User Tag List

Pagina 1 di 4 12 ... UltimaUltima
Risultati da 1 a 10 di 35

Discussione: Esoterismo e musica

  1. #1
    Moderatore
    Data Registrazione
    30 Mar 2009
    Località
    Messina
    Messaggi
    18,411
     Likes dati
    1,422
     Like avuti
    1,210
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Esoterismo e musica

    Simboli massonici nella musica
    di Nicola Sgro

    Dal mito di Orfeo alle ricerche di Pitagora, dall’Illuminismo alle odierne comunità iniziatiche, la musica è stata sempre oggetto di analisi esoteriche e simboliche.
    In stretta coerenza con il suo sistema filosofico basato sul numero, Pitagora indagò a fondo il rapporto tra i suoni concomitanti (i cosiddetti "suoni armonici"), prodotti dalla medesima corda messa in vibrazione.
    Avvalendosi del monocordo, strumento di sua invenzione che consisteva di una corda tesa tra due sostegni, uno fisso e l’altro mobile, poggiati su una cassa di risonanza, il grande filosofo trovò conferma delle sue teorie cosmologiche anche nel mondo dei suoni governato da leggi fisiche, il cui significato simbolico costituisce uno dei campi più fecondi per la ricerca esoterica.
    Stabilito che il rapporto tra un suono fondamentale e il suo "armonico" più importante dal punto di vista acustico è condizionato dalla presenza del numero 3, Pitagora approfondì la sua analisi riscontrando e commentando quei valori numerici che acquistano un profondo significato simbolico.
    La "scala" dell’antica musica greca era di quattro suoni (un tetracordo) cui se ne aggiungevano altri tre per completare una "armonia", portando così a sette i suoni necessari a coprire l’intervallo tra un suono fondamentale e la sua riproduzione all’ottava (cioè quel suono generato dal raddoppio del numero di vibrazioni del suono-base).
    Sette note, quindi, coprono lo spazio sonoro tra un suono e il suo omologo superiore (all’ottava alta) o inferiore (all’ottava bassa), quest’ultimo generato, ovviamente, dalla metà delle vibrazioni del suono fondamentale. Sette note; le sette note alle quali Guido d’Arezzo volle dare un nome, quasi un espediente mnemonico affinché potessero venire pronunziate dai cantori, traendolo dall’inno di San Giovanni: Ut queant laxis, Resonare fibris, Mira gestorum, Famuli tuorum, Solve polluti, Labii reatum, Sancte Ioannes.
    È evidente il significato simbolico del numero sette, al quale la simbologia massonica ed esoterica attribuisce un valore particolarissimo: i giorni della creazione e l’adozione della settimana come periodo temporale scandito dalla ricorrenza del giorno del riposo dedicato al culto; la rappresentazione visiva del candelabro votivo ebraico a sette bracci (la menorah); le implicazioni derivanti dalla disposizione spaziale dei gruppi 3-1-3 e dalle simbologie diverse che tale suddivisione suggerisce (l’unità affiancata dalla perfezione, ecc.).
    Pitagora non solo dispose in ordine, per grado congiunto, i sette suoni della scala musicale (disposizione che ancora rimane immutata dopo millenni), ma riuscì a misurare la distanza acustica che intercorre tra un suono della scala e l’altro quando questi suoni si trovano a distanza di un tono. Ancora oggi si parla di comma pitagorico quando ci si riferisce a quella frazione indivisibile che si interpone tra un suono e il successivo per grado congiunto. Quanti comma intercorrono tra un suono e l’altro che gli succede a distanza di un tono? Nove comma, cioè tre elevato alla terza potenza: la perfezione che supera se stessa!

    Pitagora misurò anche lo spazio acustico che separa il suono fondamentale dalla sua ripercussione all’ottava. Qual è questa distanza? Dodici semitoni. Non penseremo certamente ai dodici Apostoli (anche se un significato vi è pure nel simbolismo cristiano), ma penseremo, a ragione, ai dodici mesi dell’anno e ai relativi segni zodiacali.
    Purtroppo, l’immutabile perfezione del numero nove è stata causa di parecchi problemi per i musicisti. L’impossibilità di dividere per due il numero nove portò, infatti, a varie complicazioni nella teoria musicale. La distanza tra un tono e l’altro non poté dare luogo ad una ripartizione esatta delle frequenze acustiche quando si volle dividere tale distanza con un terzo suono che fosse esattamente intermedio e che rappresentasse la metà del tono: il semitono. Si dovette far violenza alla natura "temperando" e quindi alterando la distanza tra un tono e l’altro con un suono intermedio, che risulta acusticamente "stonato", ma che permette il passaggio da una scala musicale all’altra (la cosiddetta modulazione) o, come si dice con termine tecnico, da una tonalità all’altra. Quante sono le tonalità possibili nel sistema "temperato"? Non più di dodici!
    È difficile spiegare, senza ricorrere a termini tecnici, il significato e l’utilità della moderna scala "temperata"; diciamo soltanto che il temperamento dei suoni è stato esaltato, sotto il profilo artistico soprattutto, anche se grandissima è la maestria tecnica, da Giovanni Sebastiano Bach nella sua monumentale raccolta di preludi e fughe per clavicembalo che si intitola appunto "Il clavicembalo ben temperato".
    La simbologia, però, non si ferma ai rapporti tra i suoni nella successione per gradi o alla suddivisione delle frequenze acustiche all’interno delle distanze per gradi (tono e semitono), ossia all’interno dell’ottava (la successione di sette suoni con la riproduzione del primo – l’ottavo – a un valore di frequenze doppio rispetto al suono di base). Anche gli intervalli (o le "distanze") tra due o più suoni che vengono generati simultaneamente nelle cosiddette combinazioni armoniche (gli accordi) rimandano sempre al numero perfetto della simbologia esoterica: il tre.


    Immagine tratta dal sito Mastermason.com

    L’intervallo di terza che intercorre tra un suono fondamentale e quello che si trova al terzo posto nella scala rappresenta il legame su cui si fondano tutti gli accordi disciplinati dalle leggi armoniche. Riprodotti simultaneamente, il primo e il terzo suono di una scala danno origine a un bicordo di terza, che costituisce la base dell’accordo perfetto. Perché si abbia un accordo perfetto bisognerà sovrapporre a un bicordo di terza un altro bicordo di terza.
    Altri numeri altamente simbolici definiscono la natura degli accordi; la numerica 3, 5 è alla base dell’accordo perfetto (la simbologia del 5 è spiegata anche con l’unione/separazione del 3 e del 2: il 3 elemento maschile, il 2 elemento femminile) che risulta dall’unione di tre suoni: quello fondamentale, la terza e la quinta.
    Quando alla numerica 3, 5 si aggiunge un’altra cifra la natura dell’accordo si modifica radicalmente, in quanto un accordo di tre suoni diventa accordo di quattro (o più) suoni: dalla "perfezione" si passa a una "imperfezione dinamica", dalla quiete si genera il movimento. Gli accordi "di moto" definiti da una numerica particolare aggiungono alle cifre 3 e 5 il 7 o il 6 (sulla simbologia del 7 abbiamo detto qualcosa; il 6 è un numero piuttosto ambiguo e va trattato con rispetto). L’accordo cifrato con 3, 5, 7 viene definito "accordo di settima" ed è quello che di solito consente il passaggio da una tonalità all’altra; l’accordo di "quinta e sesta" ("accordo dissonante") è anch’esso un accordo "di moto" e si caratterizza per la "durezza" della percussione (sul pianoforte) simultanea di due note vicine: insomma, il numero sei provoca degli "urti" psicologici in chi ascolta.
    Gli accordi servono, oltre che ad accompagnare la melodia (ovviamente), soprattutto a definire l’ambito tonale in cui tale melodia si dipana; l’ambito tonale (o tonalità) è caratterizzato dall’uso di note alterate che, segnate con particolari mezzi grafici (le alterazioni), acquistano anch’esse un valore simbolico.
    Alla simbologia delle tonalità ricorre frequentemente Mozart, e non solo in quell’opera meravigliosa che dovrebbe essere considerata la Bibbia musicale della Massoneria: "Il flauto magico". Ci sarebbero da scrivere vari volumi sul significato simbolico ed esoterico della musica di Mozart, sommo musicista ed eccelso Massone.
    Evitando approfondimenti e senza addentrarci in trattazioni complesse che impongono l’uso di un linguaggio tecnico comprensibile solo agli addetti ai lavori, diciamo che una tonalità (ad esempio Do maggiore, Mi minore, ecc.) viene determinata dall’uso di diverse "scale" modificate attraverso le "alterazioni" (il bemolle, il diesis e – ove occorra – il bequadro); queste alterazioni (o "accidenti" come si diceva un tempo) vengono segnate dall’inizio della composizione, subito dopo la cosiddetta "chiave" (di violino, di basso, di soprano, ecc.).

    L’alterazione o le alterazioni che vengono apposte dopo la chiave costituiscono la cosiddetta "armatura tonale". Le sole due tonalità che non hanno alcuna armatura tonale sono Do maggiore (tonalità naturale per eccellenza: la sua scala è rappresentata dai soli tasti bianchi del pianoforte) e la sua relativa minore, cioè La minore. In pratica, è il numero di alterazioni che fissa la tonalità nella quale è composto il brano musicale.
    Non solo Mozart, ma tanti musicisti massoni (Cherubini, Haydn, Spontini, Geminiani, Sibelius, ecc.) attribuiscono un chiaro significato simbolico alle tonalità, anzi al numero di alterazioni che le definiscono. Il numero tre rappresenta sempre la perfezione per cui le tonalità con tre bemolli (Mi bemolle maggiore o Do minore) o con tre diesis (La maggiore o Fa diesis minore) acquistano particolare significato; ma anche le tonalità con cinque bemolli (Re bemolle maggiore o Si bemolle minore) o cinque diesis (Si maggiore o Sol diesis minore) si caricano di significati esoterici.
    Proprio ne "Il flauto magico" di Mozart la tonalità di Mi bemolle maggiore (o Do minore) si presenta con tre bemolli in chiave e diventa il substrato tecnico di un’espressione eccelsa che attinge il più alto livello di sacralità iniziatica. Anche la scansione ritmica acquista significati simbolici: i movimenti ternari sono preferiti a quelli di ritmo pari (4/4, 2/4), mentre le modifiche del ritmo acquistano particolari significati.
    Altri aspetti simbolici attengono alla struttura delle composizioni musicali, le cosiddette "forme", tra le quali vengono privilegiate quelle ternarie: la forma di "Aria col da capo" e soprattutto la forma "Sonata" che, con la sua tripartizione in Esposizione, Sviluppo, Ripresa, sintetizza in maniera geniale la proposta, il conflitto e il superamento della conflittualità come pieno appagamento dell’ascoltatore nella serena contemplazione della bellezza.

    Dal sito http://www.grandeoriente.it/riviste/Hiram/indice.htm
    "Tante aurore devono ancora splendere" (Ṛgveda)

  2. #2
    Sognatrice
    Data Registrazione
    05 Mar 2002
    Località
    Piacenza
    Messaggi
    11,135
     Likes dati
    191
     Like avuti
    775
    Mentioned
    20 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Massimo Centini

    L'ENERGIA DELLA MUSICA



    Gustav Klimt, La Musica


    «La musica è una matematica misteriosa i cui elementi partecipano all'infinito», sottolineava Debussy, continuando così a evidenziare le funzioni magico-esoteriche riconosciute alla materia musicale.
    Per Pitagora l'universo si lascia leggere come una partitura musicale; in questo modo il grande pensatore poneva la musica all'interno di una realtà simbolica ancor oggi molto sentita in diverse culture, in cui le note sono parte di un linguaggio vicino al mito.
    Secondo gli esoteristi, «il canto magico deve essere diretto verso i quattro punti cardinali. Le sue virtù magiche derivano non soltanto dalle immagini o dalle idee contenute nelle parole, ma anche dalle sonorità imitative, dalle ripetizioni, dal ritmo ossessivo: il martellamento dei tam-tam è insieme un linguaggio e un incantesimo. Alcune sillabe, alcune allitterazioni che sembrano prive di senso, esercitano un'azione determinante: tale è la lontana origine di quei ritornelli che abbondano nei vecchi canti popolari. Per tutte queste ragioni, l'incantesimo deve seguire esattamente le intonazioni e le modulazioni prescritte dal rito; e non deve essere tradotto» (M. Bouisson, I Riti della Magia, Milano 1992, pag. 120).
    Già da questi pochi frammenti si evince che la musica occupa una posizione rilevante nell'iter rituale della magia: dalle manifestazioni più semplici come il canto popolare, o arcaiche come quelle basate sul tam-tam, fino alla più complessa ricerca esoterica, in cui la partitura diventa quasi un testo criptico accessibile a pochi adepti.

    Nei trattati magici, da Cornelio Agrippa di Nettesheim a Marsilio Ficino, fino a Robert Fludd, la musica svolge sempre un ruolo importante, in quanto è considerata strumento fondamentale per condizionare gli stati d'animo e rendere l'ascoltatore particolarmente sensibile alle influenze extrasensoriali; «il mondo tutto è un unico essere vivente che danza a ritmo musicale», affermava Marsilio Ficino, ponendo in evidenza quella prospettiva esoterica tendente a considerare la musica non solo metafora dell'universo matematico, ma potenza cosmica attrice nell'armonia tra micro e macrocosmo. Per il Della Porta, «se le altre virtù (...) portano l'utile, e l'onesto, e il necessario; la musica oltre le tre accennate dona cinque altre prerogative, cioè gioia alla mente, sollievo al core, diletto all'orecchie, utile e onesto trattenimento di mondo, e per fine, un pensiero di gloria» (1696).
    Athanasius Kircher pensava che la musica avesse soprattutto una funzione terapeutica, applicabile con ottimi risultati, in particolare su quanti soffrivano di disturbi che oggi definiremmo neurologici: «La musica, insomma, è una straordinaria medicina, adatta a scacciare tutte le malattie; sia istorie sacre che profane abbondantemente ci tramandano di melanconici, furiosi, indemoniati, avvelenati curati da essa» (1643).
    Sul ruolo terapeutico della musica vi sono numerose testimonianze etnografìche, dallo sciamanismo ai tarantati, che pongono nitidamente in luce quanto sia forte il rapporto tra il suono e le pratiche magico-rituali della medicina arcaica.

    Cornelio Agrippa evidenziava, in un'ottica tendente ad armonizzare la dimensione umana con quella cosmica e astrologica, il ruolo esoterico della musica: «L'armonia musicale non è orbata dei doni siderali, poiché è una potentissima imitatrice di tutte le cose. Seguendo opportunamente i corpi celesti, provoca mirificamente il celeste influsso, agendo sulle passioni, gli atteggiamenti, i gesti, i movimenti, le azioni e i costumi e disponendo l'anima secondo le sue proprietà, gioia o tristezza, audacia o tranquillità e simili». Per alcuni aspetti, la musica è quindi allucinogena e visionaria, vive in simbiosi nella nostra psiche, persiste nella memoria, suscitando reazioni diverse secondo la sensibilità e la cultura dei singoli. La musica sublima gli stati d'animo, contribuisce a travestire la realtà, assegnandole un'altra fisionomia. Il suono ritmato del tamburo aiuta lo sciamano a "volare" per dirigersi dove le reazioni dei prodotti neuroattìvi assorbiti lo vorranno condurre, nello stesso modo in cui la Cavalcata delle Walkirie dava ai militari di Apocalypse now la consapevolezza "magica" che il bombardamento ai Vietcong fosse qualcosa di soprannaturale, di divinamente predisposto.



    Hieronymus Bosch, Concerto nell'uovo


    In questi nostri tempi, in cui il consumo della musica è elevatissimo, è andata perduta l'aura sacrale che da sempre l'ha contrassegnata: il suono è quindi divenuto oggetto di consumo, sottofondo, spesso disarmonico, delle numerose pratiche del quotidiano.
    Certamente la musica, come sosteneva Mahler, "esprime quello che le parole non possono dire". Pertanto diventa linguaggio parallelo, che forse, con valenze magico-esoteriche, sotto lo strato del suono conserva tutta una serie di altri messaggi decifrabili solo da quanti sanno ascoltare le voci poste al di fuori della ristretta gamma dell'udibile. La musica ha significati che conservano un legame con una cultura ancestrale, antica quanto l'uomo e adagiata nei meandri della nostra evoluzione, pronta a rievocare emozioni che sono latenti in noi, nel nostro essere, nella nostra specie. Il linguaggio musicale, con il suo carico di ritualità, è forse più antico di ogni altro mezzo di comunicazione, e come tale depositario di conoscenze primordiali, prive del filtro della cultura.
    Il positivista Sherlock Holmes, nel celebre Uno studio in rosso, ne discettava con la consueta limpidezza: "Cosa scrive Darwin a proposito della musica? Sostiene che la capacità di eseguirla e apprezzarla era insita nella razza umana molto prima che essa elaborasse un linguaggio articolato. Per questo motivo, forse, oggi la musica esercita su di noi una influenza così sottile. Il nostro animo conserva un vago ricordo di quei secoli oscuri agli albori del mondo'.

    Massimo Centini – La Magia (Xenia Edizioni, pag. 71 e seguenti)

  3. #3
    Moderatore
    Data Registrazione
    30 Mar 2009
    Località
    Messina
    Messaggi
    18,411
     Likes dati
    1,422
     Like avuti
    1,210
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Rif: Esoterismo e musica

    Evoluzioni, influenze e contaminazioni
    Esoterismo e oscurità: la musica rituale ed esoterica

    È già stato sottolineato come una delle tematiche portanti di alcuni gruppi dell’area grigia, sia il riferimento a teorie esoteriche di varia origine, soprattutto quelle di Alastair Crowley, che nei molti saggi scritti ha mescolato elementi di astrologia occidentale ed orientale, teorie alchemiche, magia e sesso. Se tale elemento rivestiva comunque importanza spesso marginale nelle tematiche proposte dai primissimi gruppi, inizia ad assumere importanza di gran lunga maggiore con gli Psychic TV, anche se viene vista in maniera del tutto particolare, nell’ottica del TOPY; i Coil trattano invece il tema in maniera più approfondita e seria, facendone, per la prima volta, uno dei centri principali di attenzione fin dall’inizio. Questi due gruppi hanno costituito anche in tal senso un’ispirazione molto forte su un notevole numero di musicisti, tanto da generare una sorta di sottogenere, spesso indicato semplicemente come “musica esoterica” o “musica rituale”; le caratteristiche principali di questa forma musicale sono legate alle tematiche trattate nei testi, più che alla forma musicale. Questa è spesso molto variabile da gruppo a gruppo, anche se quasi sempre è presente una caratteristica comune di profonda oscurità: suoni decisamente inquietanti, spesso appoggiati su profondi drones o strutture sonore ripetitive dai toni bassi sulle quali si sovrappongono elementi tratti dalla musica sacra, suoni di organo, o qualunque cosa possa risvegliare il senso romantico del sublime. Anche la musica sacra dell’estremo oriente ha spesso forti influenze, specie i raga indiani che, con la ripetitività insita nella loro definizione e il senso di mistero che evocano, ben si adattano alla situazione. Il numero di gruppi che ha preso questa direzione è estremamente elevato, quindi diventa in questo caso assai difficile fare una scelta anche vagamente obiettiva: la cosa, già piuttosto complessa fino a questo momento, diventa da questo momento in poi praticamente impossibile; gli unici elementi possibili per dare alle scelte fatte una base, seppur minima, di obiettività è la particolarità della loro offerta musicale o dell’ambito in cui essi operano: i nomi scelti saranno, tranne alcuni casi decisamente imprescindibili, del tutto arbitrari, ed ovviamente saranno presenti gruppi quasi sconosciuti e la cui discografia è di non facile reperibilità affiancati a gruppi più affermati e che hanno prodotto discografie abbondanti.

