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  1. #1
    Blut und Boden
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    Predefinito È morto Massimo Caprara

    Milano: morto Massimo Caprara, segretario di Togliatti
    16 Giugno 2009 159 CRONACHE

    MILANO - E' morto a Milano Massimo Caprara, per 20 anni segretario di Palmiro Togliatti. Caprara aveva 87 anni. Politico e scrittore, per quattro legislature, a partire dal 1953, e' stato deputato del Pci, partito da cui venne radiato nel 1969 per aver fondato con altri 'Il Manifesto'. E' stato redattore capo di Rinascita sotto la direzione di Togliatti e ha poi collaborato col Mondo, l'Espresso, il Tempo illustrato e Il Giornale. (Agr)

    Milano: morto Massimo Caprara, segretario di Togliatti - Corriere della Sera
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  2. #2
    Pasdar
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    Predefinito Riferimento: È morto Massimo Caprara

    Ha assistito a porzioni interessanti della Storia da una posizione assolutamente privilegiata, da un certo punto di vista lo invidio moltissimo.
    «Non ti fidar di me se il cuor ti manca».

    Identità; Comunità; Partecipazione.

  3. #3
    Blut und Boden
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    Predefinito Riferimento: È morto Massimo Caprara

    Massimo CAPRARA
    La «strage cercata» di via Rasella
    tratto da: Il Timone, anno 6 (2004) aprile, n. 32, p. 26-27.

    Fu uno degli episodi più "celebrati" della resistenza partigiana. Un "atto di guerra" che nasconde un oscuro "regolamento di conti" fra comunisti. Il ruolo di Giorgio Amendola.


    A Roma, alle ore 15 e 52 del 23 marzo 1944 passarono cantando puntualmente come ogni giorno "Hupf meine Model, Salta ragazza mia" i riservisti altoatesini del Battaglione Bozen, aggregato al Polizei Regiment della Wehrmacht. Trentatre di essi vennero fatti letteralmente a pezzi da un'esplosione dinamitarda. Fra i morti, una salma a lungo nascosta, quella di un bambino di 13 anni, tagliato in due dalla deflagrazione. Inoltre, due altre persone furono estratte dal cumulo delle vittime, alle quali dopo molto tempo vennero dati un nome e una qualifica: si tratta di Antonio Chiaretti e Enrico Pascucci, entrambi appartenenti al gruppo clandestino politico militare anticomunista denominato Bandiera Rossa. Si accertò che erano state vittime di un tranello, attirate sul posto e a quell'ora da altri militanti antifascisti. L'orrendo massacro avvenne in via Rasella, che sbuca nella centralissima Piazza del Tritone. La reazione efferata, purtroppo prevedibile in una capitale dichiarata "città aperta", inchioda barbaramente "l'atto di guerra" di via Rasella, come tale definito nell'anno 2001 dalla Suprema Corte di Cassazione della Repubblica, nell'oscuro ipogeo delle Fosse Ardeatine. Vi vennero fucilati 335 cittadini italiani da parte dei reparti agli ordini del colonnello nazionalsocialista Kappler, il 24 marzo.

    Scorrere i loro nomi è utile: circa 30 appartengono al Centro militare clandestino di tendenze monarchiche guidato dal colonnello Giuseppe Cordero di Montezemolo del Comando supremo italiano; 52 appartengono al Partito d'Azione e alle formazioni di Giustizia e Libertà; 75 sono artigiani, commercianti e intellettuali di religione ebraica; 68 militavano in Bandiera Rossa. Nessuno apparteneva al Partito comunista italiano, che pure contava a Roma di un forte apparato militare e di consistenti complicità coperte. Molti militanti e confidenti erano stati già arrestati, indiziati e, alcuni, tristemente perseguitati. Nessun comunista si trovò in carcere a Regina Coeli o nel luogo di detenzione esattamente in quei giorni della strage e della rappresaglia. Vi si trovarono invece tutte persone che il Pci considerava nemici esecrandi, da mettere fuori combattimento: comunque. Soprattutto sono considerati nemici giurati gli appartenenti a Bandiera Rossa. Essi sono valutati, senza mezzi termini, puramente "trotzkisti": i peggiori avversari di Stalin. Leone Trotzkji, ebreo, fondatore dell'Esercito rosso, era stato, infatti, prima condannato, poi esiliato, braccato in tutto il mondo dalla polizia sovietica, per essere assassinato a Città del Messico da un esecutore di origine italo-spagnola, nel 1940, dopo una spietata caccia durata vent'anni. Dopo la guerra civile spagnola del 1936-38, nella Roma di quegli anni feroci, continuava il massacro. L'apparato comunista organizzò e seppe cogliere l'occasione di via Rasella e le sue conseguenze.

    L'attentato venne escogitato, pensato e previsto dai membri comunisti della rete romana: Giorgio Amendola, che ne è il più alto in grado, Mauro Scoccimarro, Antonio Cicalini, di sicura scuola moscovita, oltre a minori ma preziosi collaboratori, infiltrati, delatori, confidenti nelle organizzazioni fasciste, nelle istituzioni carcerarie, nei presidi sanitari e polizieschi del fascismo. Amendola propose il luogo, l'ora e le modalità dello scoppio di via Rasella. Gli altri uomini d'azione, responsabili di settore e soprattutto dei Gap, il sistema terroristico facente capo al Pci, cioè i Gruppi d'Azione Patriottica, perfezionarono e operarono il resto. Nel suo volume «Lettere a Milano», al quale andò come onorificenza il premio Viareggio per la saggistica del 1974, Amendola rivelò che era stata sua l'iniziativa della designazione del luogo e del reparto tedesco da attaccare. Egli ne parla espressamente nelle pagine 290 e 291. Una volta messo in pratica l'attentato in via Rasella, si tratta di compilare, mercanteggiare, correggere e definire le liste dei fucilandi per il comando della Wermacht che le aveva sollecitamente chieste. Furono allora mobilitati tutti gli addetti ai rapporti di intelligence mantenuti dalla Federazione del Pci con la Direzione di Regina Coeli, la Questura di Roma, la divisione della polizia politica del Ministero italiano degli Interni, l'Opera Volontaria di Repressione Antifascista (OVRA), tutto il sistema spionistico esistente a Roma. Il teste principale di questo turpe mercato venne opportunamente liquidato a tempo debito. Donato Carretta, direttore di regina Coeli, venne linciato tra l'aula del Palazzaccio, le scale di Ponte Umberto e le onde del Tevere alle 9 di mattina del 18 settembre 1944. Gli altri collaboratori furono l'ex comunista Guglielmo Blasi, divenuto informatore della polizia militare tedesca, il tipografo autodidatta Giulio Rivabene, di cui Amendola puntualmente scrive nel suo libro nello spazio dedicato ai militari corrotti. Nel numero 7 del gennaio 1944 de «l'Unità», la direttiva era stata tempestivamente data: "Si invitano i compagni a smascherare e colpire gli agenti trotzkisti, ossia di Bandiera Rossa, nel Partito, nel Sindacato, nelle formazioni armate, ovunque essi si annidano". Nel giornale clandestino milanese del dicembre 1943, «La nostra lotta», Pietro Secchia aveva dato il via al circuito malsano di informatori, gestori, operatori dell'infame reperimento dei fucilandi della "strage cercata" di via Rasella.


    "L'attentato che provocò quella carneficina fu voluto per un solo scopo. A Roma ormai le formazioni della Resistenza che non riconoscevano il Cln avevano la maggioranza. Ed erano a buon punto le trattative avviate dalla federazione Repubblicana Sociale con Kappler perché i tedeschi lasciassero Roma senza spargimenti di sangue. Ma nel voler far fallire questo accordo c'era un interesse del Pci, per fini di politica interna" (Roberto Guzzo, fondatore dei gruppi Bandiera Rossa, cit. in Pierangelo Maurizio, «Via Rasella, cinquant'anni di menzogne», Maurizio Edizioni, Roma 1996, pag. 69).

    La «strage cercata» di via Rasella
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  4. #4
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    Predefinito Riferimento: È morto Massimo Caprara

    Chissà se ha tenuto qualche diario...
    Se hai la necessità di scegliere tra un uomo e un Kobra,
    preferisci chi striscia.
    E se ti serve un amico, trovati un cane.

  5. #5
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    Predefinito Riferimento: È morto Massimo Caprara

    Citazione Originariamente Scritto da Kobra Visualizza Messaggio
    Chissà se ha tenuto qualche diario...
    I comunisti fanno finta di non sapere.

    Fino a quando Togliatti la tenne come segretario?
    «Fino alla morte, avvenuta nel 1964».

    E il suo ripudio del comunismo quando sopraggiunse?
    «La crisi cominciò nel febbraio di quell'anno, all'uscita di
    Togliatti 1937, un libro, subito fatto sparire dagli scaffali,
    scritto da Renato Mieli, padre di Paolo, l'ex direttore del
    Corriere della Sera. Un ebreo perseguitato che era stato capo della
    divisione esteri del Pci e responsabile milanese dell' Unità. Io
    l'avevo conosciuto a Napoli nel 1944, dov'era giunto da Gerusalemme
    col nome di maggiore Merryl al seguito dell'Armata inglese e mi
    aveva assegnato la carita razionata per stampare Rinascita. Eravamo
    diventati amici. In quel libro Mieli parlava per la prima volta di
    Togliatti negli anni della guerra civile in Spagna. Dopo averlo
    letto, io e Marcella Ferrara, la madre di Giuliano, che era
    segretaria di Rinascita, ci stropicciammo gli occhi e ci dicemmo:
    non può essere vero, sono menzogne».

    Che cosa non poteva essere vero?
    «Che Ercoli, alias Togliatti, spedito in Spagna dal Komintern,
    avesse collaborato al massacro di 600 anarchici e all'eliminazione
    di Andrés Nin, uno dei fondatori del partito comunista spagnolo, già
    segretario di Trotzkij a Mosca. C'è una dichiarazione giurata in cui
    Aleksandr Orlov, famigerato emissario di Stalin, attesta che egli a
    Barcellona prendeva ordini dal compagno Ercoli. Togliatti e Orlov
    assoldarono Ramón Del Rio Mercader, il sicario che nel 1940 a colpi
    di piccozza fracassò il cranio a Trotzkij rifugiato in Messico. Lo
    sa chi era questo Mercader?».


    intervista all'ex-segretario di Togliatti | Facebook

  6. #6
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    Predefinito Riferimento: È morto Massimo Caprara

    Da qualche parte in questo forum uno dei soliti giovincelli brufolosi giusto stamattina scriveva con grande enfasi che il comunismo ha portato un'era di giustizia e libertà.

    O puttanate pressoché simili... D'altronde quando certi esempi arrivano dall'alto dei colli romani c'è sempre qualche babbeo pronto ad esaltarsi.
    Se hai la necessità di scegliere tra un uomo e un Kobra,
    preferisci chi striscia.
    E se ti serve un amico, trovati un cane.

  7. #7
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    Predefinito Riferimento: È morto Massimo Caprara

    Non è un caso che la morte di Massimo Caprara non abbia avuto quasi nessun rilievo mediatico, nè di interesse su questo forum. I conti con la loro storia non li hanno ancora fatti.

  8. #8
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    Predefinito Riferimento: È morto Massimo Caprara

    Non lo possono fare. E' come in certi racconti di fantascienza in cui si racconta dei viaggi nel tempo e di cosa potrebbe accadere se si modificasse il passato.

    Questi sono terrorizzati dal loro pazzato perché comprometterebbe la loro esistenza di oggi.

    Perciò è meglio non parlarne.
    Se hai la necessità di scegliere tra un uomo e un Kobra,
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  9. #9
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    Predefinito Riferimento: È morto Massimo Caprara

    Citazione Originariamente Scritto da Kobra Visualizza Messaggio
    Non lo possono fare. E' come in certi racconti di fantascienza in cui si racconta dei viaggi nel tempo e di cosa potrebbe accadere se si modificasse il passato.

    Questi sono terrorizzati dal loro pazzato perché comprometterebbe la loro esistenza di oggi.

    Perciò è meglio non parlarne.
    E i risultati si vedono....

  10. #10
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    Predefinito Riferimento: È morto Massimo Caprara

    Stupenda e calzante la descrizione del
    "marinaretto" filosofo fallito

    Fra gli ex comunisti che oggi guidano i Ds, chi assomiglia di più a
    Togliatti?
    «Massimo D'Alema. Infido. Ingrato. Concorrenziale. Non vorrei stare
    nei panni di Fassino e di Prodi. È uno di cui bisogna aver paura».

    Non a caso il senatore Giuseppe D'Alema, suo padre, disse a un mio
    amico che lavorava all'Istituto Gramsci: «A volte mio figlio mi fa
    paura».
    «Non stento a crederlo. Ha la stessa cupidigia di potere, la stessa
    superbia intellettuale, la stessa cinica freddezza di Togliatti:
    il partito siamo noi, il partito deve vincere».

    intervista all'ex-segretario di Togliatti | Facebook

 

 
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