Hanno cercato di coprire in tutti i modi le loro mariuolerie , ma la feccia sinistrata è troppo infangata per sottrarsi al giudizio del popolo italiano che al dunque dovrà giudicare i loro intrallazzi nel segreto dell'urna , affibbiando come di consueto calci nel culo .
Uno tsunami che non ha precedenti, una goccia d'olio che si è tramutata in un frantoio colossale . hefico:
Penati, le tangenti al Pd vanno in diretta tv
di Enrico Lagattolla
Il grande accusatore Di Caterina su Rai3: "I soldi versati a Penati in dieci anni". I pm puntano su Botteghe Oscure. E intanto spuntano nuove accuse
Milano Mentre tutto è bufera. Mentre il governo scricchiola sot*to i colpi di inchieste e intercetta*zioni ( alcune pubblicate, altre per ora solo favoleggiate). Mentre il Paese conta le donne del Cavalie*re. Ecco, mentre un terremoto riempie pagine di giornali, un al*tro scossone va in diretta tv. Un uo*mo davanti alla telecamera dice «ho pagato» e «ho visto pagare tan*genti ».
Piero Di Caterina, la gola profonda, il grande accusatore, l’imprenditore che ha passato an*ni a braccetto con la politica - pri*ma che, a suo dire, la politica gli si ritorcesse contro- torna a scoper*chiare il vaso delle presunte maz*zette rosse.
Lo fa dagli studi di Rai 3 , ospite ieri della trasmissione In mezz’ora di Lucia Annunziata. «Quanti soldi ho dato a Filippo Pe*nati? Non sono importanti 500mi*la euro più o meno, siamo sui 3 mi*lioni, 3 milioni e mezzo di euro nel corso dei 10 anni vissuti assieme». E ne ha anche per Giorgio Oldrini, attuale sindaco Pd di Sesto San Giovanni. Che «la parte di Oldrini è quella che caratterizza maggior*mente il “sistema Sesto”, perché nell’era di Oldrini per essere in condizione di lavorare bisogna en*trare in un sistema di corruzione molto complesso». Denuncia via etere. Accuse urbi et orbi . Tangen*ti dal piccolo schermo. L’imprenditore ripercorre l’ulti*mo decennio tra affari e favori alla politica. Più che di mazzette, Di Caterina parla di «finanziamenti» a Penati e al suo ex braccio destro Giordano Vimercati. Soldi che sa*rebbero tornati indietro con i ver*samenti di Pasini, interessato alla riqualificazione dei terreni indu*striali dell’ex Falck, al quale pro*prio Penati avrebbe chiesto 20 mi*liardi di lire. «In ogni caso - spiega Di Caterina- ho ricevuto cifre mol*to molto basse per giustificare le donazioni. Nel 1997 ho vinto una gara a Cinisello Balsamo, però l’aiuto che ho avuto è stato quello di una gara regolare e io la vinco».
«Nell’era Oldrini - è la versione del titolare della Caronte, società di trasporti pubblici in perenne vertenza con l’Azienda dei tra*sporti milanese - con Adriano Alessandrini sindaco a Segrate e a Milano con Atm io ho solo presta*to soldi. Nella questione Penati io ottengo parte dei miei quattrini da un altro imprenditore (Pasini, ndr ) che invece paga una tangen*te. Io gli presto i soldi e mi ritorna*no da un imprenditore sestese per 1 milione e 200mila euro, poi Pe*nati mi presenta l’altro imprendi*tore che avrebbe dovuto compare un mio immobile».
Insomma, «io finanzio con prestiti e recupero at*traverso tangenti». Perché tutti quei soldi? «Io ho versato quattri*ni a Penati per sue le esigenze nel*la politica, ma ritengo che fossero sufficienti per Sesto e Milano, non per andare a Roma». Anche se gli inquirenti, su questo punto, pen*sano che parte del denaro abbia preso la via di Botteghe Oscure. Sia con quello che sarebbe stato ri*cavato dall’affare Serravalle (su cui puntano gli inquirenti), sia at*traverso le cooperative di Bolo*gna, «imposte» per i lavori all’ex Falck.«Le coop-ricorda Di Cateri*na- arrivano a Sesto con il recupe*ro di aree dismesse, e ho saputo di tangenti fra Pasini e le coop». È un ruolo strano, quello di Di Caterina. Fino a ieri, parte inte*grante del meccanismo. Ora, gran*de accusatore. Tanto da rievocare la stagione di Mani pulite.
«Se mi auguro nuova Tangentopoli? Me la auguro, così come spero di po*ter tornare a lavorare senza la ghi*gliottina della corruzione che può cadere da un momento all’altro. Spero che questa vicenda faccia uscire un sistema di malaffare che c’è in Italia dove pochi ladri dan*neggiano 50 milioni di italiani». Ma i primi a sentirsi danneggiati dalle parole dell’imprenditore so*no proprio Oldrini e Alessandrini (entrambi indagati), che - dopo l’intervistadell’imprenditore-an*nunciano di voler «presentare quanto prima querela con richie*sta di risarcimento per ingenti danni d’immagine». E dopo aver annunciato una conferenza stam*p*a a Sesto San Giovanni per doma*ni, chiedono il diritto di replica al*la Rai con una partecipazione alla trasmissione dell’Annunziata.
Penati, le tangenti al Pd vanno in diretta tv - Interni - ilGiornale.it