    Di fondamentale importanza nell'evoluzione di questo ramo della musica industriale è il progetto fondato a Newcastle (città che ha raccolto con “calore” il neonato movimento industriale, dando vita anche a gruppi della caratura di Hafler Trio e Zoviet France) nel 1981, le cui origini affondano comunque negli ultimi anni ’70, da Nigel Ayers e che risponde al nome di Nocturnal Emissions (o, come si trova su alcune produzioni, la traduzione in latino: Nocturnae Aemissiones). Caratterizzati inizialmente da un complesso sfondo teorico e da sonorità prossime a quelle dei Throbbing Gristle, hanno sperimentato durante la loro carriera numerose forme musicali, spesso anche molto diverse tra loro, giungendo, in un certo periodo della loro evoluzione, a creare una sorta di "new age nera" o al negativo: sonorità molto sottili ma allo stesso tempo inquietanti, che si rifanno ad un'ideologia di religiosità pagana e primordiale. Alla base della musica dei Nocturnal Emissions c’è in ogni caso la concezione del suono come strumento per evocare risposte spirituali e risvegliare il subconscio dell’ascoltatore. La loro discografia è molto vasta, più di venticinque le opere stampate, e non è scevra da lavori piuttosto sterili e marginali, alternati in maniera apparentemente casuale ad alcuni che sono a dir poco fondamentali. Tutti sono comunque poggiati sul complesso sfondo teorico creato da Ayers, che si è spinto verso lidi piuttosto estremi anche in tempi relativamente recenti (in un disco del 1991, "Mouth of babes", tutti i brani sono costituiti fondamentalmente dai suoni emessi da bambini di età inferiore ai sei mesi).

    Nel 1982 nasce a Boston uno dei primi gruppi che hanno fatto dell'esoterismo e della magia sessuale il loro principale scopo. Il progetto, che si chiama Sleep Chamber , è incentrato su un personaggio di nome John Zewizz ed è caratterizzato da una produzione vastissima, inizialmente su numerose cassette, circa una ventina, e su 7", per poi passare all'incisione di vinili e CD, incidendo anche per l'etichetta italiana Musica Maxima Magnetica. I suoi lavori sono monumenti all'erotismo a sfondo magico ma non solo, e nella scelta della propria immagine, gli Sleep Chamber anticipano di parecchio le recenti tendenze "fetish", che tanto di moda vanno oggi negli ambienti gothic. Musicalmente, gli Sleep Chamber esprimono una musica molto tribale, oscura e potente; alcuni dei loro dischi sono strettamente dedicati all'aumento e all'accumulo delle energie sessuali, altri contengono frequenti anthem satanisti; i loro concerti sono spettacoli fetish caratterizzati spesso dalla presenza delle Barbitchuettes: il termine, inventato da Zewizz stesso, nasce dalla fusione di "barbiturates" e "bitch" e sta ad indicare ragazze, vestite in abiti fortemente erotici che si esibiscono sul palco allo scopo di aumentare l'effetto eccitante dei suoni. Nella miriade di produzioni degli Sleep Chamber, le cadute di stile non sono infrequenti: un po' a causa delle tematiche trattate, un po' a causa dei seri problemi di droga di Zewizz, in più di un caso i loro lavori sono caduti in una sorta di autocompiacimento sicuramente poco interessante. Ciò non toglie che il lavoro del gruppo di Boston ha costituito la base per una scena che, col tempo, sarebbe cresciuta in maniera rapida e dirompente, arrivando anche ad un buon successo commerciale con gruppi come i Die Form e gli Athamay.

    Una conferma del fatto che nessuna barriera è stata in grado di bloccare il letale virus industriale, seppure nella sua versione esoterica e rituale, viene dal lavoro di un gruppo serbo chiamato Autopsia. Serbi di nascita, ma cechi di adozione, si dedicano ad una forma musicale le cui sonorità si avvicinano in molti casi a quelle della musica classica, basate quindi su tastiere che emulano strumenti come l'organo da chiesa, i violini o l'oboe. Non sono molte le informazioni che si possono trovare in giro riguardo a questo gruppo; la loro musica è caratterizzata da suoni oscuri e nebbiosi, lunghe ed agghiaccianti suite, marce funebri e qualunque altra cosa possa penetrare oltre lo schermo di gioia ed allegria che spesso ci costruiamo intorno e risvegliare quel senso di angoscia che, da qualche parte, ognuno di noi ha in fondo all'anima. Quello che vogliono esprimere è esattamente questo, l'angoscia del nostro stato, l'incertezza che sta alla base di tutto, radicata profondamente in noi dal momento stesso in cui ci rendiamo conto che, prima o poi, dovremo fare i conti con la morte. I brani si evolvono quindi lentamente, sostenuti da ritmi marziali e lenti, quasi fossero i battiti di un cuore ormai al limite dei suoi sforzi. Alcuni loro lavori contengono invece brani decisamente più ritmici, ma mai troppo vicini all'electro industrial da discoteca: rimane sempre e comunque quel fondo ostico e indigesto che caratterizza il loro suono, accompagnato però da ritmiche sintetiche e sincopate. Considerando che le loro prime incisioni risalgono alla prima metà degli anni '80, in qualche modo gli Autopsia fanno parte di quel piccolo gruppo di musicisti che hanno ispirato la nascita di quello che oggi viene considerato un genere a sé stante, chiamato in più modi di volta in volta, che mescola atmosfere oscure ed industriali a tematiche legate all'esoterismo, e che ha come princiale punto di riferimento l'etichetta norvegese Cold Meat Industry.

    Altro esempio notevole di come le atmosfere oscure e legate all'esoterismo siano state ben recepite al di là della cortina di ferro è quello degli A.C.T.U.S. Questo gruppo ungherese, pur essendo attivo fin dalla seconda metà degli anni '80, ha prodotto solamente quattro lavori; questi sono caratterizzati da sonorità che ricordano a tratti quelle dei lavori più orchestrali dei Coil o quelle meno marziali dei Laibach, alle quali aggiungono però forti sensazioni medievali e momenti legati alla musica popolare dell'Europa centro orientale; i testi, scritti spesso in ungherese, si ispirano di volta in volta ai lavori di personaggi come Julius Evola o Alastair Crowley, e sono caratterizzati da una profonda oscurità. Il loro primo lavoro, esce nel 1990 ed è intitolato "A way to the empire of strenght and order": si tratta di una sorta di colonna sonora di un complesso rito, ed è accompagnato da un libretto che ne spiega il significato. Cinque anni dopo il gruppo pubblica il secondo lavoro, intitolato "Das unbanennbare" in cui le atmosfere sono meglio amalgamate e d'impatto; l'impianto teorico alla base del lavoro è meno complesso, ma le fonti di ispirazione non cambiano, e nel complesso il lavoro è notevole e decisamente meno ostico del precedente, ma anche del successivo "Again and again", contenente due soli brani piuttosto lunghi ed ambientali, uno dei quali è la ristampa di un lavoro precedente al primo CD. Pur non essendo sicuramente uno dei gruppi più innovativi di questo ambiente musicale, gli A.C.T.U.S. sono un progetto decisamente molto interessante per la loro capacità di fondere atmosfere complesse che mescolano piacevolmente diverse fonti di ispirazione, integrandole tra loro in maniera decisamente ammirabile.


    Elisabetta Sirani, Allegoria della musica (1669 ?)
    Immagine tratta dal sito ACCADEMIA CARRARA

    Una delle realtà più strane e complesse nell'ambito della musica esoterica è senza dubbio il nucleo inglese che si nasconde dietro il nome di Zone : essi si autodefiniscono "un'unità creativa", e nascono all'inizio del 1988 dall'incontro di Chris Brandrick ed Andrew Cadmore. Più che un vero e proprio ensemble musicale, stiamo parlando di un gruppo di persone che condividono una particolare filosofia di vita, incentrata sulla visione delle differenze personali, sociali e religiose tra i popoli come permutazioni dell'eterna necessità dell'uomo di Amore, Vita e Luce; potremmo definirli una setta, senza dare a questa parola l'accezione negativa che molto spesso gli viene affibbiata. In maniera simile a quanto era stato fatto per il T.O.P.Y., essi si basano su una dichiarazione di intenti, che non ha però la rigida complessità dell'entità fondata da Genesis P-Orridge. La prima creazione del gruppo è un vinile uscito nel 1988, successivamente ristampato su CD grazie alla World Serpent, intitolato "Sword of fire" e contenente brani di elettronica industriale non lontana dai primi esperimenti dei pionieri del genere, ma caratterizzata anche da una vena cosmica che ricorda le sperimentazioni dei gruppi tedeschi nei primi anni '70. Il lavoro successivo è un libro, stampato inizialmente in 25 copie rilegate a mano, nel quale sono contenuti alcuni brani che descrivono la loro complessa filosofia insieme ad alcuni splendidi lavori di grafica: il libro è intimamente legato alle loro produzioni discografiche, costituendo, insieme al disco precedente e ai due successivi, un'unica entità. Il lavoro successivo esce nel 1991 e porta lo stesso titolo del libro, cioè "Beautiful Machine"; musicalmente è molto diverso dal precedente, nonché vario al suo interno: al primo brano, incentrato su una tecnica di canto monofonico simile a quello dei canti gregoriani, si alternano brani più folk ad altri più elettronici: tutti i brani sono caratterizzati da una forte luminosità, al contrario di quanto avviene nella gran parte dei gruppi di questo tipo, sempre attratti più dall'oscurità che dalla luce. Ancora diverso è "The divine simplicity", che conclude la trilogia: questo è costituito da due sole composizioni, molto lunghe e basate su ritmi potenti, come due infiniti raga che nella loro semplice e rotonda continuità stimolano la concentrazione e la meditazione riguardo alla semplicità della divinità espressa dal titolo del CD. L'ultimo lavoro, uscito all'inizio del 2000, porta ancora dei mutamenti nella forma musicale, aggiungendo influenze da parte del jazz d'avanguardia e delle più disparate forme musicali.

    Tra il 1983 e il 1989 i Clock DVA sembravano essere scomparsi, e voci di un loro definitivo scioglimento avevano iniziato a girare tra i soliti ben informati. Un bell'aiuto a queste voci l'aveva dato anche il fatto che Adi Newton, mente creativa al centro di quella formazione, aveva iniziato a lavorare ad un altro progetto, noto come The Anti Group Conspiracy, o, più comunemente, T.A.G.C. Il progetto nasce allo scopo di scrollarsi di dosso una sorta di scomoda staticità che sembrava aver affetto il progettooriginario, e, durante la sua evoluzione, va cambiando rapidamente; i primi lavori sono fortemente ritmici e mescolano glaciali strumenti elettronici a percussioni acustiche, influenzati talvolta dalle musiche del vicino e dell'estremo oriente, ispirati alle tesi di Alastair Crowley e caratterizzati da brani brevi e ritmi sincopati. Molti di questi lavori escono su vinili 12" e vengono ristampati su CD in una compilazione intitolata "Audiphile" nel 1995. Il primo lavoro di lunga durata, "Digitaria", inizia a mostrare decisi segni di cambiamento: i brani si allungano e perdono quella potenza ritmica che aveva caratterizzato i primi; inizia ad inserirsi tra i loro suoni una caratterizzazione ambientale che sarà portata a compimento negli ultimi due lavori: "Iso-erotic calibrations" (brani molto ambientali a sfondo sessuale) e "Burning Water" (due lunghe suite struentali). In qualche modo l'Anti Group segna inizialmente la transizione dei Clock DVA dalle sonorità più prettamente industriali a quelle della techno-trance d'avanguardia, per poi diventare una sorta di progetto parallelo dedicato a sonorità più eteree e mistiche, focalizzando l'interesse nell'ambito della sessualità e della magia sessuale, laddove il progetto originario si incentra più spesso su tematiche misteriose ed oscure.

    Un qualsiasi articolo che voglia parlare dell'evoluzione della musica postindustriale non può prescindere dalla citazione di un'etichetta che è diventata, negli anni '90, simbolo di questo genere musicale, in particolare per quanto attiene alla parte più oscura ed atmosferica, che viene talvolta indicata con più etichettature che permutano in varie maniere le parole dark, ambient, industrial, simphonic e chi più ne ha più ne metta. Nel 1987 un musicista svedese di nome Roger Karmanik, attivo già da un po' di tempo, decide di creare un'etichetta allo scopo di permettere la diffusione della sua musica ma anche di tutta la musica industriale scandinava, con una particolare attenzione ai progetti svedesi. Il nome scelto per l'etichetta è Cold Meat Industry. Data la scarsa commercialità dei lavori prodotti e la loro elevata qualità media, sia da un punto di vista musicale sia da un punto di vista grafico/estetico, le produzioni dell'etichetta non sono numerosissime: più o meno un'ottantina tra CD, vinili e singoli, più una decina di cassette in tredici anni di attività. Diversi i nomi interessanti tra i gruppi che incidono i loro dischi per la CMI: tra questi, i Brighter Death Now , progetto personale di Karmanic stesso, che si esprime attraverso un osticissimo suono industriale, scuro come la pece e privo di ogni possibile concessione alla melodia e all'orecchiabilità. Non si discostano molto da questa definizione i Deutsch Nepal, anche se si concedono talvolta a strutture ritmiche più semplici e sono meno oscuri, pur se altrettanto dolorosi. Raison D'Etre, progetto personale di Peter Andersson, sono ormai un vero e proprio punto di riferimento per tutta la scena: il loro mescolare fumosi sfondi industriali con atmosfere medievali, campionamenti di cori e canti gregoriani, suoni trovati e lavorati di campane, tempeste e quant'altro è stato un esempio per molti altri musicisti, ispirati da questi suoni che vanno a pizzicare le corde più profonde dell'animo. Una serie di lavori in continuo crecendo qualitativo, fino ad arrivare alla monumentale compilazioni "Collected Archive" e al suo, fino a questo momento, capolavoro uscito all'inizio del 2000 "The empty hollow unfolds". Un gruppo invece atipico nell'ambito dell'etichetta sono gli Arcana : la loro meravigliosa musica in stile medievale, caratterizzata da sonorità eteree e dalle splendide voci dei due membri del gruppo, si troverebbe in una compagnia più adatta all'interno di una delle due sub label create da Karmanik: la Cruel Moon, etichetta dedicata alle nuove forme del folk medievaleggiante, e per la quale hanno inciso gruppi del livello degli italiani Ataraxia o degli americani The Soil Bleeds Back. La seconda sottoetichetta, denominata Death Factory, è invece dedicata a gruppi che, da un punto di vista musicale, si avvicinano molto a quelli dell'etichetta madre, ma non provenienti dalla Scandinavia. La scena appena descritta è diventata, alla fine degli anni '90, piuttosto numerosa, e i gruppi che ne fanno parte provengono da un po' tutto il mondo, anche se senza dubbio una buona parte sono tedeschi o scandinavi. Anche le etichette che si occupano di questa nuova frontiera musicale sono diverse, ma senza dubbio la Cold Meat Industry rappresenta sia un centro di attenzione sia un punto di riferimento.

    Dal sito Benvenuti nella mia magione...
    Ultima modifica di Tomás de Torquemada; 16-01-13 alle 17:00
    "Tante aurore devono ancora splendere" (Ṛgveda)

  4. #4
    + calci - calcio
    Data Registrazione
    22 Apr 2009
    Messaggi
    590
     Likes dati
    0
     Like avuti
    1
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Rif: Esoterismo e musica

    Ultima modifica di Tomás de Torquemada; 16-01-13 alle 15:31

  5. #5
    Sognatrice
    Data Registrazione
    05 Mar 2002
    Località
    Piacenza
    Messaggi
    11,135
     Likes dati
    191
     Like avuti
    775
    Mentioned
    20 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Atalanta Fugiens

    Medico e alchimista, Michael Maier fu uno dei principali esponenti della dottrina rosacrociana. La sua fama è legata soprattutto all'Atalanta Fugiens: cinquanta emblemi, ognuno dei quali corredato da un epigramma, un "discorso" esplicativo e una fuga musicale a tre voci. E' un'opera unica nellla storia dell'alchimia, in cui arti figurative, poetiche e musicali procedono parallele, indissolubilmente legate alla trattazione ermetica vera e propria La musica, dunque, considerata fondamentale per conseguire quell'armonia necessaria alla realizzazione dell'Opera.

    Qui si possono ascoltare 18 delle 50 fughe (con relativi emblemi ed epigrammi, purtroppo in inglese).




  6. #6
    Sognatrice
    Data Registrazione
    05 Mar 2002
    Località
    Piacenza
    Messaggi
    11,135
     Likes dati
    191
     Like avuti
    775
    Mentioned
    20 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito







    Ultima modifica di Tomás de Torquemada; 16-01-13 alle 15:32

  7. #7
    prima regola: io mento
    Data Registrazione
    31 Mar 2009
    Località
    basicly, run!
    Messaggi
    2,270
     Likes dati
    188
     Like avuti
    203
    Mentioned
    1 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)
    Inserzioni Blog
    11

    Predefinito Rif: Esoterismo e musica

    Ultima modifica di Tomás de Torquemada; 16-01-13 alle 15:28
    « Prego bensì che l'una e l'altra cosa,
    la vittoria e il ritorno, tu conceda,
    ma se una sola cosa, o Dio, darai,
    la vittoria concedi sola! »

  8. #8
    .
    Data Registrazione
    13 Apr 2009
    Messaggi
    7,906
     Likes dati
    1,095
     Like avuti
    1,011
    Mentioned
    36 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Rif: Esoterismo e musica

    La musica delle sfere
    (articolo da Nature)

    A 250 milioni di anni luce il buco nero della galassia NGC 1275 emette un "sì" talmente basso da non poter essere udito da orecchio umano. In un'immaginaria tastiera di pianoforte lunga a piacere la nota si trova 57 ottave sotto il "do" centrale. Il suono emesso dal buco nero ha una lunghezza d'onda di 36 mila anni luce e con la sua possanza scalda la gigantesca nube di gas e polveri che circonda il buco nero. La nota celestiale è prodotta, secondo Andy Fabian di Cambridge, autore della "osservazione", dalla tremenda energia liberata dal buco nero che increspa i gas che gli fan corona.

    E' consolante che la scienza moderna torni a parlare di una sorta di musica delle sfere, che accompagna l'osservazione dei cieli da qualche millennio prima di Cristo. Già Dante nel Paradiso raccoglieva un'eredità secolare quando cantava:

    "Quando la rota, che tu sempiterni
    Desiderato, a sé mi fece atteso,
    Con l'armonia che temperi e discerni,
    Parvemi tanto, allor, del cielo acceso
    De la fiamma del sol, che pioggia o fiume
    Lago non fece mai tanto disteso". (Par I, 76-81)

    Questa mistica unione di armonia prodotta dalla "girazione" delle sfere celesti con la luce onnispandente si ritrova in Cicerone, che a Scipione Aureliano fa ascoltare, durante il sonno, la medesima musica, e che gli fa chiedere, stupito:

    "Quid?, hic - inquam - quis est, qui complet aures meas tantus et tam dulcis sonus?". "Hic est - inquit - ille, qui intervallis coinunctus imparibus, sed tamen pro rata parte ratione distinctis, impulsu et motu ipsorum orbium efficitur et acuta cum gravibus temperans varios aequabiliter concentus efficit; nec enim silentio tanti motus incitari possunt, et natura fert, ut extrema ex altera parte graviter, ex altera autem acute sonent. (Somnium Scipionis, 18)

    "Ma che suono è questo, così intenso e armonioso, che riempie le mie orecchie?". "È il suono", rispose, "che sull'accordo di intervalli regolari, eppure distinti da una razionale proporzione, risulta dalla spinta e dal movimento delle orbite stesse e, equilibrando i toni acuti con i gravi, crea accordi uniformemente variati; del resto, movimenti così grandiosi non potrebbero svolgersi in silenzio e la natura richiede che le due estremità risuonino, di toni gravi l'una, acuti l'altra".

