comunità umana: il totalitarismo internazionale del comunitarismo

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o sbaglio?

a) l'unicità della comunità a discapito delle comunità
b) il famoso organicismo della comunità
c) l'incompresione internazionalista: come l'universale diviene immanente incarnandosi un'idealità astratta.

Da qui il titolo.

Se sbaglio, ben venga, capirò meglio.

Un saluto

[Terraeamore]

o sbaglio?

a) l'unicità della comunità a discapito delle comunità
b) il famoso organicismo della comunità
c) l'incompresione internazionalista: come l'universale diviene immanente incarnandosi un'idealità astratta.

Da qui il titolo.

Se sbaglio, ben venga, capirò meglio.

Un saluto

Non so se ho capito ciò che vuoi dire. Ammettendo che la mia interpretazione sia corretta, ti risponderei che il concetto di comunità umana non è affatto un salto nel vuoto che nega la particolarità. Al contrario esso è solo l'anello finale e se vuoi necessariamente astratto del riconoscimento, insito nella valorizzazione del concetto di comunità, della comunità come entità particolare (dalla famiglia, alla comunità territoriale fino alla comunità nazionale e allo Stato).
Non vedo contrasto tra comunità particolare, comunità umana come astrazione necessaria (purché non diventi totalitaria ed utopica) ed infine individuo.

[Muntzer]

Intanto benvenuto, brevemente ti posso dire che la Comunità, nell'ottica di Marx, viene postulata come totalità-comunità universale della specie- e come molteplicità, infatti la comunità totale degli uomini e delle donne può realizzarsi solo come "integrale" di molteplici comunità differenti a causa delle loro caratteristiche storiche, geografiche ecc.in modo tale da non poter più esserci esclusione, il che elimina ogni dinamica razzista.

Verso la Comunità Umana

[.....]

Spaziando tra i vari singificati di comunità, bisogna intendere se questo è vincolante.

Estremizziamo con un esempio particolare, di due diverse proporzioni. La comunità nazionale permette ad un noi in possibilità ,all'interno di essa, di secedere ed ignorarla rivendicando un'autonomia tale diritto, come la famiglia permette al figlio se in forze di pensare da solo ormai a sé?

Ciò equivale a dire che valga per chiunque, singolarmente o per ogni associazione-collettività.
Che le comunità crescano e diminuiscano e con ciò stesso non perdano tra di loro la comunanza che avevano quando, prima di separarsi, erano un'unicum

E' chiaro che la comunità si fa tra molto simili ed essi stessi consapevoli di tale aggregazione libera.Essendo però nel molteplice non esiste quindi la comunità umana, ma l'internazionalizzazione dei Principi comuni che la permettono e con ciò si nota un'errore di prospettiva che ipotizzando una condivisione unanime è invece coercizione.
Alché l'estinzione di ogni esclusione non è affatto nei vari strati descrittivi la situazione di una Civiltà, società, comunità, ma nell'Intelligenza profonda che ci unisce e che regola quest'ultime secondo la materia diversa di ogni attitudine,cultura,etnia e razza, garantendo in sé stessa Libertà e Giustizia.

[Terraeamore]

Spaziando tra i vari singificati di comunità, bisogna intendere se questo è vincolante.

Estremizziamo con un esempio particolare, di due diverse proporzioni. La comunità nazionale permette ad un noi in possibilità ,all'interno di essa, di secedere ed ignorarla rivendicando un'autonomia tale diritto, come la famiglia permette al figlio se in forze di pensare da solo ormai a sé?

Ciò equivale a dire che valga per chiunque, singolarmente o per ogni associazione-collettività.
Che le comunità crescano e diminuiscano e con ciò stesso non perdano tra di loro la comunanza che avevano quando, prima di separarsi, erano un'unicum

E' chiaro che la comunità si fa tra molto simili ed essi stessi consapevoli di tale aggregazione libera.Essendo però nel molteplice non esiste quindi la comunità umana, ma l'internazionalizzazione dei Principi comuni che la permettono e con ciò si nota un'errore di prospettiva che ipotizzando una condivisione unanime è invece coercizione.
Alché l'estinzione di ogni esclusione non è affatto nei vari strati descrittivi la situazione di una Civiltà, società, comunità, ma nell'Intelligenza profonda che ci unisce e che regola quest'ultime secondo la materia diversa di ogni attitudine,cultura,etnia e razza, garantendo in sé stessa Libertà e Giustizia.

LA comunità umana non è altro che un'astrazione concettuale necessaria che ci permette in quanto uomini (distinti da ogni altro animale) di definirci come genere universale.
Una curiosità: come mai non hai un nome ma solo dei punti di sospensione?

[_Riccardo_]

Ciao e benvenuto, .....!

Mi associo alle risposte dei compagni, ma ti assicuro che si fa davvero fatica a leggere il tuo ultimo post.

Cerca di spiegarti meglio, così riusciremo a discutere.

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x Terraeamore : Perché pur essendo ben distinguibile lascio un senso di ignoto che cerco di far ricadere anche nello scritto, in cui cerco di pormi il più impersonalmente possibile.Sono le Idee che contano e non il singolo che le veicola, anche se, questo in quanto tale, è individualizzabile.

Ciò che dico quindi è questo. La pretesa di assurgere la comunità, per ciò che essa immanentemente comporta nel suo dispiegarsi ed attualizzarsi, ad astrazione concettuale( che io chiamo Univesale o, trasponendone il senso, internazionalizzazione dei Principi ) è impropria e c'è un altr termine che appunto descrive meglio quella situazione che Terraeamore espone, cioé specie umana con le diversità che i casi evidenziano.
Altrimenti invece di fare Intellettualità, comune a tutti , si innalza un sistema a sé proprio, ma non così per altri.La comunità è affinità e l'umanità stessa è troppo vasta per dirsi realmente comunità o popolo ad esempio, o nazione.
Così si passa da un'identità delle Intelligenze ad un uniformismo a mio dire, per suo genere livellante.

grazie dello spazio.

saluti

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scusate...ho scritto doppio.

Buona giornata

[Terraeamore]

x Terraeamore : Perché pur essendo ben distinguibile lascio un senso di ignoto che cerco di far ricadere anche nello scritto, in cui cerco di pormi il più impersonalmente possibile.Sono le Idee che contano e non il singolo che le veicola, anche se, questo in quanto tale, è individualizzabile.

Ciò che dico quindi è questo. La pretesa di assurgere la comunità, per ciò che essa immanentemente comporta nel suo dispiegarsi ed attualizzarsi, ad astrazione concettuale( che io chiamo Univesale o, trasponendone il senso, internazionalizzazione dei Principi ) è impropria e c'è un altr termine che appunto descrive meglio quella situazione che Terraeamore espone, cioé specie umana con le diversità che i casi evidenziano.
Altrimenti invece di fare Intellettualità, comune a tutti , si innalza un sistema a sé proprio, ma non così per altri.La comunità è affinità e l'umanità stessa è troppo vasta per dirsi realmente comunità o popolo ad esempio, o nazione.
Così si passa da un'identità delle Intelligenze ad un uniformismo a mio dire, per suo genere livellante.

grazie dello spazio.

saluti

Capisco il fulcro della tua argomentazione. Tuttavia obietto ciò: il riferimento al concetto di comunità è corretto e proprio, poiché l'uomo si distingue dalle altre specie viventi proprio in virtù di una tensione all'universalizzazione di Sè all'interno della propria specie. Mentre non si può parlare di comunità dei gatti, dei cani, o dei granchi, si può parlare, con le dovute cautele e specificazioni, di comunità umana. Se l'uomo è essere universale significa che pensa alla propria specie in termini di comunanza non solo biologica e fisiologica, ma soprattutto spirituale.
In questo senso si parla di comunità umana.
Che questo possa portare ad una furia del dileguare e alla distruzione della particolarità è un altro discorso.
C'è da distinguere accuratamente l'universalismo astratto (che si rovescia per forza di cose in individualismo concreto) e l'universalismo concreto, compatibile con il rispetto della particolarità, da intendersi sia come comunità circoscritta che come individuo.

Piccola notazione sui punti di sospensione: in uno scritto sono le idee che contano, ma il soggetto che le esprime è assolutamente centrale. Le idee non possono essere del tutto impersonali, anche se è pur sempre importante nello scrivere sfuggire al personalismo.

Per lo spazio non devi ringraziare. E'un forum libero a tutti e ad ogni dibattito dotato di interesse comune. Senz'altro il tema da te aperto è meritevole della massima attenzione.

[.....]

Effettivamente , da come te espresso, il termine comunità umana ha una sua appropriata collocazione.
Il problema che riscontro èome può esservi comunità umana se siamo così altamente diversi e plurali?
Proprio il mondo capitalistico ha imposto la virata verso la dispersione nel molteplice, e proprio esso inversamente, crea il maggior livellamento.

L'intelligenza ci fa riconoscere appartenenti all'umanità ed ad un'unica comunità.
Sarebbe quindi il caso di chiedersi cosa sia l'Intelligenza allora, dato che, sangue e mentalità, usi e costumi, ambiente e utensili/tecnologie ci specificano in ogni dove in modo diversissimo a tal punto da non poter trovare che poche comunanze?

Così, reputo, l'internazionalizzazione dei Principi, pone la comunità umana che riconosco nel senso che più sopra ho manifestato di accettare, in un contesto più consono , cosìcché il termine comunità è più simbolico che fattivo, e proprio per questo( non cozzando più con la natura immanente che la comunità assume ) sano.

Dirsi quindi comunitaristi lascia aperta una confusione.Poco di male se la si vede, malissimo se non la si vede, come sempre è stato nel corso della storia credo.

UN cordiale saluto