l'energia del creatore è rappresentata dal fuoco. I devoti del culto solitamente pregano alla presenza di qualche forma di fuoco (o davanti a fonti di luce). Il fuoco comunque non è oggetto di venerazione, ma è utilizzato semplicemente come simbolo e punto centrale del culto zoroastriano. Anticamente la funzione principale del culto era lo 'Yasna', il sacrificio dell'haoma, pozione a base di erba, bevuta come liquido sacrificale mentre veniva compiuta una serie complessa di rituali. Tale pratica fu osteggiata da Zarathustra. I seguaci dello zoroastrismo pregano cinque volte al giorno.

    Altri concetti:

    1. Matrimonio interreligioso e proselitismo. Gli zoroastriani non hanno attività missionaria e i Parsi conservatori non accettano le conversioni, mentre i Parsi "liberali" e molti zoroastriani della diaspora europea e americana le ammettono. In India, i Parsi hanno l'abitudine di sposarsi tra consanguinei. In Iran, a causa della discriminazione tuttora esistente, il matrimonio tra devoti di religioni diverse non è ufficialmente incoraggiato dalle autorità.
    2. Morte e sepoltura. I rituali religiosi connessi con la morte sono concentrati sull'anima della persona e non sul corpo, considerato impuro. Alla morte, l'anima lascia il corpo dopo tre giorni. Nei tempi antichi il cadavere veniva esposto in luoghi aperti e sopraelevati, chiamati torri del Silenzio, dove gli avvoltoi l'avrebbero mangiato. Anche gli imperatori persiani quali Dario, Ciro, Serse e Artaserse, in quanto zoroastriani, sono stati spolpati dagli avvoltoi prima di essere sepolti nei rispettivi sepolcri a Persepoli e a Naqs-i-Rustam. La tradizione dell'esposizione dei cadaveri è attualmente seguita solamente dai Parsi. Gli zoroastriani dell'Iran ricorrono alla cremazione elettrica o all'inumazione (in tal caso la bara è posta nel cemento per proteggere la purezza della terra).


    Seguaci

    Zoroastro era originario dell'Atropatena che è l'attuale Azerbaigian.

    Dopo l'occupazione islamica i seguaci azeri hanno sofferto molto perché non accettavano la nuova religione, ma volevano mantenere le loro tradizioni religiose legate al fuoco sacro, preferivano morire piuttosto che convertirsi all'islam, allora i musulmani permisero ai seguaci dello zoroastrismo di rimanere nella loro fede solo pagando una "tassa dell'anima": si trattava di una tassa molto alta, al cui mancato pagamento, i soldati arabi portavano via tutti gli animali e proprietà della persona, poi schiavizzavano i figli ed infine la persona stessa che perdeva la libertà totalmente.

    Ovviamente si potevano evitare tutte queste complicazioni diventando subito musulmani, ma molti azeri hanno preferito la resistenza fino all'ultimo e sono letteralmente stati forzati a diventare musulmani rimanendo costretti a scegliere tra la libertà dell'"anima" e la libertà di religione.

    Per questo gli arabi ai tempi soprannominarono gli azeri come "musulmani di spada", perché convertiti a forza di sangue e morte. Finora il popolo comunque mantiene molte tradizioni di culto zoroastriano come le feste principali in primavera che viene considerata come l'inizio del nuovo anno, della vita, la vittoria del bene sul male, della luce, cioè del sole (simbolo del Bene/Dio) sulle tenebre.

    Il giorno della festa è l'ultimo martedì prima dell'equinozio di primavera, cioè prima del 21 marzo. La notte di quel martedì viene considerata magica, e alcuni credono che possano accadere dei miracoli (notare la somiglianza con la notte di Natale). Quel giorno bisogna fare pace con i nemici e chiedere perdono a coloro che si sono offesi. La gente si veste con indumenti belli e nuovi, secondo la tradizione, i bambini bussano alle porte lasciando davanti un sacco per qualche dono e poi si nascondono. Per la tradizione, quel giorno non si può mandare indietro nessuno senza un dono, anche se non si sa chi bussa alla porta.

    Poiché se fosse anche un nemico, deve ricevere solo del bene nel giorno sacro. Sul tavolo si mettono dei dolci a forma di sole (rotondo, giallo-rosso), stella (un rombo con 4 punte che sarebbero collegate attraverso un punto centrale il quale ricorda molto la croce, e forse per questo si suppone che i re magi erano zoroastriani che avevano visto la stella nascente di Dio, quindi erano arrivati da Gesù seguendo quella stella) ed infine un dolce a forma di mezzaluna, quindi i corpi celesti su quale si basa il calcolo del giorno della festa. Inoltre mettono sul tavolo di festeggiamento delle uova colorate che ricordano molto le uova di Pasqua decorate tipiche dei paesi cristiano-ortodossi. Si prepara il pesce, che secondo alcune fonti è simbolo di Ahura Mazda vincente. Tutti questi dettagli e anche il periodo di festeggiamento ci ricordano molto la Pasqua, che potrebbe avere qualche origine comune con la festa zoroastriana.

    Durante i festeggiamenti si salta sopra il fuoco che simboleggia la liberazione dai peccati, dal male, dalle malattie che vengono lasciate bruciare nel fuoco sacro. Questo rito prende origine dal credo zoroastriano circa il ponte per paradiso: dopo la morte l'anima passa sopra quel ponte sottile quanto un capello, se l'anima è innocente, passa senza problemi ed entra nel paradiso, altrimenti l'anima è appesantita dai peccati cade nel fuoco purgatorio dell'inferno che si trova sotto il ponte.

    Non casualmente il nome "Azerbaigian" ha un significato collegato al fuoco, letteralmente significa "la terra di fuoco,delle anime di fuoco". Nella capitale Baku si trova un antico tempio di fuoco Ateshgah, meta di credenti provenienti fino dall'India attraverso la Via della Seta, che giungevano qui per pregare e meditare davanti all'eterno fuoco sacro che esce dalla terra.

    Attualmente comunità zoroastriane si possono trovare soprattutto in India, Pakistan e Iran. La diaspora zoroastriana comprende due gruppi principali: i Parsi di ambiente sud-asiatico e gli zoroastriani dell'Iran.
    Tempio zoroastriano a Yazd in Iran

    Questi ultimi sono sopravvissuti in Iran a secoli di persecuzioni, come altre minoranze religiose. Comunità zoroastriane esistono a Teheran, a Yazd e a Kerman, dove molti parlano ancora un dialetto diverso dalla lingua iranica. Essi chiamano la loro lingua Dari.

    I Parsi nell'Asia meridionale hanno goduto, invece, di una relativa tolleranza. I Parsi sono famosi per le attività svolte nel campo dell'educazione e sono diventati una specie di casta economicamente forte all'interno della società indiana.

    C'è inoltre un crescente interesse fra le popolazioni Curde, soprattutto quelle del Tagikistan e Kazakistan, per l'antica eredità zoroastriana. Infatti, l'UNESCO (su pressione del governo del Tagikistan) ha proclamato il 2003 anno della celebrazione del "3000º anniversario della cultura zoroastriana" con manifestazioni speciali in tutto il mondo.

    Piccole comunità zoroastriane esistono nei maggiori centri urbani degli Stati Uniti, Canada, Gran Bretagna, Australia e in altri paesi. In Italia esiste da alcuni anni una minuscola diaspora, coordinata da Michele Moramarco, che ha ricevuto il navjote (l'iniziazione alla religione) nel 2003. La popolazione mondiale di zoroastriani è stimata tra le 180.000 e le 250.000 unità. Di questi 70.000 circa sono Parsi dell'India.

    Il Mazdeismo cristiano

    Nell'ultimo decennio del Novecento, richiamandosi anche agli studi compiuti dalla scuola storico-religiosa tedesca nel secolo precedente, alcuni esponenti della Chiesa Universalista (Joseph L. Gentili, Michele Moramarco) riproposero dalle colonne del Brooklyn Universalist Christian il tema dei nessi tra la predicazione di Zarathushtra e quella di Gesù. Agli inizi del terzo millennio, da tale ricerca ha preso corpo una teologia mazdeo-cristiana, esposta nel volume Il Mazdeismo universale. Una chiave esoterica alla dottrina di Zarathushtra, e si sono formati cenacoli di mazdei cristiani. Essi ritengono che il miglior modo di comprendere e testimoniare la fede cristiana sia quello di radicarla nelle idee zoroastriane sulla natura di Dio e sullo stato conflittuale del cosmo. A sua volta lo Zoroastrismo troverebbe compimento nella missione di Gesù e nelle visioni dualiste presenti in altre tradizioni spirituali (platonismo, manicheismo, mandeismo ecc.) .

    Zoroastrismo - Trova la tua luce interiore
    Se guardi troppo a lungo nell'abisso, poi l'abisso vorrà guardare dentro di te. (F. Nietzsche)

 

 
Pagina 2 di 3 PrimaPrima 123 UltimaUltima

Discussioni Simili

  1. Sabato Santo - Silenzio di Dio, silenzio dell'uomo
    Di Colombo da Priverno nel forum Cattolici
    Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 22-03-08, 10:57
  2. Il Silenzio degli Innocenti o il Colpevole Silenzio?
    Di Davide Nurra nel forum Sardismo
    Risposte: 12
    Ultimo Messaggio: 24-07-06, 22:05
  3. Le torri del silenzio
    Di Paul Atreides nel forum Esoterismo e Tradizione
    Risposte: 5
    Ultimo Messaggio: 22-12-03, 21:27
  4. Risposte: 4
    Ultimo Messaggio: 30-11-02, 14:29

Tag per Questa Discussione

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito