Direte "Mica deve dimettersi perchè lo dicono quei merdosi di Standars & Poor's" tagliandoci il rating (a proposito, complimenti ai compagni milanesi che qualche giorno fa gli hanno occupato la sede).
Purtroppo sì, invece, e sottolineo purtroppo.
Se bisogna realisticamente e pragmaticamente prendere atto dei rapporti di forza attualmente vigenti all'interno del Sistema, ne discende che le agenzie di rating hanno in questa fase storica il coltello dalla parte del manico.
Ergo, sono loro a decidere sul futuro degli Stati.
Con queste premesse, abbiamo due opzioni davanti:
1) una resistenza ad oltranza di Berlusconi con conseguente acuirsi dell'offensiva finanziaria contro l'Italia (il che ci porterebbe al collasso nel giro di poco, collasso in seguito al quale dovremmo probabilmente ricorrere a privatizzazioni modello anni '90 di aziende strategiche come ENI e Finmeccanica);
2) un altro governo della "repubblichetta" (cit. Nazionalistaeuropeo) che attraverso orride misure liberiste (quelle bisogna aspettarsele da tutti) perlomeno salvi il salvabile, ovvero le aziende strategiche di cui sopra. Si spera (sempre nell'ottica di riduzione del danno di cui parlavo) non un governo di tecnocrati modello anni '90.
Aggiungo che il primo caso, ovvero l'implosione del Sistema-Italia, è poco auspicabile anche perchè attualmente vedrebbe clamorosamente e colpevolmente impreparate le forze cosiddette "antagoniste" (soprattutto quelle di questa area politica). Quindi non avremmo Uomini in Piedi sulle Rovine, ma rovine e basta