DI LEONARDO FACCO

Un altro passo in avanti verso la secessione.

Dopo quasi due anni, ed un record mondiale riconosciuto, a quanto si legge il Belgio sta per formare un nuovo governo. Secondo la notizia riportata dalle agenzie, pare sia il caso del possibile fallimento della banca Dexia ad aver smosso le acque, riportando in auge quell’Elio Di Rupo (socialista e assai discusso in passato) già vicepremier belga.

Ecco la notizia: “Elio di Rupo, il socialista vallone che ha ricevuto prima dell’estate il mandato di formare un nuovo Esecutivo, è riuscito nella notte tra venerdì e sabato a trovare un’intesa su una riforma federale, mettendo d’accordo gli otto partiti che potrebbero essere parte di una prossima maggioranza in Parlamento. È la sesta volta dalla fine della guerra che il Belgio mette mano al proprio assetto istituzionale”.

Ma a quali condizioni? Intanto, fuori dall’esecutivo rimane l’N-VA, il partito secessionista delle Fiandre capeggiato da Bart De Weder, che è sempre stato irremovibile sull’idea di autodeterminazione. Dopodiché, il nuovo esecutivo nascerà garantendo ulteriori spazi di autonomia per i fiamminghi. Ha scritto Beda Romano su “Il Sole24Ore”: “L’accordo prevede che le Regioni – Fiandre, Vallonia e Bruxelles – potranno raccogliere parte del gettito fiscale (per un totale di 10,7 miliardi di euro all’anno) senza passare dal Governo federale. Sia la politica degli assegni familiari che lo stesso codice della strada potranno essere almeno in parte decisi a livello locale. Le Regioni potranno imporre particolari limiti di velocità e incassare le multe. Trasferimenti di competenza dal centro alla periferia ci saranno anche nel settore della sanità e della politica sociale. I fiamminghi hanno ottenuto un particolare risultato simbolico. I diritti linguistici e amministrativi di cui godono i francofoni nella periferia fiamminga di Bruxelles saranno aboliti. Solo in sei comuni queste prerogative sopravvivranno”.

Probabilmente, ci vorrano almeno un paio di settimane prima che i negoziatori (tra cui i verdi belgi, desiderosi di poltrone che contano) ufficializzino la nuova compagine governativa.

Difficile, ad ogni buon conto, non rilevare due fatti:

1- L’esecutivo che si appresta a nascere rimane comunque deboluccio;

2- Il successo degli indipendentisti è netto: oggi, portano a casa risultati significativi, che metteranno sul tavolo quando il paese tornerà al voto, allorquando – sulla scorta della maggiore autonomia strappata a Bruxelles – chiederanno un altro voto pro-secessione.

Nel cuore dell’Europa dell’euro, insomma, stiamo assistendo ad un altro passo avanti verso l’autoderminazione dei popoli. Alla faccia di qualche parassita romano che considera la secessione “antistorica”. Del resto, i fiamminghi non hanno mai eletto un parassita come Calderoli.

BELGIO, UN PASSO AVANTI VERSO LA SECESSIONE | Movimento Libertario