mi sono ricordato solo ora di un altro episodio che ha coinvolto il figlio di dipietro
Di Pietro jr beccato a raccomandare amici: agguato o regalo di Natale?
Alla fine anche il partito più moralizzatore d'Italia, l'Italia dei Valori, è finito al centro delle intercettazioni telefoniche scaturite dalle indagini sul "sistema Romeo" e il caso Global Service che direttamente o indirettamente stanno coinvolgendo parlamentari di destra e di sinistra, assessori della Giunta di centrosinistra di Napoli, dirigenti della Guardia di Finanza e altri attori politico-istituzionali di rilievo.
Tra essi c'è anche l'ex provveditore alle opere pubbliche in Campania e Molise, Mario Mautone - finito ora agli arresti proprio per il caso Global Service - il cui ruolo assume di giorno in giorno posizioni sempre più rilevanti nell'inchiesta. Tra le centinaia di intercettazioni che coinvolgono Mautone ci sono anche alcuni colloqui telefonici, risalenti al 2007, con Cristiano, il figlio del leader di Idv Antonio Di Pietro, consigliere provinciale a Campobasso.
In sintesi, due sono gli argomenti che hanno suscitato un vespaio di polemiche:
1. Il tentativo, da parte del giovane Cristiano Di Pietro, di raccomandare alcuni amici presso il potente Mautone affinché possano trovare un impiego.
2. Il tentativo da parte di Mautone e del suo entourage, di ricattare il figlio dell'allora Ministro per le Infrastrutture, affinché non procedesse al trasferimento di Mautone.
Sul primo punto, la deprimente verità è solo una: in Italia si può la
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Antonio Di Pietro (da Wikimedia)
vorare a un certo livello solo attraverso raccomandazioni e segnalazioni di potenti, malavitosi, politicanti e intrallazzatori di varia risma. Con Idv, a questo punto è dimostrato scientificamente che il 100% delle forze politiche, ovvero tutto l'arco parlamentare, utilizzano - seppur in percentuali diverse - questo strumento per consolidare il loro bacino elettorale o per andare a caccia di nuovi voti. Questo è il definitivo scacco matto alla meritocrazia e ai sogni di tanti giovani volenterosi e preparati, ma senza "santi in paradiso". Pur non avendo rilevanza penale, infatti, la leggerezza del bamboccione di Di Pietro - ormai leader in pectore dell'opposizione parlamentare - ha in sé il seme della disfatta per un partito in incredibile ascesa di consensi e questo perché l'elettore dipietrista segue (e non dimentica) con attenzione i risvolti etici e meritocratici della politica.
Riguardo il secondo punto, i Di Pietro sarebbero vittime e questo non è emerso chiaramente dai media nazionali. In ogni caso, a dimostrazione che l'allora Ministro non era a conoscenza di ricatti o che addirittura non si è piegato alle minacce, bisogna ricordare che il trasferimento di Mautone è davvero avvenuto. E giustamente ora Antonino, che ha da sempre il pallino delle rotazioni, se ne vanta: "E' giusto fare le rotazioni, soprattutto quando i personaggi sono chiacchierati" ha dichiarato.
I dietrologi parlando di intercettazioni marginali gonfiate ad arte proprio nelle ore in cui Di Pietro dovrebbe recarsi in Campania a far dimettere tutti i suoi assessori dalle Giunte coinvolte dagli scandali corruzione. Certamente è strano che siano già state insabbiate intercettazioni ben più gravi e che coinvolgono personaggi di rilevanza politica nazionale come Bocchino (Pdl) e Lusetti (Pd), ma il punto non è questo: se anche questo "scandaletto" fosse stato creato ad hoc, il leader dell'Italia dei Valori potrebbe trasformarlo in un tesoro preziosissimo in termini di autorevolezza e credibilità, qualora avesse il coraggio di fare tre mosse:
1. Non fare come gli altri politici che gridano allo scandalo della magistratura e boicottano le indagini ma favorire invece l'attività degli inquirenti anche, e soprattutto, sull'attività del figlio Cristiano.
2. Riuscire a far capire alla gente - nonostante la disinformazione imperante soprattutto in tv - che lui non è personaggio ricattabile, al punto che aveva comunque trasferito il potente Mautone in nuova sede.
3. Far dimettere IMMEDIATAMENTE il figlio Cristiano dalla carica di consigliere provinciale (magari per ricandidarlo nella nuova tornata elettorale, perché a quel punto decideranno i cittadini sulla sua consistenza etica e politica) in modo da dimostrare di essere l'unico partito italiano in grado di liberarsi veramente di farabutti, ladruncoli e corruttori e di chi più semplicemente si adagia sul confortevole "così fan tutti".
Se riuscirà ad avere la forza di fare tutte queste mosse, questo possibile agguato si potrebbe trasformare in un prezioso regalo natalizio.
Di Pietro jr beccato a raccomandare amici: agguato o regalo di Natale? | Politica
è meglio berlusconi con la sua politica di escort candidate in lista dopo essere state personalmente testate oppure questo democristiano di nome e di fatto ?
spero basti per fare capire le conseguenze del nepotismo .
