Israele espelle 400 bambini non ebrei dal paese

Israele espelle 400 bambini non ebrei dal paese - Cronache

TEL AVIV - Non è proprio edificante la storia che arriva da Israele, dove il governo ha dato l'ok alla deportazione forzata di 400 bambini nei paesi d'origine dei genitori. Si tratta di una decisione che ha scatenato moltissime polemiche anche all'interno del governo stesso presieduto da Benjamin Netanyahu: i ministri pro-deportazione Liebermann (Esteri) e Yishai (Interno) da una parte e quelli contrari, cioè Eliezer (Infrastrutture) e Sa'ar (Istruzione) dall'altra, hanno litigato aspramente al riguardo, ma alla fine hanno avito la meglio i "falchi". Alla votazione decisiva, i ministri favorevoli all'approvazione della legge sono stati 13, mentre i contrari sono stati 10 e 4 gli astenuti.

DEPORTAZIONI - Ma torniamo alla legge tanto discussa. Il ministero dell'Interno ha stabilito che 400 bambini (su 1200 presi in considerazione) non possono restare oltre in Israele e perciò devono espulsi entro tre settimane. Dove? Nei paesi d'origine dei genitori. La loro unica colpa è di essere nati da genitori non ebrei che vivono in Israele solo grazie ad un permesso di soggiorno. Il paradosso è che Israele, con la scusa di voler preservare il proprio carattere sionista, da un lato invita immigrati a trasferirsi nel paese per lavorare (magari al posto dei palestinesi) e poi si inventa queste leggi per far piazza pulita di chi non si è convertito all'ebraismo. Gli unici bimbi a non correre rischi sono quelli che sono stati cresciuti "da israeliani": questo significa che hanno trascorso almeno 5 anni nel paese, parlano l'ebraico e frequentano dalle scuole elementari in su. Per chi non ha queste caratteristiche le porte di Israele si chiudono inesorabilmente. E a Tel Aviv non si scherza: ottenere le cittadinanza se non si è ebrei è praticamente impossibile, indifferentemente dall'età. La "terra promessa", evidentemente, non è per tutti, ma facendo in questo modo Israele continua a non rendersi simpatico agli occhi della comunità mondiale.

08-10-2011