E' una certezza che ormai.
La situazione economico/finanziaria italiana è ormai, come noto, sull’orlo del baratro. La gente è, giustamente, incazzata nera e soprattutto stanca di arrivare annaspando a fine mese.
Ormai società di prestiti nascono come funghi e c’è una percentuale mostruosa di gente che ha trattenute sullo stipendio per pagare debiti.
I nostri governanti continuano a fare leggi e manovre che vanno sempre a colpire i soliti, ovvero i poveri sfigati lavoratori dipendenti e pensionati.
Nonostante i mille proclami non si è ancora varata una misura seria di lotta all’evasione fiscale, così come non si sono di fatto aboliti i privilegi della casta.
Sui blog e sui social network è un continuo inneggiare alla rivoluzione, all’assalto al palazzo, al lancio di pietre e monetine.
Da un lato mi chiedo: “Ragazzi cosa stiamo aspettando?” ma poi di fatto nessuno di quelli che urlano vendetta è veramente pronto a partire concretamente.
Dall’altro canto mi chiedo se i politici non leggono internet e ciò che la gente dice di loro, io se fossi al governo e leggessi certi post qui sopra, ma anche certe dichiarazioni in giro per la rete, per lo meno qualche domanda me la farei. Loro no, imperterriti continuano a prenderci per i fondelli, cogliendo ogni occasione per salvare la loro poltrona e la loro immunità, fregandosene bellamente di quello che l’elettorato pensa di loro.
Stando agli ultimi sondaggi il 50% dell’elettorato opterà per una forma di non voto (astensione, scheda bianca o nulla). Vi sembra una cosa normale?
In compenso però un italiano su 4 è pronto a rivotare il governo in carica, così com’è. Ora, io rispetto le idee di tutti, ma Berlusconi messo com’è oggi farebbe fatica a ripresentarsi in Congo. In Italia ha già un elettore su 4 pronto a votarlo, senza neanche far tanta campagna elettorale.
La mia vicina di casa, brillantemente laureata, 25 anni, carina, sveglia e spigliata lunedì parte per Vienna, dove ha deciso di trasferirsi. Dopo un anno di studi fatto là le offrono un lavoro sicuro e ben retribuito. Da subito.
Mi ha detto “me ne vado, perché questo Paese non mi da un futuro”. Ragazza mia , come darti torto?
Certo dispiace veder scappare talenti, ma ce lo meritiamo, avessi 10 anni di meno me ne andrei anch’io da questo paese disgraziato.