Ultima modifica di Gauss; 18-09-11 alle 23:37
la giustizia dei Robespierre ancora una volta ha collocato il nostro Paese tra il Ruanda ed il Burundi
dalla trota al maiale
Molise, Di Pietro candida il figlio e la base si stacca dal partito | Redazione Il Fatto Quotidiano | Il Fatto Quotidiano
Molise, Di Pietro candida il figlio
e la base si stacca dal partito L'ex pm preferisce "uno di famiglia" al nome espresso dal circolo di Termoli e quest'ultimo lascia l'Idv, gridando al nepotismo di stampo berlusconiano. Dietro la rottura, però, un regolamento di conti interno sulla scelta di chi inserire in lista Antonio Di Pietro impone la candidatura del figlio Cristiano nella lista Idv alle elezioni regionali del Molise (16 e 17 ottobre) e scoppia la polemica. A mettersi di traverso il circolo dipietrista di Termoli, che appena appreso dell’investitura del rampollo dell’ex pm (avvenuta durante la presentazione alla festa di Vasto, ndr) grida allo scandalo ed esce dal partito. Il motivo? Non solo l’insofferenza per la scelta “caduta dall’alto” a scapito del territorio, ma anche le modalità con cui essa è arrivata. Secondo i dissenzienti, infatti, per favorire l’elezione di Cristiano Di Pietro sarebbe stata studiata una lista con candidati definiti “deboli”. Una mossa che, per il circolo Idv di Termoli, ricalca quanto fatto in passato da Bossi con il figlio Renzo.
Parole dure come pietre: “La scelta del leader Idv – è scritto nella nota - appare figlia della stessa concezione familistica e privatistica che presumibilmente ha mosso il capo della Lega Nord, Umberto Bossi a candidare e a far eleggere il figlio al Consiglio Regionale della Lombardia o il presidente del Pdl Silvio Berlusconi a candidare e a far eleggere Nicole Minetti allo stesso Consiglio Regionale Lombardo”. In virtù di questa concezione, il circolo ha deciso di ”interrompere la propria esperienza politica con l’Italia dei valori”, pur confermando la loro appartenenza al centrosinistra e auspicando “che le prossime elezioni regionali possano essere occasione di un reale cambiamento della politica nel Molise”.
Antonio Di Pietro, da par sua, risponde alle accuse da La Voce del Molise: “Cristiano ha fatto e deve fare tutte le trafile, al pari degli altri – aveva detto l’ex magistrato di Mani pulite -. Non potrà mai ottenere, almeno fino a quando sarò vivo io, un posto in nome o per conto del partito, con listini e quant’altro”. La possibilità che suo figlio fosse inserito in lista, tra l’altro, negli ambienti dell’Idv molisano girava già da tempo, tanto che Antonio Di Pietro, nella stessa intervista, ribadisce la propria concezione sulla candidabilità del rampollo. “Quando Cristiano ha chiesto di fare politica – ha spiegato il leader Idv – gli ho detto che doveva cominciare dal basso: consigliere comunale, e lo ha fatto per cinque anni chiedendo il voto sulla sua persona, poi consigliere provinciale, e lo ha fatto per cinque anni chiedendo il voto sulla sua persona, oggi per fare il consigliere regionale dovrà chiedere la fiducia sulla sua persona e sulle sue capacità. Se i cittadini gli danno il consenso vuol dire che se lo è meritato, perché il figlio del politico non deve essere avvantaggiato, ma certamente ha diritto anch’esso a misurare il proprio consenso direttamente chiedendolo ai cittadini”. A Termoli, però, non la pensano allo stesso modo: per loro si tratta di nepotismo. Punto e basta.
Non si è fatta attendere, ovviamente, la reazione di Pierpaolo Nagni, segretario regionale dell’Idv molisano, che spiega come la clamorosa decisione del circolo di Termoli sia dovuta al fatto che i vertici del partito “non hanno accettato il ricatto” dei neo fuoriusciti. “Volevano imporre il nome di un candidato che, pur sollecitato in altre circostanze elettorali a correre con Idv – ha detto Nagni – ha sempre scelto di non voler fare nessun percorso con l’Italia dei Valori per poter conservare la sua autonomia”. Per quanto riguarda la polemica sulla composizione di una lista debole per favorire l’elezione di Cristiano Di Pietro, invece, Nagni rispedisce le accuse al mittente. “Ci spiace – ha detto il segretario molisano – che i componenti del circolo di Termoli non abbiano letto bene i nomi che compongono la lista elettorale e si siano fermati solo a quello di Cristiano Di Pietro: infatti, a rappresentare il loro territorio per il partito c’è Antonio D’Ambrosio e non Cristiano Di Pietro. Ci rammarica, quindi, questa presa di posizione: loro sanno bene che il vero motivo dell’attacco è un altro. Attaccarsi al nome di Cristiano Di Pietro, che, tra l’altro fa politica da tanto tempo, è solo un triste tentativo di spostare l’attenzione”.
Il punto di rottura, a quanto si legge sui giornali locali, sarebbe il mancato accordo sulla candidatura dell’ex sindaco di Termoli Vincenzo Greco, di professione notaio. Per il circolo termolese dell’Idv, sarebbe stato il personaggio giusto per raccogliere consensi anche nei centri limitrofi; Greco era disponibile e in alcune occasioni anche Antonio Di Pietro lo aveva sponsorizzato, indicandolo come “l’uomo giusto per rompere e rinnovare il sistema”. Sul più bello, però, il colpo di scena, con l’ex Guardasigilli che, ignorando la volontà dei rappresentati del territorio (espressa anche con delibere ufficiali del circolo), ha preferito puntare sul figlio. “Siamo stati ignorati, completamente – fanno sapere i dissenzienti – . E Termoli ha subito un danno duplice, relegata all’emarginazione per fare spazio al figlio”. Non solo. Al posto dell’ex sindaco, Di Pietro senior ha inserito in lista Antonio D’Ambrosio, ex esponente di spicco del Pd, che in passato – a sentire il circolo Idv di Termoli – si era adoperato non poco per far finire anzitempo l’esperienza amministrativa di Vincenzo Greco. Insomma, uno smacco politico a 360 gradi. Per regolare i conti interni, si agita lo spettro del nepotismo in salsa pidiellina, ma tra i due litiganti chi gode è il centrodestra.