    Anche Keplero, sulla soglia ancora spuria della scienza meccanicistica moderna, dà per scontata l'armonia del mondo:

    "Duo sunt, quae nobis harmonias in rebus naturibus patefaciunt, vel lux vel sonus" (Harmonice Mundi, liber V caput IV).

    Andando a ritroso le prime testimonianze che attestano l'esistenza di una musica celeste risalgono a Pitagora, il quale secondo Giamblico era in grado di udire l'armonia degli astri come in stato di trance. Secondo la teoria pitagorica, la stoffa dell'Universo era composta di ritmi, numeri e proporzioni; e considerando che gli intervalli muscali quali l'ottava, la quinta, la terza si potevano ottenere facendo vibrare corde le cui lunghezze erano frazioni intere della lunghezza della nota fondamentale, lo stesso si poteva dire per il cosmo come sistema armonico, i cui sette "pianeti" conosciuti (Sole, Luna e i cinque pianeti visibili) potevano essere messi in corrispondenza con le sette note naturali.

    Affascinato ma non convinto da Pitagora, Aristotele spiegava col suo solito sussiego il perché i mortali non possono udire la celeste armonia: un suono o un rumore non vengono percepiti se non in contrasto con il proprio opposto, il silenzio o meglio l'assenza del suono medesimo; dal momento che quello prodotto dalla rotazione delle sfere planetarie è un suono che ci è presente sin dalla nascita, non è possibile riconoscerlo, in quanto ci manca la percezione del suo contrario. Salvo poi Aristotele non credere all'esistenza di questa musica, perché "se esistesse un suono prodotto dalla rotazione degli astri, sarebbe talmente forte e intenso da distruggere la vita sulla Terra, cosa che non è".

    Comune a tutte queste dottrine è la possibiltà solo per alcuni privilegiati di ascoltare la musica delle sfere: lo Scipione ciceroniano a patto che sogni, Dante nel suo viaggio oltreterreno, il mito di Er della Repubblica di Platone, Pitagora nei suoi estatici deliqui intellettuali.

    I moderni la musica del cosmo invece la fotografano con un telescopio a raggi X, nelle sembianze di un'increspatura in una nuvola di gas e polvere nel remoto ammasso di Perseo. O la ipotizzano, come i fisici francesi Marc Lachièze-Rey e Jean-Pierre Luminet, nell'infinitamente piccolo delle supercorde.

    Da: http://www.scienzaesperienza.it/news/new.php?id=0163
    Ultima modifica di Tomás de Torquemada; 04-01-10 alle 23:46

  9. #9
    Sognatrice
    Data Registrazione
    05 Mar 2002
    Località
    Piacenza
    Messaggi
    11,135
     Likes dati
    191
     Like avuti
    775
    Mentioned
    20 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Massimo Centini

    LA CODA DI SATANA TRA LE SETTE NOTE



    Hieronymus Bosch, Inferno musicale
    (particolare dal Trittico delle Delizie)



    Indubbiamente il rapporto della musica con l'occulto ha radici che affondano negli strati più remoti della nostra evoluzione culturale.
    "Conoscere la musica non e altro che sapere l'ordine di tutte le cose e quale sia il divino disegno", si legge nel Corpus Hermeticum attribuito a Ermete Trismegisto. L’affermazione pone in rilievo come la musica sia un "linguaggio contenitore" di meccanismi simbolici, necessari per instaurare il dialogo tra l'uomo e l'universo. Questi meccanismi possono essere avvolti da un'aura fortemente misteriosa, quando sono patrimonio di una cultura esoterica (si pensi al Flauto magico di Mozart e alle sue implicazioni massoniche), o possono diventare, di fatto, linguaggio nel linguaggio per raccogliere nuovi adepti (è il caso dei messaggi satanici subliminali che, secondo alcuni, sarebbero presenti in certa musica rock). L'ipotesi però viene da lontano: già Giordano Bruno affermava che vi erano "ritmi e canti" che avrebbero racchiuso in sé "un'efficacia grandissima", ponendo in luce la presenza di messaggi proto-subliminali all'interno della struttura musicale. Così si legge nel De vinculis: "E questi vincoli sono tenaci non solo per il fatto che vengano percepiti e trovino ingresso all'anima attraverso l'udito (...) anzi, l'effètto vincolante si realizza anche con un sussurro segreto che non arriva alla cosa da vincolare, per analogia di spirito a spirito, di vincolante a vincolando, né sempre infatti gli incantati percepiscono le parole degli incantatori, né quando le percepiscono ne subiscono effetti sensibili nell'immediato". Facciamo un salto nel tempo e giungiamo a Egon von Petersdorff, ex occultista che, convertitosi al cattolicesimo, divenne un demonologo tra i più agguerriti. Come gli ex fumatori sono i più accesi sostenitori dei danni del fumo, così Petersdorff si scagliò con veemenza contro tutte quelle manifestazioni che potevano essere territorio di facile presa per il diavolo. L'arte era uno di questi territori privilegiati. Nel suo saggio Demonologia, l'autore, che considerava la "tendenza al surrealismo" un'ispirazione demoniaca, pone sulla scia della musica magica autori come Mussorgskij, Rimskij-Korsakov, Prokofev e Stravinskij.

    Ma la riflessione sulla musica di Petersdorff si spingeva fino alla musica contemporanea (il libro fu pubblicato nel 1960): "Oggi possiamo sentire e vedere musica e danza sciamanistica dappertutto dove si danza al ritmo del jazz o del rock'n roll (...) un'occhiata alle numerose illustrazioni dei rotocalchi e informa che questa musica può produrre una psicosi di massa, conforme di trance collettiva, che riducono gli uomini alla follia, tali manifestazioni di volgarità e sfoghi di bassezza, quali è dato vedere nei frastornati parapiglia delle sale da ballo. Questo è sciamanismo, ubriacatura sfrenata: un'esaltazione non a opera di spiriti buoni, che non si lasciano prendere con metodi sciamanisticf (E. von Petersdorff, Demonologia, Milano 1995, p. 212).
    È evidente che ci troviamo davanti a un approccio tendente a demonizzare (nel vero senso della parola) il prodotto di un'attività creativa che non si allinea ai canoni dell'estetica tradizionale.

    Tentando una generica definizione, possiamo isolare alcuni temi del rapporto tra la musica, l'occulto e il demoniaco: la musica come base per l'azione magica e rituale; il significato simbolico di alcuni strumenti musicali, tale da connotarli con attributi negativi (per esempio la zampogna, che accompagnava i rituali del sabba, o il violino, strumento musicale piuttosto presente nell'iconografia diabolica);
    la musica che trae la sua esperienza estetica dalla tradizione magica (per esempio la Sinfonia fantastica di Berlioz, La sagra della primavera, ecc.); la musica che diffonde messaggi esoterici e satanici attraverso un linguaggio simbolico che li rende accessibili solo agli adepti; la musica propone significati occulti agli ascoltatori, con metodi di contatto subliminale o comunque coinvolgenti, ma senza annunciarlo preventivamente. In fondo è dall’epoca del canto delle sirene incontrate da Ulisse che persiste il legame tra la musica e l’oscuro universo del male e del peccato.



