Risultati da 1 a 5 di 5
  1. #1
    Forumista esperto
    Data Registrazione
    08 Apr 2009
    Località
    Ελευσίνα
    Messaggi
    17,701
     Likes dati
    3,634
     Like avuti
    6,648
    Mentioned
    32 Post(s)
    Tagged
    5 Thread(s)

    Predefinito SECONDO NOI L'ATTACCO ALL'EURO NON E' PER LA SUA DEBOLEZZA

    SECONDO NOI L'ATTACCO ALL'EURO NON E' PER LA SUA DEBOLEZZA
    MA PER LA SUA FORZA POTENZIALE
    DI MARIO LETTIERI E PAOLO RAIMONDI
    ariannaeditrice.it

    In una recente intervista, l’ex presidente della Commissione Europea, Jacques Delors (nella foto), ha affermato che purtroppo gli stati possono ancora farsi guerra, anche se non più come nel ’39-’45. “Oggi ci si può fare la guerra in altri modi, con l’economia, con la frode fiscale, il dumping sociale, l’immigrazione”, ha precisato.

    Delors parlava dei rischi sulla tenuta dell’Europa “che è stata un esempio formidabile nel mondo per la capacità di comprendersi”.

    Dopo gli sconquassi finanziari europei degli ultimi mesi bisognerebbe riflettere a voce alta sui nomi e sugli interessi mobilitati negli assalti contro l’euro.



    Dall’inizio del 2011 ad oggi le borse europee sono state devastate. Hanno avuto perdite in valori capitalizzati per centinaia di miliardi di euro. Ma a Wall Street stranamente non si è verificata la stessa cosa. Il listino Mib di Milano ha perso quasi il 30%, il Dax tedesco e il Cac francese circa il 20%. Per le banche e per i settori finanziari in media la perdita è stata più secca. Unicredit e BancaIntesa sono emblematici.

    Wall Street ha inaugurato l’anno con l’indice guida dei listini S&P 500 a quota 1.257 punti, oggi viaggia intorno ai 1.200 punti, cioè con una perdita di circa 4%. Eppure ci sono stati il rischio di default federale, una recessione economica molto forte, una disoccupazione accentuata e la paralisi politica del Congresso americano. Questi sono gli ingredienti che vengono portati dagli analisti di corte come le ragioni di sfiducia sulla solvibilità di un paese che poi determinano i crolli dei valori di borsa e dei titoli di stato.

    Nel 2011 a differenza dall’Europa la Fed immise 600 miliardi di nuovi dollari per sostenere artificialmente il sistema decotto. Se i mercati fossero stati così “sovrani ed indipendenti” come si autodefiniscono e come alcuni ritengono, avrebbero dovuto sanzionare la borsa americana più duramente di quelle europee.

    Perché non è successo? E’ una domanda legittima e doverosa.

    Naturalmente non ci auguriamo che gli Usa siano maltrattati come la Grecia e neanche come l’Italia. Ma si vorrebbe sapere chi e perché applica “due pesi e due misure” rispetto a situazioni di crisi differenti ma molto simili nella loro gravità.

    Oggi si parla più insistentemente anche di crisi di liquidità delle banche europee. Certo l’effetto dei salassi delle settimane passate non sono stati salutari, anche se tale difficoltà in verità è da tempo avvertita.

    Sembra che le banche dell’eurozona abbiano da mesi crescenti maggiori difficoltà nel procurarsi sul mercato interbancario americano i dollari necessari per le operazioni internazionali e commerciali dei propri clienti. In altre parole le banche americane mettono in discussione l’affidabilità e la solvibilità delle banche europee esposte sui titoli di paesi in grande stress finanziario come la Grecia e altri Stati europei.

    Sappiamo infatti che le banche tedesche e francesi hanno titoli ellenici rispettivamente per 45 e 75 miliardi di dollari. Ma che dire della JP Morgan Chase che da sola conta derivati finanziari per un valore nozionale di oltre 81.000 miliardi di dollari?

    Anche il più sprovveduto operatore la metterebbe in cima alla lista delle “sistemically important financial institutions” a rischio default.

    In questa luce va letto quindi l’intervento del segretario del Tesoro Usa, Tim Geithner, al vertice dell’Ecofin tenutosi in Polonia quando ha sollecitato l’Europa ad allargare l’Efsf, il fondo salva-stati “usando l’effetto leva per moltiplicarne le dimensioni come fecero nel 2008-9 gli Stati Uniti”. Questo spiega anche la posizione del presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, che ha risposto “di essere in grado di fornire liquidità a tasso fisso su base illimitata”.

    In altre parole, in assenza di una riforma di sistema finanziario globale la Fed sta pressando la Bce per una politica monetaria di “quantitative easing”, tanto richiesta dalla grande finanza e quanto temuta da chi conosce i rischi di una inflazione manipolata.

    A simili operazioni si affiancano le perfide agenzie di rating che imperterrite continuano a declassare le banche e gli Stati d’Europa. Ieri usavano dati economici magari manipolati, oggi fanno invece valutazioni politiche sui governi e sulle manovre. Come ha fatto Standard & Poors nei confronti dell’Italia. Quella stessa agenzia che un mese prima che esplodesse il caso Parmalat dava giudizi altamente positivi!

    Secondo noi l’attacco all’euro non è per la sua debolezza ma per la sua forza potenziale. L’Ue rappresenta la parte tecnologica e industriale più forte dell’economia mondiale con un Pil di circa 10.000 miliardi di euro.

    Si ricordi che è leader nella produzione di macchine utensili; ha la rete più potente di pmi altamente specializzate e innovative. E’ poi il mercato tecnologicamente più avanzato con quasi 500 milioni di produttori e consumatori.

    Un euro stabile è anche la moneta indispensabile per creare, insieme ai paesi del Bric, quel paniere di valute necessario per una soluzione multi polare alla crisi monetaria ed economica globale. Il dollaro avrà sempre un ruolo importante in un simile nuovo ordine. Ma non sarà più la sola moneta di riferimento di tutte le operazioni commerciali e finanziarie internazionali.

    La politica italiana nel suo complesso non sembra tener conto di questi dati e di questi scenari e non vuole, o non riesce a comprendere, il senso dei moniti del presidente della Repubblica che a nostro avviso è il più consapevole del baratro cui ci stiamo avvicinando.

    Mario Lettieri e Paolo Raimondi
    Fonte: Arianna Editrice
    3.10.2011

  2. #2
    Forumista storico
    Data Registrazione
    23 May 2009
    Messaggi
    33,669
     Likes dati
    6,077
     Like avuti
    5,134
    Mentioned
    855 Post(s)
    Tagged
    10 Thread(s)

    Predefinito Rif: SECONDO NOI L'ATTACCO ALL'EURO NON E' PER LA SUA DEBOLEZZA

    Solito complottismo idiota di chi vuole sfuggire alle sue responsanbilita'.

  3. #3
    Giusnaturalista
    Data Registrazione
    04 Apr 2009
    Località
    Giudicato di Cagliari
    Messaggi
    15,648
     Likes dati
    4,698
     Like avuti
    3,818
    Mentioned
    6 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Rif: SECONDO NOI L'ATTACCO ALL'EURO NON E' PER LA SUA DEBOLEZZA

    Fossi Berlusconi mi dimetterei, spiegando che le continue intromissioni del presidente della repubblica, le continue esternazioni ,i continui consigli, i continui inviti, non possono essere accettati in un paese democratico. Per Costituzione il Presidente della Repubblica deve farsi i cazzi propri.

    Napolitano ma chi sei? Meno male che hai i giorni contati. Candidati a presidente del consiglio, Napolitano. Ma chi sei? Berlusconi mi fa schifo ma Napolitano fa vomitare i cani, per superbia e arroganza.
    Tu ne cede malis, sed contra audentior ito, quam tua te Fortuna sinet.


  4. #4
    Gianicolo, 1849
    Data Registrazione
    02 Apr 2009
    Messaggi
    43,712
     Likes dati
    10,446
     Like avuti
    27,150
    Mentioned
    872 Post(s)
    Tagged
    11 Thread(s)

    Predefinito Rif: SECONDO NOI L'ATTACCO ALL'EURO NON E' PER LA SUA DEBOLEZZA

    Citazione Originariamente Scritto da dedelind Visualizza Messaggio

    Sappiamo infatti che le banche tedesche e francesi hanno titoli ellenici rispettivamente per 45 e 75 miliardi di dollari. Ma che dire della JP Morgan Chase che da sola conta derivati finanziari per un valore nozionale di oltre 81.000 miliardi di dollari?

    Anche il più sprovveduto operatore la metterebbe in cima alla lista delle “sistemically important financial institutions” a rischio default.

    In questa luce va letto quindi l’intervento del segretario del Tesoro Usa, Tim Geithner, al vertice dell’Ecofin tenutosi in Polonia quando ha sollecitato l’Europa ad allargare l’Efsf, il fondo salva-stati “usando l’effetto leva per moltiplicarne le dimensioni come fecero nel 2008-9 gli Stati Uniti”. Questo spiega anche la posizione del presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, che ha risposto “di essere in grado di fornire liquidità a tasso fisso su base illimitata”.

    In altre parole, in assenza di una riforma di sistema finanziario globale la Fed sta pressando la Bce per una politica monetaria di “quantitative easing”, tanto richiesta dalla grande finanza e quanto temuta da chi conosce i rischi di una inflazione manipolata.

    A simili operazioni si affiancano le perfide agenzie di rating che imperterrite continuano a declassare le banche e gli Stati d’Europa. Ieri usavano dati economici magari manipolati, oggi fanno invece valutazioni politiche sui governi e sulle manovre. Come ha fatto Standard & Poors nei confronti dell’Italia. Quella stessa agenzia che un mese prima che esplodesse il caso Parmalat dava giudizi altamente positivi!

    Secondo noi l’attacco all’euro non è per la sua debolezza ma per la sua forza potenziale. L’Ue rappresenta la parte tecnologica e industriale più forte dell’economia mondiale con un Pil di circa 10.000 miliardi di euro.

    Si ricordi che è leader nella produzione di macchine utensili; ha la rete più potente di pmi altamente specializzate e innovative. E’ poi il mercato tecnologicamente più avanzato con quasi 500 milioni di produttori e consumatori.

    Un euro stabile è anche la moneta indispensabile per creare, insieme ai paesi del Bric, quel paniere di valute necessario per una soluzione multi polare alla crisi monetaria ed economica globale. Il dollaro avrà sempre un ruolo importante in un simile nuovo ordine. Ma non sarà più la sola moneta di riferimento di tutte le operazioni commerciali e finanziarie internazionali.
    Considerazione niente affatto peregrine. E vedo una considerazione strategica, quella sulle macchine utensili, sempre ignorata (l'Italia è seconda nella UE, dietro la Germania)
    Significa che l'europa può ridiventare fortezza economica bastando a se stessa per qualsiasi produzione.

    Ma il problema vero sono le centinaia di migliaia di miliardi di $ in moneta virtuale in corpo al sistema bancario americano, ed in specie alle banche d'affari.
    Cifre colossali che possono svanire in una notte nel momento in cui il Dollaro non fosse più la moneta di riferimento degli scambi internazionali.

    Gli USA non possono pretendere di avere la botte piena e la moglie ubriaca, il dominio mondiale basato sulla finanza è una scemenza dei circoli finanziari, e la II GM è finita da sessanta anni.
    Io sono al bando da circoli, logge e sagrestie.
    Ma col mio carattere e i miei gusti me ne consolo facilmente.

  5. #5
    Capitalismo e Militarismo
    Data Registrazione
    06 May 2009
    Località
    Torino
    Messaggi
    2,522
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Rif: SECONDO NOI L'ATTACCO ALL'EURO NON E' PER LA SUA DEBOLEZZA

    sono d'accordo che ci sia un attacco pilotato e studiato da parte di istituzioni USA contro l'Euro per la forza potenziale che questa moneta potrebbe avere.
    Detto ciò per far fallire l'attacco basterebbe mettere a posto i bilanci degli stati europei.
    Quindi il coltello dalla parte del manico ce l'ha l'europa... si decidi ad usarlo.

    Non importa se un gatto è bianco o nero, l'importante è che prenda il topo.
    [Presidente Deng Xiaoping]

 

 

Discussioni Simili

  1. Ma secondo voi siamo sotto attacco DoS?
    Di -Duca- nel forum Fondoscala
    Risposte: 26
    Ultimo Messaggio: 24-09-11, 12:31
  2. I dati sul pil mascherano la debolezza dell'area euro
    Di dedelind nel forum Economia e Finanza
    Risposte: 1
    Ultimo Messaggio: 21-10-09, 22:17
  3. Risposte: 21
    Ultimo Messaggio: 09-12-08, 16:42
  4. Iraq: attacco spagnoli, sei morti secondo fonti Madrid
    Di Der Wehrwolf nel forum Etnonazionalismo
    Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 29-11-03, 20:45

Tag per Questa Discussione

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito