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Cronache
Immigrati/ Lampedusa, è guerriglia urbana. Scontri con i cittadini. Cariche della polizia
Immigrati/ Lampedusa, è guerriglia urbana. Scontri con i cittadini. Cariche della polizia - Affaritaliani.it
Mercoledì, 21 settembre 2011 - 13:10:00
Il terrone kekka vendola è dalla parte dei tunisini. Ma non li vuole in terronia.
Foto LaPresse
Guerriglia urbana a colpi di pietre tra isolani e maghrebini. e cariche della polizia contro gli immigrati, che si sarebbero impossessati di alcune bombole di gas minacciando di farle esplodere. La tensione sfociata ieri pomeriggio nell'incendio che ha semidistrutto il centro di accoglienza non accenna a diminuire e questa mattina decine di abitanti dell'isola, trovatisi faccia a faccia con i tunisini autori dell'incendio che ha devastato il centro, hanno sfogato la loro rabbia tirando pietre all'indirizzo degli extracomunitari che, dopo aver passato la notte all'addiaccio in parte nello stadio e in parte sul molo Favarolo, girano liberi per l'isola. Anche un giornalista e un cameramen di Sky sono stati aggrediti dalla gente di Lampedusa che accusa i mezzi di informazione di diffondere una immagine distorta dell'isola. Dal canto loro, circa 300 tunisini hanno manifestato per le strade di Lampedusa al grido di "Libertà, libertà".
CACCIA ALL'UOMO- Disordini si registrano ancora in diverse parti dell'isola, in un clima da "caccia all'uomo" che sta coinvolgendo gli abitanti. Altri scontri tra tunisini e forze dell'ordine sono avvenuti all'interno del Centro di prima accoglienza dove si trova ancora un centinaio di immigrati. Gli extracomunitari avrebbero lanciato sassi e altro materiale contro gli agenti che presidiano la struttura. Nel poliambulatorio dell'isola stanno intanto affluendo i primi feriti, appartenenti alle forze dell'ordine. Il responsabile sanitario, Pietro Bartolo, ha chiesto l'invio di altre ambulanze dal centro di accoglien
APPELLO A NAPOLITANO- Gli animi sono molto esasperati. Ronde di cittadini presidiano il municipio e il sindaco Bernardino De Rubeis si appella al presidente della Repubblica Napolitano: " "Ho cercato di parlare con il presidente Berlusconi e il ministro Maroni ma non è mai stato possibile. Non è più il tempo delle chiacchiere e dei ragionamenti buonisti. Il Viminale porti via tutti i tunisini. Ci aiuti il presidente Napolitano che si è sempre dimostrato sensibile nei nostri confronti.Venga da noi. La situazione è ad alto rischio, occorre fare presto qualcosa".
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IL SINDACATO DI POLIZIA: SE CI SCAPPA IL MORTO...- Tensione anche tra le forze dell'ordine che non sanno più come tenere a bada i migranti. Il segretario generale del sindacato di polizia Coisp dice: "Quello che succede a Lampedusa è la prova dell'incapacità del governo. Se ci scapperà il morto sappiano quei politici che oggi dormono o stanno a guardare, che non accetteremo lacrime istituzionali o inutile solidarietà".
Sono circa un migliaio (per l'esattezza 1040) i tunisini che si trovano ancora a Lampedusa. Durante la notte due voli militari, effettuati con un C130 dell'Aeronautica, hanno trasferito circa cento immigrati verso la base di Sigonella. Il ponte aereo predisposto dal Viminale per accelerare le procedure di rimpatrio proseguirà anche oggi, con altri due voli.
TUNISINI MINACCIATI DI LINCIAGGIO- La Guardia di finanza ha caricato su un furgone i sei tunisini rimasti bloccati nel distributore di benzina dove avevano minacciato di fare esplodere delle bombole di gas e dove è avvenuto lo scontro a lanci di pietre con alcuni abitanti dell'isola. I lampedusani hanno anche tentato di linciare gli immigrati. Nella pompa di benzina la tensione rimane alta, la gente inveisce contro i giornalisti costringendoli ad allontanarsi.
DIECI FERITI- Finora ci sono almeno una decina di feriti negli scontri di Lampedusa. Tra loro finanzieri, poliziotti e soprattutto tunisini, come spiega il responsabile sanitario Pietro Bartolo: "Sono in tutto una decina. Nessuno è in gravi condizioni, tranne un tunisino che ha riportato un trauma facciale a altri in diverse parti del corpo. E' lucido e con le cure adeguate si riprenderà". L'uomo è stato trasferito in elicottero in un ospedale di Palermo.
GLI SCONTRI- Scontro fra le forze dell'ordine in assetto antisommossa e gli immigrati che erano ospiti del centro di prima accoglienza dell'isola, dove ieri è scoppiato un incendio. Dalla struttura in muratura vicino alla pompa di benzina dell'isola si vedono gli immigrati che vengono presi a manganellate dagli agenti e che cadono da circa 3 metri di altezza.
AGGREDITO UN TUNISINO- Due giovani hanno avvicinato un tunisino e lo hanno picchiato. Immediatamente sono intervenuti i poliziotti e i finanzieri che si trovavano nei pressi e hanno fatto da scudo all'immigrato. "Ve ne dovete andare, bastardi - gridano i lampedusani ai tunisini - avete rovinato un'isola. Non vi vogliamo piu'". Intanto il gruppo di tunisini che aveva rubato le bombole di gas è ancora sorvegliato a vista preso il distributore di benzina per evitare che i lampedusani li possano aggredire. Alcuni di loro hanno delle ferite al volto.
CHIUSE LE SCUOLE- Il dirigente della scuola di Lampedusa, dopo avere consultato il sindaco, ha chiuso il portone e chiesto agli insegnanti di vigilare sugli alunni e al personale di controllare gli accessi. La decisione è stata presa in seguito agli scontri tra tunisini, forze dell'ordine e lampedusani avvenuti stamani in paese. Tra le gente c'è paura e timore che i migranti che vagano per l'isola possano aggredire bambini e ragazzi.
SINDACO BARRICATO IN CASA- E' asserragliato nella sua stanza il sindaco di Lampedusa Dino De Rubeis che viene scortato da tre agenti di polizia, dopo che stamattina tre lampedusani hanno tentato di aggredirlo, contestandogli di avere tenuto una linea morbida sull'immigrazione. In un cassetto dell'ufficio, De Rubeis tiene una mazza da baseball. "Mi devo difendere, e sono pronto a usarla, scrivetelo pure", dice. "Siamo in presenza di uno scenario da guerra, - aggiunge - lo Stato mandi subito elicotteri, navi per trasferire i tunisini che vagano per l'isola dopo avere incendiato ieri il centro di accoglienza". Davanti al municipio ci sono decine di persone, alcune contestano il sindaco, altre urlano contro gli immigrati.
ALLA FINE COME C'ERA DA aspettarsi i figghi del sole hanno reagito contro gli invasori.
Sassi contro sassi, violenza contro violenza. Insomma una battaglia tra simili. Pero' c'è da dire che hanno reagito anche se dietro molto probabilmente c'è la mafia che ha tutto l'interesse a fomentare tali disordini.
Dato che la rivolta degli autoctoni è capitata in terra figlia del politicamente corretto non vi sono le solite critiche di indignati come se il fatto fosse capitato a nord.
Allora le cose sarebbero diverse, e verrebbero tacciati di ignoranza e di potenziale fascismo. Adesso non è possibile, e diranno battaglie tra emarginati.
RIPORTO:
AGGREDITO UN TUNISINO- Due giovani hanno avvicinato un tunisino e lo hanno picchiato. Immediatamente sono intervenuti i poliziotti e i finanzieri che si trovavano nei pressi e hanno fatto da scudo all'immigrato. "Ve ne dovete andare, bastardi - gridano i lampedusani ai tunisini - avete rovinato un'isola. Non vi vogliamo piu'". Intanto il gruppo di tunisini che aveva rubato le bombole di gas è ancora sorvegliato a vista preso il distributore di benzina per evitare che i lampedusani li possano aggredire. Alcuni di loro hanno delle ferite al volto.
I TUNISINI MAGREBINI HANNO ROVINATO l'isola non la mafia, infatti loro preferiscono gli autoctoni anche delinquenti piuttosto che stranieri criminali.
Il problema che i tunisini verrannno recapitati tutti a nodde dal governo, e i padioti che non reagiranno se li assorbiranno senza fiatare.
Anche stavolta i figghi del sole hanno vinto e i padioti stolti sono stati sconfitti come sempre.