    Hieronymus Bosch, Inferno musicale
    (particolare dal Trittico delle Delizie)



    Secondo le valutazioni di quanti considerano la musica rock strumento per intessere rapporti con il diavolo, nei dischi di alcuni noti cantanti sarebbero inseriti dei messaggi occulti di matrice satanica. Difficile crederlo? Basta ascoltare i dischi al contrario e vengono fuori prove sconvolgenti. In un brano, ad esempio, troviamo (registrata al contrario) questa affermazione: "Mio dolce Satana, io ho visto il sabba”'; i Christian Death, in Prayer hanno addirittura registrato il Padre Nostro al contrario, avendo cura di escludere l'invocazione "liberaci dal male"... Ma gli esempi sono tanti altri e coinvolgono numerosi cantanti e gruppi, trovando la loro espressione più emblematica all'interno di quella galassia costituita dai gruppi di genere hard e metal, che hanno nell'immagine satanica, truculenta e sabbatica, un sostentamento dialettico notevolmente coinvolgente. Naturalmente senza ricorrere alla pratica dell'ascolto al contrario, ma inserendo direttamente nel testo i riferimenti al demoniaco.
    Un caso giunge da un "vecchio" disco dei Black Sabbath, Sabbath Bloody Sabbath (1973), che costituisce di fatto la celebrazione di Lucifero. Ma vi sono altri significativi esempi: in Stairway to Heaven dei Led Zeppelin il testo, tra l'altro, contiene questi versi: ”Al mio dolce Satana (...) devo vivere per Satana”; i Queen, in One vision, ferino riferimento al "mio dolce Satana"; i Black Oak Arkansas non hanno dubbi e nel brano When electriciìy carne to Arkansas affermano che "Satana, lui è il Dio"; gli Stix in Snow blind propongono un singolare invito: "Satana muoviti attraverso le nostre voci”.


    Dalle sirene di Ulisse alle note di Beethoven utilizzate come propellente dagli esponenti della gang di Arancia meccanica, troviamo nella musica un ambiguo legame con il diavolo che pone in evidenza il suo aspetto gianiforme e conturbante, destinato a suscitare reazioni anche paradossali. Per qualcuno il rapporto musica-magia-satanismo è un'espressione folklorica, che nasce dalla caccia alle streghe di chi vede il male ovunque. Anche questa ipotesi non va rigettata, se pur risulta evidente che in alcuni brani il linguaggio occulto (al contrario o gianiforme) è stato volutamente utilizzato. Ci chiediamo però quanti degli ascoltatori siano effettivamente a conoscenza della presenza di questi messaggi.


    L'inquieta presenza di un linguaggio satanico creato ad hoc all'interno della musica è argomento di dibattito e di ricerca. C'è da domandarsi fino a che punto questo linguaggio sia effettivamente espressione di un progetto atto a unire istanze aventi come punto focale il culto del diavolo. Se veramente questo linguaggio nel linguaggio è parte integrante della musica moderna, allora sicuramente si tratta di interrogarsi molto seriamente sul ruolo dei messaggi subliminali e simili. Ma è comunque il caso di non perdere di vista la realtà, e non cedere alle tentazioni di una nuova caccia alle streghe.
    L’enigma rimane e ci osserva, come quell'ambiguo ritratto dell'occultista Aleister Crowley che, con Marlon Brando, Karl Marx, Gandhi, Stanlio e Olio e altri, fa parte della copertina del disco dei Beatles, Sergent Pepper's Lonely Hearts Club Band, apparso nel 1967 e considerato l'iniziatore della musica psichedelica...

    Il tema di messaggi nascosti all'interno di linguaggi dotati di buon potere di penetrazione (musica, televisione, cinema) è stato ampiamente dibattuto da sociologi e psicologi. Secondo alcuni esperti, il nostro cervello è però in grado di azzerare quei messaggi subliminali che possono essere rischiosi per la stessa esistenza di chi il riceve. Inoltre, i freni inibitori arrestano quei messaggi che possono determinare effetti devastanti per il recettore. Ma se i messaggi subliminali, in questo caso sonori, fossero registrati al contrario come reagirebbe il nostro cervello? Si potrebbero guidare dei gruppi in ascolto come se fossero automi "ipnotizzati" dalla musica? Su tali quesiti si è andato conformando uno stretto dibattito sperimentale, ma che attualmente finisce per essere solo argomentazione accademica.
    Malgrado gli allarmi dei cacciatori del diavolo, i messaggi subliminali continuano ad essere oggetto di speculazione teorica; pertanto è evidente che il tutto si ferma a livello di ipotesi. Qualcuno sostiene che esperimenti del genere sono comunque condotti all'insaputa di ignare vittime. Al momento, mancando le prove, l'argomento sembra un tema da X- Files...



    Hieronymus Bosch, Inferno musicale
    (particolare dal Trittico delle Delizie)


    Da Il Giornale dei Misteri n° 396 (ottobre 2004)

  10. #10
    Forumista esperto
    Data Registrazione
    17 Apr 2009
    Località
    Eighteenth Dynasty of Egypt
    Messaggi
    23,656
     Likes dati
    1,838
     Like avuti
    6,197
    Mentioned
    32 Post(s)
    Tagged
    3 Thread(s)

    Predefinito Rif: Esoterismo e musica

    Canti gregoriani e "solfeggio sacro" rappresentano al meglio il Verbo che si materializza...

    Ultima modifica di Tomás de Torquemada; 16-01-13 alle 15:56

 

 
Pagina 1 di 4 12 ... UltimaUltima

Discussioni Simili

  1. Vi piace la musica fascia o la musica compagna?
    Di Mike Suburro nel forum Il Seggio Elettorale
    Risposte: 68
    Ultimo Messaggio: 26-06-12, 11:31
  2. Con Zimbalam promuovi la tua musica su Ovi Musica
    Di Templares nel forum Telefonia e Hi-Tech
    Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 10-01-11, 22:30
  3. Che cos'è per voi l'esoterismo?
    Di donerdarko nel forum Esoterismo e Tradizione
    Risposte: 4
    Ultimo Messaggio: 20-09-09, 20:36
  4. Esoterismo e musica
    Di Tomás de Torquemada nel forum Esoterismo e Tradizione
    Risposte: 34
    Ultimo Messaggio: 03-01-08, 19:56
  5. [Musica] Musica militante sarda
    Di pietro nel forum Comunismo e Comunità
    Risposte: 26
    Ultimo Messaggio: 21-12-06, 00:49

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito